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Autore: tilia    24/08/2018    1 recensioni
Se sei un Bowserotto, e non vedi quasi mai tuo padre per tutto l'anno, vorresti passare con lui la notte di Natale...
Ma quando anche in quella festività egli si porta il "lavoro" a casa, un po' ti irriti.
Inoltre, magare, non è l'idea più brillante del mondo tenere prigionieri, a causa di una bufera di neve, Mario e Bowser nello stesso castello.
Il tutto condito con una (povera) principessa Peach, che vorrebbe con ogni probabilità essere altrove, la neve, che scende senza sosta, e perchè no? Un incidente con il dirigibile, e quanta più sfortuna si riesca ad immaginare.
In una situazione del genere è facile che tutto finisca in tragedia, ma è pur sempre la Vigilia di Natale, potrebbe avvenire un miracolo. In questa magica sera la famiglia Koopa si potrebbe ritrovare un po' più unita, un po' più...famiglia.
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Curiosi?
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bowser, Bowserotti, Ludwig Von Koopa, Peach
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bowser (finalmente) scopre che diavolo sta succedendo nel suo castello



La famiglia: quella cara piovra dai cui tentacoli non riusciamo mai
a liberarci del tutto, né, sotto sotto, lo desideriamo.
(Dodie Smith)


Lemmy s'avviò per il corridoio buio. Era ormai un'ora che la cena della Vigilia era terminata. Peach aveva fatto gli occhi dolci al caro Re Papà e tutto si era sistemato per il meglio, come c'era da aspettarsi, d'altronde. Il secondogenito si guardò intorno come per cercare qualcosa, in realtà stava solo riflettendo su dove era meglio passare la notte.

Nella stanza di Ludwig (ancora sommersa dal caos) c'era Jr e non aveva senso andare a disturbarlo, non sarebbe stato divertente.
Roy e Wendy, no. Ricordava fin troppo bene cos'era successo l'ultima volta, non avrebbero esitato a sbatterlo fuori a calci.
Lemmy sospirò e scosse la testa, il codino gli sbatacchiò in tutte le direzioni. Avrebbe fatto meglio a prendere il suo adorato pallone, si sarebbe almeno divertito un po' a girare per quei corridoi freddi.
Iggy era sonnambulo -una volta lo avevano trovato a vagare con un bisturi in mano-, e Morton parlava troppo e anche nel sonno, persino per lui era una follia andare nella sua stanza.
Era ancora immerso in quel pensiero, quando uno scricchiolio lo fece sobbalzare. Di soppiatto andò a nascondersi fuori dal cerchio di luce proiettato dalle fiaccole.

La sua statura era veramente utile in quei casi, in effetti, pensò in un secondo momento, solo in quelli. Per tutto il resto del tempo essa era solo fonte di seccature: non riusciva mai ad arrivare al ripiano dei biscotti, era sempre al centro di continue battute e soprattutto, faccenda davvero, davvero odiosa non riusciva a battere i suoi fratelli nelle lotte.
Insomma, Roy aveva la stazza, così come Morton, Wendy la sua perfidia da donna, Larry l'attitudine a qualunque sport o movimento, Iggy la pazzia, Ludwig...beh, Ludwig la sua rabbia, Jr la sua eredità, mentre lui?
Lui aveva solo il suo equilibrio, che lo faceva stare sui palloni giganti, ma sulla terra ferma era un disastro!

Sentì il passo delicato di un paio di piedini regali e non ci mise molto a capire di chi si trattasse.
La principessa Peach stava camminando al chiaro di luna e con solo la vestaglia da notte di un delicato color pesca. Ormai, in ogni castello avevano anche il suo guardaroba. Dopotutto, suo padre era imprevedibile, non si sapeva quando gli sarebbe saltato in testa di tentare di rapirla.
"Lemmy?" chiese nella penombra.
IL diretto interessato sobbalzò dallo spavento, come diavolo aveva fatto a vederlo?
"Sì?" rispose, quando riuscì finalmente a riprendersi semi-infarto.
"Non riesci a dormire? Sei preoccupato per Jr?" domandò ancora la principessa avvicinandosi a lui.

