Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Katris_    24/08/2018    1 recensioni
Un segreto lega Draco Malfoy a Hermione Granger, nemici da una vita e rivali da sempre.
Perché tutti sembrano nascondere la verità alla Grifondoro?
Vogliono forse...proteggerla?
Hermione è forte, brillante, coraggiosa come pochi lo sono stati prima di lei, testarda ed altruista.
Ma è umana, e per avere solo diciassette anni ha vissuto abbastanza avventure per una vita intera in compagnia dei suoi due amici, Harry e Ron.
Sarà ancora la stessa Hermione Granger quando si ritroverà da sola nelle mani del Serpeverde, scampata alla morte per un soffio? 
Ginny Weasley, la combattiva Ginny Weasley, non vede altra soluzione che mollare.
Vorrebbe mollare così tanto...
Perché è difficile aspettare per qualcosa che sai potrebbe non avvenire mai, ma è ancora più difficile arrendersi quando sai che è tutto ciò che vuoi.
 
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Lost and Found



 

L’aria fresca di maggio soffiava dolcemente sul viso della ragazza.

Ad Hogwarts le giornate di sole erano più che rare tanto che, quando si presentava l’occasione, i professori erano ben contenti di trascorrere le lezioni nel Cortile di Pietra o in quello di Trasfigurazione e a lezioni finite erano molti gli studenti che preferivano studiare all’aria aperta piuttosto che sorbirsi le lamentele di Madame Pince su quanto il caldo rovinasse i suoi amati libri.

Persino Hermione era stata vista nei pressi del Lago Nero più volte, di solito in compagnia di qualcuno.


Ma quella volta, per triste ironia, il sole faceva capolino nel giorno sbagliato, nel giorno che avrebbe segnato per sempre le memorie dei maghi, giovani e non. 
Era il 2 maggio 1998.
Un odore acre si mischiava alla brezza primaverile, sovrastandola.
Hermione si portò una mano alla bocca non appena riconobbe che cosa fosse.
''Questo è…''– lasciò la frase sospesa nell’aria pungente, sperando per una volta di essersi sbagliata.
''Sì. È uno spettacolo orribile.'' – completò Malfoy, lasciando vagare lo sguardo spento e quasi seccato in cerca di qualcuno che tra quelle decina, forse centinaia, di corpi potesse avere anche solo la minima possibilità di rialzarsi. 
Cercava uniformi verdi e argento.

Dopo essere usciti dal castello – sembrava essere sul punto di crollare da un momento all’altro – Hermione lasciò la mano di Draco, con tacito dispiacere di quest’ultimo.
''Harry!''– iniziò a chiamare la Grifondoro, invano.
Sembrava aver perso la razionalità, la calma che le aveva salvato la vita – per non contare quella di Harry e Ron – numerose volte. 
Draco non l’aveva mai vista così: gli occhi vitrei e leggermente socchiusi, le lacrime ormai secche ferme sulle guance arrossate e le sue urla disperate che raschiavano la gola.
Il ritratto della disperazione, dello sconforto, della delusione.
''Non c’è nessuno qui.'' – l’apostrofò subito Draco, sconcertato dall’insolito comportamento della ragazza.      
''Non vivo almeno…''
''Harry! Ron!'' – continuò incurante Hermione. 
Era stanca, ma non riusciva a smettere di gridare, sperando che qualcuno – magari quel qualcuno – avrebbe risposto prima o poi.
Rinunciare non era nella sua natura.
''Ti ho già detto che…'' – iniziò il Serpeverde, ma fu interrotto dalla riccia che si avvicinò a lui, furibonda.
''Tu!'' – sputò furente. Iniziò a spintonarlo, per quanto poteva. Malfoy era il doppio di lei e inoltre non era in grado di vederlo.
''Tu, stupido Purosangue montato!'' – rincarò la dose.
''Tu devi solo tacere! Non mi interessa se ti sei ribellato a tuo padre, se sei andato contro la tua famiglia! Non importa, resterai sempre una debole, insicura e plagiabile serpe. Resterai sempre un assassino!'' – berciò Hermione, sorpresa per prima per quelle parole. 

