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Autore: LaPrincesseJasmine    27/08/2018    2 recensioni
STORIA INCENTRATA SU ALEX E MARC
Dal testo: "L'ipotesi era inconcepibile. Sfuggiva ad ogni logica ma, d'altronde, tutta quella vicenda era fuori dal comune.
Alex non sapeva cosa fare. La testa le doleva e non aveva più la forza di pensare: in poco tempo tutto il suo mondo le era crollato addosso."
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chatel-Argent, Francia

23 giugno 1233

 

Tutto il castello sentì l'urlo di gioia di Marianne quando vide il puledro che suo padre le aveva regalato per il suo sesto compleanno.

“Che bello! Che bello!” continuava a ripetere accarezzando la criniera chiara del purosangue.

Era un bellissimo cavallo e Marianne con i suoi riccioli biondi sarebbe sembrata un angelo su quel cavallo bianco.

Marc era felice di vedere sua sorella così allegra e spensierata e si concesse un pomeriggio di spensieratezza allontanando ogni pensiero su Alex e su ciò che aveva fatto. Cavalcò un po' con Michel mentre Marianne tentava invano di insegnare al suo nuovo cavallo a rispondere a suoi comandi.

Ian e Isabeau guardavano la scena divertiti, tenendosi la mano.

Marc per la prima volta si rese conto di quanto erano fortunati i suoi genitori ad amarsi così tanto e poter stare insieme. E di nuovo il suo pensiero tornò ad Alex,  rabbuiandolo.

 

Quando il banchetto in onore del compleanno della contessina terminò tutti fecero per ritirarsi nelle loro stanze.

Marc si attardò scrutando il cielo notturno perso nei suoi pensieri. Era tanto concentrato che non si accorse dell'arrivo del padre e quando quest'ultimo gli mise una mano sulla spalla sussultò.

“Mi hai spaventato.” disse a Ian che emergeva dall'oscurità.

“Scusami, pensavo ti fossi accorto della mia presenza.” rispose Ian “mio fratello Guillaume mi ha detto cosa volevi fare durante la riunione con il re... Mi sembra un chiaro tentativo di farti ammazzare. Perché? Per Alex?”

Marc non rispose.

“Il dolore passerà e sarai di nuovo felice. Vedrai.”

“Tu non capisci.” disse Marc non volendo affrontare quel discorso con suo padre. “Io... non sono degno di essere un cavaliere, non farò altro che disonorare il tuo nome. Se morissi sarebbe meglio per tutti.”

Ian fissò il figlio con i penetranti occhi azzurri.

“Se tu morissi ci daresti un dolore superiore a qualunque disonore tu ci possa causare. Poi lo so che non è conveniente che tu abbia tenuto la mano ad Alex durante quella cena, visto che non eravate fidanzati, ma non mi sembra il caso di parlare di disonore.”

Marc si morse le labbra sentendo di deludere il padre un'altra volta e non aggiunse nulla.

 

 

Dopo quella sera nessuno aveva più parlato del bambino di Alex. Tutti avevano fatto finta che non fosse successo nulla.

Lei all’inizio aveva scelto di non tenerlo ma poi non se l’era sentita di “liberarsi” veramente di quell’esserino che le cresceva dentro.

Alex aveva ripreso a studiare concentrandosi sulle ultime verifiche e adesso, finalmente, stava per diplomarsi.

Stava ricontrollando il discorso che intendeva fare la settimana seguente quando la sua mano scivolò inevitabilmente sulla pancia. Di colpo realizzò che aspettava il figlio di Marc, che c'era un pezzo di Marc che le cresceva dentro. Questo era più di quanto avesse mai potuto sperare.

Non si sarebbero più rivisti, suo padre non lo avrebbe di certo permesso, ma Alex avrebbe comunque avuto per sempre il più bel ricordo del suo cavaliere. Il pensiero la fece quasi commuovere.

 

Alex il giorno del diploma scelse una sobria maglietta bianca che tanto avrebbe dovuto essere quasi subito coperta dalla tunica.

Si mise dei jeans non troppo attillati e si guardò allo specchio. Che cosa poteva trovarci la gente in una come lei? Aveva dei normalissimi capelli castani, degli ordinari occhi color nocciola e un normalissimo viso senza niente di speciale.