Di tutte le cose che potevano preoccuparlo in quel momento, il fratellino più piccolo era decisamente l'ultima. Non espresse il suo pensiero ad alta voce e annuì mestamente, sperando di non suscitare altre curiosità. Sarebbe stato un disastro, se avesse scoperto che sapeva fare riflessioni serie anche lui.
Non aveva assolutamente voglia di assumersi delle responsabilità.

"Oh, mi dispiace tanto Lemmy" commentò apprensiva Peach, non capendo assolutamente ciò che passava per la testa del Bowserotto. "Anch'io non riesco a dormire." sospirò scuotendo la testa. I lunghi capelli biondi si muovevano fluidi contornandole il volto, non aveva neanche la coroncina. Esclamò all'improvviso: "Che idea! Ti va, se andiamo a trovarlo insieme?"
Il secondogenito di Bowser sospirò appena percettibilmente, era proprio la prima cosa che aveva escluso di fare quella sera. Tuttavia annuì ancora, tentando di esprimere il miglior sorriso da ebete.

***

Ludwig dormiva senza accorgersi dei movimenti sospetti fuori dalla stanza.
Dopo aver ricorso Larry -alla faccia di quello che aveva sonno!- fino all'esaurimento per impedirgli di mangiare il resto di torta nelle cucine, impedito a Iggy di accendere i fuochi d'artificio nella sua stanza, messo fine ad una discussione fra Wendy e Roy e stroncato un monologo di Morton sul nascere, finalmente era riuscito ad andare a controllare Jr.

Il piccoletto sembrava stare meglio di tutti a dir la verità. Altro che botta in testa, altro che congelamento, altro che trauma infantile, stava russando della grossa, ed a nulla erano valsi i suoi sforzi di farlo svegliare o controllare le sue condizioni, bastava un'occhiata per capire che stava molto meglio. Jr era fortunato ad aver ereditato tutta la resistenza -e testardaggine- di Bowser, le ferite erano già quasi guarite.

Ludwig, dopo aver compiuto quell'ultimo dovere, si era chiamato fuori. Qualunque cosa fosse successa da quel momento in poi nel castello, la quale non coinvolgesse il rischio di morte di qualcuno, non era più affar suo. Gli ultimi gradini per raggiungere la stanza del minore erano stati in particolare duri, la sua vista gli iniziava a giocare brutti scherzi e non distingueva più dove iniziava uno scalino e dove finiva. Le linee si confondevano e risultavano sfocate, tanto che si era sentito solidale ad Iggy e la sua semi cecità.
Si sentiva accaldato, anzi andava a fuoco, ma allo stesso tempo gli spifferi del castello lo facevano tremare come una foglia.
Erano anni che non si sentiva così malato. Si era trascinato fino al letto del minore e si era sdraiato avvertendo tutte le ossa del suo corpo protestare. Lo aveva promesso a Larry, quindi fra un inseguimento e l'altro era riuscito a trovare il tempo di prendere delle aspirine. Sperava solo che facessero effetto in maniera rapida.

Non aveva fatto in tempo ad appoggiare la testa sul cuscino che si era già addormentato. Non sognava neppure, era immerso in un profondo riposo da quella disastrosa giornata.
Con ogni probabilità, i suoi fratelli ne avrebbero combinate ancora prima di riuscire ad arrivare al mattino seguente, ma da quel momento non erano più affar suo.
Ci pensasse suo padre, se proprio. Anche se a rifletterci bene: Bowser poteva essere una delle fonti di guai, specialmente se avesse incontrato per qualche sfortunatissimo caso l'idraulico nei corridoi.
Con un piccolo sbuffo di fumo Ludwig si voltò dall'altra parte avvolgendosi ancora di più nelle coperte rosse del fratello minore. Già, perché siccome Jr era nella sua stanza, aveva dovuto fare uno scambio, quindi si trovava a dormire nella stanzina dell'ultimogenito, che poi non si poteva chiamare tale, perché era grande esattamente come tutte le altre, solo era di un bel colore rubino acceso.
A Ludwig non piaceva, ma in quel momento era davvero l'ultimo dei suoi problemi

