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Autore: Mahlerlucia    25/08/2018    15 recensioni
{Questa OS partecipa alla challenge "La Cocomerata" indetta dal gruppo Facebook “Boys Love - Fanfic & Fanart's World”}
Nagisa si aggrappò con noncuranza al suo braccio e lo strattonò con una certa veemenza. Puntò i suoi occhi in quelli dell'amico e lo implorò silenziosamente di restare e di ascoltarlo.
Cercò di cacciare indietro le lacrime che si erano fatte largo sul suo viso tirando più volte su con il naso. Non voleva piangere di fronte a lui, ma sentiva di non riuscire a controllare degnamente i suoi istinti primordiali.
Per quanto si sentisse in completo imbarazzo, rivolse ancora una volta il viso al compagno e cercò di sorridergli. Era divenuto color porpora fin sulla punta del naso.
“... la squadra... la squadra ha bisogno di te!”
[Nagisa x Rei]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Boys Love - Fanart & Fanfic's World
 

 

Canzone: Shattered - Trading Yesterday

Parole scelte: Cocomero (obbligatoria) - Caldo - Fuochi d'artificio - Ghiaccio

Fandom: Free! - Iwatobi swim club

Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sportivo

Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryūgazaki

Coppia: ReiGisa



 

Promises 

 

 

Yesterday I died, tomorrow's bleeding
Fall into your sunlight
The future's open wide beyond believing
To know why hope dies
Losing what was found, a world so hollow...

 

 

Pomeriggio

 

Nagisa Hazuki stava pensando a tutti gli avvenimenti che in quel difficile periodo della sua vita lo stavano tormentando; tutti tranne quelli che riguardavano più da vicino i suoi doveri di studente liceale.
Se ne stava in piedi impalato, con la fronte schiacciata contro il vetro della finestra della sua camera e di tanto in tanto sbuffava un sospiro sommesso. Non aveva alcuna intenzione di trascorrere l'intero periodo delle vacanze estive chiuso in casa a studiare. Era convinto che fosse la cosa più inutile del mondo restare in quella stanza ad ammuffire sui libri, nel vano tentativo di recuperare le numerose insufficienze che aveva racimolato nel corso di quegli ultimi mesi.

“A cosa mi servirà mai nella vita imparare a calcolare l'area di un romboide? E sapere a menadito tutti gli elementi della tavola periodica? Sono tantissimi... non li memorizzerò mai!”

Parlò al vento, in attesa dell'eventuale risposta di un qualsiasi passante che si trovasse a percorrere accidentalmente la strada adiacente alla sua abitazione. Ma, chiaramente, nessuno si accorse della sua anima ferita.
Nagisa era un ragazzo di indole socievole e chiassosa che mal si sposava con quel contesto fatto di solitudine e desolazione. Specie se nella sua mente correvano desideri ed aspettative ben più allettanti di un buon rendimento scolastico.

“Io voglio gareggiare con Haru!”

Mugugnò un flebile lamento mentre tentava di farsi forza per riprendere in mano il suo lavoro. Tornò a sedersi alla scrivania e nascose il viso tra le mani, per mimetizzare meglio quella tenue disperazione. Provò a far approcciare i suoi occhi alle avulse parole del libro di testo, per poi chiuderli e lasciarsi andare ad un fragoroso sbadiglio. Infine si accoccolò sulle braccia incrociate e chiuse le palpebre, tornando ad immaginare ciò che più lo aggradava da qualche mese a quella parte.

Driiiiin!!!

“Eh?! Chi? Cosa? Quando?”

Nagisa si svegliò di soprassalto udendo il campanello starnazzare a più non posso. Si stropicciò gli occhi e si alzò a fatica dalla sedia per avviarsi verso il piano inferiore del suo appartamento.
I suoi genitori erano partiti per Osaka già da diversi giorni e non lo avevano avvisato di eventuali rientri anticipati. Inoltre, non aspettava nessun altro. Chi poteva mai essere allora?
Arrivò sino all'ingresso e si bloccò per qualche istante prima di decidersi ad aprire. Ci teneva a capire qualcosa di più riguardo alla persona che si trovava dall'altra parte dell'uscio in base alla sua decisione di suonare di nuovo o meno. Ma tutto tacque. Nessuna euforia.
Aprì finalmente la porta non potendo fare altro che rimanere a bocca aperta per lo stupore. Che ci fa lui qua?

