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Autore: Eleonoir Bastet    24/08/2018    1 recensioni
AVVERTENZA!
E' una storia [Luka x Marinette], pregherei quindi coloro a cui non piace la ship di non insultare e non leggere.
E' principalmente un ipotetico seguito dell'episodio 12, Captain Hardrock. 
Inoltre i protagonisti nella storia hanno sui 16/18 anni :3
Estratto dal secondo capitolo:
Non risposi, mi godetti solo la calma che il suo abbraccio e il suo tono sommesso mi trasmettevano, ed era qualcosa di veramente strano e confortante al tempo stesso.
Strano perché ci conoscevamo davvero da poco, pochissimo tempo eppure non mi dava fastidio sfogarmi in quel modo in sua presenza e anche lui sembrava essere assolutamente a suo agio. Dovevamo aver instaurato una specie di empatia e io non avevo idea di come gestirla.
« Non dare il tuo cuore in mano a persone che vogliono solo calpestarlo, Marinette. »
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Juleka, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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FADE AWAY

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« Chat Noir attento! » strillai, tuffandomi di lato per spingerlo via da un accecante lampo dorato, l'impatto con il terreno mi stordì e costrinse a espirare bruscamente.

Mi rialzai con cautela, per non barcollare, e la risata cristallina dell'ennesima vittima di Papillon mi riempì le orecchie.

« Mia cara non ne vale la pena. Una statua d'oro ti sarebbe molto più utile! » disse la donna dai capelli rossicci scavalcando la ringhiera di un balcone che, al suo tocco, divenne subito dorata.

Non sapevo con quale assurdo ragionamento fosse arrivata a dire una cosa del genere e non ci tenevo nemmeno a scoprirlo.

Arricciai il naso. « Gentile... ehm... da parte tua preoccuparti per me, ma sono più che convinta che un amico valga più di una statua d'oro. » borbottai afferrando il mio compagno per un braccio, aiutandolo a rimettersi in piedi.

Mi sarei aspettata una battuta o comunque un commento, una reazione qualsiasi... ma lui sembrava totalmente alienato da quello che stava succedendo in quel momento.

La donna schioccò la lingua sul palato con aria di sufficienza.

« Che sciocchezza, i soldi sono il motivo per cui esistiamo. È un dato di fatto, tutti lo sanno. » ribatté arricciando le labbra carnose in un sorrisetto, i suoi occhi chiari vagarono sul tetto in cui eravamo, come a voler studiare la situazione.

Strinsi di più lo specchietto che avevo tra le mani vedendola avvicinarsi.

Ci serviva assolutamente un punto dove poterci riparare.

Mi guardai velocemente intorno e individuai una sporgenza sul tetto abbastanza grande da poterci proteggere entrambi.

« E una volta che avrai tutti i soldi del mondo rinunciando alle persone a cui tieni di più non ti sentirai sola? » chiesi per distrarla mentre indietreggiavo, trascinando Chat Noir con me per un braccio.

Lei sembrò pensarci su per un po', picchiettando le lunghissime unghie sul bracciale dall'aria molto costosa che portava al polso.

Era anche l'unico oggetto che potevo rimuovere dalla sua tuta aderente quindi era abbastanza ovvio che l'akuma fosse lì.

« L'oro è l'amico più fedele che una donna possa avere, il denaro è l'inno del successo! » rispose infine, talmente esaltata da gesticolare con enfasi.

Dovetti trattenermi dal fare un'altra smorfia.

« Mi dispiace Mida, ma non mi trovo d'accordo. » mormorai talmente piano che quasi pensai non mi avrebbe sentito.

« Peccato... » sospirò lei invece, puntando un dito su di noi « ... sarebbe stato molto più semplice. » aggiunse con un ghigno e un altro lampo dorato partì dalla sua mano, talmente accecante che quando tirai su lo specchietto pregai mentalmente ogni divinità esistente che riuscisse a coprirci a sufficienza.

Gli dei sembrarono ascoltarmi.

Sentii una forte scossa che mi fece tremare il braccio, lo specchietto diventò dorato tra le mie mani rimandando però il raggio al mittente.

Riuscii a vederla spalancare gli occhi con orrore prima che quella espressione si congelasse in un scintillio dorato.

Lasciai andare un sospiro mentre la tensione abbandonava lentamente il mio corpo.

Cavolo, perché non potevo avere la stessa fortuna sfacciata anche quando ero Marinette?!

Chat Noir lasciò il mio fianco per avvicinarsi alla statua e sfilò il braccialetto dal polso della donna, riducendolo in polvere poi con il suo cataclisma.

La farfalla nero-violacea svolazzò via il più velocemente che poteva, allontanandosi. Purtroppo per lei, ci misi poco a catturarla e purificarla.

