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Autore: Stria93    23/08/2018    3 recensioni
Un ballo... fra tre giorni.
Il Signore Oscurò rifletté, passando in rassegna il proclama con aria pensierosa. In effetti era da molto che non prendeva parte a quel genere di eventi [...]
In fondo, perché no? Un po' di vita mondana gli avrebbe fatto bene e inoltre era curioso di dare una sbirciatina alla principessa di Avonlea
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera di fine inverno, Rumpelstiltskin sedeva davanti al fuoco rigirandosi tra le mani un foglio di pregiata pergamena vergato in lettere a inchiostro nero e rosso, scritte in un carattere elegante e perfino un po' pomposo.
Si trattava di un cerimonioso proclama emanato nientemeno che dal palazzo reale del regno di Avonlea, che annunciava ai sudditi che di lì a tre giorni si sarebbe tenuto un grande ballo in maschera al castello per festeggiare il ventunesimo compleanno della principessa Belle, ora a tutti gli effetti erede al trono della casata reale. Erano stati invitati tutti i nobili e i sovrani dei paesi confinanti, in particolare il proclama sollecitava la partecipazione di quanti più possibili giovani rampolli delle famiglie più illustri, ricche e potenti.
Rumpelstiltskin sogghignò: ecco un altro sciocco e patetico reuccio che, vedendo avanzare inesorabilmente il tempo e l'età, cercava di assicurare un futuro alla propria dinastia mettendo in mostra la propria figlia come una giumenta al mercato dei cavalli.
Non che la cosa lo sorprendesse: ormai aveva ricoperto una parte in così tante vicende sordide all'interno delle corti reali più svariate e blasonate che quella palese dichiarazione di messa in vendita della principessa non poteva certo scandalizzarlo. Aveva capito da molto tempo come funzionavano gli intrighi e le alleanze tra regnanti e potenti, e naturalmente aveva sfruttato quelle dinamiche spregevoli a suo vantaggio senza mai soffermarsi troppo sulle implicazioni morali. Anzi, spesso era proprio questa categoria umana a fornirgli i compensi maggiori e più preziosi per i discutibili favori che egli elargiva loro: sbarazzarsi di un membro di una casata rivale, rimediare agli sperperi di denaro che finivano per spingere il regno sull'orlo della bancarotta, eliminare le minacce al reame come gli orchi, le catastrofi naturali o i draghi, procurare eredi a re e regine che non potevano procreare... la gamma di prestazioni e servizi che Rumpelstiltskin offriva ai governanti della Foresta Incantata era molto variegata.
Un ballo... fra tre giorni.
Il Signore Oscurò rifletté, passando in rassegna il proclama con aria pensierosa. In effetti era da molto che non prendeva parte a quel genere di eventi; non che ricevesse mai un invito ufficiale, ovvio! Nessun re, conte o duca sano di mente si sarebbe mai sognato di aggiungere il suo nome all'elenco delle persone a cui far recapitare gli inviti... ciononostante, gli tornava sempre molto utile imbucarsi di nascosto a quei ricevimenti tanto sfarzosi da sfiorare il ridicolo; in qualche modo, riusciva sempre ad origliare conversazioni interessanti tra gli invitati, resi loquaci dal vino e dall'atmosfera, che lo mettevano sulla strada giusta per stringere nuovi proficui accordi.
In fondo, perché no? Un po' di vita mondana gli avrebbe fatto bene e inoltre era curioso di dare una sbirciatina alla principessa di Avonlea: aveva sentito molte voci su di lei, sulla bellezza dei suoi occhi di zaffiro, sulla radiosità del suo sorriso... ma soprattutto, e questa era la cosa che lo intrigava maggiormente, sulla sua eccentricità e le sue inclinazioni in controtendenza rispetto a quelle della media delle nobildonne della sua età.
Alla fine, Rumpelstiltskin decise che quel ballo in maschera poteva rappresentare un'occasione per rimediare qualche nuovo accordo e per iniziare a farsi un'idea generale della futura regina di Avonlea, cercando di capire se e come ella avrebbe potuto essergli utile in futuro e avere una parte nei suoi piani.