“Rei-chan! Pensavo fossi in vacanza!”

Rei Ryūgazaki, il ragazzo più intelligente e studioso della sua classe, si trovava di fronte a lui in tutto il suo inconfutabile splendore.
Lo guardò fin da subito con un discreto tono di sfida impresso negli occhi. Mettendo in mostra un sorriso beffardo, puntò un dito al centro della montatura rossa dei suoi occhiali da vista e se li sistemò a dovere sul setto nasale.

“Buongiorno a te Nagisa-kun. Come va con lo studio?”

Il più basso fra i due si afflosciò su se stesso mentre si scompigliava i lunghi capelli biondi con fare desolato. Il suo sguardo si fece scuro ed un'evidente sensazione d'imbarazzo s'impossessò dei suoi pensieri. In quel momento avrebbe voluto e potuto parlare di qualsiasi argomento, ma non dello studio. E soprattutto, non dei suoi recenti brutti voti. La cosa tragica per lui era il fatto che Rei li conoscesse tutti a memoria e li avesse sempre contestati con una certa aria di superiorità. Se ti fossi impegnato di più invece di perdere tempo a pensare a certe futilità...

“Ah... ehm... proprio ora stavo ripassando geometria...”

Gli occhi del compagno di classe s'illuminarono e divennero enormi. Si sistemò nuovamente gli occhiali, questa volta tenendo una stecca con due dita. Nagisa sapeva bene cosa stava per sentenziare.

“Lo sai che io adoro la geometria. Così come tutte le materie scientifiche.”

Lo so, caspita se lo so. Ogni giorno te ne stai seduto per sei ore consecutive proprio di fronte a me e intervieni continuamente per mostrare a tutti quanto ti piace studiare. Che noia...
Rialzò la testa ed inarcò un sopracciglio. Non capiva il motivo per il quale gli stesse facendo quelle rivelazioni ovvie quanto retoriche. Ryūgazaki aveva il vezzo di apportare ad un livello logico-matematico ogni cosa che gli capitasse a tiro, anche la più quotidiana ed apparentemente insignificante. Si era spesso ritrovato a discutere con l'allenatore del team di atletica, del quale faceva parte dall'inizio dell'anno scolastico. Secondo il suo coach non serviva quell'ossessivo approccio teorico per poter effettuare un buon salto con l'asta.

“Lo so Rei-chan!”

Un pensiero improvviso attraversò la mente del piccolo Hazuki. Si alzò sulle punte delle scarpe e cercò gli occhi dell'altro con insistenza. Quelle enormi iridi color rubino avevano cose piuttosto importanti da chiedergli e non potevano permettersi d'indugiare oltre.

“Rei-chan!”

Gli sorrise, facendolo indietreggiare di un passo e conquistando in un attimo il suo sguardo basito ed incerto.
Gli poggiò le mani sulle spalle per dargli - e darsi - conforto. Ma stava anche perdendo l'equilibrio e non voleva rischiare di capitombolare tra le sue braccia. Non che la cosa gli dispiacesse, semplicemente temeva la sua reazione.

“Non puoi provare a chiedermi quello che sta passando nella tua testa in maniera normale?”

“Sei venuto per dirmi che hai deciso di iscriverti al club di nuoto, non è vero?”

Rei restò allibito. Smise di protestare con l'unico intento di far scrollare l'altro dalle sue spalle e si limitò a restare in silenzio. Sistemò di nuovo gli occhiali e aggrottò la fronte, fingendosi adirato per quella domanda che veniva fuori ogniqualvolta i due s'incrociavano in aula o nei corridoi della scuola. Hazuki sei un vero tormento...
Girò la testa per non guardarlo negli occhi mentre cercava di formulare l'unica risposta plausibile. Non aveva alcuna intenzione di ferirlo, ma doveva essere onesto. Non voleva assecondarlo, o almeno, non così facilmente.

“No, nella maniera più assoluta. Il nuoto non è uno sport che mette in risalto la bellezza dell'anatomia umana come la intendo io. Non ho nessuna intenzione di diventare un inutile pesce e regredire nei movimenti. Io sono un membro del club di atletica e tale rimarrò. Non insistere più, Nagisa!”