Tutto ciò che aveva detto era la sacrosanta verità, ne era certa, eppure qualcosa non andava. Era da tutta la vita - precisamente da quando per la prima volta il ragazzo l'aveva chiamata 'Sanguesporco'-che non vedeva l'ora di restituirgli il favore, di scaricargli addosso tutto l'odio che Malfoy le
aveva fatto provare, tutto il male che aveva provato non sentendosi accettata.
Allora perché non aveva provato sollievo nel dire quelle parole, né tantomeno si era sentita soddisfatta? Gli insulti non erano il suo forte, ma questa volta era diverso.
Decise di tacere quella strana sensazione e continuò.


''Se non avessi ucciso il Preside, non saremmo mai arrivati a tutto questo!'' – disse indicando con un cenno del capo la desolazione attorno a loro.
''Neville…Neville non sarebbe morto…sarebbe ancora qui, a parlare delle sue stupide piante! Ron, Ron sarebbe accanto a me, ad aiutarmi, ed Harry…'' – gridò, mentre lentamente si accasciava a terra, stremata.
''Harry saprebbe cosa fare, lui lo saprebbe.''
''Potter non ha mai saputo cosa fare, non capisco perché avrebbe dovuto farlo proprio adesso.'' – rispose insolente il biondo, che era rimasto in silenzio durante lo sfogo della Grifondoro.
Hermione represse a stenti l’istinto di mettergli le mani al collo – non era completamente impazzita, sapeva che ucciderlo non l’avrebbe certo aiutata, rimanendo sola e disarmata – ma non riuscì a trattenere un sorriso provocatorio.
''Perché tu lo sai, vero? Stupida Hermione Granger, dimentica di essere al cospetto del grande e potente Draco Lucius Malfoy, figlio di uno dei più fedeli Mangiamorte di Voldemort, prediletto di quel vile di Piton, assassino di Albus Silente, il preside di questa dannata scuola…devo continuare? Direi che abbiamo abbastanza materiale per sbatterti ad Azkaban e fartici rimanere a vita!'' –
Draco si permise di abbassare lo sguardo, conscio di non essere visto.
''Un vero e proprio Salvatore del Mondo Magico...'' – mormorò Hermione con amarezza.

Non riuscì a frenarsi, il suo pensiero andò subito al vero Salvatore del Mondo Magico, il suo amico Harry. Dove era finito? Era ferito? Era…morto?

‘’Senti, io non voglio né la tua pietà né…’’ – il biondo interruppe i suoi pensieri ed Hermione, alzatasi in piedi con uno scatto, gli fece segno di tacere.
‘’Come osi…’ – alzò la voce indispettito, ma venne nuovamente interrotto dalla ragazza.
‘’Vuoi stare zitto, per l’amor del cielo? Ho sentito qualcosa.’’
Draco iniziò a girarsi intorno, tendendo le orecchie e strofinando la punta della sua bacchetta con gesti nervosi. 
Non era pronto a combattere, non di nuovo.
‘’Qualcosa…cosa?’’ Ma non appena finì la frase sentì un rantolio proveniente da dietro una colonna.
 
 








 
Quel rantolio portava il nome di Ronald Bilius Weasley, meglio conosciuto come Ron o Pel di Carota.
Egli non andava particolarmente fiero riguardo quest’ultimo soprannome, dato che non l’aveva scelto lui di nascere con quel rosso-arancione, emblema della sua famiglia di provenienza, e munito di spruzzate di lentiggini su tutto il viso.

