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Autore: Pinkproudhead    27/08/2018    1 recensioni
Passi gran parte delle superiori a desiderare di uscirne ed un giorno, senza alcun preavviso, le superiori ti si riversano addosso senza che tu l'avessi chiesto. Così succede a Bonnie che, spinta dall'amico di sempre Peter M.Butler (vi ricorda qualcuno?) si ritrova nell'occhio del ciclone, tra gare di matematica e balli della scuola, corsi di biologia avanzati e elezioni a presidentessa di istituto. E allora arrivano i drammi, nuovi amici, nuove esperienze e arriva anche il primo amore, però arriva male a bordo di una moto truccata. Sullo sfondo si muovono, leggere, le vite degli altri personaggi.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due feste in due settimane, non male, pensa
Bonnie
mentre aspetta davanti alla porta che qualcuno venga ad aprire.
Con lei c'è
Peter
, che ha guidato fin qua, Lola,
Lady
e
Bimo
. La musica si sente sin da fuori, sul portico qualcuno che non ha mai visto prima sta conversando in gruppo.
Lola aveva ragione, la casa è sontuosa
è
imponente, il genere di villa che sembra uscita da un quartiere di
Beverly
Hills
. Tre piani, lussuosa, probabilmente non c'è nessun cinema ma
non
è
difficile immaginare il
perchè
si possa pensare una cosa del genere. La porta si apre di scatto, davanti a loro la faccia rosea di Finn gli accoglie con un sorriso accomodante, con l'immancabile giacca da football, tirata a lucido per l'occasione, li invita
ad entrare
.
-E' un piacere vedervi, amici!- Poi da una pacca sulla spalla a tutti
-Jake
, è arrivata
Lady
!- urla
poi
con un tono di voce altissimo
ad un
punto non ben precisato della casa, e sempre da un
punto
non
precisato
della
casa
Jake
arriva di fretta
-Hey
!-
urla
come saluto generale,
poi
si avvicina a
Lady
e le
da
un veloce bacio sulle labbra.

-Sei
fatto-
afferma lei senza nessuna particolare intonazione nella voce.

Jake
ride
-Sono
fatto.- ammette tranquillamente
-Dai
, vieni con me.- E così dicendo le prende la mano e si allontanano immediatamente nella folla.
La casa è infatti all'interno gremita di gente,
gente
da tutte le parti,
gente
sul divano,
gente
sulle scale,
gente
appoggiata alle pareti,
gente
in fila per il bagno, da ogni parte persone e
persone
e
persone
; il minor rapporto tra spazio disponibile e
persone
presenti che
Bonnie
abbia mai visto.

-Alla
faccia dell'esclusività, tutta la Washington è qua dentro.- dice sarcastica
- Quella roba dell'esclusività è solo per fare scena.- risponde Finn che nel mentre le si
è
avvicinato-Non
ci sarebbe nulla di divertente se le feste fossero esclusive,
è
solo
bello vedere la gente che si prodiga cercando di ottenere un invito di cui non ha veramente bisogno.-

Bonnie
scuote la testa
-Ma
tutti sono così seri a riguardo. Non ha alcun senso.-

-Non
ce l'ha
perchè
non sei tu quella per cui loro si
prodigano-

-Forse
.- risponde, sconfitta.
-Comunque
io sono qui e non ho dovuto fare niente di particolare, mi ritengo soddisfatta.- continua, sperando di accaparrasi una piccola rivincita.
Il sorriso di Finn si allarga
-Sono
contento che tu sia venuta.
Jake
mi aveva che sarebbe stato inutile invitarti
perchè
non ti piacciono un
granchè
queste cose e avresti rifiutato in ogni caso.-
-In
effetti non mi piacciono queste cose, ma la roba dell'esclusività funziona proprio come dovrebbe. Ti fa sentire quasi speciale.- ammette

-Vedi
?- Finn scoppia a ridere. Ho fatto bene a invitarti comunque.-
Mentre
parlano passano un sacco di persone, a ognuna di queste Finn riserva un saluto veloce con un cenno della testa, al punto che diventa estenuante reggere una conversazione in questo modo. Finn è il classico ragazzo d'oro da manuale, stella dello sport, popolarità al massimo, un sacco di amici, di bell'aspetto, alto, con questi lunghi capelli biondi che gli arrivano alle spalle e questi occhioni azzurri e i lineamenti dolci, quasi infantili, il fisico asciutto e muscoloso da atleta ma, sopratutto, notoriamente dotato di un carattere buono e affabile che, nonostante la posizione di rilievo in mezzo al pazzo ecosistema del liceo, gli impedisce di essere uno stronzo pieno di
, a differenza dei suoi compagni di squadra; tutto il team ottiene lo stesso in trattamento da piccole star di quartiere ma se tutti gli altri non hanno nessuno che li apprezzi genuinamente come individui
al di
fuori del loro ruolo,
non
esiste
nessuno
in tutta la Washington che
genuinamente
disprezzi Finn, verso il quale al
massimo
si può riservare una tranquilla indifferenza, o un po' di riverenza sociale.