***

Bowser si rigirò per l'ennesima volta nel suo letto imperiale. Era di legno massiccio di colore scuro: Ebano, della migliore qualità. Al posto dei normali piedi era stata intagliata la sua testa e la spalliera era riccamente decorata con intarsi.
Il re delle terre oscure non riusciva a dormire, continuava a pensare alle parole della principessa.

Infatti, poco prima con sua grandissima sorpresa qualcuno aveva bussato alla sua porta. Non erano i soliti colpi decisi di un soldato qualunque o dei suoi figli, i quali poteva vantarsi di riconoscere.
Era stato un gesto delicato ed educato, aggettivi quasi inesistenti nel suo castello. Il suo cuore aveva iniziato a battere forte, perché aveva ipotizzato chi potesse essere, ma non si era voluto fare troppe illusioni.
Aveva aperto ed era rimasto impietrito.
Davanti a lui si annunciava la migliore visione, ipotesi e miraggio che avesse mai potuto desiderare, con indosso solo una delicata vestaglia, la quale, per altro, non umiliava la sua figura, ma, anzi, esaltava la sua regalità: la Principessa Peach, che bussava di sua spontanea volontà alla sua porta di notte.
Faticando a non avere un collasso per la felicità l'aveva fatta entrare.

"Sapevo che sarei riuscito a conquistarla primo o poi." sogghignò il sovrano lusingato delle sue abilità di corteggiatore.
"Bowser" sospirò scuotendo la testa la principessa. "Non sono qui per quel motivo." mise immediatamente in chiaro, leggendo troppo bene fra le righe della sua espressione. "Sono venuta per chiederti, se volevi venire a trovare Jr."
Il regnante era rimasto senza parole. Perché la sua amata aveva un posto speciale per tutti nel suo cuore tranne che per lui?
Peach vedendo l'evidente sorpresa e delusione del drago domandò, con una pericolosa nota di irritazione nella voce:
"Non ci avevi neanche pensato di andare a trovare tuo figlio, vero?"
"Ah, ehm, no...cioè, sì!" Esclamò reagendo all'immediato pericolo. Aveva cercato disperatamente una scusa, ma gli era venuto solo in mente: "Certo che ci avevo pensato, ma mi sono detto: perché non andare domani mattina quando c'è luce e tutti siamo più riposati?"
Non era sicuramente una delle migliori che gli potessero venire in mente. Infatti, la principessa gli scoccò uno sguardo di rimprovero, il quale (purtroppo) centrava sempre tutti e tutto.
"Dovresti prestare maggiore attenzione, è tuo figlio."
"Ma ci andrò domani, giuro, e poi starà dormendo!"
"Io ci vado ora!" Aveva perso la pazienza all'ostinazione del sovrano. "Buona notte, Bowser"
E se n'era andata e avendo troppa regalità per sbattere la porta, l'accostò piano.

Quelle parole così risentite lo avevano fatto riflettere molto. Non sapeva bene, se feriva più il significato, o il tono, o la persona dalla quale erano state pronunciate. Non capiva affatto dove avesse sbagliato, Jr non stava morendo, poteva benissimo vederlo anche domani. Sospirò e si voltò ancora dall'altra parte con un piccolo sbuffo di fumo.
Non sarebbe mai riuscito a dormire in quello stato.