Giunse la sera del ballo e, prima di lasciare il Castello Oscuro e partire alla volta del reame di Avonlea, Rumpelstiltskin lanciò un'ultima occhiata allo specchio. Aveva optato per un abito da cerimonia composto dai suoi soliti e inseparabili pantaloni di pelle nera, una redingote color della notte, completa di spalline frangiate e galloni d'oro, stivali appena lucidati e guanti di seta dorati. Sottobraccio teneva una maschera di squisita fattura, color avorio e impreziosita da ricami di filo d'oro, personalmente ricavato dal suo lavoro di filatura all'arcolaio.
Rumpelstiltskin annuì, soddisfatto del risultato dei suoi sforzi, dopodiché uscì nel parco del castello e si richiuse il portone alle spalle. Ferma davanti all'austero cancello in ferro battuto, lo attendeva la carrozza incantata, senza cocchiere e trainata da una pariglia di quattro stalloni neri dal manto lucente che qualche volta il Signore Oscuro utilizzava per i suoi spostamenti. Non che gli servisse un mezzo di trasporto, ma di tanto in tanto gli piaceva fare un po' di scena e quella era proprio l'occasione perfetta per un'entrata in grande stile.
Lo sportello si spalancò magicamente di fronte a lui e Rumpelstiltskin si accomodò sul morbido sedile foderato di velluto rosso, pronto a raggiungere la sua destinazione.


Il viaggio non durò a lungo; gli zoccoli dei cavalli erano stati ferrati con la magia e questo permetteva loro di percorrere anche lunghe distanze impiegandoci la metà del tempo che occorreva normalmente.
Quando la carrozza si arrestò di fronte all'ingresso del palazzo reale di Avonlea, ci fu un generale coro di meraviglia e stupore per quei magnifici animali e per il fatto che nessuno sedesse a cassetta. Rumpelstiltskin fece un sorrisetto e si calò la maschera sul volto bestiale, dopodiché aprì lo sportello e scese con eleganza dal veicolo, salendo la scalinata di pietra sotto gli occhi incuriositi e affascinati degli altri ospiti che stavano sopraggiungendo in quel momento.
Grazie a un incantesimo, fece in modo che i funzionari addetti al controllo degli inviti fossero momentaneamente distratti da un topolino magicamente comparso sotto la gonna voluminosa di una ancor più voluminosa marchesa di mezz'età che si stava apprestando a consegnare il proprio.
Il trambusto durò poco, ma permise al Signore Oscuro di entrare indisturbato nel palazzo e di raggiungere la grande sala da ballo, già affollata di maschere e persone in abiti sfarzosi che danzavano o s'intrattenevano in qualche conversazione.
Sul lato ovest della sala era stato sistemato il trono di Re Maurice, dal quale il sovrano si godeva i festeggiamenti con aria compiaciuta e salutava calorosamente gli ospiti che venivano a rendergli omaggio. Al lato destro del sovrano sedeva la sua giovane figlia e Rumpelstiltskin si prese qualche istante per osservarla: i capelli color mogano screziati di rame erano acconciati in un morbido chignon dal quale due ciocche ricadevano leggere e le incorniciavano il bel viso roseo e sorridente dai lineamenti fini, al centro del quale erano incastonati, proprio come due zaffiri, i suoi occhi ridenti e di un azzurro che il folletto aveva avuto modo di scorgere solo nel cielo dei giorni di primavera più luminosi e limpidi.
Graziosa, la principessina.
Rumpelstiltskin non aveva dubbi sul fatto che quella sera molti ragazzi avrebbero sopportato ore di attesa pur di poter danzare con lei anche un solo giro di valzer o minuetto.
Gli invitati sfilavano davanti a lei e a suo padre, porgendo i loro omaggi e augurandole un buon compleanno; Belle ringraziava, s'inchinava e sorrideva a tutti con una raffinatezza e un'eleganza degne di una vera futura regina. La sua figura minuta emanava una sorta di bagliore che si irradiava per tutta la sala e sembrava costituirne il vero punto luce, con buona pace dei tre enormi lampadari di cristalli che pendevano dal soffitto meravigliosamente affrescato; e Rumpelstiltskin era certo che quell'impressione non fosse dovuta al solo fatto che ella indossasse uno splendido abito dorato con lo scollo a barchetta tempestato di brillanti che le lasciava deliziosamente scoperte le spalle candide.