Mentre
chiacchiera con lui
Bonnie
si accorge di aver perso tutti i suoi amici, di nuovo, in qualche modo, si sono dileguati nella folla
-Merda
!- esclama quindi di colpo.

-Che
succede?- chiede Finn che sembra sinceramente preoccupato.
-Non
so dove siano andati a finire tutti, erano qua, mi sono distratta parlando con te e li ho persi
come l'ultima volta.-

-Mi
dispiace, chiamali al telefono.- suggerisce
-C'è un casino, non mi sentiranno mai!- risponde piuttosto alterata
In effetti persino loro, che si trovano a pochi metri di distanza, devono alzare notevolmente la voce per capirsi sopra la musica

-Hai
ragione-
conclude lui
-Dai
, ti do una mano a
cercarli-

-Non
devi farlo per forza, posso cavarmela, hai
un
marea di persone ad aspettarti, non perdere tempo.-
Non
le piace essere trattata come una deficiente, e
non
ha bisogno della compassione di nessuno.
-Non
sto perdendo tempo, lo faccio volentieri, e sono anche piuttosto bravo, ne ho già trovato uno.-
Con la mano
le
indica una poltrona nel soggiorno, lei ci mette un po' a inquadrare la scena ma quando riesce a metterla fuoco è chiara e trasparente; Lola
è
sulle gambe di un ragazzo, stanno
limonando
di brutto.

-Ci
sa fare eh, il vecchio
Jeremy
.- commenta Finn
Bonnie
non è stupita
-Jeremy
Higgs?-
Finn annuisce
-Proprio
lui.-
Lei alza gli occhi al cielo
-Dopo
aver completato la lista dei ragazzi con il nome in ordine alfabetico adesso è passata ai cognomi, piuttosto impressionante se ci pensi.- conclude ridacchiando.
Finn mostra un' espressione vagamente sorpresa
-Che
hobby particolare.-

Bonnie
non se la sente di commentare oltre questa situazione
-Bene
. Una è andata.
Ma
come fanno a sparire così? Siamo qui da neanche cinque minuti.-

-Chi
manca all'appello?- chiede lui, ignorando la domanda

-Lady
è con
Jake
,
Peter
sarà con
Bimo
...da qualche parte.-
ipotizza-
A questo punto conviene considerarli andati tutti. Rimangio tutto, lo sapevo che era una brutta idea.- continua frustrata.

-Dai
, non dire
così-
sembra vagamente ferito
-Come
hai detto, sei qui da neanche cinque minuti, troppo poco per giudicare.Intanto togliamoci dall'ingresso e vieni a bere qualcosa, non risolverà la situazione, ma
non
potrà nemmeno peggiorarla.-
In realtà l'alcool può assolutamente peggiorare la situazione, obbiettivamente, ma del resto che senso ha discuterne?
E'
sabato sera, è una festa, ed
è
rimasta completamente sola, tanto vale arrendersi.
E
alzando le spalle decide di seguirlo. Stare al seguito di Finn ha i suoi vantaggi
perchè
non c'è alcun bisogno di fare
a spallate
con la folla, la
folla
si sposta spontaneamente per consentirgli il passaggio e lei può usufruire della situazione, come se fosse una star dal
red
carpet
anche se al posto del tappeto rosso c'
è
un moquette color pistacchio.
La cucina da più l'impressione di essere un bar piuttosto che una
cucina
qualsiasi, con un ampio bancone e gremita di gente buttata qua e la in modo casuale nella stanza. Tutti li guardano curiosi prima di tornare a le loro cose, ovunque ci
sono
litri e
litri
di
ponch
e birra e vino e altri alcolici che non riesce a distinguere.

