Bonnie
mentre aspetta davanti alla porta che qualcuno venga ad aprire. Con lei c'è
Peter
,
che ha guidato fin qua, Lola,
Lady
e
Bimo
.
La musica si sente sin da fuori, sul portico qualcuno che non ha mai
visto prima sta conversando in gruppo.Lola aveva ragione, la casa è sontuosa
è
imponente, il genere di villa che sembra uscita da un quartiere di
Beverly
Hills
.
Tre piani, lussuosa, probabilmente non c'è nessun cinema ma
non
è
difficile immaginare il
perchè
si possa pensare una cosa del genere. La porta si apre di scatto,
davanti a loro la faccia rosea di Finn gli accoglie con un sorriso
accomodante, con l'immancabile giacca da football, tirata a lucido per
l'occasione, li invita
ad entrare
.
-E' un piacere vedervi, amici!- Poi da una pacca sulla spalla a tutti
-Jake
,
è arrivata
Lady
!-
urla
poi
con un tono di voce altissimo
ad un
punto non ben precisato della casa, e sempre da un
punto
non
precisato
della
casa
Jake
arriva di fretta
-Hey
!-
urla
come saluto generale,
poi
si avvicina a
Lady
e le
da
un veloce bacio sulle labbra.
-Sei
fatto-
afferma lei senza nessuna particolare intonazione nella voce.
Jake
-Sono
fatto.- ammette tranquillamente
-Dai
,
vieni con me.- E così dicendo le prende la mano e si
allontanano immediatamente nella folla. La casa è infatti all'interno gremita di gente,
gente
da tutte le parti,
gente
sul divano,
gente
sulle scale,
gente
appoggiata alle pareti,
gente
in fila per il bagno, da ogni parte persone e
persone
e
persone
;
il minor rapporto tra spazio disponibile e
persone
presenti che
Bonnie
abbia mai visto.
-Alla
- Quella roba dell'esclusività è solo per fare scena.- risponde Finn che nel mentre le si
è
avvicinato-Non
ci sarebbe nulla di divertente se le feste fossero esclusive,
è
solo
bello vedere la gente che si prodiga cercando di ottenere un invito di
cui non ha veramente bisogno.-
Bonnie
-Ma
tutti sono così seri a riguardo. Non ha alcun senso.-
-Non
perchè
non sei tu quella per cui loro si
prodigano-
-Forse
-Comunque
io sono qui e non ho dovuto fare niente di particolare, mi ritengo
soddisfatta.- continua, sperando di accaparrasi una piccola rivincita. Il sorriso di Finn si allarga
-Sono
contento che tu sia venuta.
Jake
mi aveva che sarebbe stato inutile invitarti
perchè
non ti piacciono un
granchè
queste cose e avresti rifiutato in ogni caso.-
-In
effetti non mi piacciono queste cose, ma la roba
dell'esclusività funziona proprio come dovrebbe. Ti fa
sentire quasi speciale.- ammette
-Vedi
Mentre
parlano passano un sacco di persone, a ognuna di queste Finn riserva un
saluto veloce con un cenno della testa, al punto che diventa estenuante
reggere una conversazione in questo modo. Finn è il classico
ragazzo d'oro da manuale, stella dello sport, popolarità al
massimo, un sacco di amici, di bell'aspetto, alto, con questi lunghi
capelli biondi che gli arrivano alle spalle e questi occhioni azzurri e
i lineamenti dolci, quasi infantili, il fisico asciutto e muscoloso da
atleta ma, sopratutto, notoriamente dotato di un carattere buono e
affabile che, nonostante la posizione di rilievo in mezzo al pazzo
ecosistema del liceo, gli impedisce di essere uno stronzo pieno di
sè
,
a differenza dei suoi compagni di squadra; tutto il team ottiene lo
stesso in trattamento da piccole star di quartiere ma se tutti gli
altri non hanno nessuno che li apprezzi genuinamente come individui
al di
fuori del loro ruolo,
non
esiste
nessuno
in tutta la Washington che
genuinamente
disprezzi Finn, verso il quale al
massimo
si può riservare una tranquilla indifferenza, o un po' di
riverenza sociale.
Mentre
Bonnie
si accorge di aver perso tutti i suoi amici, di nuovo, in qualche modo,
si sono dileguati nella folla
-Merda
!-
esclama quindi di colpo.
