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Autore: Yutsu Tsuki    24/08/2018    2 recensioni
VioletxCastiel. Sarà possibile?
"Mandy era tutto ciò che tu non eri. Spigliata, carismatica, audace.
Aveva sempre l’insopportabile capacità di monopolizzare l’attenzione con chiunque e ovunque si trovasse. Ma da dove derivasse questa sua forza, nemmeno tu te lo spiegavi. E la conseguenza di questo suo essere al centro di ogni discorso finiva, tuo malgrado, per eclissare proprio te.
Ma ad essere sinceri ciò non ti avrebbe creato tanti problemi, se non fosse stato per una piccola verità che all’apparenza poteva sembrare insignificante, ma che in realtà cambiava tutto.
Mandy eri tu."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexy, Ambra, Castiel, Lysandro, Violet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Call me Mandy








I - Uno sguardo di sfida



La gelida brezza mattutina ti sferza con violenza le guance arrossate, mentre pedali rapidamente lungo la strada semideserta. Come se non bastasse, ti senti pungere in faccia da alcune gocce di pioggia che non ti permettono di tenere del tutto aperti gli occhi.
Percorri la stessa via da ormai tre anni, ma grazie alla tua spiccata curiosità e alla capacità di osservare il mondo con occhi sempre diversi, hai imparato a cogliere ogni giorno nuovi dettagli, come ad esempio il breve murales dai toni celesti e rosa pastello, che, come era prevedibile, non è riuscito a sopravvivere al vandalismo dei writers.

Non appena giungi a scuola ti avvicini al solito paletto, attorno al quale leghi con cura la bicicletta piccola e viola, come il tuo nome.
Il liceo è ancora silenzioso, sebbene sei certa che qualcuno abbia già varcato la soglia prima di te. Mentre stai attraversando il corridoio, infatti, odi degli schiamazzi provenire dalla Sala Delegati. Ti affacci appena per vedere cosa sta succedendo, e scopri Nathaniel e Melody che ridacchiano in mezzo a schedari e fogli d’assenza. Aspetti che uno dei due abbia alzato lo sguardo e si sia accorto di te di te, prima di salutarli con un semplice “ciao”; né l’uno né l’altra, però, sembra aver udito la tua voce, e infatti tornano subito a parlottare fra di loro.
Sorridi e inspiri con calma, prima di recarti con tranquillità verso la tua classe ancora vuota.

Non hai neanche il tempo di sederti comodamente sulla sedia, che vieni invasa da un abbiocco - forse un po’ prematuro - che ti costringe ad appoggiare testa e braccia sul banco.
Sai bene da dove deriva quella sonnolenza improvvisa. Sono tre notti di fila che non vai più a dormire ad un orario decente, come ti raccomanda tuo padre, ma che tiri avanti fino alle due a disegnare.
Sei conscia che non faccia bene alla tua salute, ma non puoi proprio farne a meno. Qualunque sia il soggetto del tuo tratteggio, per te disegnare è come viaggiare verso un universo tutto tuo, in cui le sofferenze e i dolori della realtà sono messi temporaneamente da parte. In cui, per una volta, non sei la ragazza timida e debole che tutti conoscono, ma la protagonista di un sogno infinito, piacevole e solamente tuo.
Questo momento di magia non ti fa rendere conto delle ore che passano e allo stesso tempo elimina tutta la stanchezza che avevi accumulato durante la giornata. Andresti avanti così per tutta la notte, ma per fortuna ti rimane ancora un barlume di buon senso che ti consente di porti un freno ed andare a dormire.

Il trillo improvviso della campanella ti ridesta dal torpore e dalle fantasticherie a cui ti eri abbandonata. Con uno sforzo sovrumano ti tiri su dal banco e ti prepari ad affrontare l’arrivo dei tuoi compagni, nonché un’altra lunga giornata di scuola.