“Oh!”

Il ragazzo lo sgravò dalla sua presa insistente e riportò i talloni a terra, tornando a rivedere il mondo dal suo solito punto di vista: quello della sua scarsa statura. Strinse i pugni e fece di tutto per non imprecare. Non avrebbe risolto nulla in quel modo. Rei Ryūgazaki era più testardo di un mulo e più convinto di uno scienziato famoso.

“Capisco... allora perché sei venuto fino a casa mia?”

“Non lo capisci?! Ti devo spiegare io che i tuoi voti sono molto più importanti e decisivi del tuo club di nuoto?”

“No, ci pensano già i miei genitori.”

“Direi che hanno la mia piena approvazione!”

“Ma io voglio nuotare con Haruka e Makoto!”

Rei sgranò gli occhi ed arrossì prendendo atto dell'esagerata foga con cui Nagisa aveva dato voce proprio a quell'ultimo pensiero carico di rabbia repressa. Non aveva mai avuto occasione di vederlo così agitato e furente, specie quando erano stati menzionati sua madre e suo padre. Non approvavano davvero la sua scelta di aprire un club di nuoto?
Sospirò, pensando che non poteva far altro che trovare un idoneo compromesso per dare un senso a quella sua improvvisata a casa sua. Nagisa non aveva alcuna intenzione di mollare la presa sulla questione relativa al nuoto e lui ne avrebbe sentito parlare ancora per un bel po' di tempo.
No, non erano queste le motivazioni più importanti, non poteva mentire a sé stesso. La verità era che non poteva sopportare di vederlo in quello stato. Gli dispiaceva molto più di quanto potesse ammettere.
Doveva rimediare e sentiva di avere una soluzione plausibile a portata di mano.

“Facciamo un patto Nagisa-kun...”

“Un patto?”

“Tu ti decidi ad impegnarti seriamente per recuperare tutte le tue insufficienze e io... beh... magari verrò qualche volta ad assistere alle vostre gare.”

Nagisa fissò il compagno di classe con espressione torva. Quella proposta non gli sembrava nient'altro che una presa in giro bella e buona. Avrebbe dovuto spaccarsi in due sui libri per avere giusto uno spettatore in più alla prossima staffetta a squadre? Non era in grado di dire nemmeno se ci sarebbe mai stata una vera squadra di nuoto alla Iwatobi. No, non ci sto. Non mi basta.

“Facciamo che per ogni insufficienza recuperata tu parteciperai ad una staffetta mista con noi!”

“Assolutamente no!”

“Allora niente, nessun patto e amici come prima.”

“Beh, tanto le insufficienze sono tue, non mie. Ero venuto proprio per darti una mano. Ma, a quanto pare, non sembri molto interessato. Ti saluto...”

“Rei-chan! Aspetta!”

Nagisa si aggrappò con noncuranza al suo braccio e lo strattonò con una certa veemenza. Puntò i suoi occhi in quelli dell'amico e lo implorò silenziosamente di restare e di ascoltarlo. Almeno tu Rei-chan, ascoltami!
Cercò di cacciare indietro le lacrime che si erano fatte largo sul suo viso tirando più volte su con il naso. Non voleva piangere di fronte a lui, ma sentiva di non riuscire a controllare degnamente i suoi istinti primordiali.
Per quanto si sentisse in completo imbarazzo, rivolse ancora una volta il viso al compagno e cercò di sorridergli. Era divenuto color porpora fin sulla punta del naso.

“... la squadra... la squadra ha bisogno di te!”

Rei emise un leggero sospiro chiudendo gli occhi per pensare alla cosa più giusta da fare in quella delicata situazione. Negarsi un'altra volta avrebbe costituito il colpo di grazia per quella povera anima fragile che continuava a tormentargli il braccio con una certa insistenza. Non aveva la forza nemmeno di guardarlo nella giusta maniera, dentro quegli occhi lucidi di dispiacere misto a frustrazione. Nagisa era riuscito a trovare la sua valvola di sfogo nel nuoto e questo lo aveva distratto dai doveri prettamente scolastici portandolo, di conseguenza, a far infuriare i genitori. Venne da sé che questi ultimi non avessero approvato la sua fonte principale di pura negligenza nei confronti dello studio. Non era stato difficile notare alcuni piccoli momenti di chiusura totale del ragazzo nei confronti dei compagni di classe e degli amici del club di nuoto. C'era qualcosa che non andava nel profondo della sua anima e la cosa gli creava un forte dispiacere, per quanto cercasse di essere forte e far finta che nulla di grave fosse mai accaduto.
Ma non era così e lo sapevano bene entrambi.

