Film > Thor
Ricorda la storia  |      
Autore: Smeralda Elesar    25/08/2018    1 recensioni
Odino non ha più l'età né l'interesse per lunghe guerre con i popoli degli altri regni, per cui, per mantenere la visibilità di Asgard, deve ricorrere alle pubbliche relazioni.
Peccato che relazionarsi con un popolo particolare come i Vanir può essere più facile in battaglia che in un contesto civile.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Come mantenere buoni rapporti con i regni vicini ed uscirne illesi o quasi

***

La sala del Valholl era scintillante d'oro, argento, cristalli e magia.

Odino aveva predisposto tutto nella tradizione degli Aesir, con lunghe tavolate dove gli ospiti fossero rigorosamente seduti su panche senza schienale.

Era la tradizione ase.

Era tutto il contrario di ciò a cui erano abituati i Vanir, che durante i loro banchetti usavano mangiare semisdraiati.

L'unica eccezione erano scranni per i re e le regine dei due popoli; anche quelli di legno, ricavati da un unico tronco ed intagliati con scene di caccia e di lotta.

Le tavole e le panche erano di legno di quercia, ed alcuni oggetti erano stati prelevati dalla sale delle reliquie per fare mostra di sé sulle mura della sala.

In gran parte erano armi, sempre in onore della tradizione ase, non perché i Vanir fossero poco inclini alle armi ed allo scontro fisico.

Tutto per impressionare gli ospiti venuti da sud, abituati a lusso, raffinatezza ed eleganza.

Il re dei Vanir, Njordr, sarebbe stato seduto a tavola accanto ad Odino, e suo figlio Freyr allo stesso tavolo dei principi di Asgard, segno di grande onore e rispetto per gli ospiti venuti dal regno di Vanaehim.

Odino sapeva che un banchetto avrebbe potuto essere più decisivo di tutte le battaglie mai combattute.

E dato che gli invitati erano rappresentanti del popolo Vanr, avrebbe potuto essere anche più pericoloso.

***

Il re Njordr si ammirò ancora una volta nel grande specchio d'argento lucidato.

Aveva più mila anni di quanti ci tenesse a contare e li portava tutti bene.

Lui, non lo specchio.

La sua carnagione bruna era quella di chi passa molto tempo all'aria aperta, e lui sapeva valorizzarla con i giusti unguenti piuttosto che lasciare che si rovinasse.

Aveva impiegato una cura particolare nel sistemarsi la barba, per dimostrare a quel popolo di primitivi presso cui sarebbe stato in visita cosa fosse davvero la cura di sé.

Sapeva bene che gli Aesir raramente tagliavano le loro barbe, e quando lo facevano era con un colpo di spada prima della battaglia e solo per offrire un punto di presa in meno ai nemici.

Che ribrezzo!

Se non ci fosse stata di mezzo la pace tra i due popoli Njordr non avrebbe mai e poi mai accettato l'invito alla corte degli Aesir, ma lì si trattava di mantenere rapporti di cortesia e di buon vicinato.

E magari una lezione di buongusto, pensò il sovrano Vanr mentre sistemava il drappeggio della sua tunica blu pavone.

***

La sorella gemella di Freyr, Freya, era stata accolta al tavolo delle donne, tra Frigga, Idunn e le dame della corte di Asgard.

Lei spiccava al tavolo di certo per la bellezza, ma ancora di più per il suo vestito.

Un pessimo esempio per le ragazze di Asgard, secondo Frigga.

Una fascia di tessuto d'oro era incrociata sul petto della vasinne lo stretto necessario per coprire il seno, e la gonna era lunga tanto da arrivare a terra, ma era indecente anche quella perché aveva due profondi spacchi che giungevano fino alla cintura e lasciavano vedere le gambe della donna ad ogni passo.

Nessuna Asinne sarebbe mai andata in giro così scoperta, per questo Freiya era oggetto di sguardi più che curiosi.

I suoi capelli non erano acconciati, nonostante il diadema che si intravedeva tra i boccoli biondi.

Quale donna di buonsenso avrebbe mai indossato un gioiello senza acconciarsi i capelli?

Per quanto quelli di Freiya fossero belli, tenerli in quel modo durante un'occasione ufficiale era proprio di cattivo gusto.

La fata dei Vanir era cosciente dello scalpore che stava suscitando, per questo si trovava così bene tra di loro.

