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Autore: MaryFangirl    24/08/2018    1 recensioni
Nel corso di una normale serata, Ryo gioca col fuoco e la situazione, che pensava di poter padroneggiare, gli sfugge di mano. Per la gioia di entrambi i City Hunter...
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Questa fanfiction è la traduzione di una storia dal francese, le informazioni sull'originale le trovate subito sotto.
 
Titolo originale: Tel est pris qui croyat prendre...
 
Nota della traduttrice: Il titolo è un proverbio francese, che viene usato per designare un individuo che, nel tentativo di intrappolare qualcuno, alla fine rimane vittima dei suoi stessi imbrogli. In italiano ho trovato il detto corrispondente che mi è sembrato azzeccato, cioè 'Chi scava la fossa altri altri, vi cade dentro egli stesso'. Capirete il perché leggendo questa simpatica fanfiction. Avviso che è anche molto romantica, ho scelto di tradurla perché è decisamente più leggera rispetto alle altre che sto traducendo, che sono davvero belle ma con UN SACCO di elementi angoscianti e drammatici, avevo bisogno di qualcosa di più tranquillo e gradevole e questa storiella ha fatto al caso mio! Spero piaccia anche a voi :)
 
 
 
23.30, Appartamento di City Hunter
 
La chiave girò nella serratura e la porta si aprì sul salotto, immerso nella semi-oscurità.
L'uomo entrò e chiuse la porta con un leggero calcio, poi si diresse verso l'attaccapanni dove appese la giacca. La tv era accesa ma si riusciva appena a sentire i dialoghi del programma in corso.
Dalla cucina giungeva una debole luce: l'uomo si chiese cosa stesse facendo la sua partner, in piedi a notte fonda. Di solito era già a letto e non rimaneva sveglia così tardi, tranne quando lo stava aspettando, quando partiva per una missione pericolosa. Ma non era quello il caso.
La figura maschile si avvicinò alla fonte di luce e rimase a bocca aperta davanti alla scena che aveva di fronte: la porta del frigo era aperta e un paio di lunghe gambe sporgevano dall'apertura, il resto del corpo della loro felice proprietaria era completamente scomparsa all'interno. Si udì un piccolo ronzio.
"Ehi, sei rientrato Ryo? La raccolta di informazioni è andata bene?" disse una voce femminile, senza fermare la sua ricerca di uno spuntino da mettere sotto i denti. Aveva sentito la sua presenza. Lui era orgoglioso perché stava facendo grandi progressi: era in grado di sentire la sua aura e quelle dei loro amici. Allo stesso modo poteva rilevare meglio la presenza di potenziali nemici. Ryo stava faticando per staccare lo sguardo dalle gambe della sua partner, sollevandolo sulle natiche ben arrotondate. Deglutì e ruppe il silenzio, così che la sua metà non si accorgesse della sua confusione.
"Sì, Saeko sarà felice. Ho ottenuto le informazioni che voleva. Il caso sarà risolto rapidamente. Cosa cerchi nel frigo?"
"Oh, solo qualcosina da mangiare. Aaah! Non c'è nulla che mi interessi qui dentro..." disse a malincuore.
Uscì dal suo nascondiglio e chiuse la porta del frigo con un gesto brusco. La giovane donna ora si piazzò di fronte al suo partner, con un magnifico sorriso sulle labbra. Vedendolo piantato lì, gli disse:
"Che c'è? Ho qualcosa di strano in faccia?"
Rendendosi conto che stava continuando a fissarla, e volendo nascondere il suo scombussolamento ancora presente, lui fece:
"E com'è che sei ancora in piedi a quest'ora?"
"Beh, che c'è? Ho il diritto di rilassarmi un po' davanti alla tv per una volta! Tu esci sempre nei tuoi famosi cabaret, e io non avrei il diritto di divertirmi un po'?"
Rimase lì, con le mani sui fianchi.
-Sei troppo sexy così...- pensò Ryo.
