Bowser
(finalmente) scopre che diavolo sta succedendo nel suo
castello
La famiglia: quella cara piovra dai cui tentacoli non
riusciamo mai
a liberarci del tutto, né, sotto sotto,
lo desideriamo.
(Dodie Smith)
Lemmy s'avviò
per il corridoio buio. Era ormai un'ora che la cena della Vigilia era
terminata. Peach aveva fatto gli occhi dolci al caro Re Papà
e tutto si era
sistemato per il meglio, come c'era da aspettarsi, d'altronde. Il
secondogenito
si guardò intorno come per cercare qualcosa, in
realtà stava solo riflettendo
su dove era meglio passare la notte.
Nella stanza di Ludwig (ancora sommersa dal caos) c'era Jr e non aveva
senso
andare a disturbarlo, non sarebbe stato divertente.
Roy e Wendy, no. Ricordava fin troppo bene cos'era successo l'ultima
volta, non
avrebbero esitato a sbatterlo fuori a calci.
Lemmy sospirò e scosse la testa, il codino gli
sbatacchiò in tutte le
direzioni. Avrebbe fatto meglio a prendere il suo adorato pallone, si
sarebbe
almeno divertito un po' a girare per quei corridoi freddi.
Iggy era sonnambulo -una volta lo avevano trovato a vagare con un
bisturi in
mano-, e Morton parlava troppo e anche nel sonno, persino per lui era
una
follia andare nella sua stanza.
Era ancora immerso in quel pensiero, quando uno scricchiolio lo fece
sobbalzare. Di soppiatto andò a nascondersi fuori dal
cerchio di luce
proiettato dalle fiaccole.
La sua statura era veramente utile in quei casi, in effetti,
pensò in un
secondo momento, solo in quelli. Per tutto il resto del tempo essa era
solo
fonte di seccature: non riusciva mai ad arrivare al ripiano dei
biscotti, era
sempre al centro di continue battute e soprattutto, faccenda davvero,
davvero
odiosa non riusciva a battere i suoi fratelli nelle lotte.
Insomma, Roy aveva la stazza, così come Morton, Wendy la sua
perfidia da donna,
Larry l'attitudine a qualunque sport o movimento, Iggy la pazzia,
Ludwig...beh,
Ludwig la sua rabbia, Jr la sua eredità, mentre lui?
Lui aveva solo il suo equilibrio, che lo faceva stare sui palloni
giganti, ma
sulla terra ferma era un disastro!
Sentì il passo delicato di un paio di piedini regali e non
ci mise molto a
capire di chi si trattasse.
La principessa Peach stava camminando al chiaro di luna e con solo la
vestaglia
da notte di un delicato color pesca. Ormai, in ogni castello avevano
anche il
suo guardaroba. Dopotutto, suo padre era imprevedibile, non si sapeva
quando
gli sarebbe saltato in testa di tentare di rapirla.
"Lemmy?" chiese nella penombra.
IL diretto interessato sobbalzò dallo spavento, come diavolo
aveva fatto a
vederlo?
"Sì?" rispose, quando riuscì finalmente
a riprendersi
semi-infarto.
"Non riesci a dormire? Sei preoccupato per Jr?" domandò
ancora la
principessa avvicinandosi a lui.
Di tutte le cose che potevano preoccuparlo in quel momento, il
fratellino più
piccolo era decisamente l'ultima. Non espresse il suo pensiero ad alta
voce e
annuì mestamente, sperando di non suscitare altre
curiosità. Sarebbe stato un
disastro, se avesse scoperto che sapeva fare riflessioni serie anche
lui.
Non aveva assolutamente voglia di assumersi delle
responsabilità.
"Oh, mi dispiace tanto Lemmy" commentò apprensiva Peach, non
capendo
assolutamente ciò che passava per la testa del Bowserotto.
"Anch'io non
riesco a dormire." sospirò scuotendo la testa. I lunghi
capelli biondi si
muovevano fluidi contornandole il volto, non aveva neanche la
coroncina.