Freya non poteva fare a meno di essere seducente, anche se si trovava tra sole donne.

Con Freiya al tavolo, le donne presto dimenticavano le raccomandazioni di Frigga circa il contegno da mantenere in quanto fiere Aesinne.

Essere cortesi con l'ospite bionda dal vestito che sembrava oro liquido andava bene, ma avrebbero dovuto stare attente a dove dirigere la conversazione, perché Freya poteva essere molto pericolosa.

Tempo sprecato, perché la nobile regina di Asaehim non fece in tempo ad azzittire Fulla che chiedeva alla Vasinne -Dunque è vero ciò che si dice della collana Brisingamen?-

“Oh, no... no, per favore! Non la storia della collana!”.

-Perché? Cosa si dice della mia collana?-

Era una provocazione; una provocazione bella e buona, e dato che la storia della collana era nota in tutti e nove i regni era impossibile che proprio la proprietaria non ne fosse a conoscenza.

Frigga sapeva che Freya provava un gusto particolare a scandalizzare, specialmente se aveva di fronte un pubblico che voleva essere scandalizzato.

-Credo sia un manufatto ricco di magia, nobile Freya- intervenne la regina -È davvero ammirevole-

Sperava che il complimento placasse l'egocentrismo di Freya, e sperò che Fulla avesse compreso e tacesse.

Freya la guardò con un sorriso furbo.

-Ah, sì, puoi ben dirlo, signora degli Asi. Molta arte, rune, magie ed incantesimi sono state necessari per forgiarla. Potrebbe essere l'opera più mirabile del popolo delle fucine-

Frigga era abbastanza intelligente da non cogliere né l'allusione al popolo delle fucine né la frecciatina a proposito del fatto che il miglior manufatto dei nani fosse in possesso di Vanaehim e non di Asgard.

-L'arte del popolo delle fucine non ha eguali. È impossibile confrontare un manufatto con l'altro-

Rispose lei.

Freya alzò il calice d'argento ed un sorriso le curvò le labbra rosse.

-Un brindisi, allora! Al popolo delle fucine ed alle sue straordinarie capacità manuali-

L'atteggiamento di Freiya lasciava ampio spazio ai sottintesi, ma Frigga, donna saggia, finse di prendere il commento alla lettera e per il momento gli animi furono placati.

Tutta via la regina era anche abbastanza intelligente da capire che la discussione non era finita lì.

***

Lady Sif era davvero stufa.

Le donne di Vanaehim la additavano apertamente.

Loro erano belle, esotiche, alcune bionde e dalla pelle chiarissima, altre brune, con capelli scuri ed occhi neri come l'ossidiana.

Lei era di un'eleganza sobria, merito delle ancelle che Frigga in persona le aveva assegnato per aiutarla, e non era per niente a suo agio con l'acconciatura ed il vestito.

Per un po' le era piaciuto essere guardata da loro come qualcosa che loro non avevano mai visto, ma poi era iniziato il vero disastro.

“Perché combatti come un uomo? Vuoi difenderti da sola? Potresti conquistare un uomo che ti protegga dai pericoli. Potresti padroneggiare il seidr. Magia, malia, mistero e fascino, questo è il vero potere delle donne! Perché scendere al livello dei rozzi guerrieri che si sporcano di polvere e sangue, quando puoi avere le stesse cose senza rovinarti le mani?”

Quando aveva capito che per loro lei non era un modello da ammirare ma qualcosa da compatire, si era congedata da quel tavolo prima di compromettere l'opera diplomatica di Padretutto.

E non vedeva l'ora che le ospiti tornassro da dove erano venute, con le loro scollature indecenti ed i gioielli elaborati.

***

I principi dei rispettivi regni erano seduti uno accanto all'altro, e man mano che il vino, la birra e l'idromele scorrevano Thor iniziava a detestare Freyr.

Il Vanr aveva iniziato a chiamarlo “Asathor”, cioè “Thor che riunisce in se tutte le qualità degli Aesir”.

I complimenti non lasciavano indifferente il figlio di Odino, almeno finché non aveva compreso che quelli di Freyr erano piuttosto allusivi e non dettati dal tipo di ammirazione che lui apprezzava.

Eppure non avrebbe detto che Freyr, con la mascella squadrata ed il corpo muscoloso potesse avere certe tendenze.