Fino a quel punto, il Signore Oscuro non aveva colto quell'eccentricità di cui aveva sentito tanto parlare, ma la serata era ancora lunga e lui avrebbe avuto modo di rendersi conto di quanta verità ci fosse in quei pettegolezzi.
La Provvidenza volle che, proprio in quel momento, un gruppetto di ragazzi e ragazze riccamente vestiti che potevano avere più o meno la stessa età della principessa, stesse conversando proprio a proposito della festeggiata poco distante da lui e dunque perfettamente a portata d'orecchi.
Rumpelstiltskin si mise in ascolto, fingendo di essere molto interessato all'arazzo di fronte a sé.
- Vi dico che è vero! - stava dicendo una delle ragazze, concitata. - L'altro giorno le ho chiesto che cosa desiderasse ricevere per il proprio compleanno e sapete cosa mi ha risposto? -
- Dei gioielli? - tentò uno di loro, ma la ragazza scosse la testa.
- Trovare l'amore? - riprovò una giovinetta bionda con gli occhi sognanti.
Ancora una volta, l'altra fece segno di no e con fare drammatico e fintamente indignato finalmente vuotò il sacco: - Mi ha detto che avrebbe tanto voluto imbarcarsi su una nave e partire per vedere il mondo! Vi rendete conto? -
- Magari è una di quelle idee strane che le sono venute in mente a forza di leggere quei suoi libri. - commentò di nuovo il ragazzo di prima. - Gira sempre con uno di quei cosi in mano, non la si vede mai senza e frequenta di più la biblioteca del palazzo che il salottino del ricamo o l'aula di musica. Non vuole dame di compagnia e se ne sta sempre per conto suo. -
- Se volete la mia opinione, - si aggiunse un secondo giovane con i capelli neri legati in una coda che gli ricadeva sulla schiena. - Io penso che sia un po' tocca, ma è pur sempre la ragazza più bella e importante del regno e io sono deciso a non lasciarmela sfuggire. - concluse, facendo l'occhiolino e dando di gomito all'amico.
- Siete sempre il solito briccone, Gastòn. - fece la ragazza bionda esibendosi in un insopportabile quanto falso risolino. - Pensate sempre alle ragazze. -
- Be', la principessa è di sicuro la più bella del reame, oserei dire che è avvenente quanto me. E io non mi merito forse il meglio? -
Rumpelstiltskin aveva sentito abbastanza e si allontanò dal gruppetto di pettegoli. E così la principessa Belle era un tipo avventuroso e intraprendente, eh? E, a quanto pareva, anche un topo di biblioteca. Sì, decisamente si discostava dallo stereotipo della mocciosa viziata sempre alle prese con frivolezze e civetterie.


Passò un po' ti tempo che Rumpelstiltskin impiegò girovagando da un capannello di invitati a un altro con le orecchie ben teste a cogliere qualsiasi frase che potesse, in qualche modo, tornargli utile, senza grande successo a dire il vero. Per lo più si parlava della principessa, vera protagonista della serata, e le opinioni erano costantemente divise su due fronti: chi spendeva lodi spassionate e sincere e chi storceva il naso con disapprovazione e sdegno, soprattutto a causa della sua natura curiosa e indipendente o del suo desiderio di vedere il mondo e vivere all'insegna dell'avventura.
A un certo punto della festa, Rumpelstiltskin scorse il giovane arrogante e borioso di poco prima offrirsi a Belle come cavaliere per una danza. Lei aveva accettato ma, a giudicare dalla forzatura del suo sorriso, più per cortesia che per genuino piacere e per tutta la durata di quel minuetto i suoi movimenti furono stranamente rigidi, come se la ragazza non si trovasse affatto a suo agio tra le braccia di Gastòn che, dal canto suo, continuava spudoratamente a far scivolare lo sguardo nella zona della scollatura dell'abito d'oro e a lanciarle sorrisetti lascivi e maliziosi.