Scopri che qualcosa non va quando noti gli altri, da poco entrati in classe, discutere in modo serio fra di loro e allo stesso tempo dirigersi verso i rispettivi banchi per scarabocchiarci sopra strane scritte di cui ignori l’identità.
Rimani immobile sulla tua sedia, mentre cerchi di capire che cosa mai si stiano dicendo, ma il tono delle loro voci è così assordante ed il rumore che si viene a creare talmente confuso, che non riesci a cogliere una sillaba delle loro conversazioni.
Vorresti andare da qualcuno a chiedergli quale sia il problema, ad esempio da Melody, ma è come se fossi bloccata da una forza invisibile che ti sovrasta e ti impedisce di uscire dalla bolla che si crea attorno a te ogni volta che sei in compagnia di molta gente. Non provi panico o agitazione. Tutt’altro, sei tranquilla. Però non sei in grado di muoverti: i muscoli delle gambe sono fissati sul pavimento con qualcosa di simile al Super Attak. Se provassi ad interrompere qualcuno per domandargli informazioni, risulteresti sicuramente noiosa. Recheresti disturbo.
Così te ne stai al tuo posto, in dignitoso silenzio. Tanto sai che nessuno si accorgerà di te.

Proprio quando stai per riappoggiare la testa sul banco, avverti quest’ultimo muoversi per un attimo e, girandoti, ci ritrovi sopra, davanti a te, il sedere e le cosce di Alexy.
«Allora, sei pronta per la verifica di algebra?» ti domanda in tono distratto, mentre è intento a scriversi qualcosa sul palmo della mano con la penna.
Il tuo cuore perde un battito e un rivolo di sudore freddo ti inumidisce il retro del collo. Smetti per qualche secondo di respirare, per consentire al tuo cervello di capire come diavolo hai fatto a dimenticarti della verifica di matematica.

Terminata l’operazione in cui era impegnato, Alexy si volta verso di te, nell’attesa di un tuo segno di vita. Tu annuisci velocemente accennando un sorriso, anche se dentro di te l’ansia e il terrore stanno prendendo piede.
«Sicura di star bene, Violet?» ti domanda, inclinando la testa di lato.
«S-sì. Sono solo… Mi ero dim… Mi ero dimenticata della verifica.» Sono le prime parole che pronunci oggi. Potevi fare di meglio, certo. Però con te è come se il tempo per pensare a cosa rispondere sia sempre di meno.
Oltretutto, non era la risposta che avresti voluto dare. Avresti preferito mentire, per non dover fare una brutta figura. Ma sai bene di essere negata con le bugie, e sai anche che con Alexy non hai bisogno di apparire chi non sei.

«Dai, sono certo che ti andrà bene», esclama il gemello, appoggiandoti una mano sulla spalla. «Puoi sempre scriverti le formule sul banco come stanno facendo tutti gli altri.»
Rivolgi uno sguardo alla classe e finalmente comprendi il motivo del loro scribacchiare concitato.
In realtà non tutti sono ricorsi a questo metodo ben poco ortodosso. Melody e Nathaniel, ad esempio, sono tranquillamente seduti ai loro posti e osservano gli altri con un misto di sufficienza e compassione. Poco distante da loro c’è Lysandro, che, tutt’altro che preoccupato per la verifica, picchietta con le dita su una tastiera immaginaria appiccicata sul suo banco.
Ti stupisci, però, di scorgere in fondo alla classe anche un Castiel bello spaparanzato e rilassato sulla sua sedia. Non che fosse più credibile vederlo in ansia per l’imminente test, però nelle materie in cui è possibile usufruire di un aiuto in più - in questo caso delle difficili formule matematiche spiattellate nero su bianco sul banco - avrebbe di certo approfittato dell’occasione.
Invece è lì che osserva con un enorme sorriso stampato sulle labbra il resto dei compagni darsi da fare per riportare espressioni e codici numerici.
Che l’abbia finalmente piantata di bighellonare e che si sia messo di buzzo buono a studiare?

«E tu, Castiel?» domanda ad un certo punto Iris, che siede accanto a lui. «Non ti scrivi niente?»
Il ragazzo le lancia un sorriso beffardo, dopodiché le fa un cenno con la testa. «Guarda bene.»
La vedi piegarsi leggermente sul banco del compagno di classe, come ad esaminarlo meglio. «Come hai fatto, scusa?!» esclama poco dopo con stupore.
«Fatte ieri dopo la scuola», risponde brevemente Castiel, portandosi le braccia dietro alla testa e lasciandosi ondeggiare sulle due gambe posteriori della sedia.
Molti degli altri ragazzi gli si avvicinano curiosi, poi alcuni di loro si complimentano con lui per l’ottimo operato. Non hai bisogno di andare a vedere anche tu, per capire che si era scritto tutte le formule il giorno prima, in vista della verifica di algebra. È veramente incorreggibile.