Emise un breve e basso ruggito e si alzò, decisamente scocciato.
A questo punto tanto valeva andarlo a trovare, solo per far vedere che era una cosa perfettamente inutile, anche perché congelamento o non congelamento a quell'ora ogni Koopa dormiva.
Continuando a brontolare sottovoce per quell'insensatezza si diresse nei corridoi illuminati solo dalle fiaccole. Aveva una gran voglia di spaccare qualcosa, e non solo perché, ormai, era l'una di notte, ma anche perché era l'unico deficiente che camminava per il castello al freddo.
Ringhiò un'altra volta frustrato.

Perché la principessa doveva avere quell'ascendente su di lui? Perché non se n'era rimasto a letto?

Di certo la sua meravigliosa figura ne avrebbe risentito l'indomani, non osava neanche immaginare il suo regale volto rovinato da delle occhiaie chilometriche. Chissà che risate si sarebbe fatto il Tappo. Sperò ardentemente che la principessa avesse svegliato anche lui.

S'immobilizzò davanti alla porta rossa della camera del figlio. Perché si era fatto gabbare ancora?
Sospirò e pensò a Jr. Prese coraggio e aprì la porta.
La stanza era immersa nell'oscurità.
Non doveva esserci gente lì?
Dal lieve russare, però, doveva per forza esserci qualcuno che dormiva. Magari, la principessa era già andata via o, forse, si era persa nel castello.
Sospirò e accese le luci, grazie ad un incantesimo di Kamek le fiaccole prendevano fuoco da sole ogni volta che qualcuno schioccava le dita, e allo stesso modo si spegnevano. Era stato un colpo di genio, lo riconosceva.
Qualcuno si mosse infastidito da quell'improvvisa ondata di luce e nascose la testa sotto al cuscino.
Bowser sospirò. Bene, aveva fatto il suo dovere. Come aveva pensato, era stato perfettamente inutile, perché Jr dormiva e non sembrava intenzionato a svegliarsi, anzi, gli aveva inconsciamente chiarito di non gradire la sua presenza, quindi, adesso, poteva andarsene.

Guardando meglio il sovrano, però, s'accorse che c'era qualcosa che assolutamente non quadrava. A meno che Jr nelle ultime ore avesse messo su chili e si fosse sviluppato tutto d'un tratto -non che la cosa gli dispiacesse, s'intende-, quello non poteva essere lui.
S'avvicinò e annusò l'aria, da quando Jr usava il bagno schiuma alla fragola di Wendy?
Qualcosa decisamente non quadrava.

Notò un ciuffo di capelli blu spuntare da sotto il cuscino e non si trattenne più, lanciò un ringhio di frustrazione ed esplose: "E tu che diavolo ci fai qui?!"
Ludwig rotolò giù dal letto spaventato. In qualche modo riuscì ad afferrare la bacchetta magica e puntarla contro l'aggressore. Dormiva con quella sotto al cuscino? Un leggero moto d'orgoglio si mosse dentro a Bowser.
Ma Ludwig non se ne accorse, aveva delle occhiaie enormi e il colore delle sue guancie faceva concorrenza con quello della stanza.
"Padre...?" riuscì solo a farfugliare, quando fu abbastanza sveglio da riconoscerlo.
"Ludwig, esigo delle spiegazioni! Che diavolo ci fai nella camera di Jr? E lui dov'è?" domandò il sovrano, ignorando lo sguardo stralunato del primogenito, che si guardava intorno in cerca ancora di qualche apparente minaccia.

"È colpa di Iggy" mugugnò, finalmente il Bowserotto, riuscendo a riacciuffare il filo dei suoi pensieri ingarbugliati dalla febbre. Continuò: "Lui e le sue dannate trovate, la stanza a ovest, quella più calda e il pronto intervento!" esclamò frustrato. "Io, però, l'avevo chiusa a chiave, dannazione, l'avevo chiusa, perché proprio da me?" finì strofinandosi gli occhi lucidi.