Esclamò all'improvviso: "Che idea! Ti va, se andiamo a
trovarlo insieme?"
Il secondogenito di Bowser sospirò appena percettibilmente,
era proprio la
prima cosa che aveva escluso di fare quella sera. Tuttavia
annuì ancora,
tentando di esprimere il miglior sorriso da ebete.
***
Ludwig dormiva
senza accorgersi dei movimenti sospetti fuori dalla stanza.
Dopo aver ricorso Larry -alla faccia di quello che aveva sonno!- fino
all'esaurimento per impedirgli di mangiare il resto di torta nelle
cucine,
impedito a Iggy di accendere i fuochi d'artificio nella sua stanza,
messo fine
ad una discussione fra Wendy e Roy e stroncato un monologo di Morton
sul
nascere, finalmente era riuscito ad andare a controllare Jr.
Il piccoletto sembrava stare meglio di tutti a dir la
verità. Altro che botta
in testa, altro che congelamento, altro che trauma infantile, stava
russando
della grossa, ed a nulla erano valsi i suoi sforzi di farlo svegliare o
controllare le sue condizioni, bastava un'occhiata per capire che stava
molto
meglio. Jr era fortunato ad aver ereditato tutta la resistenza -e
testardaggine- di Bowser, le ferite erano già quasi guarite.
Ludwig, dopo aver compiuto quell'ultimo dovere, si era chiamato fuori.
Qualunque cosa fosse successa da quel momento in poi nel castello, la
quale non
coinvolgesse il rischio di morte di qualcuno, non era più
affar suo. Gli ultimi
gradini per raggiungere la stanza del minore erano stati in particolare
duri,
la sua vista gli iniziava a giocare brutti scherzi e non distingueva
più dove
iniziava uno scalino e dove finiva. Le linee si confondevano e
risultavano
sfocate, tanto che si era sentito solidale ad Iggy e la sua semi
cecità.
Si sentiva accaldato, anzi andava a fuoco, ma allo stesso tempo gli
spifferi
del castello lo facevano tremare come una foglia.
Erano anni che non si sentiva così malato. Si era trascinato
fino al letto del
minore e si era sdraiato avvertendo tutte le ossa del suo corpo
protestare. Lo
aveva promesso a Larry, quindi fra un inseguimento e l'altro era
riuscito a
trovare il tempo di prendere delle aspirine. Sperava solo che facessero
effetto
in maniera rapida.
Non aveva fatto in tempo ad appoggiare la testa sul cuscino che si era
già addormentato. Non sognava neppure, era immerso
in un profondo riposo
da quella disastrosa giornata.
Con ogni probabilità, i suoi fratelli ne avrebbero combinate
ancora prima di
riuscire ad arrivare al mattino seguente, ma da quel momento non erano
più
affar suo.
Ci pensasse suo padre, se proprio. Anche se a rifletterci bene: Bowser
poteva
essere una delle fonti di guai, specialmente se avesse incontrato per
qualche
sfortunatissimo caso l'idraulico nei corridoi.
Con un piccolo sbuffo di fumo Ludwig si voltò dall'altra
parte avvolgendosi
ancora di più nelle coperte rosse del fratello minore.
Già, perché siccome Jr
era nella sua stanza, aveva dovuto fare uno scambio, quindi si trovava
a
dormire nella stanzina dell'ultimogenito, che poi non si poteva
chiamare tale,
perché era grande esattamente come tutte le altre, solo era
di un bel colore
rubino acceso.
A Ludwig non piaceva, ma in quel momento era davvero l'ultimo dei suoi
problemi
***
Bowser si
rigirò per l'ennesima volta nel suo letto imperiale. Era di
legno massiccio di
colore scuro: Ebano, della migliore qualità. Al
posto dei normali piedi
era stata intagliata la sua testa e la spalliera era riccamente
decorata con
intarsi.
