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Autore: alessoninromantics_    26/08/2018    0 recensioni
Edith lavora in una dating agency a Stoccarda, la Liebe Struck. È abbastanza soddisfatta della sua carriera, non si può dire però lo stesso della sua vita sentimentale. Questo finché dalla porta dell'agenzia non entra un uomo, che, nel poco che dice, sembra voglia renderle il tutto difficile.
Oliver ha avuto un colpo di fulmine con una ragazza che non ha più visto, e Markus è quell'uomo carismatico che tutti vorrebbero come amico, fratello o amante.
[Tre storie intrecciate in una]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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copertina

Credere nell'amore, e che esista quello vero, al giorno d'oggi è a metà tra l'azzardo e l'utopia. Non per lei, però. 
La matching & dating agency "Liebe Struck" è stata ideata, progettata e adesso gestita da persone che vivono e si occupano di diffondere questo valore che non hanno cuore di ammettere si sia un po' perduto. È infatti un piacere lavorarci, trattandosi di un ambiente così positivo, tra colleghi e clienti.


 Si tratta di un'attività piccola, indipendente e, per il buon animo di tutti quelli che ci lavorano, anche abbastanza economico. Sarebbe dovuto essere quasi no profit, ma si sa, aprire un'attività e gestirla comporta grosse spese. È per questo che Edith si è dovuta trovare un ulteriore impiego in una pasticceria durante la sera, non che le sarebbe pesato poi tanto se non fosse per i commenti di scherno - e non solo- dei suoi colleghi per quanto riguarda il suo talento culinario. La sua mansione, infatti, dopo numerosi disastri è stata resa più semplice possibile ma anche più noiosa: lavare teglie, preparare gli ingredienti, ordinare ciò che era stato messo in giro dagli altri e confezionare i dolci. Proprio per questo, però, le era permesso perdersi nei suoi pensieri.


 Le piace fantasticare su come un appuntamento tra i suoi clienti possa essere andato, se ci fosse qualche speranza di rivedersi, se si siano innamorati a prima vista e tanti altri. Nel corso della sua carriera ha incontrato tanti tipi di persone diverse, tutti accomunati dalla voglia genuina di amare e di farsi amare, e il successo di un'unione non poteva che portarle immensa gioia e soddisfazione; tant'è che, quando questi la contattavano per aggiornarla sugli eventi accaduti, le storie che più l'avevano fatta sognare le annotava su un blog, romanzando il tutto come solo lei sapeva fare. 

Si dà il caso che, in una piccola sezione di questo, racconta le sue storie da single incallita, dei suoi multeplici primi appuntamenti andati male per un motivo o per l'altro. Si diverte insomma a recitare la parte di Carrie Bradshaw, una versione squattrinata, senza borse e scarpe firmate e in una Stoccarda che decisamente non poteva essere simile a Manhattan ma che, per Edith, non le era di meno di certo. 


Le categorie di clienti più assidui dell'agenzia si aggirano sicuramente tra i teenagers e i signori dai quaranta anni in poi, per chi cerca l'amore ingenuo e chi invece una rivincita, un nuovo tentativo dopo un divorzio o una morte, a volte. Tutti trovano infatti tenero e divertente come le fasi dell'amore, delle cotte, delle infatuazioni cambiassero negli anni e con l'età, e ancora più sorprendente come questo invece, in altri casi, sembra non cambiasse mai. 
Edith sa che non dovrebbe aver fretta, che per un amore del genere vale la pena aspettare, ciononostante è impaziente di trovare qualcuno di cui innamorarsi. E funziona sempre così, sebbene abbia avuto più volte il cuore spezzato. Qualche ferita richiedeva più tempo per iniziare a rimarginarsi, ma alla fine di ognuna, ha sempre trovato il coraggio di ributtarsi in quel campo di battaglia che sono i sentimenti contorti dell'animo umano; un particolare di cui andava particolarmente fiera, sapendo comunque si trattasse allo stesso tempo di un bene e di un male. 
Ciò che ricercava è la sensazione che si prova, quella leggerezza che ti fa essere entusiasta delle piccole cose, che ti fa sentire sazia e appagata. Per quanto sia una romantica persa, è impressionante il cambiamento a cui va incontro durante una relazione: sì, romantica, ma piuttosto razionale, che sia stato per le delusioni subite o per la maturità ricavata da queste finora. 


Edith è piuttosto contenta della sua tranquilla ma movimentata vita, ed un giorno come un altro si siede dietro la sua scrivania alla Liebe Struck. Risponde a qualche mail in cui le chiedono informazioni su incontri, persone che vogliono modificare i propri interessi sul sito. 