“Nagisa-kun... che ne dici se prima ci dedichiamo ad un buon ripasso di matematica e poi ne parliamo con calma di fronte ad un gelato?”

Il piccolo nuotatore tentò di asciugarsi il viso usando il dorso della mano. Rei pensò subito di porgergli il suo fazzoletto bianco, pulito e ben ripiegato. Nagisa lo accettò di buon grado e ne approfittò per soffiarsi il naso gocciolante, nonostante la faccia contrariata del compagno di classe.

“Grazie, Rei-chan! Sapevo di poter contare su di te!”

“Se memorizzi tutte le definizioni ti offro anche una fetta di freschissimo cocomero!”

“Ma la mia memoria...”

“Ah, niente 'ma'! Forza! Dove stanno i libri?”

Nagisa sorrise mentre Rei raccolse la sua sacca da terra e se la rimise a tracolla. Insieme andarono al piano di sopra con un peso in più sulle spalle, ma uno in meno sul cuore.

 

***

 

Who I am from the start
Take me home to my heart
Let me go
And I will run
I will not be silenced...

 

 

Sera

 

“Allora... cosa dice l'enunciato del Teorema di Pitagora?”

Il piccolo Nagisa chiuse gli occhi mostrando una finta sofferenza che gli fece quasi andare di traverso il pezzo di cocomero fresco che si stava gustando seduto al tavolino di un bar. Siamo sul lungomare, come diamine puoi pensare alla geometria anche qui?

“In un triangolo rettangolo... il perimetro... no aspetta! Volevo dire... l'area del quadrato costruito sull'ipotenusa è uguale a... alla somma delle aree dei quadrati degli altri due lati”.

Rei scosse la testa trattenendo gli occhiali con due dita fissate sulla parte centrale della montatura. Prese una fetta di cocomero e la tagliò in due parti perfettamente equivalenti tra loro. Si era ben preoccupato di prendere le giuste misure per poter arrivare a quell'impeccabile divisione.

“Il perimetro non devi nominarlo nemmeno per scherzo! E i due lati come si chiamano? Hanno un nome preciso!”

Nagisa non si curò delle sue ultime precisazioni e si concentrò sul quel pezzo di frutta fresca che stava colando dalle sue mani e dalla sua bocca. Tentò di pulirsi con il palmo della mano, ma Rei non perse tempo e prontamente gli passò qualche tovagliolino di carta offerto dal chiosco.

“Non mi ricordo... però mi sembra che avessero tutti e due lo stesso nome... Giusto?”

“Beh... sì. Si chiamano cateti... ca-te-ti! Memorizzali bene per favore! Se ti perdi sui nomi, come facciamo ad iniziare il ripasso dei due Teoremi di Euclide domani?”

“I due cosa...?!”

Boom!

Alcuni botti consecutivi, quanto inaspettati, li deconcentrarono completamente da tutti i teoremi di geometria piana esistenti. Era iniziato lo spettacolo pirotecnico organizzato per una piccola fiera estiva che si svolgeva poco distante dal punto in cui si trovavano.
Decisero di lasciar perdere le loro elucubrazioni scolastiche per potersi godere in totale serenità una delle tante meraviglie antropiche che poteva fornire loro la stagione estiva.

“Rei-chan! Guarda che meraviglia!”

Ryūgazaki lo fissò per qualche istante e non poté fare a meno di lasciarsi coinvolgere dallo splendido entusiasmo del suo amico. Non di rado si soffermava a pensare alla differenza con cui quel ragazzo affrontava la vita rispetto a lui.
La concretezza, la logica e la perfezione contro la bontà, la spontaneità e l'allegria travolgente. Un bel binomio i cui diversi elementi avrebbero potuto disciogliersi in un'unica soluzione agrodolce. Per entrambi.

“Sì, sono veramente belli!”