Torni a concentrarti su te stessa. Per fortuna sei piuttosto brava in matematica, il che ti rassicura un po’ nonostante non ti sia esercitata in vista del test. Magari non andrà bene come le altre volte, ma almeno conosci a memoria tutte le formule da studiare, al contrario dei tuoi compagni.
Pochi minuti dopo entra in classe la professoressa che, senza perdere tempo, ordina a tutti di sedersi per cominciare la verifica. Prima, però, controlla la disposizione dei posti, perché - come sempre - qualcosa non la convince.
«Charlotte, Li, siete troppo vicine. Allontanatevi. Armin, vai più in fondo. E, Castiel…» aggiunge, alzando un po’ la testa per vedere l’ultima fila di banchi. «Fai cambio di posto con Melody.»
«Cosa? Perché?» esclama lui, allarmato.
«Ti voglio qui davanti, dove posso tenerti d’occhio», spiega al ragazzo, scrutandolo con severità.
In un primo momento Castiel non sembra intenzionato a muoversi. Ma poi, intuendo che la professoressa sta per dirigersi verso di lui, si alza di scatto dalla sedia e, facendo finta di niente, cammina verso il banco di Melody, la quale si era già alzata subito dopo il comando dell’insegnante.
È strano che l’abbia data vinta ad un docente, ma forse questa volta ha capito che è meglio non rischiare di far scoprire alla prof. il banco pieno zeppo di formule. Le conseguenze potrebbero essere più dolorose del solito.

A Melody, invece, il cambio di posti sembra non tangere affatto. O almeno finché non raggiunge quello di Castiel. Non appena scorge sul tavolo le numerose scritte, in fila precise ed ordinate, fa per aprire la bocca e rivolgersi alla professoressa, ma il suo sguardo viene prima intercettato da quello fulminante del ragazzo, che si era girato verso di lei e l’aveva tenuta d’occhio fin dall’inizio. Capisce che è meglio tenersi per sé l’informazione, perciò si tappa la bocca roteando gli occhi al cielo.

Tu però constati con una nota di rammarico che ora Castiel si trova proprio di fianco a te, alla tua destra, e speri mentalmente che la sua presenza non ti causi problemi.
Una volta ricevuto il foglio con gli esercizi della verifica, tuttavia, prendi atto che si trattava di una mera illusione. Non hai neanche terminato di leggere tutte le consegne, che già lo scorgi che cerca di attirare la tua attenzione per farsi suggerire, dato che, essendo finito nel banco intonso di Melody, non dispone più di alcun aiuto.

Cerchi di ignorarlo e cominci a risolvere il primo quesito, che fortunatamente si rivela per te facile. Dopo averlo finito, però, avverti il collo di Castiel allungarsi sempre di più verso il tuo banco.
Non vuoi che la professoressa lo scopra, perciò decidi di far finta di non essertene accorta, e sposti il foglio su cui hai scritto la risposta nella parte del banco più lontana dagli occhi indiscreti del rosso.

Questo metodo sembra funzionare, perché per un buon quarto d’ora lui non ti dà alcun fastidio.
Sei pronta ad affrontare l’equazione numero quattro, quando ti vedi piombare sotto il naso come un proiettile una piccola pallina di carta tutta accartocciata. Per poco non salti dalla sedia, e, un pochino alterata, sbuffi per quel gesto avventato e pericoloso.
Osservi per un attimo la sfera irregolare, da cui si intravedono alcune lettere, dopodiché ruoti gli occhi verso Castiel quel tanto che basta per rivolgergli un’espressione vacua. Lui ti invita ad aprirla supplicandoti con le dita incrociate, come se ne andasse della propria vita.
Dopo aver inspirato un grande quantitativo d’aria, scegli, tuo malgrado, di assecondarlo.

Tenendo gli occhi fissi sulla professoressa per assicurarti che non ti veda, afferri la pallina di carta e la porti sul tuo ventre. Una volta aperta, leggi un messaggio scritto con una grafia a dir poco pessima.


Sbuffi di nuovo, questa volta più rumorosamente. Non sopporti quelli che copiano. E a maggior ragione se non provano nemmeno ad impegnarsi, ma confidano unicamente nella misericordia dei più bravi. L’unica cosa che puoi fare, in questi casi, è sperare che prima o poi il karma si ritorca contro di loro.