Quel ‘marchio di famiglia’ li accumunava per un certo senso ai Malfoy – entrambe le famiglie rabbrividivano al pensiero – anche se i Weasley potevano vantare solamente la purezza del proprio sangue magico e non certo bacchette lussuosamente elaborate, libri di prima mano con vergini rilegature, tuniche nuove e perfettamente linde, scope dell’ultimo modello…

Uno dei più grandi pregi dei Weasley però, come aveva sostenuto Hermione numerose volte, stava nella loro sincerità e fedeltà, doti molto più importanti della ricchezza – ‘’Oh Hermione, voi Babbani siete molto intelligenti a pensarla così, scommetto che nel vostro mondo siete tutti gentili tra voi e non badate a pregiudizi!’’ le aveva detto una volta Arthur Wealey, con gli occhi colmi di ammirazione – e soprattutto molto rare.
Hermione non aveva mai conosciuto nessuno più leale dei fratelli Weasley, sia quelli più intelligenti – Bill, Percy, Charllie e Ginny – sia quelli che non ci provavano nemmeno a utilizzare il cervellino che mamma Molly aveva fornito loro se non per combinare guai – ovviamente i gemelli e Ron –.


Sta di fatto che Ron fu fortunato quel giorno e si salvò proprio per i suoi capelli, semplicemente per il fatto che nessuno lo avrebbe notato dietro una colonna di marmo, nascosto da una siepe e raggomitolato su se stesso, se non fosse stato per l’acceso colore che tingeva la sua testa.
Il ragazzo rantolava convulsamente, in preda al panico.
I suoi versi attirarono l’attenzione della giovane Grifondoro – l’aveva riconosciuto, erano gli stessi lamenti che aveva fatto quando si era strappato durante la Smaterializzazione per scappare dai Ghermidori – che aiutata da Draco si precipitò subito in suo soccorso.
‘’Ron! Ron, mi senti?’’ – gridò, passando i polpastrelli lungo il viso, cercando di immaginare l’aspetto tumefatto dell’amico.

Draco rimase interdetto: la ragazza non ci vedeva, eppure aveva riconosciuto Weasley. Forse il loro legame era davvero così leggendario come si vociferava in giro.
Il Golden Trio non passava inosservato nei corridoi di Hogwarts ed erano molti i pettegolezzi riguardo una possibile relazione all’interno del gruppo e a un probabile triangolo amoroso.
Voci che qualcuno aveva messo a tacere.

Il giovane Weasley sembrò non accorgersi della sua presenza; continuava a dimenarsi, con gli occhi chiusi e le mani a pugno, lottando contro i demoni della sua mente.
‘’Lascia fare a me’’ – intervenne Draco, che con un abile gesto del braccio allontanò Hermione dal corpo del rosso, con una non indifferente soddisfazione. Gli prese il volto tra le mani, maledicendosi per aver toccato un Weasley, e lo ispezionò attentamente. Eccetto il sangue che gli contornava il viso, sembrava apposto. 
Certo, Weasel non era mai stato un adone, perciò non era messo tanto peggio di quanto non lo fosse normalmente…
Draco ghignò a quel pensiero.
‘’Allora?’’ – chiese trepidante Hermione, che era rimasta in disparte torturandosi le mani. Accidenti alla sua cecità momentanea! Per quanto ne sapeva Malfoy poteva benissimo averlo ucciso o magari gli aveva inferto una potentissima fattura che solo lui e la sua maledetta Casa conoscevano…
No, non doveva pensarci o sarebbe scoppiata in lacrime un’altra volta.
Un lampo giallo simile a una saetta si diffuse attorno a loro, rilasciando un suono elettrico che drizzò la pelle di Hermione.
‘’C-Che cosa hai fatto?’’ – non riuscì a non balbettare la riccia. Fece due passi in avanti e si inginocchiò a terra servendosi del tatto per raggiungere i due maghi.
Sentì accanto a sé il respiro gelido e regolare di Malfoy e, senza alcun preavviso, gli saltò addosso. Teneva stretta tra le mani la sua giacca – la più costosa del mercato ovviamente – e non sembrava intenzionata a lasciare la presa.
Non era certo quello il tipo di contatto a cui lui aspirava.
‘’Se lo hai ucciso…’’ – minacciò, continuando a stringere con forza i lembi del vestito.
‘’Granger calmati, o qua va a finire male.’’