Non era bella. Perché uno come Marc si era innamorato di una come lei quando avrebbe potuto avere qualunque dama bellissima e aggraziata?

Di colpo gli balenò in mente la possibilità che lui non fosse davvero innamorato di lei, che volesse solo farglielo credere sapendo che nessuna donna del Medioevo avrebbe dato così tanta confidenza ad un uomo.

Improvvisamente si sentì una stupida: probabilmente lui l'aveva presto dimenticava e stava già pensando alla  sua prossima conquista.

No. Marc era sincero quando le aveva detto che l'amava. Alex tentò di convincersi che fosse così ma l'orrendo sospetto non volle abbandonarla.

 

La cerimonia fu molto bella. Alex fece un bel discorso di commiato e il cuore di Daniel si riempì d'orgoglio. Era sua figlia. Non poteva nemmeno concepire l'idea di perderla per sempre. Quel dannato medioevo si era già preso Ian, che per lui era come un fratello, non poteva prendergli anche sua figlia.

Eppure si sentì tremendamente egoista. Forse Alex sarebbe stata più felice con Marc, forse suo figlio avrebbe avuto bisogno di un padre.

Ian non glielo avrebbe mai perdonato. Non avrebbe permesso che lui gli tenesse lontano suo nipote e, soprattutto, che impedisse a Marc di conoscere suo figlio.

Certo, in quel mondo medievale, un figlio al di fuori del matrimonio era condannato ed era possibile che Marc non volesse nemmeno riconoscere il bambino. Nella sua testa balenavano un milione di pensieri e si trovava di fronte a scelte che non avrebbe mai voluto compiere. Guardò Alex e la vide tremendamente fuori posto tra le sue coetanee, già troppe cose le separavano, e immaginò che anche sua figlia dovesse sentirsi sopraffatta dalle preoccupazioni. Desiderò di abbracciarla per infrangere il muro che si era creato tra loro.

 

“Bravissima tesoro!” le disse nonna Sylvia per la millesima volta mentre la abbracciava.

“Brava, Alex, bellissimo discorso.” aggiunse fiero il colonnello “adesso vai a divertirti un po' con i tuoi amici, che te lo meriti.”

Ovviamente i suoi nonni non potevano nemmeno immaginare che cosa fosse successo ad Alex in quel periodo e che l'ultima cosa che voleva fare era andare a qualche stupida festa.

“Non credo che andrò, nonno.” rispose infatti “in realtà preferirei tornarmene a casa e riposare un po' visto che mi sono stressata tanto per la scuola e finalmente posso concedermi un poco di pausa.”

“Non vieni, Alex?” intervenne Debbie sentendo l'amica pronunciare quella frase.

Alex fece un segno di diniego con la testa e Debbie se ne andò via sbuffando. Non poteva capire.

I nonni parvero straniti dalla sua decisione ma non commentarono e, dopo essersi complimentati con lei per la milionesima volta, se ne andarono.

Suo padre non disse niente ma l'abbracciò, e quel gesto, per Alex, significava più di qualsiasi parola.

 

 

Chatel-Argent, Francia

28 giugno 1233

 

Ian mentre faceva colazione aveva ancora impressa l'immagine del figlio che se ne andava accompagnato da Guillaume diretto ad Auxi, dove era ospite il re, per  discutere le strategie di guerra e poi chissà, forse andare a Parigi.

Se c'era una cosa che Ian detestava di quel mondo Medievale era l'assenza di comunicazioni. Solo stando lì aveva capito l'importanza del telefono, se non altro per far mettere il cuore in pace ai propri cari.

Anche se tentava di pensare ad altro, la conversazione avuta con Marc qualche tempo prima l'aveva turbato parecchio. Suo figlio dopo tanti mesi continuava a soffrire per amore di Alex ed era preoccupato per l'onore della famiglia.... questo Ian non riusciva proprio a capirlo.

Anche Isabeau era preoccupata per il figlio e, qualche giorno prima, lei e Ian ne avevano discusso insieme.

Isabeau aveva chiesto a Ian di mettersi in contatto con Daniel, di andare di là insomma, per sapere come stava vivendo la cosa Alex.