Non appena i fuochi terminarono tornarono a sedersi al loro tavolino e ordinarono dell'altro cocomero insieme ad un paio di aranciate con molto ghiaccio. Il caldo torrido di quella sera d'inizio agosto si faceva sentire come non mai divenendo sempre più intollerabile.

“Avrei proprio voglia di farmi un bel tuffo in piscina!”

Rei lo squadrò storcendo la bocca e aggrottando la fronte. Ogni volta che Nagisa Hazuki si ritrovava a pensare al nuoto i suoi occhi iniziavano a brillare dalla gioia e la trepidazione diventava indiscutibilmente evidente in ogni sua movenza, anche la più piccola. Non aveva davvero altro a cui pensare? Possibile che solamente il club di nuoto lo portasse in estesi in quella maniera?

“Rei-chan, guarda! Ci sono Haru e Makoto!”

Il ragazzo si voltò in direzione dei nuovi arrivati e - non senza una sorta d'imbarazzo che riusciva a provare ogniqualvolta gli si avvicinasse uno studente più grande - alzò una mano e li salutò. Ma il suo saluto era ben poca cosa di fronte alle esternazioni di richiamo di quel piccolo vulcano di Nagisa!

“Buonasera ragazzi! Anche voi qui?”

Makoto Tachibana si rivolse ai due ragazzi mettendo in mostra uno dei suoi tipici sorrisi bonari e cordiali.
Rei si ritrovò a pensare ai momenti in cui gli era capitato di ascoltare alcune ragazze della sua classe spettegolare sul suo conto. Lo trovavano tutte decisamente attraente e qualcuna di loro si recava agli allenamenti del club di nuoto apposta per poterlo ammirare in costume. Di contro, lui non pareva prestare loro troppa attenzione, per quanto si dimostrasse perennemente educato e cordiale con tutti. Trascorreva la maggior parte del suo tempo in compagni di Haruka Nanase, con il quale condivideva la grande passione per il nuoto.

“Makoto senpai! Sì abbiamo fatto una passeggiata sul mare e poi ci siamo fermati a mangiare un po' di cocomero fresco. A proposito, ne volete un po' anche voi?”

Nagisa prese al volo la fetta che si trovava sotto il naso di Rei e la porse ad Haru. Non realizzò nell'immediato di essere stato un po' brusco; fu Makoto a farglielo notare con un rapido movimento saccadico rivolto al diretto interessato.

“Ah! Scusa Rei-chan, non ci ho pensato! Ne possiamo ordinare dell'altro!”

Makoto recuperò due sedie per lui e Haru e si unirono ai loro amici aspettando l'arrivo delle loro rapide ordinazioni. Anche per loro analcolici alla frutta ricchi di cubetti di ghiaccio ammazza-caldo.
Chiacchierarono del più e del meno, con Haru che, come d'abitudine, a stento si esprimeva se non mediante rari monosillabi e deboli movimenti del viso.

“Oggi ho studiato geometria con Rei-chan e finalmente ho capito il Teorema di Pitagora!”

“Mi fa molto piacere Nagisa.”

Rei abbassò lo sguardo sul piatto liberato dall'ennesima fetta di cocomero. Oramai il suo stomaco non ne poteva davvero più tanto si era gonfiato. Ma il pensiero che stava cominciando a tormentarlo non c'entrava nulla con i suoi più recenti movimenti gastrointestinali.

“Rei-chan ha detto che forse verrà ad assistere alle nostre gare e...”

“Ehm...”

Rei si schiarì la voce prima di continuare a palesare quello che in quel momento stava passando nella sua testa. In realtà la questione non era limpidissima nemmeno per lui, che di solito non muoveva un passo senza tenere ogni cosa sotto controllo. Nagisa riusciva a mandarlo in confusione come pochi altri erano riusciti a fare fino ad allora e tutto ciò stava diventando ogni giorno sempre più inspiegabile per una mente razionale come la sua. Ma mai intollerabile, quello no.

“... Ho preso una decisione importante...”

Nagisa e Makoto si avvicinarono al ragazzo incuriositi dalle sue parole. Lo additarono con le loro espressioni cariche di speranze e fiducia. Che avesse cambiato idea sul club?

“Siccome Nagisa-kun oggi si è veramente impegnato molto e so che domani lo farà in maniera ancora più massiccia, magari... potrei provare a...”

“Provare a...?”

