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Autore: irewolfsoul    24/08/2018    0 recensioni
Thomas si sveglia nella radura dopo quella che, per quel che ricorda, è stata la notte più bella della sua vita. Newt dorme beato usando la sua gamba come cuscino, ed è bellissimo come il primo giorno.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt/Thomas
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Just Kids In Love'
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Un suono lontano, vago e indistinto, gli solleticò la coscienza, attirandolo sempre di più verso la dormiveglia. Dopo qualche minuto, oltre al brusio costante arrivò un timido bagliore soffuso.
Thomas schiuse lentamente le palpebre, godendosi quei pochi secondi di calma che gli restavano prima di svegliarsi del tutto. La luce delicata era effetto dell'alba che gettava i propri colori caldi sulla Radura, tingendo vivacemente il cielo, il sole ancora nascosto dietro le cupe mura che proteggevano quel manipolo di ragazzi dagli orrori del Labirinto. Il fruscio delle foglie lo accolse da sopra la sua testa, rivelandogli la fonte del rilassante rumore continuo.

×××
Sunrise with you on my chest
No blinds in the place where I live
Daybreak open your eyes
×××

 
Prendendo un po' più consapevolezza di ciò che lo circondava, sentì qualcosa di caldo e morbido pesargli sulle cosce e respirò l'aria verde del boschetto delle Faccemorte, il suo posto preferito nonostante l'atmosfera macabra del sottobosco.
Abbassò lo sguardo e si ricordò di cosa ci fosse sulle gambe, o meglio chi: il ragazzo dai lunghi capelli biondi e le braccia forti, a torso nudo. Sembrava così pacifico quando dormiva, con le labbra schiuse e la guancia destra spalmata contro la coscia del compagno, la chioma scompigliata, il respiro leggero accompagnato da un lievissimo russare.
«Newt?» chiamo piano Thomas. L'altro mugugnò qualcosa di incompiuto e incomprensibile, sistemando meglio la testa sul cuscino umano.
«È l'alba»
Il biondo aprì gli occhi con uno sforzo, ma fu ben felice dell'immagine che trovò ad aspettarlo e sorrise assonnato: «Buongiorno, Fagio»
«Dormito bene?»
«Sei meglio come cuscino che come Spalatore» ribatté divertito, tirandosi su a sedere e guardando Thomas; poi si sporse in avanti e si appoggiò al suo petto con un sospiro impercettibile. Il castano gli avvolse una mano intorno alla spalla.

×××
'Cause this was only ever meant to be for one night
Still, we're changing our minds here
Be yours, be my dear
×××

 
Doveva durare soltanto una notte, niente di più. Cos'era stato? Un po' di svago, forse, o un'alternativa data dalla mancanza di ragazze nella Radura. Ma ora che osservava Newt, il cui volto era nascosto dalle ciocche di capelli arruffati, non ne era più tanto sicuro; avrebbe davvero dimenticato tutto? Cancellato ogni piacevole dettaglio di quella nottata, come i Creatori avevano già fatto con il resto dei suoi ricordi? O almeno buona parte di essi.
Una delle cose di cui era certo, nonostante non avesse memoria di averlo provato in prima persona nella sua vita pre-Labirinto, era quanto gli sembrasse così... Naturale. L'immagine di sé stesso insieme a Newt non gli provocava alcun ribrezzo, anzi. Pensò a Teresa, la ragazza in coma nel Casolare, e al legame che percepiva verso di lei, molto probabilmente dovuto ad una relazione al di fuori di quell'inferno - potevano essere stati fidanzati o parenti, per quanto ne sapeva - e anche quell'immagine non lo disturbò. Si chiese se fosse normale.
Ma Newt lo riportò coi piedi per terra: «Sei caduto in un cacchio di coma anche tu?» si girò quanto bastava per permettere al castano di ammirare le sue iridi meravigliosamente ricche di sfumature.
«Non ancora, no» Thomas strinse delicatamente la presa sulla sua spalla e chinò il capo per baciarlo lentamente.
«Tommy, quei pezzi di sploff si staranno svegliando» lo rimproverò senza rabbia, staccandosi, più infastidito dai Radurai che dal comportamento del compagno che aveva, al contrario, apprezzato.
Il castano si fece improvvisamente turbato, le sopracciglia vagamente aggrottate: «Dici che ci hanno visti?»
«Può darsi, non lo so» fece spallucce Newt «Comunque, prima o poi dovranno farsene una ragione»
A quelle parole, cadde il silenzio, rotto solo dal lieve fruscio delle foglie. Thomas non voleva che finisse lì. Sin da quando era uscito dalla Scatola, spaesato e terrorizzato e con troppe domande in testa, l'unico appiglio era stato Newt: dalla sua gentilezza dolce al suo caldo accento pesante, dal suo essere saggio e giusto al suo saper essere un ottimo amico. E stare con lui era un po' come vivere una tanto anelata giornata d'estate in pieno inverno.
Ecco un'altra cosa che ricordava a metà: sapeva cosa fossero i pupazzi di neve, riconosceva le montagne solcate da impianti sciistici, ma nessun viso o nome dava chiarezza alla memoria. Sospirò per la frustrazione.

