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Autore: Karmi    26/08/2018    0 recensioni
Spoiler Libro
Peter Pan dimenticava. Dimenticava tutto.
Anche Wendy, che, con i suoi fratellini, aveva abbandonato i genitori per fare a loro da madre.
Anche Capitano Uncino, il pirata che aveva sempre cercato di farlo crescere.
Anche Campanellino, la fatina che aveva tentato di possederlo ardentemente.
Aveva dimenticato tutti, senza distinzioni, senza scrupoli, legato soltanto alla sua libertà e alla sua ombra.
Però c’era sempre un’eccezione alla regola. E anche tra i ricordi dimenticati, ce ne era uno indimenticabile.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Peter Pan
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Mainie

Peter Pan aveva incontrato tante persone nella sua vita. Aveva amato i bambini perduti dell’Isola-che-non-c’è; si era vantato con i piccoli sperduti dei Giardini di Kensington, sempre pronti ad ammirarlo per la sue presunzione e spavalderia. Le fatine erano state le sue migliore alleate e allo stesso tempo le sue peggiori nemiche; i pirati erano stati la sua personale incarnazione di ciò che odiava di più.

Wendy, Capitano Uncino, Campanellino, Giglio Tigrato, la banda dei ragazzi perduti…

Aveva davvero incontrato tante persone nella sua lunga, lunghissima vita da bambino. Però Peter aveva un vizio, un vizio nato dalla sua condizione di perenne fanciullo.

Peter Pan dimenticava. Dimenticava tutto.

Anche Wendy, che, con i suoi fratellini, aveva abbandonato i genitori per fargli da madre.

Anche Capitano Uncino, il pirata che aveva sempre cercato di farlo crescere.

Anche Campanellino, la fatina che aveva tentato di possederlo ardentemente.

Aveva dimenticato tutti, senza distinzioni, senza scrupoli, legato soltanto alla sua libertà e alla sua ombra.

Però c’era sempre un’eccezione alla regola. E anche tra i ricordi dimenticati, ce ne era uno indimenticabile.

Peter non era legato a nessuna persona se non a una, l’unica della quale si tiene stretto stretto a sé la memoria del tempo passato assieme. L’unica alla quale non aveva mai negato un bacio, un bacio vero e non un ditale, ed era stato sincero e leale come mai era stato.

Wendy era stata una madre, Campanellino un’amica e Giglio Tigrato un’alleata.

Ma Mainie era stata la sua amata, l’unica ad avere mai posseduto il suo cuore.

Mainie, la piccola dolce Mainie. Peter si ricordava ancora il loro primo e unico incontro, quando la neve era scesa sui Giardini di Kensington. Il loro scambio di sguardi confusi, l’ammirazione di lei, la curiosità di lui. Peter non aveva mai scordato il coraggio sfrontato della bambina che era riuscita a cogliere in fallo le fatine dei Giardini. Fiera e indomita, gli aveva insegnato cose di cui nemmeno immaginava l’esistenza e spiegato come giocano i bambini. Mainie lo aveva fatto sentire un umano e non un uccello, donandogli un amore che mai più avrebbe trovato.

Si erano amati subito e, come ogni primo amore che si rispetti, si erano lasciati nel più doloroso dei modi: pensando alla libertà dell’altro piuttosto che alla propria felicità.

Peter non l’aveva mai dimenticata, aveva fatto l’impossibile per non scordarsi di lei. Come Wendy aveva cucito l’ombra al suo corpo, lui aveva chiuso nei suoi sogni il ricordo del suo primo amore, del suo primo vero bacio.

E da quando aveva dimenticato Wendy, Uncino e la banda dei ragazzi sperduti, ogni notte la sognava.

La sognava intensamente, sognava ogni istante passato insieme a lei.

E piangeva, piangeva tutte le notti. Piangeva disperatamente come quando aveva trovato chiusa la finestra di casa sua e aveva visto attraverso il vetro sua madre amare un altro bambino.

Peter piangeva, rimpiangendo di non averla portata con sé. Rimpiangendo il fatto di averla fatta crescere, averla fatta diventare adulta e poi vecchia. Rimpiangendo di averla lasciata andare via.

Peter piangeva, perché ormai era solo.

E non avrebbe mai più rivisto la sua cara Mainie.

E, cosa più triste, se ne era accorto solo ora.

   
 
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