Ma fortunatamente, prima che potesse succedere l’inevitabile, entrambi udirono una serie di colpi di tosse. Hermione si staccò di colpo, come se si fosse accorta solo in quel momento di quanto fosse pericolosamente vicina al Serpeverde.
‘’Mione?’’ – aveva mormorato afono Ron.
Era stato poco più di un sussurro, ma abbastanza per la ragazza in questione da squittire felice ‘’Sono qui Ron, sono qui’’ e avvicinarsi al ragazzo che giaceva stremato a terra. Il suo petto si alzava a ritmo irregolare e i respiri uscivano affannosamente.
‘’Come stai? Cosa ti è successo? Sai…Sai dove sono Harry, Ginny, Luna…’’ – iniziò Hermione. 
Era più forte di lei, anche in quella situazione si stava preoccupando solo ed esclusivamente degli altri. Quasi non le importava della sua salute – d’altronde nessuno si chiedeva mai come stesse lei – e nonostante le condizioni in cui versava avrebbe cercato comunque di essere d’aiuto.
Peccato che a volte questo atteggiamento, questa eccessiva generosità, questo ‘parare il magico didietro a tutto e a tutti continuo’ – come le aveva detto una volta Ginny, stufa di dover vedere l’amica ridursi a uno straccio per aiutare per l’ennesima volta il fratello e il fidanzato con i compiti – non era la scelta migliore. Risultava quasi strano che Hermione non fosse stata smistata in Tassorosso!
L’intelligenza passava in secondo piano, vinta dall’altruismo.
E quante volte Hermione aveva dovuto rinunciare a sé per pensare agli altri…

‘’Un attimo ‘Mione, una domanda alla volta…’’ – sorrise, per quanto poteva, Ron. Era contento che nemmeno la guerra avesse danneggiato la natura curiosa della sua amata Hermione. Notò però qualcosa di strano in lei: non lo guardava negli occhi, le sue grandi nocciole non riuscivano a incontrare il suo sguardo. 
Si accigliò e, accortosi solo in quel momento della presenza di Malfoy, lo guardò furioso.
‘’Che cosa le hai fatto Malfoy?’’ – cercò inutilmente di alzarsi ma un dolore lancinante alla schiena lo prese alla sprovvista e schiantò al suolo. Per quanto la fitta lo sfiancasse, si appoggiò al gomito sinistro mentre con la mano destra sfilava dalla tasca dei pantaloni la sua bacchetta. La puntò deciso contro il rivale.  
‘’Perché non vede?’’ – sembrò arrivare a una conclusione un momento dopo. ‘’Lurido bastardo, le hai tolto la vista!’’
‘’Non ti scaldare troppo Weasley, non vorrei salvarti la vita un’altra volta.’’ – calcò Draco sulle ultime parole. ‘’L’ho trovata già così’’ – disse, quasi si stesse parlando di un oggetto.
Hermione mise – per questa volta – da parte l’orgoglio femminile e sospirò: ‘’Non ti preoccupare per me, Ron. Adesso sei tu il problema più grande, d’accordo? Penseremo a qualcosa, io e te, come abbiamo sempre fatto.’’
E così, quasi a suggellare quella promessa, Ron prese il viso della ragazza fra le mani, le accarezzò dolcemente gli zigomi e, premurandosi di essere visto da Malfoy, la baciò.
Presa alla sprovvista, Hermione non rispose subito al bacio. Un debole sorriso si dipinse sul suo viso.