La donna dai capelli rossi tornò alla normalità e con un gemito di dolore si portò le dita alla fronte, come se le dolesse.

Mi inginocchiai di fronte a lei. « Sta bene madame? » chiesi con un sorriso rassicurante sulle labbra.

Lei mi guardò confusa per un attimo poi annuì, cercando di tirarsi su.

Le occorsero due tentativi.

« Aspetti, la aiuto a scendere dal tetto. »

Diedi un'occhiata fugace dietro di me, per assicurarmi che il ragazzo dai felini occhi verdi non se ne fosse già andato.

Con mio grande sollievo era ancora lì, ci osservava semplicemente in silenzio con un'espressione indecifrabile.

Afferrai con delicatezza la donna per i fianchi e ci feci calare lentamente giù dal tetto con lo yo-yo.

Appena toccò terra con i piedi e mi assicurai che fosse stabile le chiesi se se la sentisse di tornare a casa da sola.

Lei acconsentì, una fortuna per me perché non potevo assolutamente perdere tempo.

Mi issai di nuovo sul tetto di prima e cercai il mio compagno con lo sguardo, lo trovai su un abbaìno pronto ad andarsene.

« Hey Chat Noir! » lo chiamai.

Le orecchie nere del suo costume fremettero e si girò verso di me, curioso.

Mi avvicinai, sorridendo, e allungai un pugno. « Ben fatto! »

Lui mi fissò per quella che sembrò un'eternità poi distolse lo sguardo, ignorandomi completamente. Anzi si girò e saltò su un altro tetto, continuando per la sua strada.

Sbuffai sonoramente, irritata.

Ne avevo abbastanza. Era da più di una settimana che si comportava così!

Con una smorfia sciolsi di nuovo il mio yo-yo e lo rincorsi.

« Aspetta! » sbottai, saltando sul tetto che aveva raggiunto. Non si girò ma, perlomeno, si fermò.

« Si può sapere cosa succede? » chiesi nel tono più delicato possibile nonostante la preoccupazione.

Lo vidi abbassare lo sguardo, aveva i pugni serrati lungo i fianchi e la schiena in tensione.

L'ansia mi punse lo stomaco ma cercai di mantenere un tono rassicurante. « È... colpa mia? Ho fatto qualcosa che ti ha offeso? »

Si voltò lentamente verso di me e dopo un po' scosse la testa, l'ombra di un mezzo sorriso sulle labbra. « Assolutamente no, tu non centri niente. »

E allora perché mi evitava come se portassi l'ebola?!

Lui sospirò, forse leggendo la mia domanda nella smorfia che feci.

« Mi dispiace, non posso dirti di più io... vorrei, sul serio... » mormorò alzando una mano e riabbassandola subito dopo.

Stava tremando... e non l'avevo mai visto così in difficoltà con le parole prima d'ora.

« Ehi... » sussurrai dolcemente, allungando una mano verso il suo braccio nella speranza di confortarlo in qualche modo.

« Puoi fidarti di me, potrei aiuta...»

« L'hai detto tu: siamo supereroi non possiamo parlare delle nostre vite private. » mi interruppe lui allontanandosi, lasciandomi di sasso.

Era acidità quella che avevo captato nel suo tono?

Abbassai lo sguardo, stringendo i pugni al petto.

Era vero che l'avevo detto ma, santo cielo...

Passò qualche minuto, forse, senza che nessuno dei due disse nulla, la tensione era palpabile nell'aria.

« Io... io sto pensando di dare il Miraculous a qualcun altro. »

Sbattei le palpebre un paio di volte, confusa.

Non credevo di aver sentito bene.

« Come hai detto? »

Lui mi fissò dritta negli occhi, aveva un'aria smarrita, come di qualcuno che non sapeva cosa fare, come se tutte le scelte che aveva a disposizione lo avrebbero ferito in ogni caso.

« Lascerò il ruolo di Chat Noir a qualcun altro. » ripeté lentamente, con un tono talmente sommesso che rischiai di non sentirlo un'altra volta.

Purtroppo però, questa volta sentii forte e chiaro e fu come ricevere un secchio d'acqua gelata in pieno inverno.

Istantaneamente sentii un nodo alla gola bloccarmi il respiro e i muscoli immobilizzarsi mentre un milione di pensieri e domande mi bombardavano.

"Perché?!" era quella più pressante.

Mi costrinsi a respirare con calma per schiarire la mia mente, totalmente nel panico. Il mio corpo comunque si avvicinò e dovetti farmi violenza per non aggrapparmi a lui, con la paura che mi avrebbe lasciata da sola e non l'avrei mai più rivisto da un momento all'altro.