Il Signore Oscuro la vide tirare un gran sospiro di sollievo quando finalmente i musicisti suonarono l'ultima nota e lei ebbe la scusa per congedarsi da Gastòn con un inchino frettoloso e raggiungere il padre con cui danzò la romanesca che seguì.
Poco prima dello scoccare della mezzanotte, a tutti gli ospiti venne distribuito un calice del miglior vino elfico del reame e, proprio mentre si udivano i rintocchi possenti dell'orologio del castello, Re Maurice alzò il proprio e invitò tutti ad unirsi a lui nell'augurare un felice compleanno alla sua adorata figlia.
Un coro di “BUON COMPLEANNO, PRINCIPESSA BELLE!” si levò dalla folla di maschere e anche Rumpelstiltskin alzò silenziosamente il suo bicchiere in onore della principessa.
Dopo il brindisi, gli invitati si dispersero di nuovo nella sala e molte coppie tornarono a danzare; il Signore Oscuro se ne stava in disparte e teneva d'occhio la situazione, nel caso si fosse presentata l'occasione di cogliere qualche stralcio di conversazione interessante, ma pareva proprio che quella notte nessuno avesse voglia di parlare di questioni spinose o di politica. Sarebbe stato inutile e tedioso rimanere più a lungo e così Rumpelstiltskin fece per avviarsi verso l'uscita della sala quando si sentì chiamare da una voce dolce alle proprie spalle: - Perdonatemi, signore, temo di non aver ancora avuto il piacere di un ballo con voi. -
Il folletto si voltò e si trovò di fronte nientemeno che la principessa Belle, la quale gli sorrideva da dietro la maschera bianca e oro che le avvolgeva gli occhi e non faceva altro che metterne ancora più in mostra lo sbalorditivo punto d'azzurro.
Rumpelstiltskin s'inchinò, portandosi una mano al petto, come usavano fare i veri galantuomini. - Sono tremendamente spiacente, Vostra Altezza, ma stavo giusto per andarmene, inoltre temo che la mia goffaggine possa offendervi... -
Belle rise a quelle parole. - Credetemi, potrete anche essere il peggior ballerino del reame, ma di certo non potreste mai competere con... alcuni cavalieri con i quali ho avuto il dispiacere di danzare stasera. -
Il Signore Oscuro sogghignò sotto la maschera, ripensando a quell'idiota spocchioso di Gastòn.
- Non vorrei sbagliarmi, dearie, - disse, con piglio divertito. - ma il galateo dei balli di corte non prevede forse che sia il cavaliere ad invitare la dama a ballare? -
Le gote di lei si arrossarono appena. - Oh, tutte quelle sciocche regole di facciata. Come se il fatto di essere una donna potesse impedirmi di fare il primo passo rischiando così di finire con i gentiluomini meno gentili e meno uomini che si siano mai visti in tutta Avonlea! -
L'espressione esasperata che Rumpelstiltskin riuscì ad intravedere sotto la sua maschera lo fece scoppiare in una risatina. Quella piccola ribelle iniziava a suscitare la sua simpatia.
- E va bene, dearie. Mi offrirò a voi per la prossima danza, ma prima lasciate che beva un altro po' di vino... in fondo, nessuno danza sobrio, a meno che non sia completamente matto. -
La principessa rimase interdetta a quelle parole e nei suoi occhi balenò una scintilla di entusiasmo mista a stupore. - Voi... avete appena citato Cicerone?! -
Il Signore Oscuro fece un sorrisetto compiaciuto. - A meno che non mi sbagli di grosso, direi proprio di sì, dearie. -
Il sorriso stupito della giovane si fece ancora più ampio. - Credo che in questa sala voi e io siamo gli unici a sapere chi sia. -
- Già, in effetti non avrei fatto grande affidamento sul livello culturale medio dei presenti. Pare proprio che siate voi a tenere alto lo standard, principessa. -
Belle arrossì nuovamente ma non poté nascondere il piacere che quel complimento, così diverso da quelli che riceveva di solito, le aveva suscitato.
