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Autore: Ashcasak_2k2    23/08/2018    0 recensioni
Un tempo nel caos iniziale si distinguevano quattro forze misteriose, quattro energie inesauribili, quattro elementi potenti:
Fuoco, Aria, Acqua e Terra.
Indipendenti da altro, ma legati tra loro, i quattro elementi giunsero dopo numerosi tentativi ad un equilibrio armonico che per millenni è rimasto inalterato grazie ai Custodi. Oggi quest'equilibrio sembra più che mai destinato ad infrangersi come un fragile castello di carte in presenza di un lieve sbuffo di vento... Ma come in ogni altro secolo ci sono quattro Custodi che sono stati preparati a proteggerlo con l'ausilio della natura stessa che si affida a loro.
Heric, Aaron, Meredith e Daisy.
Loro sono i Quattro.
~DAL CAPITOLO 3
"Credi forse che qualcuno di noi abbia scelto di essere qui a giocare a fare gli stregoni creando palle di fuoco, turbini di vento, onde e terremoti?! Credi forse che qualcuno di noi abbia avuto scelta o anche solo voce in capitolo in tutto questo?!"
Le urlò contro quelle parole mentre senza che se ne rendesse conto dalle sue mani iniziavano a prender forma delle scintille...
È LA MIA PRIMA STORIA SIATE CLEMENTI!!!
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AUDENTES FORTUNA IUVAT - La fortuna aiuta gli audaci

“Tommy, ciao. Ti ho fatto venire così presto perché avevo bisogno di parlarti.”
L'ansia di Daisy era alle stelle. Non voleva dire quello che stava per dire, ma dentro di sé sentiva che era la cosa giusta da fare: non poteva mettere a rischio i suoi compagni.
“Dimmi tesoro, così mi spaventi” Disse lui accarezzandole dolcemente le mani.
“Riguardo alla tua proposta… non sono pronta” Sganciò la bomba fissandolo negli occhi, quasi a voler leggere sul suo volto ogni minima emozione, che però non arrivò. Sembrava apatico, come se la cosa non gli interessasse minimamente.
“Aspetta, ma a cosa ti riferisci di preciso?” Chiese guardingo. Non era da lui cadere dalle nubi così palesemente e soprattutto non era da lui non ricordarsi una cosa così importante.
“Ma come, tesoro! Non ti ricordi che ieri mi hai proposto di trasferirmi da te?” Indagò la rossa preoccupata per il suo ragazzo.
“Oh, ma certo! Non avevo capito che ti riferissi a quello. Mi dispiace molto… che ne dici di venire ugualmente stasera da me così ti mostro la casa?” Non vi era traccia di dispiacere sul suo volto, un po’ come quando si sente una brutta notizia al telegiornale, ma la cosa non ti tocca.
“Mmm penso di sì dai” Rispose scettica la custode della Terra con mille dubbi, ma con davvero poco tempo per scioglierli. A breve infatti si sarebbero dovuti recare al Tempio per un’importante lezione di Cassandra e per colpa sua avrebbero rischiato di far tardi tutti.

Più tardi, al Tempio…
“Dite che dovremmo bussare?” Domandò nervosa la rossa. Dopo tutto quel tempo ancora era intimorita da quel luogo.
“Ma no! Perché non aspettiamo che qualcuno magicamente avverta la nostra presenza e ci venga ad aprire?!” Propose sarcastico Heric.
“Ottima idea custode! Eccomi qui ad esaudire la tua richiesta!!!” Le pesanti porte bronzee erano state aperte nel giro di un secondo, non appena il ragazzo aveva finito di parlare, senza che nessuno le spingesse, come per magia.
“Ma come…?” Bisbigliò a bocca aperta Meredith, non capacitandosi della cosa.
“Per magia ovviamente. Riuscite a controllare gli elementi e ancora vi stupite di un semplice trucchetto” Rise benevola la Guardiana.
“Il fatto è che non li controlliamo affatto” Disse onesto Aaron, per la prima volta realmente curioso di ascoltare la lezione di Cassandra.
“Si, in effetti, mi aspettavo di meglio da voi la scorsa lezione” Proruppe Alexander pungendoli sul vivo. Sapeva che l’orgoglio era il punto debole di tutti loro e lo avrebbe sfruttato per fargli dare il meglio.
“Se invece di sparare sulla crocerossa ti fossi degnato di spiegarci qualcosa, magari, avremmo soddisfatto le tue ambizioni” Lo provocò Heric; negli occhi il fuoco della stizza per alcune ferite che non aveva potuto evitare durante l’allenamento precedente.