Ma sui Vanir se ne dicevano tante, e Thor ne stava avendo la prova diretta.

Aveva dato di gomito a suo fratello accanto a sé in cerca di aiuto, ma Loki si era limitato a ridacchiare dietro la sua coppa di vino.

-Durante i nostri banchetti gli invitati possono accomodarsi su lettighe foderate di cuscini e stoffe pregiate- baterava Freyr -ed i nostri coppieri sono le ragazze ed i ragazzi più belli della corte, così che ognuno possa scegliere a suo piacimento-

Thor avrebbe dato chissà cosa per poter zittire Freyr ed i suoi velati suggerimenti, ma era troppo imbarazzato persino per mostrare la propria indignazione.

Fortunatamente Loki decise di andare in suo soccorso.

-Qui ad Asgard invece le coppiere dei banchetti ufficiali sono le Valkyrjur. Sono sacerdotesse guerriere, vergini votate alla battaglia, nobile Freyr. Nessun Aesir penserebbe mai di rivolgere a loro le sue attenzioni perché sarebbe estremamente irrispettoso-

-Vergini votate alla battaglia, principe Loki? Non capisco... che bisogno c'è per delle donne di combattere? E soprattutto perché votarsi alla verginità? Mi sembra un terribile spreco-

-Gli usi ed i costumi di Asgard sono molto diversi da quelli di Vanaehim-

Concluse secco Loki.

Thor sapeva che quando suo fratello chiudeva la discussione in quel modo c'era un solo motivo: disprezzava il suo interlocutore così profondamente da non sprecare il suo intelletto nemmeno per prenderlo in giro.

***

Odino ne sapeva parecchio sul popolo dei Vanir.

Conosceva abbastanza bene le loro usanze, conosceva le loro stesse rune (per quanto non gli piacesse rievocare il metodo cruento con cui ne era entrato in possesso), sapeva che i loro costumi erano diversi da quelli di Asgard e che il loro territorio aveva molta più diversità di paesaggi, etnie e caratteristiche di quello di Asaehim.

Dopo decenni di frequentazione al limite della tolleranza reciproca, Odino poteva dire di sapere molte cose sul popolo Vanr.

E tuttavia non riusciva ancora a piegarsi come mai il loro re Njordr dovesse essere calvo per scelta, perché dovesse indossare il paradosso dei baffi e di una barba cortissima, perché dovesse truccarsi gli occhi e le sopracciglia, e soprattutto perché dovesse portare un orecchino d'oro all'orecchio destro che risaltava sulla pelle bruna.

Il fatto che Odino conoscesse i costumi dei Vanir non voleva dire che non li considerasse fuori di testa uno per uno, a cominciare dal loro re.

***

Una volta che la regina di Asgard si fu allontanata per onorare altri ospiti con la sua presenza, Freya ebbe di nuovo il campo tutto per sé.

Le dame la osservavano con una curiosità morbosa, e lei non aveva certo intenzione di perdersi l'occasione di scandalizzare un po' il fiore della nobiltà di quella società così frigida e mentalmente chiusa.

Con garbo, grazia e delicatezza, portò l'argomento di conversazione sui commerci di Vanaehim, descrivendo a profusione cibi, profumi, stoffe, gioielli delle culture più disparate.

E le incantò descrivendo gli uomini bruni delle regioni del sud, dalla pelle talmente scura che, quando cospargevano il loro corpo di oli, sembravano sculture di bronzo o d'ebano.

Capì di averle incuriosite, e sarebbe stato comprensibile, perché tutto ciò che le donne degli Aesir conoscevano erano i loro uomini pallidi e con le barbe crespe.

Le barbe erano segno di virilità tra gli Aesir, ma più di una ragazza ammise che la barba poteva essere molto fastidiosa a volte.

Freiya riusciva a farle parlare di ciò che lei voleva, e siccome sapeva cosa volevano chiederle, con grazia diede un'ulteriore spinta alla conversazione.

-Però alcuni popoli hanno un vero a proprio obbligo di tenere la barba. Ad esempio i nani. Un nano senza barba sarebbe qualcosa che non vorrei mai vedere-

Cinguettò allegra, il calice di vino sempre in mano.

A quell'ennesima allusione, Fulla, la ragazza che prima era stata zittita da Frigga, non si trattenne più.