« Mi vuoi abbandonare? » proferii in un sospiro tremante.

Lui sembrò preso alla sprovvista dalla mia domanda.

« Cristo no, non... è l'ultima cosa che voglio! » sbottò passandosi una mano tra i capelli con aria frustrata.

Aveva uno sguardo talmente triste... impotente quasi, che capii al volo che non potevo abbandonarmi allo shock.

Uno di noi doveva assolutamente mantenere una presa salda sulla situazione o sarebbe finita in disastro.

Riprovai ad avvicinarmi a lui e questa volta me lo permise, lasciandomi stringerli delicatamente la spalla.

« Per favore, ascoltami... » mormorai quando il suono ripetitivo dei nostri Miraculous ci avvisavano che il tempo stava per scadere.

« Non sai nemmeno tu cosa è giusto fare adesso... non prendere decisioni così drastiche senza prima avere un'idea chiara in mente.  » dissi cercando di simulare un tono calmo e ragionevole nonostante la paura ma non ci riuscii, quella volta la mia voce si era incrinata.

Il mio stomaco si sotterrò appena lo vidi abbassare lo sguardo.

A quel punto abbandonai ogni parvenza di autocontrollo che mi era rimasta, dovevo assolutamente assicurarmi che non avrebbe fatto di testa sua e mi avrebbe ascoltata.

« Ti prego con tutto il cuore Chat Noir: promettimi che se deciderai definitivamente di ridare il Miraculous, io sarò la prima a saperlo. » lo implorai con la voce che sembravo sull'orlo del pianto da quando la mia gola si era chiusa, aggrappandomi a lui con tutte e due le mani.

Lui mi guardò per qualche secondo prima di afferrarmi delicatamente i polsi per farmi lasciare la presa.

« Te lo prometto. » mormorò prima di voltarsi e sparire definitivamente tra i tetti di Parigi.

Dovetti farmi forza per voltarmi e tornare a casa prima che il tempo scadesse.

Come se non bastasse, arrivata in camera mia, non riuscii nemmeno a raggiungere la sedia che le mie gambe cedettero.

« Marinette... » la vocina preoccupata di Tikki mi fece sobbalzare, non mi ero nemmeno accorta d'essermi ritrasformata.

Aveva le antenne e le zampe basse, si vedeva che era esausta ma comunque il musetto, sempre allegro di solito, era corrugato dall'apprensione.

« Tikki, scusami... dammi solo un secondo. » dissi lasciando andare un sospiro tremante per attenuare la tensione.

Aveva promesso e questo forse mi avrebbe dato un po' di tempo in più ma non ero per niente tranquilla, come potevo in fondo...

« Mi chiedo cosa possa essere successo, così da un momento all'altro. » mormorò lei tra sé e sé, appoggiandosi dolcemente sulle mie ginocchia piegate.

« Qualche giorno fa ti ha confessato che gli piacevi... »

« Che gli piaceva Ladybug. » la corressi bruscamente, non sapevo nemmeno perché lo dissi, non era nemmeno il caso.

« Che non sopporti più il fatto di stare di fianco a te come solo un partner? » continuò lei con le sue supposizioni, senza dar peso al mio intervento.

La guardai per un po', facendo mente locale sulla situazione.

Davvero lascerebbe tutto perché non sopporterebbe di stare al mio fianco solo come un amico?

La risposta che mi diedi era un "no" secco ma, a conti fatti, non lo conoscevo abbastanza per esserne sicura al cento per cento.

« Non lo so Tikki, sono confusa... » mormorai con la voce rotta dalla frustrazione, mi portai le mani al viso coprendomi gli occhi in un tentativo di schiarirmi le idee.

« Io... io voglio solo che le cose tornino come prima, voglio aiutarlo ma... » continuai talmente piano che era come se stessi parlando a me stessa.

Ma come potevo sistemare qualcosa senza sapere nemmeno cosa fosse?

Non avevo nemmeno le possibilità di contattarlo nella sua forma civile e, anche se le avessi avute, non era detto che mi avrebbe confessato cosa stava succedendo.

Scossi la testa.

No, non potevo metterci a rischio scoprendo le nostre identità in questo modo.

Per quanto lo amareggiasse, era troppo pericoloso.

« Vado in cucina a mangiare qualcosa. » mi comunicò mogiamente la piccola coccinella sparendo velocemente dalla stanza.

Sospirai, appoggiando testa e schiena al bordo del divano.

Non so quanto tempo passai a fissare il tappeto in cerca di una soluzione, passando in rassegna ogni scenario.

Ma alla fine di ogni ragionamento riuscivo a realizzare solo una cosa: odiavo non poter fare nulla.