-Che
-Non
so dove siano andati a finire
tutti, erano qua, mi sono distratta parlando con te e li ho persi
come l'ultima volta.-
-Mi
-C'è un casino, non mi sentiranno mai!- risponde piuttosto alterata
In effetti persino loro, che si trovano a pochi metri di distanza, devono alzare notevolmente la voce per capirsi sopra la musica
-Hai
ragione-
conclude lui
-Dai
,
ti do una mano a
cercarli-
-Non
un
marea di persone ad aspettarti, non perdere tempo.-
Non
le piace essere trattata come una deficiente, e
non
ha bisogno della compassione di nessuno.
-Non
sto perdendo tempo, lo faccio volentieri, e sono anche piuttosto bravo,
ne ho già trovato uno.-
Con la mano
le
indica una poltrona nel soggiorno, lei ci mette un po' a inquadrare la
scena ma quando riesce a metterla fuoco è chiara e
trasparente; Lola
è
sulle gambe di un ragazzo, stanno
limonando
di brutto.
-Ci
Jeremy
.-
commenta Finn
Bonnie
non è stupita
-Jeremy
Higgs?-
Finn annuisce
-Proprio
lui.- Lei alza gli occhi al cielo
-Dopo
aver completato la lista dei ragazzi con il nome in ordine alfabetico
adesso è passata ai cognomi, piuttosto impressionante se ci
pensi.- conclude ridacchiando.
Finn mostra un' espressione vagamente sorpresa
-Che
hobby particolare.-
Bonnie
-Bene
.
Una è andata.
Ma
come fanno a sparire così? Siamo qui da neanche cinque
minuti.-
-Chi
-Lady
Jake
,
Peter
sarà con
Bimo
...da
qualche parte.-
ipotizza-
A questo punto conviene considerarli andati tutti. Rimangio tutto, lo
sapevo che era una brutta idea.- continua frustrata.
-Dai
così-
sembra vagamente ferito
-Come
hai detto, sei qui da neanche cinque minuti, troppo poco per
giudicare.Intanto togliamoci dall'ingresso e vieni a bere qualcosa, non
risolverà la situazione, ma
non
potrà nemmeno peggiorarla.-
In realtà l'alcool può assolutamente peggiorare la situazione, obbiettivamente, ma del resto che senso ha discuterne?
E'
sabato sera, è una festa, ed
è
rimasta completamente sola, tanto vale arrendersi.
E
alzando le spalle decide di seguirlo.
Stare al seguito di Finn ha i suoi vantaggi
perchè
non c'è alcun bisogno di fare
a spallate
con la folla, la
folla
si sposta spontaneamente per consentirgli il passaggio e lei
può usufruire della situazione, come se fosse una star dal
red
carpet
anche se al posto del tappeto rosso c'
è
un moquette color pistacchio.
La cucina da più l'impressione di essere un bar piuttosto che una
cucina
qualsiasi, con un ampio bancone e gremita di gente buttata qua e la in
modo casuale nella stanza. Tutti li guardano curiosi prima di tornare a
le loro cose, ovunque ci
sono
litri e
litri
di
ponch
e birra e vino e altri alcolici che non riesce a distinguere.
-Deve
Thomas
per queste feste.-
-Thomas
riccastro
,
per il suo compleanno ha chiesto e ricevuto un maneggio con tanto di
cavalli e tutto il resto.- dice Finn sovrappensiero mentre girato verso
il balcone versa due bicchieri di qualcosa
-Dei
Bonnie
aggrotta leggermente le sopracciglia confusa
-Non
Spirit
.
L'aveva molto commosso.-
-La
gente ricca è spesso incomprensibile a i miei occhi
-commenta
vagamente amareggiata, poi un pensiero sfiora la sua mente, o meglio,
la sfonda; il suo interlocutore. Finn è notoriamente pieno
di soldi, per qualche ragione oscura, e si tratta anche di una delle
più grandi speculazioni nei suoi confronti, varie voci che
girano, dai motivi
più
ragionevoli fino ad arrivare alle follie
complottiste
"
E'
il figlio illegittimo di un emirato arabo attualmente in fuga per
crimini contro l'umanità, ho fonti certe" ricorda di aver
sentito una volta da delle ragazzine in corridoio. Cerca quindi di riprendersi
-Nel
senso...non che ci sa nulla di male nell'essere ricchi, va bene, no
problem
,
stavo solo cercando di dire che
a volte
..