‘’Dov’è Potter?’’ – si intromise Draco, che ne aveva abbastanza di tutta quella dolcezza.
Quella dolcezza rivolta a lei…
Il rosso si staccò controvoglia, imprecando contro Malfoy.
‘’Sì, dov’è Harry, Ron?’’ – domandò anche Hermione con le labbra gonfie. 
Aveva appena ritrovato il suo amico e quel bacio le aveva per un attimo annebbiato la mente.
‘’L’ultima volta che l’ho visto è stata nella Stanza delle Necessità. Era accanto a te Hermione, ricordi? Stavamo scappando da un Ardemonio che qualcuno’’ – guardò torvo il Serpeverde, per niente toccato da quelle parole – ‘’ci aveva lanciato contro.’’
‘’Stupidi noi che vi abbiamo anche aiutato!’’ – si maledisse Ron. Quando Harry, montati tutti e tre sulle scope e ancora accaldati per la corsa, aveva fatto retromarcia ed era andato a recuperare Malfoy e compagnia, aveva voluto mettergli le mani al collo.
La magia è bellissima, ma la soddisfazione di strozzare qualcuno con le proprie mani, di sentire il contatto fisico è inappagabile. 
Prendersi un pugno qualche volta non fa male, aiuta lo spirito a fargli capire che cazzata abbia appena fatto...
Ah! quanti schiaffoni e manrovesci erano arrivati da mamma Molly a lui e ai suoi fratelli, eccetto Ginny ovviamente. Ginny la scampava sempre. Non perché fosse un angioletto – assolutamente, gran parte degli scherzi di Fred e George erano opera sua – ma perché si sa, per le femmine, le piccole di casa, basta strizzare un po’ gli occhi, abbassare la testa e tirare su con il naso che la colpa magicamente diventa dei fratelli maggiori.

Ron non avrebbe mai immaginato che proprio in quel preciso momento la sua indifesa sorellina stava combattendo con tutte le sue forze per aiutare Neville, Luna ed alcuni Tassorosso, caricando il suo amico sulle sue spalle, incurante della ferita alla gamba che partiva dal ginocchio.

‘’Se Harry non è qui, vuol dire che…’’ – il rosso non riuscì a finire la frase che il terrore si impadronì di lui. Le pupille si allargavano e si stringevano in preda al panico.
E poi successe tutto velocemente.
Tornò a contorcersi, sdraiato nella stessa posizione in cui era stato trovato pochi minuti prima, fino a che uno schiocco fermò le sue convulsioni.
Era rigido, innaturale.
Sembrava essere sotto Petrificus Totalus.
Duro come il ghiaccio.
 



 
‘’Smettila Granger. Non c’è più niente da fare.’’ – ripeté Draco per la terza volta.
Hermione continuava a spingere con le mani intrecciate sul petto di Ron e sul suo cuore, che aveva smesso di battere da ormai troppo tempo.
‘’Ti prego Ron, se questo è uno dei tuoi soliti scherzi…non è divertente…’’’ – mormorò con voce rotta.
Non sapeva spiegarselo – lei! Hermione Granger non riusciva a capire! – fino a un momento prima parlava e poi l’attimo successivo aveva smesso di colpo.
Non c’era altra spiegazione: Ron stava scherzando. Avrebbe addirittura inscenato la sua morte pur di strappare una risata agli altri. Sì, ne sarebbe stato capace. Hermione non era la fan numero dei suoi scherzi e del suo contorto senso dell’umorismo, ma questa volta non era davvero divertente.

‘’Malfoy, di che colore sono i suoi occhi?’’
Draco rimase in silenzio, scatenando così la rabbia di Hermione.
‘’Dimmelo!’’ – urlò disperata. Quello non era proprio il momento di tornare il vecchio Malfoy.
Tornare? 
Quando mai era cambiato? 
Hermione rimase interdetta per quel suo lapsus.
Il biondo si avvicinò riluttante a Ron, con una lentezza che stava mettendo a dura prova i nervi di Hermione.
‘’Sono tetri e senza colore. Suppongo anche senza vita. Le pupille sono molto dilatate e le iridi si stanno scurendo.’’ – sentenziò senza alcun emozione nella voce. Fece un passo indietro e tornò alle spalle della ragazza.
Hermione tirò su con il naso e si asciugò il viso con la manica dell’uniforme sgualcita. 