-Nobile Freya, devo farvi una domanda molto personale-

-Chiedi pure, mia cara. Per me la parola personale non è limitante-

-Ecco... dunque...- Fulla si guardò intorno alla ricerca dell'approvazione delle sue compagne, che la incoraggiarono con cenni affermativi.

Freya sorrise della loro ingenuità e ritrosia, ma in fondo provò anche tenerezza per loro.

-Nobile Freya, da dove proviene realmente la collana Brisingamen?-

-Oh, questa? È un gioiello di famiglia. Apparteneva a mia madre-

-Te l'ha donata lei, dunque?-

-No: l'ho vinta ad una scommessa-

-Che scommessa?- Chiese subito un'altra ragazza di cui Freya non ricordava il nome.

-Volevamo scoprire chi di noi due sarebbe riuscita a sedurre più uomini nell'arco di una luna. Ho vinto io, come potete vedere-

E sollevò la collana come prova.

Nessuna di loro ebbe il coraggio di chiederle la cifra esatta, però.

Peccato.

***

-Alla bellezza virile degli uomini di Asgard!-

Proclamò solennemente Freyr sollevando il calice.

Thor e Loki si scambiarono un'occhiata.

Sì: ospitalità o meno, quel tipo insistente meritava una lezione!

***

Dopo alcuni minuti di silenzio imbarazzato, la curiosità di Fulla non era ancora appagata a proposito della domanda principale che le ronzava in testa.

-Nobile Freya, sai che i nani si vantano di aver giaciuto con te in quattro per cederti quella collana? Dicci, è vero?-

Lei si portò una mano alla scollatura come se fosse profondamente offesa.

-Certo che no! Questa è una menzogna!-

-Perdonaci, signora! È che si dice questo in giro, e noi... noi credevamo...-

-Mie care ragazze, se mi conosceste bene, sapreste perfettamente che non mi sarei accontentata di quattro di loro, né il mio prezzo sarebbe stato una sola collana- disse con il tono più amabile.

Le ragazze lanciarono qualche gridolino scandalizzato, si tapparono la bocca con le mani ed arrossirono tutte sotto la loro pelle chiarissima fino a far scomparire le lentiggini, chi ne aveva.

***

-Padretutto, chiedo la tua attenzione!-

Odino si voltò verso Loki, in piedi accanto al suo scranno.

Era strano che Loki si esponesse in quel modo, considerato quanto era schivo in occasioni come quella, per cui decise di ascoltarlo con più attenzione di quanta lui ne avesse chiesta.

L'ultima cosa di cui avrebbe avuto bisogno sarebbe stata un fuori programma di quei due scapestrati dei suoi figli.

-Dimmi pure, figlio mio-

-Io e mio fratello, il principe Thor, chiediamo il permesso di offrire di persona i doni ai nostri nobili ospiti-

Chiese Loki con la perfetta educazione che gli aveva impartito la casa reale di Asgard.

Odino guardò Njordr accanto a sé, ma il sovrano di Vanaehim si guardò bene dal mostrare qualsiasi reazione.

Le sue sopracciglia, spesse ma sistemate con una cura maniacale, non si mossero di un millimetro.

Solo il suo sguardo bistrato di nero si fissò insistentemente su Loki.

Bè, in fondo quella poteva essere una buona idea, riflettè Odino.

Dopotutto era stato lui stesso ad incoraggiare Loki e Thor a prendersi delle responsabilità, e quel semplice atto diplomatico avrebbe potuto essere un buon punto di inizio.

-Molto bene, Loki. Tu e tuo fratello potrete procedere quando riterrete più opportuno-

Sì: era una buona idea.

Per una volta.

Loki prese congedo inchinandosi ad entrambi e poi si voltò per tornare al tavolo con Thor, Freyr e gli altri rampolli della nobiltà dei due regni.

***

-La nave Skidbladnir è un oggetto magnifico- disse Loki.

Il cuore gli batteva forte in petto.

In lui si mischiavano paura, esaltazione ed una buona dose di idromele.

-Ma un altro dono è parimenti eccezionale-

La sua voce stava per diventare stridula ma riuscì a controllarla.

Fece cenno a Thor, che fece il suo ingresso trionfale trascinando per una corda un maiale selvatico che strillava a più non posso.

Sull'intera corte calò un silenzio di gelo. A parte il maiale.