-
prova a spiegare
-Oh
scusarti-
dice lui estremamente calmo, quasi robotico, mentre poggia il bicchiere
ormai vuoto vicino a lui mentre sta appoggiato al balcone della cucina
-So
quello che si
dice
,
più o meno,
non
mi sono offeso.- Il tono sommesso con cui lo dice le fa venire voglia di fare domande e di saperne di più, ma il sorriso triste che ha preso posto sul suo volto la trattiene. Si chiede
perchè
una cosa del genere possa essere un peso, poi cerca di scacciare il
pensiero il più velocemente possibile
perchè
nella conversazione si è insinuato un lieve imbarazzo
fastidioso.
-Tra
poco
dopo di nuovo pimpante.
-Non
è
ridicolo a questo
punto-
-Non
Bonnie
-Addirittura
un concerto? Chi suona? Gli U2? -
-Gli
U2?
Ma
quanti anni hai?- lui la prende in giro, lei si risente vagamente, poi
lui continua
-Comunque
no, ovviamente. Una band della scuola, hanno debuttato da poco, sono
forti, fidati, le
Scream
Queens
.-
-Non
-Non
-Ci
-Tu
vai, io ti raggiungo subito, devo andare in bagno. A proposito, sai
mica dove si trova?.-
-Esci
fondo-
-Grazie
-Ti
aspetto.- Le fa cenno mentre si è ormai allontanato e sta
uscendo dalla cucina confondendosi pian piano con altri volti. Adesso
che è da sola si sente completamente consapevole della
situazione, nel mezzo delle persone che sono a loro volta consapevoli
della sua presenza in
mezzo
a loro, ma inaspettatamente non si
sente
particolarmente a disagio,
non
si
sente
fuori posto e senza guardarsi attorno nemmeno per un secondo segue le
istruzioni di Finn. Si rivela più facile del previsto ma quando la trovo la fila per il bagno è così lunga che la sgomenta immediatamente.
Davanti a lei una serie di nuche schiamazzanti poste a diverse altezze; in fondo, come la luce in
fondo
al tunnel, si scorge lontana una porta. Si appoggia quindi al muro
arresa, pensando che probabilmente non ce la farà mai a
raggiungere il tetto in un periodo di tempo accettabile. -E' questa la fila?- le chiede d'un tratto una voce familiare mentre è assorta nei suoi pensieri.
Presa alla sprovvista, trasale.
-Ehy
,
che c'è che non va? Non sono mica un fantasma.- continua la
voce sarcastica.
-Scusa
,
mi hai preso alla sprovvista, comunque si.-
-Cazzo
Marceline
canotta
nera logora con
davanti
un logo di qualcosa che lei non riconosce e che, stretta sul suo corpo,
rivela la sua magrezza, un paio di jeans, degli anfibi, i capelli
raccolti in una piccola coda, appare vagamente nervosa.
Per risponderle
Bonnie
alza le spalle come per dire "cosa ci si può fare"? L'altra si appoggia al muro vicino a lei
-Alla
fine sei venuta.- aggiunge laconica
-Se
-Ah
ah ah
,
molto simpatica.-
risponde amara
-Non
Marcy
Bonnie
è sorpresa di vederla in questa nuova veste incredibilmente
umana e inedita.
-Non
-Cosa
Marcy
Bonnie
sta per esprimere ad alta voce il suo disagio ma l'altra prende per
prima la parola
-Devo
suonare tra
poco-
ammette infine con tono pacato
-e
la cosa mi spaventa sempre un po'-
Bonnie
inquadra velocemente la situazione
-Ah
,
la band!- esclama
-Allora
lo
sai.-
-So
ho scoperto poco fa, ma non avevo
idea che tu ne facessi parte.-
-Sarai
Marcy
.
L'altra annuisce in silenzio.
-Pensavo
-Perchè
Bonnie
-Non
idea-
scuote la testa
-te
l'
ho
detto, tendo a diventare un po' paranoica in questi momenti.-
-Mi
-So
Marcy
piccata
-So
che spacco!
O
almeno
,credo
.
Ma
sono solo le prime volte, credo sia un po' di ansia da palcoscenico.-
-Se
-Detta
facile-
considera tristemente
-Non
Se
hai la capacità di spaccare quel palco, vai e spaccalo. Il
resto non è importante.- Strappa a
Marcy
un sorrisetto sbilenco
-Mi
sembra di parlare con uno di quei coach motivazionali della
televisione.- -E' quello che dico a me stessa quando mi vien qualche dubbio.- confessa -Se vuoi veramente qualcosa vai e
prenditela
.