Ragioni per un attimo sul da farsi. Da un lato saresti contenta di non muovere un solo muscolo e lasciare che Castiel prenda un brutto voto, ma dall’altro, se decidessi di non aiutarlo, potrebbe prenderti in antipatia e sai bene che non conviene affatto diventare un suo nemico.
Presa dunque la tua decisone, ti giri verso di lui e gli fai segno di aspettare. Dopodiché leggi la consegna dell’esercizio otto e cerchi di risolverlo. Chissà per quale motivo, tra l’altro, lui è già a quel numero, mentre tu sei solo al quarto.

Una volta terminato e ricontrollato, stendi sul banco il foglietto che ti aveva lanciato il tuo compagno e, rapidamente, riporti sul retro vuoto l’intera sequenza di espressioni, dalla prima all’ultima cifra.
Stando attenta a non farti beccare dalla professoressa, pieghi con cura il pezzo di carta fino a farlo diventare un bigliettino rettangolare, e con un gesto netto e preciso lo lanci con forza sul banco di Castiel alla tua destra.
Accade, però, che quello scivola e va a finire ben oltre il tavolo del destinatario, più precisamente sulle gambe di Nathaniel.

Il delegato si volta verso di voi stringendo le labbra con sguardo severo in segno di ammonizione. Ma la sua espressione cambia radicalmente non appena vede Castiel sporgersi verso di lui e afferrargli rapido il fogliettino dal proprio grembo.
Con gli occhi sgranati e la bocca aperta Nathaniel si gira subito verso la professoressa nella speranza che lo sgridi. Lei però è concentrata su alcuni compiti di classe e sembra non essersi accorta di un bel niente.

Tiri un sospiro di sollievo e torni a concentrarti sulla tua verifica.
Il tempo di riportare la soluzione sul proprio foglio protocollo, però, che già Castiel riprende ad inviarti segnali per richiamare la tua attenzione.
Ma questa volta la prof. avverte i suoi movimenti, e si alza subito per trascinare il tuo banco più in avanti, fin sotto la cattedra. Allarmata, giuri che se sarai tu a rimetterci a causa di lui, gliela farai pagare. Non sai ancora come, ma sei certa che lo farai.

Fortunatamente, però, la distanza maggiore che adesso vi separa fa in modo che il tuo compagno non ti dia più fastidio per il resto dell’ora, permettendoti così di terminare la verifica in tutta calma.
Una volta conclusa, vai a consegnarla all’insegnante ed esci dalla classe.

Il corridoio è vuoto. Tutti i tuoi compagni che hanno già finito sono scesi in cortile, chi a chiacchierare, chi a fumare. Ma non hai voglia di stare con loro, perciò ti appoggi alla finestra e attendi la fine dell’ora osservandoli dall’alto mentre sembrano parlare di tutto fuorché della verifica appena conclusa.
Certe volte ti domandi come facciano ad essere così allegri, così spensierati. A non avere nessuna preoccupazione, a dimenticarsi in fretta dei problemi.
Ti chiedi come mai i ragazzi preferiscano persone come Rosalya o Kim a te. Eppure, non per essere presuntuosa, ma ti trovi ben più interessante di loro. Quello che intendi dire è che in tutti questi anni le hai sentite discutere sempre e solo di questioni serie e profonde come il loro nuovo taglio di capelli, o le scarpe all’ultima moda che hanno comprato, o la cover per iPhone super trendy per cui hanno speso solo cinquanta euro. Ogni volta che hai provato ad introdurre argomenti più riflessivi, che non fossero legati a vestiti o cosmetici, ti hanno sempre rivolto occhiate annoiate e hanno cercato di chiudere velocemente il discorso.
Lo sai che non lo fanno con cattiveria, perché dopotutto ti vogliono bene, e tu a loro. Però in queste occasioni non puoi fare a meno di sentirti fuori luogo e di chiederti se il problema non sia tu.
Vorresti che almeno una di loro sia come te e ti capisca. Ma l’unico che sembra disposto ad ascoltarti è Alexy. Chissà come faresti senza di lui.

Sei ancora immersa nei tuoi pensieri, quando la porta della classe si apre e ne escono Lysandro e Castiel.
Mentre il primo continua a camminare verso le scale, il secondo si accorge di te e si ferma per un attimo.
«Ah, grazie per prima, Violet. Sei la migliore!» esclama con uno sguardo ammiccante e sorridente. Dopodiché si infila una sigaretta in bocca e scende fuori in cortile insieme all’amico.