Sua madre Jane odiava quell’uniforme.
La prima volta che aveva visto la figlia indossare quel capo così privo di carattere e ordinario si era ricreduta sul mondo dei maghi.
‘’Non è possibile che ti facciano andare in giro così!’’ – aveva detto scuotendo il capo in segno di disapprovazione. ‘’È così…poco femminile. A malapena si capisce che sei una ragazza, Hermione!’’
Alla fine Jane Granger aveva dovuto accettare l’abbigliamento della figlia – a quanto pare non poteva farci niente, nemmeno accorciare un po’ la gonna o mettere una spilla su quella cravatta così maschile – con il permesso però che durante le vacanze, quando Hermione era a casa con loro, fosse lei a decidere il suo guardaroba. La ragazza aveva accettato alzando gli occhi al cielo; se bastava c0sì poco per fare felice la madre, si sarebbe andata far bene un po’di torture al femminile. 
Non lo avrebbe mai ammesso a voce alta, ma in fondo in fondo non le dispiaceva osare un po’ qualche volta, abbinando una bella gonna a un’elegante camicetta.
Gli ultimi anni ad Hogwarts si era ritrovata addirittura a indossare quotidianamente un paio di orecchini di perle che le aveva regalato sua nonna per il suo quindicesimo compleanno e aveva anche iniziato a curare un po' di più quel nido di uccelli che si ritrovava per capelli.
Questo cambiamento di stile non era passato inosservato agli studenti di Hogwarts, soprattutto alla fauna maschile, che si era finalmente resa conto che anche Hermione Granger era una ragazza, e anche piuttosto carina.

‘’E…e il resto? Sono sicura che se tu mi dessi informazioni più accurate potrei capire cosa gli sia successo, potrei salvarlo…’’ – continuò la ragazza.
‘’Granger non c’è nulla che tu possa fare, mettitelo in testa!’’ – rispose alterato Draco. 
Tutti quei tentennamenti e sentimentalismi lo stavano innervosendo parecchio.
‘’Il suo è stato un momento di lucidità prima di morire, non era guarito! Leggi molti libri, eppure ti è sfuggita una cosa basilare come questa. Medicina elementare!’’
Detto questo, afferrò con forza le braccia della ragazza e avvicinandola a sé le prese il volto. 
Incatenò i suoi occhi color tempesta a quelli ciechi di Hermione. 

Anche se debole, anche se nullo, quel fragile legame bastò per rilassarlo.

‘’Ascoltami, non sarò così falso da dirti che mi dispiace, ma adesso basta piangere.’’ – Hermione sentì una leggera pressione sulle guance e si accorse che Malfoy stava passando i pollici sulle sue lacrime, le stava spazzando via. 
Era troppo stanca per ribellarsi. Lo lasciò fare, non nascondendo il suo stupore per quel gesto.
‘’Voldemort e gli altri potrebbero tornare da un momento all’altro ed io non portò combattere anche per te. Non potrò proteggerti, questa volta. Ti do un minuto per ricomporti, poi ce ne andremo da qua. Intesi?’’ – attese la risposta di Hermione.

La riccia annuì, sapendo che in fondo Malfoy aveva ragione. Non avrebbe mai voluto separarsi da Ron, ma purtroppo non aveva altra scelta. Se Voldemort o uno dei suoi alleati fosse tornato per ammirare il ‘capolavoro’ che avevano fatto, per loro sarebbe stata la fine. 
Lei cieca, senza bacchetta, con un ex-Mangiamorte come alleato…
‘’Fammi un cenno quando hai finito.’’ – disse Draco prima di allontanarsi.

Appena i passi eleganti e cadenzati di Malfoy si fecero lontani, Hermione si accasciò a terra, tastando il terreno in cerca della mano di Ron.
Era ruvida.
''A quanto pare dobbiamo salutarci, Ron. È così quindi che finiranno tutte le nostre avventure?'' – disse in un sussurro.
Sentì uno squarcio nel cuore toglierle il respiro. Tutto quello che lei, Harry e Ron avevano passato in quei sette anni ad Hogwarts – partendo dalla Pietra Filosofale per arrivare infine alla ricerca degli Horcrux –, tutto quello che era successo all’interno e fuori da quelle mura sarebbe svanito, caduto con la stessa Hogwarts, morto.