Rumpelstiltskin buttò giù l'ultimo sorso di vino e proprio in quel momento l'orchestra attaccò un valzer.
La principessa gli tese la mano guantata e i due si diressero al centro della sala. Quando furono uno di fronte all'altra, Rumpelstiltskin cinse con delicatezza la vita di lei che, a sua volta gli posò una mano sulla spalla, stringendo l'altra del Signore Oscuro, che mosse i primi passi seguendo alla perfezione il tempo della musica.
Belle si stupì di come le riuscisse naturale volteggiare tra le braccia di quello sconosciuto, che la conduceva nella danza con sicurezza ma senza prepotenza. Aveva sempre odiato l'idea che le regole del ballo prevedessero che dovesse essere l'uomo a portare, ma con quell'estraneo la cosa le risultava perfino piacevole. Presto il suo corpo si rilassò completamente tra le braccia di lui, che la tenevano stretta senza essere possessive né rudi.
- Siete un ballerino provetto. - commentò con un sorriso.
- Oh, voi mi lusingate, Vostra Altezza. -
- Belle. Chiamatemi Belle. -
- Ai vostri ordini, principessa Belle. -
La sua voce era stranamente stridula e la risatina con cui accompagnò quelle parole aveva un che di irriverente, di ironico; la ragazza avvertiva qualcosa di strano in quell'uomo, di certo era diverso da chiunque avesse mai conosciuto e sicuramente si distingueva di netto dalla massa informe e monotona di damerini vanitosi e tirati a lucido presenti quella sera al ballo. Una piccola parte di lei l'ammoniva di stare in guardia, di non dare troppa confidenza a quell'eccentrico straniero, ma non poteva ignorare una parte di sé molto più consistente che invece era affascinata e incantata da lui e dall'aura di mistero che lo avvolgeva.
- Sapete, vi ho osservato spesso nel corso della serata. -
- Davvero, dearie? E che cosa potrà mai aver suscitato il tuo interesse? -
Belle notò il passaggio all'uso del tu in sostituzione del voi ma la cosa non le dispiacque, tutt'altro.
- Be', ve ne siete stato per conto vostro tutto il tempo. Giurerei che non abbiate scambiato una sola parola con nessuno e che questa sia la vostra prima danza questa sera. -
Rumpelstiltskin fece piroettare la giovane con grazia. - Che posso dire, principessa? Sono un tipo refrattario ai rapporti sociali e alle convenzioni. Parlo solo se ho qualcosa da dire, inoltre non amo sprecare fiato e parole, specialmente con gente che non dimostra più cervello di un branco di scimmie volanti. -
Belle rimase molto colpita da tanta pungente schiettezza, ma non poté non approvare né impedirsi di sorridere di nuovo, compiaciuta. - Sembra che ora sia io a dovermi sentire lusingata. -
- Per cosa, dearie? -
- Stando alle vostre parole, e dato che state conversando con me, devo dedurre che non mi considerate alla stregua di una scimmia volante? -
Rumpelstiltskin sorrise, sinceramente divertito. - Non oserei mai, principessa! -
Pochi secondi dopo, la musica cessò e Belle avvertì una fitta di delusione. Avrebbe voluto continuare a ballare con quel misterioso cavaliere. Avrebbe voluto danzare e parlare con lui per tutto il resto della festa, ma alcuni ragazzi si stavano già avvicinando con aria speranzosa per il giro di danze successivo.
- Ora devo proprio andare, dearie. Altrimenti rischio di trovare una zucca al posto della mia carrozza! - rise di nuovo, facendo scoppiare in una risata anche la stessa Belle, che tuttavia era molto restia a lasciare andare la mano di lui, che ancora stringeva nella propria. I loro guanti di seta dorata erano perfettamente coordinati.
- Aspettate, ditemi almeno il vostro nome prima di andare. -
Lui non rispose subito ma la guardò intensamente da sotto la maschera e Belle avvertì il suo sguardo travolgerla come un'ondata calda che la fece curiosamente fremere di piacere.