Le tue labbra si curvano in una smorfia un po’ schifata per il modo insolito con cui si è rivolto a te. Se pensa di poterti abbindolare con i suoi complimenti, si sbaglia di grosso. Forse non se ne rende conto, ma non è una cosa di cui andare fieri, l’essersi fatti suggerire in un compito in classe.
E poi tu non vuoi avere niente a che fare con ragazzi del genere. Non sei come le tue compagne. Loro si sarebbero di certo montate la testa per quelle parole; tu invece le ignorerai senza alcuna difficoltà, e senza neanche accorgertene le avrai già dimenticate.

Ti giri di nuovo verso la finestra e la apri per far entrare un po’ d’aria. Dal cortile giunge il vociare dei tuoi compagni di classe, tra cui riesci a distinguere il timbro sempre sensuale di Rosalya, che si è messa a chiacchierare con Lysandro.
Nonostante i rumori della città e delle altre persone, sei in grado di cogliere un frammento della loro conversazione.
«…allora illuminami, Lys. Avete assunto una cuoca?»
«Non che io sappia. Perché?»
«Perché ho l’impressione che Leigh sia ingrassato. Non ha più la tartaruga. È un evento tragico, capisci?»
«Ma di che ti preoccupi?» All’improvviso di fianco a loro compare Castiel. «Puoi rifarti gli occhi con questa.» E, con un gesto teatrale, si tira vistosamente su la maglietta per mostrare a Rosa quello di cui sembrava aver bisogno.

Non capisci perché, ma senti le guance accaldarsi di colpo. Forse è meglio andarsene in bagno.




Ancor prima di entrare vieni travolta da un profumo di vaniglia soffocante e molto familiare. Ti arresti subito: non hai voglia di incontrare Ambra e le sue amichette oche. Fra tutti gli studenti, lei è senza dubbio la peggiore. Probabilmente non hai mai conosciuto nessuno di tanto egocentrico, viziato e prepotente.

Stai per fare retromarcia in direzione del bagno del secondo piano, quando la porta viene aperta dall’interno e vieni vista in pieno da Charlotte.
Ambra, che si stava sistemando i capelli davanti allo specchio, si accorge subito di te e ti viene velocemente incontro con un falsissimo sorriso stampato sulle labbra.
«Guardate chi c’è, ragazze. La nostra piccola Violet», proclama con una voce palesemente impostata, prima di prenderti a braccetto e trascinarti dentro al bagno. «Allora, come va la vita?» continua, sempre educatamente, parlandoti attraverso lo specchio, ma continuando a sistemarsi i capelli con la mano libera.

Ad ogni suo movimento senti venirti addosso una zaffata del suo profumo, che ora, grazie alla vicinanza, capisci trattarsi in realtà di un balsamo o di uno shampoo.
Non sai bene cosa rispondere o se rispondere. A sinistra sei come attanagliata dalla sua supremazia, mentre a destra incombe la presenza di Charlotte e Li, quasi volessero metterti fretta. Cerchi di nascondere il tuo nervosismo tenendo gli occhi bassi.

«Tutto a posto», riesci a sussurrare appena.
«Come? Non abbiamo sentito», ribatte la biondina, lanciando un’occhiata alle altre due, che, trattenendo una risata, confermano ciò che ha riferito per loro l’amica.

«Sto bene», menti di nuovo, questa volta con un tono un po’ più forte.
Anche se non osi voltarti a guardarla, avverti che ora gli occhi di Ambra si stanno spostando velocemente dal tuo viso ai tuoi vestiti, senza tralasciare il minimo dettaglio della tua persona.

«La verifica?» domanda con evidente disinteresse, tornando ad agghindarsi e dimostrando che in realtà le interessa ben poco di ciò che provi.
«Fattibile», rispondi secca.
«Ho visto che Castiel ti continuava a rompere le scatole…» Ah, ecco dove voleva arrivare, con quel suo teatrino! «Che cosa voleva?»
«Niente, solo le risposte dei problemi.»
Alzi appena lo sguardo per notare che sul volto di Ambra è comparso dapprima un grande sorriso; poi, di colpo, la ragazza scoppia fragorosamente a ridere. Allo stesso tempo emette uno strano suono, una specie di sospiro, come a dire “e io che mi ero preoccupata”.

«Posso darti un consiglio spassionato, da amica?» ti domanda dopo essersi ripresa, ancora con le lacrime agli occhi.
Se non fosse per lo stato d’ansia in cui ti trovi, scoppieresti anche tu a ridere: è chiaro che né tu né lei vi consideriate amiche. Fa ribrezzo il livello di falsità che certa gente sia disposta a raggiungere pur di arruffianarsi gli altri.
«Ti consiglio di ignorarlo. È meglio che non frequenti tipi del genere!» dichiara subito con premura Ambra, senza nemmeno aspettare una tua risposta.

