La luce dell'amore
Forse sarebbe bastato un Lumos. Era un semplice incantesimo,
ma se solo avesse funzionato sulla sua anima, avrebbe potuto accenderla di ben
altre speranze.
Il coraggio non le mancava di certo, ma in quei frangenti
terribili non percepire alcun terrore sarebbe stato improbabile.
Lily osservava inquieta la porta e, istante dopo istante,
stringeva sempre più a sé il suo piccolo bambino. Era come se percepisse già la
vita scivolare via dalle sue mani: sapeva di non avere scampo. Proteggere il
suo pargoletto, però, era l'unica consolazione plausibile. Non lo avrebbe visto
crescere, sopravvivere, arrabbiarsi e fare di quella rabbia la propria forza,
ma almeno avrebbe potuto saperlo vivo. Niente più di questo le stava a cuore.
Sentiva i passi calmi e sicuri di quell'essere viscido e
malefico che, piano piano, li raggiungeva con la sicurezza di chi sapeva di
aver già vinto. L'avrebbe spezzata, distrutta e avrebbe spento le sue iridi per
sempre: ma Harry non lo avrebbe preso, mai.
Chiuse gli occhi e tentò di non tremare, ma la paura della
morte sembrava fiatare sul suo collo, pronta ad agguantarla dalle spalle. Non
aveva più tempo: poteva solo parlare al suo bambino, chiedergli di resistere e
di essere forte. Poteva decantare il suo amore materno, poteva sperare che
questo sarebbe bastato a imprimergli addosso un marchio di protezione e
fiducia: voleva che fosse protetto, doveva essere lei ad assicurargli il futuro
che non avrebbero più vissuto insieme.
I buoni propositi che si era ripromessa il giorno della sua
nascita si erano ridotti a quel solo momento; non era questo il compito di un
genitore? Assicurare una vita al proprio bambino, per quanto spoglia e priva di
serenità.
Quando ormai era troppo tardi, si ritrovò a dover compiere
l'atto più difficile e doloroso di tutta la sua vita - ormai agli sgoccioli: si
separò dal suo corpo caldo e morbido, lo adagiò nella sua culla, illusa che
questa avrebbe potuto donargli un po' di sollievo.
Lo guardò un'ultima volta negli occhi e scoprì che erano
ancora più brillanti e simili ai suoi: quello era il patrimonio che lasciava al
mondo. Avrebbe guardato, fatto esperienze e vissuto ancora attraverso le iridi
di suo figlio. Nell'ottenere quella consapevolezza, un misto di dolcezza e
nostalgia la contaminò: a quel punto, persino la morte avrebbe preso le
sembianze di una tenerezza inaspettata.
Si asciugò le lacrime con forza e si alzò. Non voleva
dargliela vinta: non avrebbe lasciato che lui vedesse il suo strazio.
Si voltò verso la porta e si spostò quel tanto che bastava a
coprire Harry con il suo corpo. Un attimo dopo, la superficie liscia di legno
si scostò e la presenza di Lord Voldemort si tramutò in un'immediata maledizione
che la colpì in pieno petto, squarciandolo con un urlo che divampò dal suo
animo, incapace di accettare quella sorte così infima e ingiusta.
Il corpo di Lily cadde con un tonfo sordo al suolo. I suoi
occhi sbarrati e privi di vita rimasero fissi verso il nulla ma, a guardarli
bene, racchiudevano una luce che neppure l'incanto più splendente al mondo
avrebbe saputo replicare: la luce dell'amore.