Il re delle terre oscure non riusciva a dormire, continuava a pensare
alle
parole della principessa.
Infatti, poco prima con sua grandissima sorpresa qualcuno aveva bussato
alla
sua porta. Non erano i soliti colpi decisi di un soldato qualunque o
dei suoi
figli, i quali poteva vantarsi di riconoscere.
Era stato un gesto delicato ed educato, aggettivi quasi inesistenti nel
suo
castello. Il suo cuore aveva iniziato a battere forte,
perché aveva ipotizzato
chi potesse essere, ma non si era voluto fare troppe illusioni.
Aveva aperto ed era rimasto impietrito.
Davanti a lui si annunciava la migliore visione, ipotesi e miraggio che
avesse
mai potuto desiderare, con indosso solo una delicata vestaglia, la
quale, per
altro, non umiliava la sua figura, ma, anzi, esaltava la sua
regalità: la
Principessa Peach, che bussava di sua spontanea volontà alla
sua porta di
notte.
Faticando a non avere un collasso per la felicità l'aveva
fatta entrare.
"Sapevo che sarei riuscito a conquistarla primo o poi."
sogghignò il
sovrano lusingato delle sue abilità di corteggiatore.
"Bowser" sospirò scuotendo la testa la principessa. "Non
sono
qui per quel motivo." mise immediatamente in
chiaro, leggendo
troppo bene fra le righe della sua espressione. "Sono venuta per
chiederti, se volevi venire a trovare Jr."
Il regnante era rimasto senza parole. Perché la sua amata
aveva un posto
speciale per tutti nel suo cuore tranne che per lui?
Peach vedendo l'evidente sorpresa e delusione del drago
domandò, con una
pericolosa nota di irritazione nella voce:
"Non ci avevi neanche pensato di andare a trovare tuo figlio, vero?"
"Ah, ehm, no...cioè, sì!" Esclamò
reagendo all'immediato pericolo.
Aveva cercato disperatamente una scusa, ma gli era venuto solo in
mente:
"Certo che ci avevo pensato, ma mi sono detto: perché non
andare domani
mattina quando c'è luce e tutti siamo più
riposati?"
Non era sicuramente una delle migliori che gli potessero venire in
mente.
Infatti, la principessa gli scoccò uno sguardo di
rimprovero, il quale
(purtroppo) centrava sempre tutti e tutto.
"Dovresti prestare maggiore attenzione, è tuo figlio."
"Ma ci andrò domani, giuro, e poi starà
dormendo!"
"Io ci vado ora!" Aveva perso la pazienza all'ostinazione del
sovrano. "Buona notte, Bowser"
E se n'era andata e avendo troppa regalità per sbattere la
porta, l'accostò
piano.
Quelle parole così risentite lo avevano fatto riflettere
molto. Non sapeva
bene, se feriva più il significato, o il tono, o la persona
dalla quale erano
state pronunciate. Non capiva affatto dove avesse sbagliato, Jr non
stava
morendo, poteva benissimo vederlo anche domani. Sospirò e si
voltò ancora
dall'altra parte con un piccolo sbuffo di fumo.
Non sarebbe mai riuscito a dormire in quello stato.
Emise un breve e basso ruggito e si alzò, decisamente
scocciato.
A questo punto tanto valeva andarlo a trovare, solo per far vedere che
era una
cosa perfettamente inutile, anche perché congelamento o non
congelamento a
quell'ora ogni Koopa dormiva.
Continuando a brontolare sottovoce per quell'insensatezza si
diresse nei
corridoi illuminati solo dalle fiaccole. Aveva una gran voglia di
spaccare
qualcosa, e non solo perché, ormai, era l'una di notte, ma
anche perché era
l'unico deficiente che camminava per il castello al freddo.
Ringhiò un'altra volta frustrato.
Perché la principessa doveva avere quell'ascendente
su di lui? Perché non se
n'era rimasto a letto?