"Ah, fai come vuoi, io non ho detto niente!"
Ritornò in salotto, seguito da Kaori. Quest'ultima si riaccomodò sul divano e prese il telecomando del lettore dvd.
"Che ne dici di unirti a me?"
Ryo la guardò, sorpreso.
"Sei impazzita, no...ho altro da fare...è ancora presto...una bella doccia e vado a fare un giro! A dopo!" disse, salutandola mentre saliva le scale.
Kaori lo guardò sparire nell'ombra, un po' triste. Perché si rifiutava di concederle un po' del suo tempo? Perfino guardare la tv con lei era chiedere troppo. Preferiva andare dietro le sue signorine mokkori. Premette il pulsante Play e fece partire il dvd, sospirando profondamente.
Ryo si spogliò rapidamente e scivolò sotto la doccia. Un flusso d'acqua ghiacciata cominciò a scorrere sul suo corpo bruciante. La sua partner aveva invaso la sua mente poco prima, e la rivide mentre si tuffava nel frigo, poi voltarsi verso di lui, indossando una semplice maglietta bianca con sopra la scritta 'I love New York'. Era un regalo che Kaori aveva ricevuto da sua sorella Sayuri per il suo compleanno. La t-shirt non era troppo ampia né troppo stretta, ma lasciava intuire curve perfette. Arrivava a metà coscia e svelava le belle gambe del suo angelo.
La visione della giovane donna vestita in quel modo lo aveva profondamente turbato e aveva dovuto compiere uno sforzo sovrumano per controllarsi e trattenersi dal saltarle addosso. Solo a ripensarci, il suo fedele amico si risvegliò.
La cosa peggiore era che Kaori non lo faceva apposta e non era consapevole del potere che aveva sullo sweeper. Era così fresca, così ingenua e così diabolicamente attraente.
-Calmati, Ryo! Smettila di pensare a Kaori in questo modo!-
Rimase un bel po' sotto il getto ghiacciato, per cercare di calmare i suoi ardori. Passava al getto d'acqua calda quando iniziava a rabbrividire. Ma non appena pensava di nuovo a Kaori, si riversava l'acqua ghiacciata. Riuscì a calmarsi dopo una buona mezz'ora.
Uscì dalla doccia, si legò un asciugamano intorno alla vita e andò nella sua stanza per prendere dei vestiti. Non trovando quello che stava cercando, irruppe in salotto.
Kaori, che stava guardando il suo film, fu un po' sorpresa nel vederlo arrivare improvvisamente.
"Ma sei impazzito, mi hai spaventato!"
"Dove sono i miei jeans neri? Non riesco a trovarli!"
"E mi disturbi per questo? Sono nel cesto della biancheria sporca. Non li ho ancora lavati, mi dispiace..."
"Ah, che rottura di palle, volevo metterli stasera..."
"Beh, metterai qualcos'altro..."
Ma Ryo non ci sentiva. Rimase lì in salotto, a braccia conserte, fissandola intensamente. Kaori lo guardava a malapena, di tanto in tanto, ma non osava guardarlo in faccia, soprattutto considerando in che stato era. Se n'era appena resa conto. Portava solo un asciugamano intorno alla vita; alcune gocce d'acqua continuavano a scivolare sul suo corpo da Apollo. Non poté fare a meno di seguire una goccia che gli cadde dai capelli, poi percorse il suo ventre per morire sul tessuto spugnoso. Avrebbe voluto essere una di quelle piccole gocce...
Vedendola arrossire, Ryo si mise a sorridere, supponendo che i pensieri del suo bellissimo angelo non fossero casti, e ciò lo fece crollare un po' di più, perché immaginare la sua timida Kaori a nutrire tali pensieri lo faceva impazzire!
Ben consapevole dell'effetto che aveva su di lei, ed essendone molto fiero, le si avvicinò come un felino alla preda. Kaori lo notò e scrutò i suoi occhi scuri. Riconobbe il bagliore che vi danzava: stava preparando un brutto tiro! Ryo aveva voglia di giocare, ma apparentemente lei non era dell'umore.
"Non so cosa tu abbia in mente, Saeba, ma ti consiglio di scordartelo..."