Subito dopo, l'uomo le si avvicinò e accostò il proprio viso all'orecchio di lei sussurrandole parole che la giovane non si sarebbe mai aspettata e che la lasciarono impietrita: - Non stanotte, dearie. Ma un giorno lo scoprirai, e allora temo che maledirai te stessa per aver ballato insieme a me. -
Così dicendo, Rumpelstiltskin sciolse il contatto tra le loro mani e le diede le spalle, avviandosi, senza voltarsi, verso l'esterno della sala.
Belle lo seguì con lo sguardo finché un giovanotto dall'aria audace non si fece avanti per chiederle di danzare con lui.
La ragazza conversò, sorrise e ballò per tutto il resto del ricevimento, ma la sua mente era ferma al ricordo di quel valzer e dello straniero dai modi così insoliti che in pochi minuti le aveva fatto provare una sinfonia di sensazioni ed emozioni che mai avrebbe creduto possibile, lasciandola naufragare in un mare di punti interrogativi: chi era? Da dove veniva? Cosa significava che un giorno si sarebbe maledetta per aver ballato con lui?


Rumpelstiltskin sedeva nella carrozza, di ritorno al Castello Oscuro.
Si sentiva stranamente frastornato e i suoi pensieri sembravano indugiare senza controllo e decisamente più del dovuto sulla principessa Belle; sul suono della sua voce, della sua risata, sulla sensazione del suo corpo minuto tra le sue braccia, sul colore paradisiaco dei suoi occhi limpidi che splendevano sotto la maschera.
Quell'incontro aveva smosso qualcosa in lui, qualcosa che non provava da così tanto tempo che faceva perfino fatica a darne un nome.
Desiderio? Attrazione? Bramosia?
Il senso di elettricità che aveva percorso il suo corpo come una scossa nel momento esatto in cui l'aveva cinta con le braccia per ballare era stato impossibile da ignorare, non solo... ora gli pareva che le sue mani fremessero e agognassero il tocco di lei, di cui ancora avvertiva il dolce profumo di rosa sui vestiti.
Oh, insomma! Controllati, razza di scemo! Sei il Signore Oscuro, non un adolescente in balìa degli ormoni e quella è soltanto una principessina come tante altre!
Ma anche mentre ripeteva tra sé quei rimproveri, una parte di lui era ormai convinta che no, Belle non era come le altre... Belle era diversa da chiunque avesse mai incontrato nei suoi lunghi secoli di vita, nel modo più assoluto.


Passò qualche anno e, un giorno, al Castello Oscuro giunse un messaggero dal regno di Avonlea con la notizia che gli orchi avevano attaccato il reame e stavano decimando i loro eserciti e Re Maurice supplicava il Signore Oscuro di intervenire in loro favore per proteggere il paese e salvarlo dal nemico. Il sovrano prometteva un lauto compenso in cambio del suo immediato aiuto.
La mente di Rumpelstiltskin si colmò all'improvviso di immagini ancora incredibilmente vivide del suo primo e unico incontro con la principessa Belle, il cui ricordo non era mai svanito né era stato intaccato dal trascorrere del tempo, come se il Signore Oscuro avesse ballato con la principessa solo la sera prima. A un tratto, Rumpelstiltskin non ebbe dubbi sul prezzo che avrebbe fissato per i suoi servigi quella volta.
Voleva lei, e l'avrebbe avuta. Eccome se l'avrebbe avuta!





DA STRIA93: Bentrovati, dearies!
Be', sappiamo tutti che il ballo è uno degli elementi caratterizzanti dei RumBelle. Li abbiamo visti spesso danzare sulla splendida musica di
Tale as old as time, e così mi è venuto in mente che forse tutto avrebbe potuto iniziare proprio da un ballo e che Rumpel avesse già deciso da tempo di volere Belle al proprio fianco quando viene chiamato da Maurice per proteggere Avonlea dagli orchi.
Mi sono divertita tantissimo a far arrivare Rumpel al ballo in stile Cenerentola, in fondo il nostro Signore Oscuro è una primadonna! XD
Spero che questa shot vi sia piaciuta e come sempre ringrazio con tutto il cuore chiunque voglia soffermarsi sui miei deliri e magari lasciarmi un parere.
Baci!

  
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