‘’Troverò Harry, Ron. Lo troverò, te lo prometto! E insieme sconfiggeremo una volta per tutte Voldemort, Bellatrix e tutti quelli che ci hanno fatto del male, che ci hanno provocato solo dolore.’’
Pensò alla Mangiamorte che le aveva lasciato quella cicatrice sul braccio e a Lucius Malfoy, che per anni aveva trattato i Weasley come dei pezzenti, arrivando persino a sacrificare Ginny.

Immaginò un futuro, un futuro non molto lontano, dove finalmente avrebbe avuto la sua rivincita.
Non era da lei essere vendicativa, ma se per anni si era battuta per far valere i diritti di tutti – persino quelli degli elfi – voleva dire che per una volta poteva pensare a rivendicare i suoi soprusi e le ingiustizie subite. 
Per una volta poteva pensare a lei.

‘’Resterai sempre con noi Ron, con me. Non ti dimenticheremo mai e non dovrai farlo nemmeno tu, ovunque sarai.’’ – Hermione accennò un mezzo sorriso, beandosi dell’idea che forse Ron sarebbe stato bene lì, felice, in compagnia di Sirius magari. Pensò per un attimo che forse, in fondo, l’amico era stato più fortunato di lei. 
Lui aveva messo fine alle sue sofferenze, mentre per lei non si poteva dire lo stesso.
Cosa sarebbe successo ora? La guerra era appena cominciata e aveva già perso molto, troppo. Sarebbe mai arrivato un lieto fine anche per lei? Avrebbe mai avuto il futuro che sognava sin da bambina?
Non ne era più sicura, non sapeva più in che cosa sperare.
Proprio una parte di quel suo futuro giaceva inerme fra le sue braccia.
Per la prima volta, Hermione non sapeva più in che cosa credere.

Lentamente gli diede un ultimo bacio.
Nella sua testa tutto gridava ancora! Ancora una carezza, uno sguardo, una parola, si sarebbe accontentata persino di un’altra litigata, un altro battibecco le sarebbe andato bene.
Ma questo non le era concesso.

Con la poca voce rimasta, chiamò Malfoy. 
Il biondo accorse subito da lei, la mise in piedi e aspettò paziente che smettesse di piangere. I suoi gemiti, carichi di dolore, si libravano nell’aria corrotto dal sangue e dalla guerra.
Fu in quel momento che Draco capì perché era la prima volta che Hermione si mostrava così sconsolata.

Era sopraffatta dal dolore della perdita e dalla paura dell’ignoto che questa avrebbe portato.
Quel giorno non aveva perso solo un amico, aveva visto minata la sua realtà. 
La morte di Ron e la scomparsa di Harry avevano segnato la fine della gioventù vissuta fino allora in compagnia dei due amici.
Chi era lei senza Harry e Ron? 
​Aveva perso i suoi punti di riferimento ed era stata costretta, trascinata a forza, in un’altra realtà. 
Una realtà che la vedeva improvvisamente accanto a quello che fino a poche ore prima era il nemico. E doveva fidarsi di lui.
Per avere solo diciassette anni aveva affrontato abbastanza avventure – e pericoli – per una vita intera, ma mai da sola, sempre e solo con Harry e Ron.
Si sentiva rovinata, triste, persa.

L’unica cosa che le sfuggiva era che la risposta era davanti a sé, letteralmente, che non le aveva lasciato la mano da quando aveva detto addio a Ron.

Stava solo a lei permettergli di ritrovarla.




















/aboutme/
Ciaao! Ecco il primo vero capitolo della fanfiction, più lunghino del prologo, non trovate?
Si inizia a capire qualcosa, spero...
Per fare un riassuntino del capitolo e chiarire eventuali dubbi, eccomi qui!