“Credi che la Quinta Essenza, prima di attaccarti, ti insegni come difenderti?! Povero illuso” Il tono denigratorio con cui rispose bastò a far infervorare il custode del Fuoco, che preso dall’ira replicò: “Forse saprebbe farlo meglio di voi due se volesse”.
Capito l’andazzo decise di intervenire Daisy, da sempre la più diplomatica:
“Quello che Alexander vuole fare è prepararci al peggio, ma capisco perfettamente cosa intende Heric. Il nostro nemico non ci darà alcun vantaggio e noi dobbiamo essere pronti.” Il tono risoluto, ma dolce che usò lasciò nell’aria una ritrovata pace.
Cassandra prese la parola solo dopo Terra: “E lo sarete. Fidatevi di noi.”
Voce ferma e sguardo fisso, sembrava così sicura delle sue parole che li convinse in poco tempo.
“Quello che vi volevo spiegare oggi è proprio come incanalare il vostro Dono. Con cosa l’avete risvegliato?” Chiese retorica per farli riflettere.
“Io stavo litigando con Daisy” Rispose prontamente Heric, seguito a ruota da quest’ultima: “Per difendermi dall’aria di Aaron”
“Non vi ha chiesto quando o perché, ma con cosa” Li corresse il Maestro saccente. Era abituato a scontrarsi con i Custodi e proprio il padre di Heric gli aveva dato parecchio filo da torcere in passato.
“Con forti emozioni.” Rispose il biondo sovrappensiero.
“Esatto. Cosa avete provato di preciso? Siate schietti: è l’unico modo per tirare fuori il vostro potere”
“Rabbia, esasperazione, impotenza” Lo sguardo basso del Fuoco fu l’unico segnale dell’imbarazzo che provava nel confessare il suo stato d’animo, non tanto per i sentimenti in sé, quanto per la ragione che li aveva scatenati.
“Io ho provato paura, mi sono sentita vulnerabile.” Le parole della rossa fecero abbassare lo sguardo anche ad Aaron che si fissò inevitabilmente i palmi delle mani con consapevolezza. Era colpa sua: come aveva potuto? Quel giorno aveva addirittura ferito la custode dell’acqua e non le aveva neppure chiesto scusa.
“Non ti crucciare. I vostri poteri sono liberi ora, alla mercé di ogni più piccola variazione del vostro stato d’animo. Tu come ti sei sentito invece quel giorno?”
La Guardiana era capace di leggerlo dentro con una tale semplicità da spaventare, a volte.
“Io… credo… tristezza”
Quel credo lasciò tutti un po’ perplessi tranne Cassandra, che, potendo capirlo nel profondo, aveva inteso il disagio che conseguitava il fatto di dover esternare i suoi sentimenti.
“E tu dominatrice dell’acqua?” Disse rivolgendosi finalmente alla ragazza in questione che aveva passato i minuti precedenti a cercare una bugia plausibile da dire, ma, sapendo di non essere brava a mentire, preferì omettere del tutto la cosa.
“Non riesco a ricordare, mi dispiace” Rispose titubante. Tutti percepirono la menzogna e, mentre Cassandra sorrideva complice ente, Heric prese la parola: “Raccontale a qualcun altro ste stronzate.” Iniziò duro, per poi addolcire involontariamente lo sguardo: “Andiamo, lo abbiamo detto tutti, di che ti vergogni?”
“È un sentimento che non mi appartiene. Non mi piace neanche averlo provato… ecco tutto” Proseguì testarda la ragazza, ma visto che di quel passo avrebbero fatto notte intervenne il Maestro: “È normale che sia stato uno stato d’animo negativo a far uscire fuori il tuo potere. È il vostro meccanismo di difesa. Più l’emozione vi sconvolge, più sarà probabile che il dono si palesi. Credi forse che tristezza, rabbia e paura siano sentimenti nobili?” Le chiese spronandola a parlare.
“Ero invidiosa ” Pronunciò solo quelle due parole, a voce bassa, per poi distogliere lo sguardo concentrandosi solo sulla sorella dell’uomo, sapendolola già al corrente dei fatti.
“Uh… e ci voleva tanto? Si sa che sono intelligente, simpatico e stramaledettamente sexy: non sei la prima a voler essere come me” Sdrammatizzò il moretto beccandosi uno scappellotto da Daisy, che credeva quella battuta potesse scatenare l’ennesima lite. Reazione del tutto inaspettata fu invece quella che ottenne dai restanti due Custodi che scoppiato o a ridere contemporaneamente, piegandosi in due dalle risate.
“Mm… sarà, ma sullo stramaledettamente non transigo” Continuò lui soddisfatto.