Vorresti dirle che tanto non c’è pericolo e che mai ti salterà in mente di frequentarlo, ma senti la presa sul tuo braccio venir meno e te la vedi comparire di fronte. Fai per aprir bocca, ma noti che il sorrisetto sulla sua faccia è scomparso. Ora ti sta scrutando con uno sguardo severo e glaciale.
«Brava Violet», afferma con un timbro non più finto ma molto più roco, mentre alza una mano per darti un pizzicotto piuttosto forte sulla guancia.

Trattieni il fiato senza riuscire a dir nulla, nell’attesa che lei e le altre due siano uscite dal bagno.
Rimasta finalmente sola, puoi tirare un sospiro di sollievo. Al tempo stesso, però, sei arrabbiata con te stessa per non aver avuto il coraggio di ribattere alle provocazioni e alle finte attenzioni di Ambra. Detesti il modo in cui ti ha trattata, ma ancor di più l’averla lasciata dire e fare di te ciò che voleva. Se solo non fossi così insicura, la situazione si sarebbe potuta capovolgere a tuo favore.

Stringi con forza un lato del lavandino davanti a te, ma la pietra bianca non ne vuole sapere di piegarsi.
Che poi, chi si crede di essere? Non hai certo bisogno dei suoi consigli su come comportarti con Castiel: puoi provvedere benissimo a te stessa. E questa sua aria di sufficienza è veramente fastidiosa. Come se pensasse che tu non sia all’altezza di lui.
Per quale motivo ti ha chiesto di lasciarlo perdere? Che lei sia invaghita del rosso, questo è chiaro e lo sa tutta la scuola, ma si sa anche che tu sei l’ultima persona alla quale interesserebbe un tipo come lui. O viceversa.

Deve averlo controllato per tutto il tempo durante la verifica; per questo motivo avrà notato il vostro scambio di biglietti e si sarà fatta strane idee. Come se a te potesse importare di Castiel! O come se a Castiel potessi importare tu! È incredibile come ti abbia detto di stargli alla larga. Che, ha paura che glielo rubi? Possibile che ti abbia vista come una minaccia?
Sarebbe davvero divertente vedere Castiel preferire una come te ad Ambra.

Le tue labbra si inarcano in un sorrisetto. Per come stanno messe ora le cose, di certo tu hai un vantaggio su di lei. A te Castiel ha già dichiarato la sua stima pochi minuti fa, mentre verso Ambra non ha un rapporto molto roseo. Non la odia, ma non la considera nemmeno. Prova una stabile indifferenza, diciamo.
Alzando gli occhi verso lo specchio ti sorprendi nel ritrovarti addosso uno sguardo diverso dal solito. Uno sguardo di sfida.

Perché dargliela vinta? pensi, è ora che qualcuno gliela faccia pagare.
Perciò, senza perdere ulteriore tempo, ti dai una sistemata ai capelli e torni di corsa in classe.







Salve a tutti!
È passato un bel po’ di tempo dall’ultima storia che ho scritto su questo fandom (se non contiamo l’ultimo capitolo di NaC). Questa fanfic cominciai ad abbozzarla nel lontano luglio 2016, quindi ben due anni fa. Ma, memore degli imperdonabili tempi di attesa che avevate dovuto sorbirvi con, appunto, NaC, questa volta mi ero ripromessa di pubblicare una long non prima di averla finita di scrivere completamente.
Perciò non temete: questa volta non c’è il rischio di non leggere il finale :°D
E vi dico subito che i capitoli saranno in tutto cinque.

Che altro dire? Beh, come avrete capito, l’idea nasce dalla domanda Come potrebbe essere la coppia VioletxCastiel? O meglio, Potrebbe esistere?
Ma non voglio spoilerarvi nulla :)

Diciamo solo che ho voluto essere il più realistica possibile, facendo accadere cose plausibili nella quotidianità di una scuola. Su questo ci tornerò nei capitoli successivi, soprattutto nel penultimo. Vedrete ù_u

Vi ringrazio di aver letto fin qui, e vi aspetto al prossimo capitolo, che pubblicherò presto :)
Hasta luego!

Yutsu Tsuki


   
 
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