“Lasciatemi finire, un attimo! Stavo dicendo... magari potrei provare ad entrare nel club di nuoto. Ma....”

“Ma?!”

“Ma perché dovete parlare all'unisono?! Comunque... sono disposto a provare se Nagisa mi prometterà una cosa.”

“Cosa? Cosa? Qualsiasi cosa! Studio anche il programma di statistica del prossimo anno così mi porterò avanti e...”

“Calmati Nagisa!”

Il compagno di classe lo guardò dritto negli occhi in attesa delle sue parole. Sarebbe stato disposto a tutto ora che Rei aveva deciso di nuotare insieme a lui.
Sì, non era più un discorso riferito puramente al team, ma semplicemente a loro due. Riguardava la condivisione di una nuova avventura che li avrebbe portati chissà dove, prendendosi per mano per farsi forza in ogni momento ed incoraggiandosi a vicenda urlando i rispettivi nomi ad ogni singola staffetta!
Non vedo l'ora! Chiedimi qualsiasi cosa Rei-chan!

“Dovrai parlare con i tuoi genitori e convincerli di quanto sia importante per te il club di nuoto!”

“Non è importante, è fondamentale! E so già che non sarà facile... con i voti che ho preso nell'ultimo trimestre poi...”

“È proprio per questo che domani verrò ancora a casa tua per aiutarti a studiare. E farò lo stesso anche nei giorni venturi. Non bisogna mai mettere da parte il dovere, ricordatelo sempre!”

Nagisa trovò quel discorso inizialmente molto noioso; ma, a mano a mano che Rei proseguiva con l'esposizione del suo pensiero, si convinceva con forza sempre maggiore che quella era davvero la cosa giusta da fare, un gradino alla volta. Se si fosse davvero impegnato per recuperare i bassi voti rimediati negli ultimi test scolastici, probabilmente i suoi genitori si sarebbero addolciti quanto bastava per concedergli di continuare ad allenarsi con il team di nuoto della Iwatobi. Doveva solo preoccuparsi di studiare e darsi davvero da fare anche dopo la pausa estiva. Sì, ce la posso fare!

“Io... ci proverò, te lo prometto!”

“Oh, molto bene!”

Rei non fece in tempo ad aprir bocca per poter dire all'amico che aveva appena preso la decisione più saggia della sua vita. Ora dipendeva davvero tutto da lui. Nagisa gli buttò le braccia al collo e quasi fece cadere a terra tutti i piatti e i bicchieri disposti disordinatamente sul tavolo. Ma non era importante in quel momento pensare a quello che li circondava. Persino Makoto e Haru avevano intuito che forse era il caso di lasciarli soli.

“Grazie Rei! Sei davvero il migliore amico che io possa avere. Ti voglio bene!”

Il serioso e diligente Rei Ryūgazaki arrossì d'impeto ricambiando quel tenero abbraccio a lungo desiderato.
In momenti come quelli qualsiasi parola diventava superflua.
Bastavano le loro promesse. Bastavano loro due. Insieme.

 


... There's a light
There's the sun

(I'm) falling into your sunlight.









 



Angolo dell'autrice


Ringrazio anticipatamente tutti coloro che avranno voglia di leggere e recensire questa mia piccola one-shot! :)

Con questa breve storia faccio il mio umile ingresso all'interno del fandom di Free! - Iwatobi Swim Club che mi 'stuzzicava' da parecchio tempo.
Ho deciso di utilizzare i personaggi di Nagisa e Rei perché mi hanno sempre fatto molta simpatia. Non sono e miei personaggi preferiti in assoluto all'interno di questo anime, ma di sicuro hanno molti lati caratteriali più che apprezzabili.
La storia riprende – riadattandoli – i momenti in cui Nagisa tenta di convincere Rei ad entrare nel club di nuoto. L'impresa sarà per lui ardua; ma alla fine tutti i suoi sforzi saranno giustamente ricompensati! ;)

Ringrazio di tutto cuore le mie compagne di avventura, senza le quali non avrei mai potuto partecipare a questa meravigliosa challenge estiva ideata sul nostro gruppo, la nostra piccola creatura nata grazie alla nostra amicizia.

Grazie a BlueRoar, Miryel e _aivy_demi_, vi voglio bene ragazze! * kiss kiss *

A presto,

Mahlerlucia

   
 
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