Bowser si chiese, se lo stesse prendendo in giro. Non aveva capito assolutamente nulla di quello che gli aveva appena detto ed in più, a giudicare da come ondeggiava sembrava ubriaco.
"Ludwig, non ho capito assolutamente nulla" ringhiò tentando di non lanciare più urli tanto forti da svegliare l'intero castello. "Dov'è Jr?" domandò di nuovo, sperando in una risposta più sensata.
"Nella mia stanza" borbottò, finalmente, il Bowserotto rialzandosi instabile sulle sue zampe e risalendo sul letto, avvolgendosi di nuovo nelle coperte. "Ed è tutta colpa di Iggy!" precisò con voce leggermente lagnosa, assomigliava molto al tono di Wendy quando era in vena di capricci. Non sembrava intenzionato a dire altro, anzi ignorando bellamente il genitore richiuse gli occhi stancamente.

Il re delle terre oscure sospirò e scosse la testa, non avrebbe mai capito il comportamento di quel ragazzo. Fece marcia indietro e uscì dalla porta, stava per chiuderla, quando un qualcosa non bene identificato lo fece fermare. Era un brivido freddo, quasi una campanella d'allarme che suonava nel suo cervello.
Lentamente riaprì la porta e scrutò il letto.
"Ludwig?" chiamò avvicinandosi a passi stranamente cauti.
"Sì?" fu la risposta strascicata.
"Ehm, volevo chiederti, sai, magari possiamo fare un discorso da padre a figlio, insomma, ormai sono qui in piedi e sveglio...?" farfugliò sedendosi titubante su un lato del materasso e aspettando un rimando, che non venne subito.
Ludwig poteva anche essere assonnato e con un martellante mal di testa, ma neanche in quelle condizioni poteva ignorare la sfortuna della sorte.
Con tutti i momenti in cui potevano parlare, perché l'unico non adatto?
Il Bowserotto non riusciva a capacitarsi. Per una volta che voleva solo dormire, ecco che arrivava lui con in suoi discorsi. Non sapeva neanche, se era in grado di alzare la testa dal cuscino senza avere capogiri e il nel suo cervello c'era solo nebbia.
Come potevano parlare?! Suo padre che voleva fare il padre? Ma quando mai? Soprattutto, perché nel momento meno adatto?

"Non possiamo parlare domani mattina, quando entrambi siamo bene svegli?" chiese il Bowserotto con voce ancora strascicata e abbastanza roca, senza tuttavia alzare il capo. Iniziava anche ad avere la gola in fiamme.
Bowser si sorprese di quanto quella risposta fosse simile alla sua. Sorrise appena. Stranamente si sentiva rassicurato, almeno in qualcosa si assomigliavano.
Scoppiò a ridere fragorosamente, decisamente era stata la migliore chiacchierata avuta finora e l'ironia stava nel fatto che si erano scambiati appena poche parole."Alla facciaccia del Nano e delle sue affermazioni!" ridacchiò cattivo il sovrano delle terre oscure.

Ludwig dal canto suo alla risata del padre era rotolato un'altra volta dallo spavento, di tutte le reazioni quella era la più inaspettata. Finalmente, si mise a sedere per controllare che diavolo fosse preso al genitore, non voleva che avesse perso le ultime rotelle della sua sanità mentale.
Fece appena in tempo a sollevare la testa che le zampe giganti di Bowser lo catturarono e iniziarono a scompigliargli i capelli.
A quel punto davvero non ci capiva più nulla e questo non faceva che aumentare il suo mal di testa, fino a farlo diventare un'emicrania. Si lasciò sballottare da una parte e l'altra senza opporre resistenza, non ne avrebbe comunque avuto le forze.