Di certo la sua meravigliosa figura ne avrebbe risentito l'indomani,
non osava
neanche immaginare il suo regale volto rovinato da delle occhiaie
chilometriche. Chissà che risate si sarebbe fatto il Tappo.
Sperò ardentemente
che la principessa avesse svegliato anche lui.
S'immobilizzò davanti alla porta rossa della camera del
figlio. Perché si
era fatto gabbare ancora?
Sospirò e pensò a Jr. Prese coraggio e
aprì la porta.
La stanza era immersa nell'oscurità.
Non doveva esserci gente lì?
Dal lieve russare, però, doveva per forza esserci qualcuno
che dormiva. Magari,
la principessa era già andata via o, forse, si era persa nel
castello.
Sospirò e accese le luci, grazie ad un incantesimo di Kamek
le fiaccole
prendevano fuoco da sole ogni volta che qualcuno schioccava le dita, e
allo
stesso modo si spegnevano. Era stato un colpo di genio, lo riconosceva.
Qualcuno si mosse infastidito da quell'improvvisa ondata di luce e
nascose la
testa sotto al cuscino.
Bowser sospirò. Bene, aveva
fatto il suo dovere. Come aveva
pensato, era stato perfettamente inutile,
perché Jr dormiva e non
sembrava intenzionato a svegliarsi, anzi, gli aveva inconsciamente
chiarito di
non gradire la sua presenza, quindi, adesso, poteva andarsene.
Guardando meglio il sovrano, però, s'accorse che c'era
qualcosa che
assolutamente non quadrava. A meno che Jr nelle ultime ore avesse messo
su
chili e si fosse sviluppato tutto d'un tratto -non che la cosa gli
dispiacesse,
s'intende-, quello non poteva essere lui.
S'avvicinò e annusò l'aria, da quando Jr usava il
bagno schiuma alla fragola di
Wendy?
Qualcosa decisamente non quadrava.
Notò un ciuffo di capelli blu spuntare da sotto il cuscino e
non si trattenne
più, lanciò un ringhio di frustrazione ed
esplose: "E tu che diavolo ci
fai qui?!"
Ludwig rotolò giù dal letto spaventato. In
qualche modo riuscì ad afferrare la
bacchetta magica e puntarla contro l'aggressore. Dormiva con
quella sotto al
cuscino? Un leggero moto d'orgoglio si mosse dentro a Bowser.
Ma Ludwig non se ne accorse, aveva delle occhiaie enormi e il colore
delle sue
guancie faceva concorrenza con quello della stanza.
"Padre...?" riuscì solo a farfugliare, quando fu abbastanza
sveglio
da riconoscerlo.
"Ludwig, esigo delle spiegazioni! Che diavolo ci fai nella camera di
Jr? E
lui dov'è?" domandò il sovrano, ignorando lo
sguardo stralunato del
primogenito, che si guardava intorno in cerca ancora di qualche
apparente
minaccia.
"È colpa di Iggy" mugugnò, finalmente il
Bowserotto, riuscendo a
riacciuffare il filo dei suoi pensieri ingarbugliati dalla febbre.
Continuò:
"Lui e le sue dannate trovate, la stanza a ovest, quella più
calda e
il pronto intervento!" esclamò
frustrato. "Io, però,
l'avevo chiusa a chiave, dannazione, l'avevo chiusa, perché
proprio da
me?" finì strofinandosi gli occhi lucidi.
Bowser si chiese, se lo stesse prendendo in giro. Non aveva capito
assolutamente nulla di quello che gli aveva appena detto ed in
più, a giudicare
da come ondeggiava sembrava ubriaco.
"Ludwig, non ho capito assolutamente nulla" ringhiò tentando
di non
lanciare più urli tanto forti da svegliare l'intero
castello. "Dov'è
Jr?" domandò di nuovo, sperando in una risposta
più sensata.