Un leggero ronzio mi distolse dai miei pensieri.

Giusto, avevo dimenticato di togliere la modalità silenziosa dal cellulare. Mi allungai facendo leva con la schiena per tirarlo fuori dalla tasca dei jeans.

WhatsApp        1 min fa
Luka: Ti sono mancato?

Un mezzo sorriso si formò sulle mie labbra, stupido da parte mia vista la situazione, mentre sbloccavo il telefono e digitavo: "No".

Bloccai nuovamente il cellulare con un sospiro, pensando che ci avrebbe messo un po' a rispondere.

Dunque, stavo dicendo...

Un'altra notifica illuminò lo schermo nero con un ronzio, attirando di nuovo tutta la mia attenzione.

WhatsApp       ora
Luka: Ah no? Allora immagino non sia un problema se non ci sentiamo ancora per un po'

Incrociai le gambe mentre mi mordicchiavo il labbro inferiore per reprimere una risata quando notai l'emoji furba alla fine del messaggio.

"Non ti azzardare sai!" scrissi, arrendendomi al fatto che se avesse continuato a scrivermi non sarei mai riuscita a concentrarmi.

Quasi mi immaginai la sua risata mentre leggevo la risposta.

Luka: Hai ferito i sentimenti di un povero ragazzo

"Oh? Pensavo che non ne avessi di sentimenti oltre la perenne calma che dimostri" inviai con una faccina che faceva la linguaccia.

"Prometto di non dire più bugie se ti fa sentire meglio" scrissi e feci per inviare ma le mie dita si irrigidirono quando Tikki risalì dalla botola con un macaron tra le zampette.

Che cosa stupida da promettere pensai mentre cancellavo il messaggio e bloccavo lo schermo del telefono.

Tikki trascinò con fatica il dolcetto verso di me. « Ho pensato che qualcosa di dolce ti avrebbe fatto pensare meglio! »

Le rivolsi un sorriso accettando il suo dolce pensiero, strofinando la sua testolina con un dito.

« Come farei senza di te! » sospirai mentre lei volo vicino alla mia guancia per abbracciarla.

« Non saresti Ladybug! » rispose con una risatina.

Ah ah, ci eravamo già passate su questa conversazione un po' di tempo fa.

« Sai Tikki... » dissi dopo un po' mentre masticavo un pezzetto del dolce « ...credo che sia il caso di ricorrere a un aiuto esterno. » farfugliai, spostando lo sguardo sul nascondiglio dove avevo messo i macarons "speciali" che avevo fatto per Tikki.

« Credo sia un'ottima idea. » rispose lei, capendo al volo.

Il cellulare vibrò di nuovo sulla mia coscia, mostrandomi un'altra notifica mentre mi tiravo su.

WhatsApp      1 min fa
Luka: Sembrerebbe che io ne abbia molti invece, per te

Lì per lì non capii a cosa si riferisse ma quando ripensai a cosa avevo scritto ci arrivai.

« Marinette stai bene? Sei diventata tutta rossa. » mi fece notare la Kwami.

Mi schiarii la voce, dandomi mentalmente della stupida.

Comunque non dovetti scervellarmi per trovare una risposta adeguata perché mandò un altro messaggio subito dopo.

WhatsApp        ora
Luka: Cosa fai?

Afferrai la borsetta mentre rispondevo: "Mi sto preparando ad uscire, devo andare in un posto."

Mi morsi il labbro inferiore, esitando, ma alla fine aggiunsi: "Vuoi venire con me?"

La sua risposta fu immediata.

Luka: Raggiungimi a Place de Vosges

ANGOLO AUTRICE

SONO VIIIIIIIIIVA GENTEH!!! VI SONO MANCATA?!

SONO VIIIIIIIIIVA GENTEH!!! VI SONO MANCATA?!

Sono le føttütę sei e mezza del mattino, non ho dormito un cactus🌵 ma okay l'importante è che ho aggiornato finalmente :'D

Scusatemi se sono sparita così di botto ma ho avuto dei problemi e non ero veramente in vena di scrivere :c

Vabby l'importante è che sono qui :3

PRIMA CHE MI UCCIDIATE SAPPIATE CHE VI VOGLIO BENE E CHE OFFRO BISCOTTI GRATIS OLTRE CHE FANFICTION LUKANETTE!

Anyway ^3^
Questo capitolo, sarò onesta, doveva essere moooooolto più lungo ma mi sono fermata qui perché non vale la pena strafare anche se ci sono scene importanti.

Almeno così ve lo gustate con calma :3

Lukanette a tutti e al prossimo capitolo (no non vi farò aspettare ancora altri tre mesi non vi preoccupate😹)!

Eleonoir

   
 
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