"E chi ti dice che abbia in mente qualcosa di particolare, Sugar?"
"Lo so, te lo vedo dagli occhi" disse Kaori, mentre si preparava a un attacco imminente. Decisamente, lo conosceva troppo bene. All'improvviso, Ryo si precipitò sul divano e si gettò su Kaori, rubandole il telecomando del dvd. Premette il pulsante per fermare il film che la sua partner stava guardando qualche secondo prima. Kaori, che si era preparata all'attacco, aveva cercando di schivarlo, ma Ryo era stato più veloce di lei.
"Ryo Saeba! Ridammi immediatamente quel telecomando!"
"Devi venire a prenderlo!" disse lui, continuando a correre intorno al divano.
"Ryo, fermati subito, altrimenti assaggerai il mio martello!"
"Uh, non puoi sapere quanto sono spaventato!"
Si fermò proprio di fronte alla partner e la schernì agitando la mano e tirando fuori la lingua.
Kaori stava iniziando a vedere rosso. Non sapeva come intrappolarlo. Girarono intorno al tavolino e al divano per un buon quarto d'ora. Kaori iniziava a rimanere senza fiato, mentre Ryo aveva ancora un sacco di energia.
"Allora, ti arrendi, Kaori cara?" disse scherzosamente, con un ghigno.
"Mai nella vita!"
E lì, fu sorpreso di vedere Kaori gettarglisi addosso per cercare di recuperare la sua proprietà. Entrambi caddero a terra: Ryo, con la schiena contro il pavimento, e Kaori su di lui, che cercava disperatamente di strappargli il telecomando dalle mani. Tutti e due continuarono a muoversi.
"Non puoi arrivarci Kaori, sono più alto e più forte di te!"
Ryo aveva alzato il braccio sopra la sua testa. Kaori non poteva raggiungerlo.
Non voleva lasciarlo vincere: lui voleva giocare, ebbene anche lei avrebbe giocato!
Kaori si appoggiò a terra con la mano sinistra e, mentre allungava la mano destra, cercò di sollevarsi verso il telecomando. Ryo non credeva ai suoi occhi! Il suo angelo che prendeva iniziative! Ma era consapevole di ciò che stava facendo? Della posizione in cui erano? Se fosse stato così, sarebbe già arrossita bruscamente!
-Ma vuole la mia morte o cosa?- si disse Ryo, mentre godeva del contatto della sua partner sul proprio corpo. -Si sta strofinando contro di me e non si rende nemmeno conto dello stato in cui mi mette!-
Effettivamente, un dolce calore cominciò ad apparire nella cavità dei suoi lombi, e seppe benissimo che il suo mokkori stava per manifestarsi.
Doveva reagire rapidamente, specialmente visto che Kaori era riuscita a issarsi e probabilmente avrebbe raggiunto il suo bottino più velocemente di quanto lui avesse pensato. E si rifiutava di mostrarle il mokkori che gli stava causando.
Kaori era ipnotizzata dal telecomando: l'unica cosa che contava era recuperarlo per finire con i suoi spettacoli televisivi. Non le avrebbe rovinato la serata!
La partner sempre più vicina a lui, Ryo non poté fare a meno di guardare il petto della giovane donna, che si trovava proprio all'altezza del suo viso. Doveva essere veloce, trovare un modo per schivarla! Kaori ci era quasi arrivata: un altro piccolo sforzo e avrebbe recuperato il suo bene!
All'improvviso un potente braccio fermò la sua progressione: Ryo le aveva bloccato la vita con il braccio sinistro tirandola giù, costringendo Kaori a ritrovarsi al punto di partenza, fuori dalla portata del telecomando.
"Ma sei fuori di testa, tu!"
"Te l'ho detto che non ci saresti arrivata, testa di mulo!"
"Mi stai facendo innervosire! Mi vuoi rovinare la serata o cosa?"
"No! Voglio i miei pantaloni neri!"
"No!"
"Niente jeans, niente telecomando!" fece Ryo girando la testa a destra e sinistra. La giovane donna non sapeva cosa fare: Ryo la inchiodava così forte che non poteva muoversi di un centimetro.