-Deve
spendere un sacco di soldi questo
Thomas
per queste feste.-

-Thomas
è un
riccastro
, per il suo compleanno ha chiesto e ricevuto un maneggio con tanto di cavalli e tutto il resto.- dice Finn sovrappensiero mentre girato verso il balcone versa due bicchieri di qualcosa

-Dei
cavalli? Non sapevo avesse questa passione.-
Bonnie
aggrotta leggermente le sopracciglia confusa

-Non
ce l'ha infatti, aveva appena visto
Spirit
. L'aveva molto commosso.-
-La
gente ricca è spesso incomprensibile a i miei occhi
-commenta
vagamente amareggiata, poi un pensiero sfiora la sua mente, o meglio, la sfonda; il suo interlocutore. Finn è notoriamente pieno di soldi, per qualche ragione oscura, e si tratta anche di una delle più grandi speculazioni nei suoi confronti, varie voci che girano, dai motivi
più
ragionevoli fino ad arrivare alle follie
complottiste
"
E'
il figlio illegittimo di un emirato arabo attualmente in fuga per crimini contro l'umanità, ho fonti certe" ricorda di aver sentito una volta da delle ragazzine in corridoio.
Cerca quindi di riprendersi
-Nel
senso...non che ci sa nulla di male nell'essere ricchi, va bene, no
problem
, stavo solo cercando di dire che
a volte
..
- prova a spiegare

-Oh
, non devi
scusarti-
dice lui estremamente calmo, quasi robotico, mentre poggia il bicchiere ormai vuoto vicino a lui mentre sta appoggiato al balcone della cucina
-So
quello che si
dice
, più o meno,
non
mi sono offeso.-
Il tono sommesso con cui lo dice le fa venire voglia di fare domande e di saperne di più, ma il sorriso triste che ha preso posto sul suo volto la trattiene. Si chiede
perchè
una cosa del genere possa essere un peso, poi cerca di scacciare il pensiero il più velocemente possibile
perchè
nella conversazione si è insinuato un lieve imbarazzo fastidioso.

-Tra
poco dobbiamo assolutamente andare sul tetto.- Dice lui
poco
dopo di nuovo pimpante.

-Non
dirmi che c'è una specie di giardino sul tetto o qualcosa del genere come nei film,
è
ridicolo a questo
punto-

-Non
te lo dirò: però sappi che tra mezz'ora c'è una specie di concerto, proprio su quel tetto del quale tu non vuoi sapere nulla.-

Bonnie
ride, talmente incredula da non esserlo più
-Addirittura
un concerto? Chi suona? Gli U2? -
-Gli
U2?
Ma
quanti anni hai?- lui la prende in giro, lei si risente vagamente, poi lui continua
-Comunque
no, ovviamente. Una band della scuola, hanno debuttato da poco, sono forti, fidati, le
Scream
Queens
.-

-Non
ne ho mai sentito parlare prima.- commenta lei fredda

-Non
ne dubito.- Lei scuota la testa per comunicargli il suo nuovo disappunto. Lui ricambia con una risata

-Ci
conviene andare adesso, vedo che le persone stanno cominciando a salire, dopo ci toccherà rimanere accalcati in fondo, nemmeno io ho potere su una folla accalcata- dice infine.
-Tu
vai, io ti raggiungo subito, devo andare in bagno. A proposito, sai mica dove si trova?.-

-Esci
di qua e segui il corridoio fino in
fondo-

-Grazie
, credo di potercela fare, ci vediamo su.-
-Ti
aspetto.- Le fa cenno mentre si è ormai allontanato e sta uscendo dalla cucina confondendosi pian piano con altri volti. Adesso che è da sola si sente completamente consapevole della situazione, nel mezzo delle persone che sono a loro volta consapevoli della sua presenza in
mezzo
a loro, ma inaspettatamente non si
sente
particolarmente a disagio,
non
si
sente
fuori posto e senza guardarsi attorno nemmeno per un secondo segue le istruzioni di Finn.
Si rivela più facile del previsto ma quando la trovo la fila per il bagno è così lunga che la sgomenta immediatamente.
Davanti a lei una serie di nuche schiamazzanti poste a diverse altezze; in fondo, come la luce in
fondo
al tunnel, si scorge lontana una porta. Si appoggia quindi al muro arresa, pensando che probabilmente non ce la farà mai a raggiungere il tetto in un periodo di tempo accettabile.
-E' questa la fila?- le chiede d'un tratto una voce familiare mentre è assorta nei suoi pensieri.
Presa alla sprovvista, trasale.
-Ehy
, che c'è che non va? Non sono mica un fantasma.- continua la voce sarcastica.
-Scusa
, mi hai preso alla sprovvista, comunque si.-