"Nella mia stanza" borbottò, finalmente, il Bowserotto
rialzandosi
instabile sulle sue zampe e risalendo sul letto, avvolgendosi di nuovo
nelle
coperte. "Ed è tutta colpa di Iggy!"
precisò con voce
leggermente lagnosa, assomigliava molto al tono di Wendy quando era in
vena di
capricci. Non sembrava intenzionato a dire altro, anzi ignorando
bellamente il
genitore richiuse gli occhi stancamente.
Il re delle terre oscure sospirò e scosse la testa, non
avrebbe mai capito il
comportamento di quel ragazzo. Fece marcia indietro e
uscì dalla porta,
stava per chiuderla, quando un qualcosa non bene identificato lo fece
fermare.
Era un brivido freddo, quasi una campanella d'allarme che suonava nel
suo
cervello.
Lentamente riaprì la porta e scrutò il letto.
"Ludwig?" chiamò avvicinandosi a passi
stranamente cauti.
"Sì?" fu la risposta strascicata.
"Ehm, volevo chiederti, sai, magari possiamo fare un discorso da padre
a
figlio, insomma, ormai sono qui in piedi e sveglio...?"
farfugliò sedendosi
titubante su un lato del materasso e aspettando un rimando, che non
venne
subito.
Ludwig poteva anche essere assonnato e con un martellante mal di testa,
ma
neanche in quelle condizioni poteva ignorare la sfortuna della sorte.
Con tutti i momenti in cui potevano parlare, perché
l'unico non adatto?
Il Bowserotto non riusciva a capacitarsi. Per una volta che voleva solo
dormire, ecco che arrivava lui con in suoi discorsi. Non sapeva
neanche, se era
in grado di alzare la testa dal cuscino senza avere capogiri e il nel
suo
cervello c'era solo nebbia.
Come potevano parlare?! Suo padre che voleva fare il padre? Ma
quando mai?
Soprattutto, perché nel momento meno adatto?
"Non possiamo parlare domani mattina, quando entrambi siamo
bene
svegli?" chiese il Bowserotto con voce ancora strascicata e abbastanza
roca, senza tuttavia alzare il capo. Iniziava anche ad avere la gola in
fiamme.
Bowser si sorprese di quanto quella risposta fosse simile alla sua.
Sorrise
appena. Stranamente si sentiva rassicurato, almeno in
qualcosa si
assomigliavano.
Scoppiò a ridere fragorosamente, decisamente era stata la
migliore
chiacchierata avuta finora e l'ironia stava nel fatto che si erano
scambiati
appena poche parole."Alla facciaccia del Nano e delle sue
affermazioni!" ridacchiò cattivo il sovrano delle terre
oscure.
Ludwig dal canto suo alla risata del padre era rotolato un'altra volta
dallo
spavento, di tutte le reazioni quella era la più
inaspettata. Finalmente, si
mise a sedere per controllare che diavolo fosse preso al genitore, non
voleva
che avesse perso le ultime rotelle della sua
sanità mentale.
Fece appena in tempo a sollevare la testa che le zampe giganti di
Bowser lo
catturarono e iniziarono a scompigliargli i capelli.
A quel punto davvero non ci capiva più nulla e questo non
faceva che aumentare
il suo mal di testa, fino a farlo diventare un'emicrania. Si
lasciò sballottare
da una parte e l'altra senza opporre resistenza, non ne avrebbe
comunque avuto
le forze.
"Scotti" fu il solo commento che riuscì a percepire
distintamente,
quando finalmente il mondo smise di girare.
"Ma tu stai bruciando" borbottò ancora Bowser toccandogli la
fronte
per averne la conferma. Ludwig, se fosse stato un po' più
lucido, gli avrebbe
con sicurezza detto: "Alla buon ora, te ne sei accorto", ma non lo
era, quindi rimase in silenzio.