×××
I can't see one thing wrong
Between the both of us
Be mine, be mine, yeah
Anytime, anytime
×××

 
«Tommy?» fece il ragazzo sul suo petto.
«Mh?»
«Finiremo per dimenticare anche questo?» chiese, quasi gli avesse letto nel pensiero.
«Dipende se lo vuoi o no»
«Caspio, mi faccio venire il diabete da solo» Newt imprecò, ma scosse la testa «Non voglio farlo, Fagio, no»
«Nemmeno io» disse Thomas, seguendo con lo sguardo il corso delle vene sporgenti sulle braccia del ragazzo «Solo... Non vedo niente di sbagliato in tutto questo, tra di noi»
Il biondo si scollò dal suo corpo e lo guardò fisso negli occhi: «Bene così. Io la penso allo stesso modo»
In lontananza, la testa di un Raduraio sbucò dall'erba su cui era sdraiato; si alzò con calma e andò a svegliare un compagno.
«Credevo di sapere molte più cose» aggiunse Newt, osservando con finta disattenzione i movimenti dei due ragazzi «Qui nella Radura le cose andavano tutto sommato bene e io non mi ponevo troppi problemi, più o meno» tornò a concentrarsi sul compagno «Poi è arrivato quel pive di Thomas e ha gettato tutto all'aria» parlò con tono seccato, ma l'ombra di un sorrisetto sul suo volto diceva il contrario «Però, da quando sei qui, tutto sembra giusto. Meno spaventoso»
«Sono qui da tre giorni, Newt»
«Insomma, cacchio, sono bastati» sbottò mentre le guance gli si tingevano vagamente di rosso. Thomas si sporse nuovamente e sfiorò il suo naso con il proprio, il respiro caldo sulla pelle, e lo baciò ancora, con delicatezza. L'altro ricambiò all'istante, posandogli le mani sui fianchi, trovando la strada sotto la maglietta blu scuro; quelle del compagno finirono sulle sue spalle a sfiorare i capelli lunghi e morbidi, percependo chiaramente la pelle liscia sotto i polpastrelli. La Radura, il Labirinto, i Dolenti, i Creatori: in quel momento non esisteva più nulla, salvo loro.
Thomas e Newt, Newt e Thomas. Suonava così bene.

×××
Every night I'm with you I fall more in love
Now I'm laying by your side
Everything feels right since you came along
×××

Alcuni baci più tardi, il sole che proseguiva inesorabilmente la sua scalata verso lo zenit, il biondo si alzò in piedi e si infilò la maglietta grigio-verde stropicciata, abbandonata ai piedi dell'albero lì accanto.
«Ora di andare, Fagio» comunicò, notando che Minho si era già svegliato ed era intento a riscaldare i muscoli «Il Labirinto ti aspetta, muoviti o rimarrai là dentro un'altra volta» gli tese una mano per aiutarlo e l'altro l'afferrò deciso.
Camminarono attraverso il bosco delle Faccemorte con gli indici agganciati, felici e grati dalla sensazione che sprigionava quel semplice tocco, ma appena furono fuori dalla vegetazione, sotto gli occhi di tutti, si dovettero separare.
«Buona fortuna, Tommy» Newt lo salutò con un cenno del capo, mimando due parole con il labiale che il compagno comprese al volo: "Ti amo"
Rispose "Anche io" allo stesso modo, con un sorriso, e si allontanò di corsa, raggiungendo Minho e gli altri Velocisti.
No, non c'era proprio niente di sbagliato in loro.
   
 
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