All'improvviso, lei gli soffiò sul collo e, sconcertato dal gesto, Ryo allentò il braccio, il che permise a Kaori di guadagnare terreno. Comprendendolo, lo sweeper reagì in mezzo secondo e con un rapido cambio di direzione, la placcò al suolo e si ritrovò seduto a cavalcioni sopra di lei.
Incrociò le braccia sul petto, in segno di sfida, con il telecomando nella mano destra.
"Allora, partner? Te l'ho detto! Non puoi niente contro di me!"
Kaori, turbata dalle posizione dello sweeper, arrossì di nuovo.
Ma a che cosa stavano giocando? Kaori si rendeva conto di ciò che aveva fatto qualche minuto prima e se ne vergognò un po'. Aveva avuto il coraggio di incollarsi a lui e lui si era dovuto fare strane idee.
Anche se nei suoi sogni più sfrenati lei si ritrovava tra le braccia di quell'uomo, non era la stessa cosa perché in quel caso la situazione si svolgeva in un contesto completamente diverso, e non in seguito a un giochetto stupido.
"Ryo! Non riesco a muovermi! Sei davvero pesante, lo sai! In tutti i sensi!"
"Eppure mi sto trattenendo per non schiacciarti! Dichiarati sconfitta!"
"Assolutamente no! Non puoi dire che sono un'avversaria scarsa!"
"No, al contrario! Mi sorprendi facendo prova di precise risorse. Ma io sono più forte di te! Non puoi muoverti! Allora?"
"No!"
"Molto bene! Ho tutto il tempo!"
E rimase lì, seduto e immobile, sfidandola con lo sguardo, sorridendo. Il tempo sembrò essere sospeso. I due sweeper si fissavano negli occhi: Ryo, sorridendo con aria provocatoria e distesa, Kaori con un pizzico di fastidio. Nessuno voleva arrendersi.
"Ah, mi fai innervosire con quell'aria soddisfatta" gli disse Kaori. "Sei sempre così sicuro di te stesso!"
"No, non sempre...ma te l'ho detto, non avevi alcuna possibilità...arrenditi...e ti libero..."
La sua partner sembrò esitare: non voleva cedere e lasciarlo vincere, ma non aveva scelta.
Fin dall'inizio, aveva capito che Ryo aveva deciso di non lasciarla vincere. Esausta, gli disse:
"Va bene, mi arrendo..."
Si imbronciò, come una bambina. Ryo non poteva fare a meno di farla arrabbiare, era più forte di lui, perché lei stava sempre al suo gioco. Kaori pensò che finalmente si sarebbe alzato ora che aveva ottenuto quello che voleva. Ma Ryo non si mosse minimamente.
"Si può sapere cosa stai aspettando? Hai vinto la partita! Posso alzarmi?"
"Uhm...fammi pensare..." disse Ryo, alzando leggermente la testa, un dito appoggiato sulle labbra. "Dato che sono il vincitore, dobbiamo discutere della mia ricompensa"
"Quale ricompensa? Non ti basta schiacciarmi e avermi rubato quel dannato telecomando?"
"No, no, no..." aggiunse lui, facendo di no con l'indice.
Kaori aveva paura di quello che stava per dire. Cos'aveva ancora in quella testa?
Ryo voleva approfittare della situazione. Era lì, sopra Kaori, quasi pelle contro pelle e per una volta che una delle sue numerose fantasie, lui insieme alla sua amata partner, si avverava, voleva farla durare.
"Vediamo, vediamo, cosa posso chiederti?" disse, facendo finta di pensare.
"In ogni caso, sbrigati, perché il pavimento non è molto comodo! Hai trovato quello che vuoi?"
Per tutta risposta, lui si accontentò di rivelare un sorriso da predatore.
Kaori non aveva la coscienza tranquilla. Quel sorriso non prometteva nulla di buono. A volte poteva rivelare una mente contorta solo per ridicolizzarla.
In realtà, lui non aveva alcuna idea in testa, ma si dilettava a fare in modo che la sua partner riflettesse sulle sue possibili azioni.
Ryo non disse una parola, si alzò e aiutò Kaori a fare lo stesso. Le porse il telecomando.
"E tutto per arrivare a questo!" lo afferrò e andò a sedersi sul divano, col broncio.

 

  
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