“ADESSO BASTA. Siete venuti per altro.” Li riproverò esasperato Alexander.
“Si infatti… Tornando a noi. Vi ho chiesto di riflettere su quei sentimenti perché anche se involontariamente ne siete legati.” Continuò la Guardiana, ricevendo in risposta occhiate scettiche.
“Mi spiego meglio. Ad esempio Heric ha sbloccato i suoi poteri attraverso l’ira perché è l’unica cosa che riesce a dominarlo: ne è schiavo, in un certo senso. Un tale trasporto, seppur aggressivo, è riuscito a creare il giusto varco dentro di lui. Come tu stesso hai detto, ti sei sentito impotente, come se tutto accadesse indipendentemente dal tuo volere.” Semplificò guardandolo negli occhi, quasi cercando una conferma a quelle sue parole.
“Io però non ero mai stata invidiosa prima di allora e sicuramente non ne sono schiava.” Si difese Medifese, senza, però, che nessuno l’avesse attaccata.
“Cos’hai? La coda di paglia?” Rincarò la dose Heric, che ancora una volta non ce l’aveva proprio fatta a rimanere zitto.
“Seppur ce l’avessi non temere il tuo fuocarello. Stanne certo.” Lo provocò lei in risposta.
“Smettetela. Non abbiamo tempo per simili sciocchezze”  Li redarguí Severo Aaron che era interessantissimo al discorso precedente.
“Per quanto riguarda te Meredith la cosa è abbastanza diversa. Tu rifiuti il fatto di non essere sempre la prima in tutto, rifiuti di non essere necessariamente la migliore e quindi, quando ti sei accorta che altri avevano fatto ciò in cui tu stavi fallendo, hai provato un moto di invidia nei confronti di loro che erano qui tutti insieme, proprio dove volevi esser tu. È stata l’invidia a sbloccarti perché, rifiutando anche l’idea di provare un sentimento che ritieni così subdolo, sei entrata in conflitto tra la tua voglia di arrivare e la lealtà verso i tuoi compagni” La rassicurò una volta per tutte.
“Quanto a te Daisy” La prese in causa girandosi a guardarla.
“Ti ha sbloccata la paura, ma non quella per il turbine di vento causato da Aria, bensì dalla paura di poter provare paura. Tu stessa hai detto di esserti sentita vulnerabile. Tu sai di dover essere forte visto il ruolo che ricoprì, ma temi sempre di non esserlo abbastanza da superare gli ostacoli.” Terminò di spiegarle con le labbra inclinate in un sorriso dolce. Rivedeva in Meredith la persona che era diventata, mentre, guardando Daisy riconosceva l’apprendista pasticciona e teneramente ingenua che era da adolescente.
“Io credo di aver capito… non è necessario perdere tempo. Puoi andare avanti con altro” Prese la parola Aaron, temendo che potesse essere sbugiardato di fronte a tutti. La sua tristezza quel giorno era causata dal fatto che si sentisse abbandonato, solo. Però non era ancora pronto a condividere quel lato di ss. Cassandra parve capirlo e finse nonchalance, lasciando la parola al fratello : “Vi abbiamo già detto che attraverso emozioni forti il dono si palesa, ma non ancora come evocarlo. Ora ascoltatemi bene! Chiudete gli occhi e visualizzate nella mente un’immagine del vostro elemento. Che sia un ruscello di montagna o una piscina, un fiammifero o un incendio, un campo da arare o un vaso da giardino, un tornado o una nuvola… Sentitevelo dentro di voi, sentitevelo nella pancia, avvicinatevi e toccato se potete. Percepitene la consistenza, la temperatura, il colore preciso. Ora che lo avete ben presente proiettate l’immagine fuori, rendetela reale. Dovete crederci, altrimenti non funziona. Aprite i palmi delle mani rivolti verso il soffitto e ecco la magia! Mantenendo la stessa concentrazione aprite gli occhi lentamente” Terminò in un bisbiglio per non rompere l’atmosfera di magici sussurri che si era venuta a creare.
I ragazzi aprirono gli occhi e notarono sbalorditi che finalmente erano riusciti a dominare l’elemento, lo tenevano letteralmente nel pugno di una mano.
“Ora lanciateveli contro” 
Cassandra ridacchiò alle parole del maestro, aspettandosi che i Custodi avrebbero fatto storie, che infatti non tardarono ad arrivare:
“Sei forse impazzito?! Come puoi chiederci una cosa simile!” La risposta sconcertata della rossa portò i due fratelli a guardarsi un istante negli occhi per poi scoppiare a ridere insieme. Calmate le risate Alexander si accinse ad aggiungere: “Questa totale mancanza di fiducia prima o poi mi farà arrabbiare… custode della Terra non ti ricordi di quando ti ho aiutato a placare il tuo potere il giorno che sei venuta qui per la prima volta e volevi attaccare Aria? Ricordi cosa ti ho detto?”