Ian, però, non se la sentiva ancora di affrontare la ragazza più che altro per la paura che lei gli chiedesse di Marc o insistesse per seguirlo nel Medioevo. Lui non avrebbe saputo dirle di no, non sapeva resistere ai suoi occhi castani, Alex era come una figlia per lui, e Daniel non lo avrebbe mai perdonato.

Senza quasi accorgersene Ian si diresse verso le stalle dove venne intercettato da Michel.

 

 

Alex indossò una maglietta ampia perché la pancia iniziava a farsi vedere e lei preferiva non metterla in mostra.

Sentì un rumore improvviso e sua madre e suo padre entrarono timidamente in camera sua. L'ora era giunta. Si impose di mantenere la calma.

Sua madre si sedette sulla sedia della scrivania mentre suo padre si sedette sul letto abbracciando, senza accorgersene un morbido cuscino viola. La fece sorridere.

I suoi genitori sembravano entrambi fuori posto e imbarazzati e ad Alex fecero tenerezza, era evidente che dovevano affrontare con lei una questione spinosa.

“Alex” cominciò Jodie “io e tuo padre abbiamo discusso a lungo su ciò che è meglio per te e alla fine ci siamo resi conto di una cosa: è ora che iniziamo a trattarti da adulta perché lo stai diventando. Lasceremo a te la scelta sul tuo futuro ma saremo qui a consigliarti.”

Il cuore di Alex balzò nel petto. Lui sapeva la risposta per la felicità di Alex: Marc.

Stava per dire quel pensiero ad alta voce quando si rese improvvisamente conto che non doveva decidere solo per se stessa ma anche, e soprattutto, per il figlio che le cresceva dentro e non fu più così sicura della risposta.

“Io...” iniziò incerta “io amo Marc.” suo padre sospirò ma Alex continuò “ma amo anche voi.” Daniel sembrò rilassarsi un po'.

“Io non so che cosa sia meglio per me e spero di non compiere la scelta sbagliata” disse Alexandra “cercherò di prendere la scelta giusta soprattutto per… per il bene di mio figlio e... credo che debba conoscere suo padre”

“Alex” iniziò Daniel.

“No papà, ti prego fammi finire” continuò Alex. “so che la vita nel Medioevo è dura... so che io e Marc siamo giovani e che non sarà facile ma penso che per essere una buona madre, o almeno provare ad esserlo, devo compiere le scelte migliori per mio figlio e... credo che questa sia la migliore per lui.”

“Alex” tentò nuovamente Daniel “volevo dirti che ti avrei consigliato la stessa cosa. Sei molto coraggiosa a compiere una decisione del genere e, anche se mi mancherai come se mi avessero strappato un arto io...” non ce la fece più a continuare perché le lacrime lo costrinsero al silenzio.

Alex si chinò ad abbracciarlo mentre anche i suoi occhi iniziarono a lacrimare.

“Alex” iniziò Jodie cupa “Sai che Marc potrebbe anche non voler riconoscere il bambino... nel Medioevo i figli illegittimi sono un'onta che non penso che una famiglia importante come il casato dei Ponthieu si possa permettere...”

Alex si sentì il cuore spezzato da quella possibilità ma cercò di mantenere un apparente contegno “Se non volesse riconoscere il bambino allora tornerò qui e lo crescerò da sola...”

“Sei davvero sicura di voler vivere lì? In quanto donna sarai relegata a un ruolo marginale, non conterai niente nella famiglia e passerai la vita a fare figli e crescerli” rincarò la dose Jodie.

“Jodie, Ian rispetta Isabeau e la ammira enormemente, lei lo aiuta in tutte le decisioni importanti e...” intervenne suo padre.

“Marc non è Ian!” sbraitò Jodie esasperata “Lui è nato cresciuto nel Medioevo ed è chiaro che sia immerso in quel tipo di cultura e dipenda da essa.”

“Ma Ian ha di certo insegnato ai suoi figli l'amore e il rispetto. Per quanto io voglia davvero uccidere Marc in questo momento, devo ammettere che è un ragazzo educato e sensibile; è il figlio di Ian e da lui non ha ereditato solo gli occhi azzurri...”

Jodie non era convinta e gli occhi le si riempirono di lacrime.

“Allora c'è solo una cosa da dire” proclamò lei con fare solenne “Apriamo Hyperversum.”

   
 
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