Banale? Molto.
Ma
sono convinta che il primo passo per fare una cosa sia farla.- L'espressione di
Marceline
è meno contrita ma non completamente convinta, rimane in
silenzio.
-E poi sarò lì, come ti ho detto, se farai troppo schifo inizierò a urlare fortissimo fingendo un malore così nessuno se ne accorgerà.- conclude
Bonnie
cercando ancora di minimizzare
Marcy
-Questo
si che è un piano.
Ma
non ce ne sarà bisogno, urlerai per l'emozione della mia
musica, anche se
non
sono sicura che sia il tuo genere.- sembra di nuovo rinvigorita.
-Potrei
stupirti.- I loro sguardi si incontrano per un lungo momento nella penombra del corridoio, dove la musica del soggiorno arriva solo in modo lieve come una stramba colonna sonora.
Marceline
sembra sull'orlo di continuare la conversazione ma d'un tratto
qualcosa, o meglio, qualcuno all'inizio della fila attira il suo
sguardo.
-Keilaaaaa
-Keeeilaaaaa
Bonnie
la guarda perplessa
-Credo
Dall'inizio della fila
Bonnie
vede un braccio alzarsi e muoversi in modo scomposto.
-Ci
Bonnie
infine mentre inizia a fare
a spallate
per raggiungere l'amica. Lei purtroppo non ha questa fortuna, e di
nuovo sola, deve sorbirsi tutta la fila in mezzo a le improbabili
discussioni altrui fino all'ultima persona prima di lei.
Sarà passata
più di una mezz'ora e ormai la casa, all'interno,
è
pressoché vuota, e nonostante non senta particolare casino,
è
certa che tutto sia iniziato senza di lei. Un po' delusa inizia
comunque a salire.
Dopo
una lunga scalinata da percorrere per almeno tre o quattro piani nei
quali non incontra assolutamente nessuno arriva finalmente sul tetto.
La quantità di gente la sopra è spaventosa
ed il
tetto
è
enorme, sembra una piazzetta o un piccolo campetto, un genere di cosa
che fino ad adesso le
è
sembrata reale solo nelle fantasie. Vede subito, lontano rispetto all'entrata, il palco di fortuna montato per l'occasione: sul
palco
stanno quelli che crede essere tutti i componenti della band, riconosce
subito
Marceline
che sta al centro e che si è sciolta i capelli, e
tutti
sono stranamente fermi, a quanto pare il concerto non
è
ancora iniziato, pensa, piuttosto sorpresa, e guardando meglio si
accorge anche che il gruppo
sta
discutendo tra di loro per qualche ragione,
non
può capire quale sia la questione, ovviamente, ma
vede
le sagome muoversi animatamente.
Dopo
non
riconosce nessuno e si arrende all'idea di
rimanere
lì in solitudine fin quando il concerto
non
sarà iniziato, poi finito, e allora la
folla
si dissiperà un po', o almeno lo spera; è in quel
momento
che una voce arriva dal palco amplificata tramite un microfono con un
po' di riverbero. -E' il momento di cominciare, ci scusiamo per il ritardo,
ci
sono state alcune...
incomprensioni-
dice
Marceline
e poi si gira a fissare i suoi compagni dietro di lei. La folla esulta, e anche
Bonnie
grida in supporto e la sua voce si confonde tra quelle di molte altre. La ragazza sul palco scruta ancora per un momento tutta la folla, il suo sguardo preciso e calmo e indagatore, sicuro come quello di una
rockstar
consumata mentre la luce appena accesa le illumina il volto e la
costringe a stringere leggermente gli occhi per mettere a fuoco.
Qualche secondo ancora di attesa, mentre la folla inizia a borbottare
di nuovo presa alla sprovvista da questa situazione; e poi lo sente,
distintamente, senza alcuna esitazione: lo sguardo si posa brevemente
su di lei, per un
secondo
appena, o forse è un'impressione,
è
impossibile che riesca realmente a vedere qualcosa
nè
tanto meno a riconoscere qualcuno. Eppure sembra così plausibile e reale.
Dopodiché
-E uno, due, tre, quattro...-
Il gruppo inizia a suonare.