“Che è proibito attaccarsi tra Custodi per mezzo del dono. Però ora tu ci hai detto che…” Provò a chiedere venendo interrotta.
“Esatto. Volevamo dimostrarvi proprio questo. Ora se voleste darci retta…” Proseguì irritato.
I Custodi, seppur con riluttanza, lo accontentarlo o ed iniziarono a scagliarsi contro quella piccola parte della loro Essenza che avevano tirato fuori grazie al maestro. I colpi però tornarono al mittente e loro si premurarono di schivare bene il colpo.
“Come vi dicevo è proibito farlo e chi ci prova vede il suo colpo tornare indietro con la stessa violenza con cui è stato scagliato.” Spiegò sbrigativo l’uomo. 
Poco più tardi la Guardiana aggiunse altre informazioni: “I vostri elementi sono accoppiati in affini e complementari. Dovete sapere che quelli affini tendono a capirsi di più e riescono facilmente a combinare i poteri in quanto simili. Terra e Fuoco. Acqua ed Aria. Il compito che vi assegno per questa settimana è di provare a lavorare su queste due coppie. Quando ci rivedremo ci farete vedere i progressi fatti e decideremo se parlarvi dei complementari e delle altre strategie.”
Dopo di che i Custodi, essendo stati congedati, si diressero a casa con mille cose da fare per la testa.
Daisy corse immediatamente verso il bagno, per poi chiudercisi all’interno, così da potersi preparare per l’appuntamento di quella sera con il suo fidanzato. Non appena varcata la soglia di casa, invece, Heric si spaparanzò sul divano pronto a godersi la partita di football dei Giants quella sera e lui non se la sarebbe persa per nulla al mondo. Aaron si era diretto subito nella sua camera per cambiarsi per poi recarsi con la custode dell’Acqua al club di fotografia con quella bizzarra ragazza, mentre Meredith lo aspettava pazientemente leggendo il suo libro preferito sulla poltrona del salotto.
“Andiamo?!” Il tono stranamente allegro del biondo le fece distogliere lo sguardo dal suo romanzo, ma decise di non fare battute per non rovinare il clima disteso che regnava nell’appartamento quel pomeriggio; così si alzò e semplicemente lo seguì fuori di casa chiudendosi la porta alle spalle.
Incontrarono Sally prima di arrivare nel luogo stabilito e lei fece palesemente capire all’amica di essere di troppo, tant’è che questa un po’ infastidita e particolarmente imbarazzata fece per spostarsi nel corridoio adiacente, restando comunque in ascolto perché qualcosa non le tornava, ma prima che potesse attuare il suo piano il ragazzo ricevette una chiamata da Heric.
“Pronto.  No. C’è anche Mer. Passiamo chiamarlo noi l’idraulico, tranquillo. Torniamo subito. Sì, farò del mio meglio.” Dopo aver chiuso la telefonata si rivolse a Sally con uno sguardo dispiaciuto dicendole di dover assolutamente tornare a casa a causa di un tubo rotto che avrebbe potuto allagare l’appartamento. Si sarebbe fatto i complimenti da solo per la bellissima performance da attore, se la situazione l’avesse permesso.
“Può andare lei, così io intanto ti spiego un po’ come funziona il club e ti presento gli altri. Dai!” Lo prese per un braccio cercando di trascinarlo.
“No, da sola non posso proprio andare, mi dispiace”
Il precedente vago sospetto si trasformò in certezza una volta visto uno strano luccichio del suo ciondolo. Non si capacitava di come Aaron non se ne fosse accorto, ma guardandogli le mani si rese conto che non aveva con sé l’anello.
“Sarà per la prossima volta” Le sorrise compiacente il biondo
“Oh io non credo proprio. Non so come mi abbiate scoperto, ma oggi tu, biondino, verrai con me!” Il viso mutò totalmente espressione, da angelo parve diventare un diavolo sarcastico e senza scrupoli.
“Devi prima batterci entrambi e come vedi noi siamo in due. Fatti sotto” Anche il tono di Meredith era mutato e con lui anche il suo sguardo: duro e senza timore.
“Oh ma io non voglio e dolcezza, se non ti intrometti sei libera di andare!” Le disse cercando di convincerla a togliersi di torno.
“Smith vai” In due parole Aaron aveva distrutto la sua idea di combatere fianco a fianco contro quella pazza.