Il contesto è abbastanza chiaro, Seconda Guerra Magica, 2 maggo 1998. A differenza dell'originale, questa data è sì importante, ma non decisiva, poiché Voldemort si è ritirato poco prima del secondo attacco. Ovviamente il motivo verrà spiegato in seguito.
Ci sono state comunque delle perdite (Hermione parla di Neville all'inizio) e il castello di Hogwarts è completamente distrutto.

Parliamo ora di questa Hermione, cieca.
Cieca, perché? eeeh, tempo al tempo.

Vorrei chiarire subito una cosa. 
Okay che questa storia è OOC (figuratevi se Hermione e Draco collaborerebbero nella realtà se non minacciati con una bacchetta alla gola - oddio forse nemmeno in quel caso -) ma il mio intento è quello di mantenere i caratteri e le indoli dei personaggi invariati, adattandoli ovviamente all'occasione ma non stravolgendoli completamente.
Mi pare alquanto strano che due ragazzi che si sono odiati sin dal primo anno inizino ad andare d'amore e d'accordo così a caso.
Certo, in certi momenti Draco appare ben disposto verso Hermione, ma c'è un perché, non è impazzito, tranquilli.
Ricordatevi che nasconde un segreto.

Ma i nostri baldi giovani non fanno nemmeno in tempo ad iniziare a litigare che qualcuno ruba l'attenzione (tipico pf).
Draco fa le sue magie, Hermione impazzisce, Ron si sveglia, Hermione e Ron si baciano, Draco interrompe, Harry non si trova, tutti felici e contenti finché BOOM, COSA STA SUCCEDENDO RON? 
Tralasciando la morte di Ron, tristi o non (di solito nelle Dramioni non si trovano fan del personaggio), capiamo meglio perché Hermione si comporta così stranamente dal solito.

Per collegarci anche al titolo - che in italiano non se può sentì - quello che può sembrare l'apoteosi dell'OOC, in realtà non lo è. O almeno, nei miei pensieri non voleva esserlo.
Lost and Found.
Persa
, è così che si sente Hermione. 
Il suo è un personaggio fenomenale, niente da dire, che ha dimostrato in diverse occasioni il suo coraggio Grifondoro e che spesso ha salvato la pellaccia a lei e ai suoi amici.
Intelligente, astuta e razionale, è così che ricordiamo tutti Hermione.
Ed è così che è in compagnia di Harry e Ron.
Ecco, immaginatevi ora essere nel bel mezzo di un evento traumatico come lo è la guerra in completa solitudine, senza i compagni di una vita.
Alla ragazza vengono tolti Harry - perché non si sa dove caspita si sia cacciato - e Ron - che muore stecchito - ad una velocità impressionante. 
Per quanto ricordi, l'unica volta in cui Hermione si ritrova da sola è al primo anno, quando nel bagno delle ragazze combatte (per modo di dire dato che scappa terrorizzata) con il Troll.
E intervengono Harry e Ron.
Oppure quando venne torturata da Bellatrix, anche se in quel caso le due teste di rapa erano nei settorranei quindi non era propriamente sola.
E in entrambi i casi, non è che andata benissimo eh...

Io non voglio togliere nulla al personaggio di Hermione - è il mio preferito, sarei veramente poco coerente -, ma credo che alla fine il Trio sia così fenomenale proprio perché sono in tre, ognuno pensa anche agli altri, volgarmente detto: l'unione fa la forza.

Ma ora la nostra Hermione è da sola, deve fare affidamento solo su se stessa.
In compagnia di Malfoy per giunta. 
Una passeggiata...
Scusatemi se, senza bacchetta, cieca, l'ho resa una donnina isterica. Rinsavirà, tranquilli.

Found.
Da chi mai sarà stata ritrovata?
Questa potete capirla anche senza il mio magggico aiuto.

Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, in caso contrario avanti con le critiche!
Alla prossima Nota dalla Discutibile Utilità,
Kat.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Katris_