"Scotti" fu il solo commento che riuscì a percepire distintamente, quando finalmente il mondo smise di girare.
"Ma tu stai bruciando" borbottò ancora Bowser toccandogli la fronte per averne la conferma. Ludwig, se fosse stato un po' più lucido, gli avrebbe con sicurezza detto: "Alla buon ora, te ne sei accorto", ma non lo era, quindi rimase in silenzio.
Il Bowserotto se ne rimase accucciato fra le braccia del genitore e per qualche secondo si sentì quasi meglio, incastrato fra le piastre del petto di suo padre e le sue forti braccia, le quali a momenti rischiavano di soffocarlo.
Bowser si ammutolì.

Bowser era sgomento da quella notizia così inaspettata, ma che via, via si faceva più plausibile, mentre i vari pezzi della serata s'incastravano fra loro, fino a formare la storia completa. Ludwig rimase ad assaporare il momento, il calore del genitore era piacevole a contatto con le scaglie bollenti e sudate.
Fu solo quando il Re Oscuro s'alzò di scatto che l'attimo magico s'interruppe.

Il primogenito era ancora fra le braccia del padre e si svegliò di scatto per il brusco movimento.
Bowser dal canto suo non lo lasciò, anzi, con una strana cura -che proprio non gli si addiceva grande e grosso com'era-, lo sistemò meglio fra l'incavo del braccio e il petto, ignorando il fatto che ormai il Bowserotto era troppo cresciuto per poterci stare come quando era piccolo.
Ludwig ritrovata una posizione più o meno decente, riappoggiò la fronte bollente sulla parte più fredda che riuscì a trovare del genitore e ritornò a sonnecchiare, ormai troppo febbricitante per poter capire completamente quello che stava accadendo.

Bowser uscì dalla stanza portando il figlio con sé. Il suo volto lasciava trasparire una certa gravità, un'altra novità per il signore Oscuro. Solitamente le sue emozioni variavano dalla rabbia alla felicità -già, più rara-, ma quasi mai passava degli stadi intermedi, che non fossero abbattimento o delusione.
La serietà proprio non era il suo forte, ma Ludwig stava male e lui era preoccupato.
Non lo nascondeva, nessuno doveva permettersi di toccare la sua famiglia, meno che mai una comune febbre mal curata. Quando il figlio sarebbe stato meglio, gliene avrebbe dette di tutti i colori. Diavolo, lo sapeva quanto i Koopa in generale fossero sensibili agli sbalzi di temperatura, specialmente al freddo, avrebbe dovuto fare più attenzione.
Ludwig, tuttavia in quel momento, stava male e aveva bisogno di lui.
Sorrise, con tutta quella storia dell'adolescenza non sapeva quanto il primogenito avrebbe apprezzato l'essere trattato ancora da bambino. Bowser avrebbe negato fino alla tomba, ma ogni tanto gli mancava i bei tempi, quando c'erano solo lui e quel piccolo demonietto dai capelli blu.






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Piccolo angolo Autrice:

Allora, il lupo perde il pelo, ma non il vizio, vero? L'ultima volta che ho aggiornato era il 2016 e sinceramente a rendermene conto mi ha lasciata un attimo sbigottita. Non credevo fosse passato così tanto O.o
Comunque, il culmine si sta avvicinando e nel prossimo capitolo si arriverà finalmente alla tanto temuta conversazione padre-figlio. Ho esaurito (non credeteci troppo) la mia vena angst e nel prossimo capitolo ci sarà spazio per un personaggio che non ho trattato molto nel corso dei precedenti capitoli: Lemmy, di cui, avviso, ho un particolare Headcanon. Diciamo, sarà un po' particolare. 
I personaggi man mano che scrivo, mi sembra che stiano scivolando nell'OOC, ma sono abbastanza testarda per non darmi pervinta.
Ringrazio davvero di cuore chi continua a seguire la mia storia (da 4 anni, meritate la tessera fedeltà) e recensire, anche se non sono la persona migliore del mondo (mi sento un po' una merda in realtà a non aver risposto, scusate davvero).
Un grazie di cuore a chi ha letto, se avete voglia di lasciare un commento, se avete notato errori, non esitate a farmelo sapere. <3

Tilia =|=


  
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