“Scordatelo”
“Non essere stupida, non sei in grado di fare l’eroina, vattene a casa” La voleva far andare via, così che almeno lei si fosse salvata.
Vedendo che però la custode dell’Acqua non si schiodava da quel posto, la ragazza si decise ad attaccarli entrambi con un turbine di vento potentissimo.
Come se fosse la cosa più naturale del mondo, Meredith visualizzò nella sua mente una bolla d’acqua che magicamente apparve contro quella specie di tornado fermandolo e proteggendo sia lei che l’amico. Ma se la fortuna del principiante l’aveva assistita la prima volta, la seconda si ritrovò per essere quasi colpita da una raffica di terra e ciottoli pesanti. Prima che il colpo potesse raggiungerla chiuse gli occhi e riaprendoli vide Aaron steso ai suoi piedi, privo di sensi. Alla fine era stato lui a fare l’eroe, si ritrovò a pensare. Quegli istanti di distrazioni furono sufficienti alla sua avversaria per tramortirla colpendola alle spalle. Meredith cercò di riprendersi velocemente e con un debole getto d’acqua sul viso dell’amico lo risvegliò intimandogli di scappare insieme. Iniziarono a correre entrambi con alle spalle il nemico pronto a colpire. Mentre Aaron aveva dei riflessi invidiabili, la ragazza era più scarsa e venne colpita nuovamente da dietro perdendo a sua volta i sensi senza che il biondo se ne accorgesse. A quel punto, essendo nascosto da occhi indiscreti, si rivelò essere il figlio della Quinta Essenza che aveva semplicemente rubato le sembianze della ragazza tramite il suo potere d’illusione.

Intanto a casa
“Dove diavolo sono? Aaron aveva detto subito… sono passati quasi dieci minuti!”
Heric aveva preso a camminare nervosamente su e giù per il salotto di casa, dimenticando del tutto la partita, da quando aveva visto l’anello dell’amico abbandonato malamente sul tavolino illuminarsi tantissimo.
“Andiamoli a cercare Daisy, ricordi cosa hanno detto al tempio?! Se siamo tutti abbiamo maggiori possibilità di successo”
E detto questo si affrettarono fuori di casa, incontrando subito dopo un Aaron che correva tutto trafelato, senza prendere fiato.
“Stai bene? Sei ferito?” Gli chiesero subito, per poi notare che era solo
“Dov’è lei?” Chiese nervoso Heric.
Per la prima volta il biondo si voltò, impallidendo, trovando semplicemente un corridoio deserto alle sue spalle.
“Era dietro di me. Deve averla colpita… non me ne sono accorto… io…”
Le parole gli uscirono a fatica, un po’ per lo sforzo e un po’ per il senso di colpa: se ne sarebbe dovuto accorgere. Si sarebbe aspettato una sfuriata, accuse, urla e perfino un pugno in faccia dall’amico, ma non successe nulla del genere. Senza aggiungere altro e nel silenzio più assoluto si era messo a correre nella direzione da cui era arrivato il custode dell’aria. Aaron si era reso conto che Heric aveva un debole per la ragazza e quella reazione lo lasciò di stucco e con ancor più sensi di colpa.
 
Il giorno seguente
“Svegliati. Il sole brilla alto nel cielo e tu hai dormito fin troppo”
Era pronto a darle un calcio se non si fosse mossa, anche se quelle sembianze della ragazza mingherlina che aveva vestito anche il giorno prima lo impacciavano un po’.
“Cosa ti ho fatto Sally? Avanti dimmi da quanto lavori con questo mostro?!”
Lui rise dell’ingenuità della ragazza, ma non si premurò di smentire perché quell’equivoco poteva rivelarsi utile al piano.
“Qui sono io l’unico che può fare domande e ora muoviti!!”
Le ordinò perentorio e senza fingere gentilezza. Nonostante avesse preso l’ostaggio sbagliato il piano procedeva a gonfie vele e suo padre non aveva dao di matto, ma anzi era stato divertito da quel cambio di programma.
Gli aveva sorriso dicendo: "La fortuna aiuta gli audaci e non si può dire che tu non lo sia, figlio"




 



ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti!!!
Anche stavolta sono puntuale. Cosa pensate del capitolo? Avete già una mezza idea di quello che succederà a Meredith?? Come faranno a salvarla e ce la faranno già nel prossimo capitolo o dovrete attendere?
Fatemi sapere tutto nelle recensioni e ditemi se secondo voi dovrei togliere o meno l'immagine di copertina.
Baci e alla prossima (15 settembre, meglio tenermi larga questa volta per evitare ritardi XD)
Ashcasak_2k2

   
 
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