La porta si apre e il campanello legato al di sopra di questa inizia a tintillare. Entra un ragazzo giovane, dalla pelle olivastra e moro. Saluta. 
"Buongiorno," risponde lei, "prego, si accomodi. Come posso aiutarla?" gli sorride incoraggiante aspettando che prenda posto. Lui annuisce e chiude la porta, e nel fare questo alza lo sguardo verso altri due uomini che stanno per strada: i suoi amici. Edith non può vederli ora. 
Si siede appoggiandosi allo schienale, le gambe aperte, con un'espressione quasi di sufficienza e allo stesso tempo un po' imbarazzata. È normale, pensa lei, molti lo sono quando entrano nell'agenzia per la prima volta, per cui continua a sorridergli "mi chiamo Edith, piacere di conoscerla." si presenta. "E lei è..." lascia la frase in sospeso cosicché lui la completasse, "Christian. Christian...Mann" dice, prima esitante e poi deciso, come se stesse cercando di ricordarselo.
 "Bene, Sig.Mann, presumo sia qui per trovare un partner!" ridacchia cordiale, essendo quella la cosa ovvia. "Eh sì" risponde, annuendo a labbra strette. Le era sembrata una risposta un po' sarcastica, ma non ci diede peso. Apre il modulo d'iscrizione sul sito "mi parli un po' di lei, età, professione, hobby...è di queste parti?" gli chiede, muovendo il mouse sui vari campi da compilare. Il ragazzo rimane in silenzio, quindi si volta verso di lui per prestargli attenzione. 
"Sono di queste parti. Sono di origine turca, se era quello che intendeva scoprire" dice, e le lancia uno sguardo giudicante. 
Edith viene presa un po' alla sprovvista, capendo solo qualche momento dopo quello che stava insinuando "oh, no, no. Si figuri, volevo solo indicare una posizione sul suo profilo" si giustifica. Lui sorride di sbieco "ho ventotto anni" le dice. Lei inserisce man mano i dati, ma capisce che questo impiegherà tempo.
 Solitamente, alla domanda "mi parli di lei", i clienti partono da soli e sono cooperativi. Sembrava invece che dovesse strappare le informazioni da Christian.
 "Oh, quindi siamo quasi coetanei. Posso darle del tu?" gli sorride. 

"Nah, no. Non credo ce ne sia bisogno" fa spallucce.
 Lei annuisce e si siede più composta, schiarendosi poi la voce "professione, hobby? orientamento sessuale?" riprova a chiedere. 
Christian prende una penna dal portamatite sulla scrivania e inizia a giocare passandosela tra le dita, distogliendo quindi lo sguardo da lei. "Credo tu voglia sapere troppo, Ethel. Qual è il prossimo passo? il mio conto bancario?"
 Ora, per sua fortuna, Edith è una persona composta e professionale. Non le piace che qualcosa sia fuori posto o che vada in un modo che non ha programmato in precedenza. Allo stesso tempo vede o meglio vuole vedere sempre il meglio negli altri, per cui ha pensato si trattasse della stessa paura che hanno spesso i clienti anziani. 
Ignora il nome sbagliato e gli passa il contratto, accurandosi di mostrargli le pagine interessate "qui trova i termini e le condizioni di privacy, si prenda del tempo per leggerli se vuole". Lui guarda i fogli un po' perplesso, non si aspettava lo prendesse sul serio. 
 Li prende e inizia a sfogliare il contratto, "non dovrebbe chiedermi che tipo di persona mi piace?" la ragazza recupera la speranza: vuol dire che vuole collaborare, quindi.
 "Certo, ci saremmo arrivati! Qual è il suo partner ideale?" chiede pimpante, con le dita sulla tastiera pronte a scrivere. Christian la guarda prima nei suoi occhi azzurri, poi la squadra dalla testa ai piedi, pensieroso. O dalla testa al busto, interrotta dalla scrivania. Ad essere sincera, si sentiva un po' a disagio. 
"Probabilmente il tuo opposto" decide infine. Lei poggia i gomiti sulla scrivania, avvicinandosi "le more, quindi? o gli uomini? ...oppure gli uomini mori?" chiede. 
Le era capitato certamente qualche cliente confuso o senza preferenze particolari, ma così le sembrava di vagare nel buio. 
Lui non risponde e prende il blocco di fogli, alzandosi. Si dirige verso la porta e si ferma con la mano sulla maniglia, dandole la schiena ma girandosi poi con la testa per guardarla "hai detto che posso pensarci su, giusto?" fa, alzando il braccio col quale manteneva il contratto tra la mano e l'incavo dell'ascella. 
Lei apre la bocca e la richiude, sorpresa dalla velocità con cui era andato questo incontro nemmeno prenotato, tra l'altro. 
"Beh, sì-"
 "Perfetto," la interrompe "allora ci si vede, Ethel" spinge la maniglia ed esce. Resta però dietro la porta, che riapre in uno scatto. 
Edith non ha avuto neanche il tempo di distogliere lo sguardo.
 "Comunque," la informa "a me piacciono le ragazze." 
Lei lo annota subito su un post-it, ma non dice niente. 
"Anche se," inizia Christian, e lei si gira di nuovo a guardarlo  "devo dire che mi dispiace per i ragazzi" inclina la testa, confusa. 
"per quello che si perdono. Insomma, sono una gran cosa," provvede a chiarire 
"non credi?" fa, in tono scherzoso. Lei ride, non sa se perché effettivamente divertita o per le tendenze narcisistiche di questo Christian. A lui non sembra importare, ghigna infatti soddisfatto ed esce. Incontra poi i suoi amici mentre Edith raggruppa su di un foglio le poche informazioni che le aveva lasciato ed eliminando il modulo online.
 Probabilmente era troppo nervoso, pensa, voleva prima vedere come funzionava il tutto oppure non faceva sul serio ed era venuto a prendere qualcuno in giro e gli era capitato proprio Edith. 
Era un'opzione a cui non le piaceva pensare o una a cui non avrebbe dato importanza, perché aveva comunque altre commissioni da svolgere ed altri clienti. Alza lo sguardo verso una sua collega più distante, occupata alla scrivania con una signora dagli abiti un po' kitsch. Sembra che avesse assistito alla scena, perché si distrae dalla signora abbastanza per guardarla e fare riferimento alla porta, alzando un sopracciglio e alzando il braccio a ruotare l'indice attorno la tempia destra, mimando con la bocca "è pazzo!" Edith ridacchia e rilegge il foglio con gli appunti. 


Christian Mann, tedesco ma origini turche, 28 anni, etero. Lo piega e lo mette in un cassetto, abbastanza sicura quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe visto. 


Nessuno dei due era conscio che non erano questi i piani che aveva in mente qualcun'altro.

   
 
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