Loki dovete farsi forza. Adesso che era sotto gli occhi di tutti quell'idea gli sembrava una colossale cazzata, tuttavia ormai non aveva altra scelta che continuare la farsa.

-Questo è... questo è Gallinburstri. Le sue setole brillano nel buio per rischiarare il cammino del suo padrone, e può correre sulla terra, sull'acqua o persino in aria-

Dovette sopprimere una risata isterica, mentre il suino strillava a pieni polmoni e Thor faceva fatica a trattenerlo.

-Ma questo non è il posto adatto a lui... il principe Freyr potrà riaverlo più tardi-

Thor, al contrario di lui che sapeva di essere terreo in volto, aveva le guance arrossate per l'alcol e rideva a crepapelle.

Odino era immobile ed ovviamente era furioso.

Njordr lo guardava con quelle sue strane sopracciglia truccate inarcate in un modo impossibile.

Freyr sembrava più che altro intontito, e Loki pensò che, se loro fossero stati fortunati, il principe dei Vanir aveva in corpo già abbastanza idromele da non fargli ricordare con troppa precisione di aver ricevuto come “dono ospitale” un porco.

***

Era finita.

Grazie alle norne ed a tutti i suoi antenati, era tutto finito.

Gli ospiti Vanir se ne erano andati ed Asgard era tornata più o meno normale.

Odino adesso poteva concentrarsi sulle cose davvero importanti, ovvero su Thor e Loki in piedi davanti al trono ed a testa bassa.

-Voi sapete che la diplomazia è una parte importante dei rapporti con i regni vicini. Vi ho sempre detto che più possibile devono essere nostri amici ed alleati piuttosto che nemici sottomessi con la forza. Non vi ho insegnato questo?-

I due annuirono.

Almeno i due screanzati avevano la decenza di non far sentire la loro voce.

-Adesso voglio sapere una sola cosa, e badate di rispondermi con sincerità-

Li guardò a lungo e loro per fortuna rimasero inchiodati sul posto come due ragazzini.

-Di chi di voi due sconsiderati è stata l'idea del maiale?-

________________________________________________________________________________________________________________________


Cantuccio dell'Autore


Dopo parecchio tempo torno a pubblicare nella sezione “Thor”.

Non so bene nemmeno io cosa pensare di questa storia scritta di getto, per cui vi sarei davvero grata se mi lasciaste un parere.

Vi devo qualche spiegazione, quindi se volete qualche chiarimento leggete le note.

1 - L'idea di questo scontro tra civiltà tra gli Aesir ed i Vanir viene direttamente dalla fanfiction “Altro che Ragnarok: Vanir e parenti, gioie e lamenti” di Shyliss, che saluto e quoto con tanto affetto e sperando che non si arrabbi.

2 - Mi è venuta voglia di scrivere in questo fandom dopo l'ultima puntata della serie “Vichinghi – il regno perduto” di Focus.

3 - Ho immaginato Njordr come Ben Kingsley e Freya come Cameron Diaz. E Freyr come Brad Pitt qualche anno fa, ai tempi di “Intervista col vampiro”.

4 – Thor è decisamente omofobo. Nella cultura degli uomini del nord l'omosessualità era una vergogna assoluta e lui si adegua ai suoi tempi.

5 – Per le differenze tra Aesir e Vanir, io immagino che i rapporti fossero più o meno quelli tra Romani ed Etruschi, tra Romani e civiltà ellenistica o tra Greci e Persiani: un popolo duro e puro ed un'altro di costumi molto più liberi. Quelli duri accusano gli altri di mollezza, mentre gli altri li accusano a loro volta di essere dei rozzi e degli zoticoni. Niente di nuovo sotto il sole, insomma.

6 – La storia del maiale (o cinghiale) regalato a Freyr è vera. E mi ha sempre fatto ridere. Lo so che Freyr è un archetipo serio e che il cinghiale è un animale simbolico, ma mi fa ridere lo stesso.

7 – la collana Brisingamen è il simbolo di Freya. Ad occhio così collegherei l'etimologia alla stessa radice dell'inglese “bright” e “blaze”, cioè qualcosa che scintilla.

8 – In cinque pagine ho demolito ciò che restava dell'Edda dopo il passaggio della Marvel. Non so se sentirmi in colpa oppure andarne fiera.


Makoto


   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: Smeralda Elesar