Il Bowserotto se ne rimase accucciato fra le braccia del genitore e per
qualche
secondo si sentì quasi meglio, incastrato fra le piastre del
petto di suo padre
e le sue forti braccia, le quali a momenti rischiavano di soffocarlo.
Bowser si ammutolì.
Bowser era sgomento da quella notizia così inaspettata, ma
che via, via si
faceva più plausibile, mentre i vari pezzi della serata
s'incastravano fra
loro, fino a formare la storia completa. Ludwig rimase ad assaporare il
momento, il calore del genitore era piacevole a contatto con le scaglie
bollenti e sudate.
Fu solo quando il Re Oscuro s'alzò di scatto che l'attimo
magico s'interruppe.
Il primogenito era ancora fra le braccia del padre e si
svegliò di scatto per
il brusco movimento.
Bowser dal canto suo non lo lasciò, anzi, con una strana
cura -che proprio non
gli si addiceva grande e grosso com'era-, lo sistemò meglio
fra l'incavo del
braccio e il petto, ignorando il fatto che ormai il Bowserotto era
troppo
cresciuto per poterci stare come quando era piccolo.
Ludwig ritrovata una posizione più o meno decente,
riappoggiò la fronte
bollente sulla parte più fredda che riuscì a
trovare del genitore e ritornò a
sonnecchiare, ormai troppo febbricitante per poter capire completamente
quello
che stava accadendo.
Bowser uscì dalla stanza portando il figlio con
sé. Il suo volto lasciava
trasparire una certa gravità, un'altra novità per
il signore Oscuro.
Solitamente le sue emozioni variavano dalla rabbia alla
felicità -già, più
rara-, ma quasi mai passava degli stadi intermedi, che non fossero
abbattimento
o delusione.
La serietà proprio non era il suo forte, ma Ludwig stava
male e lui era
preoccupato.
Non lo nascondeva, nessuno doveva permettersi di toccare la sua
famiglia, meno
che mai una comune febbre mal curata. Quando il figlio sarebbe stato
meglio,
gliene avrebbe dette di tutti i colori. Diavolo, lo sapeva quanto i
Koopa in
generale fossero sensibili agli sbalzi di temperatura, specialmente al
freddo,
avrebbe dovuto fare più attenzione.
Ludwig, tuttavia in quel momento, stava male e aveva bisogno di lui.
Sorrise, con tutta quella storia dell'adolescenza
non sapeva quanto il
primogenito avrebbe apprezzato l'essere trattato ancora da bambino.
Bowser
avrebbe negato fino alla tomba, ma ogni tanto gli mancava i bei tempi,
quando
c'erano solo lui e quel piccolo demonietto dai capelli blu.
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Piccolo angolo Autrice:
Allora, il lupo perde il pelo, ma non il vizio, vero? L'ultima volta
che ho
aggiornato era il 2016 e sinceramente a rendermene conto mi ha lasciata
un
attimo sbigottita. Non credevo fosse passato così tanto O.o
Comunque, il culmine si sta avvicinando e nel prossimo capitolo si
arriverà
finalmente alla tanto temuta conversazione padre-figlio. Ho
esaurito (non
credeteci troppo) la mia vena angst e nel prossimo capitolo ci
sarà spazio
per un personaggio che non ho trattato molto nel corso dei precedenti
capitoli: Lemmy,
di cui, avviso, ho un particolare Headcanon. Diciamo, sarà
un po' particolare.
I personaggi man mano che scrivo, mi sembra che stiano scivolando
nell'OOC, ma
sono abbastanza testarda per non darmi pervinta.
Ringrazio davvero di cuore chi continua a seguire la mia storia (da 4
anni,
meritate la tessera fedeltà) e recensire, anche se non sono
la persona migliore
del mondo (mi sento un po' una merda in realtà a non aver
risposto, scusate
davvero).
Un grazie di cuore a chi ha letto, se avete voglia di lasciare un
commento, se
avete notato errori, non esitate a farmelo sapere. <3
Tilia =|=