-Cazzo
, che schifo.-

Marceline
sta davanti a lei, indossa una
canotta
nera logora con
davanti
un logo di qualcosa che lei non riconosce e che, stretta sul suo corpo, rivela la sua magrezza, un paio di jeans, degli anfibi, i capelli raccolti in una piccola coda, appare vagamente nervosa.
Per risponderle
Bonnie
alza le spalle come per dire "cosa ci si può fare"?
L'altra si appoggia al muro vicino a lei
-Alla
fine sei venuta.- aggiunge laconica

-Se
mi stai vedendo, evidentemente sì.-

-Ah
ah ah
, molto simpatica.-
risponde amara

-Non
avevo intenzione di offenderti, scusami.- dice perplessa dalla reazione

Marcy
sta fissando vacua la punta delle scarpe, e
Bonnie
è sorpresa di vederla in questa nuova veste incredibilmente umana e inedita.

-Non
è colpa tua, sono un po' agitata, scusami tu, tendo a diventare scontrosa.-

-Cosa
c'è che non va?- le viene da domandare in modo naturale.

Marcy
si rinviene e alzando la testa di colpo la fissa con aria strana e la fronte corrugata. I suoi occhi scuri la scrutano attentamente e la cosa va avanti per qualche momento.
Bonnie
sta per esprimere ad alta voce il suo disagio ma l'altra prende per prima la parola
-Devo
suonare tra
poco-
ammette infine con tono pacato
-e
la cosa mi spaventa sempre un po'-
Bonnie
inquadra velocemente la situazione
-Ah
, la band!- esclama

-Allora
lo
sai.-

-So
che esiste questa band, o meglio l'
ho scoperto poco fa, ma non avevo
idea che tu ne facessi parte.-

-Sarai
lì?- chiede
Marcy
. L'altra annuisce in silenzio.

-Pensavo
che mi stessi prendendo in giro, poco fa.- aggiunge poi

-Perchè
avrei dovuto?- chiede
Bonnie

-Non
ne ho
idea-
scuote la testa
-te
l'
ho
detto, tendo a diventare un po' paranoica in questi momenti.-

-Mi
è stato detto che spaccate, se ti può far piacere.- dice cercando di sdrammatizzare la situazione.

-So
che spacchiamo!- esclama
Marcy
piccata
-So
che spacco!
O
almeno
,credo
.
Ma
sono solo le prime volte, credo sia un po' di ansia da palcoscenico.-

-Se
sei brava in quello che fai non dovresti lasciare che niente ti faccia pensare il contrario.-

-Detta
così la fai sembrare molto
facile-
considera tristemente

-Non
ho detto che sia facile, ma è la cosa giusta. La cosa giusta non è facile.
Se
hai la capacità di spaccare quel palco, vai e spaccalo. Il resto non è importante.-
Strappa a
Marcy
un sorrisetto sbilenco
-Mi
sembra di parlare con uno di quei coach motivazionali della televisione.-
-E' quello che dico a me stessa quando mi vien qualche dubbio.- confessa -
Se vuoi veramente qualcosa vai e
prenditela
. Banale? Molto.
Ma
sono convinta che il primo passo per fare una cosa sia farla.-
L'espressione di
Marceline
è meno contrita ma non completamente convinta, rimane in silenzio.
-E poi sarò lì, come ti ho detto, se farai troppo schifo inizierò a urlare fortissimo fingendo un malore così nessuno se ne accorgerà.- conclude
Bonnie
cercando ancora di minimizzare

Marcy
ride
-Questo
si che è un piano.
Ma
non ce ne sarà bisogno, urlerai per l'emozione della mia musica, anche se
non
sono sicura che sia il tuo genere.- sembra di nuovo rinvigorita.
-Potrei
stupirti.-
I loro sguardi si incontrano per un lungo momento nella penombra del corridoio, dove la musica del soggiorno arriva solo in modo lieve come una stramba colonna sonora.
Marceline
sembra sull'orlo di continuare la conversazione ma d'un tratto qualcosa, o meglio, qualcuno all'inizio della fila attira il suo sguardo.

-Keilaaaaa
!- urla a pieni polmoni e tutta la fila si gira verso di lei.

-Keeeilaaaaa
!- continua a gridare a squarciagola
Bonnie
la guarda perplessa

-Credo
di aver trovato un modo per sorpassare la fila.- le spiega brevemente.
Dall'inizio della fila
Bonnie
vede un braccio alzarsi e muoversi in modo scomposto.

-Ci
vediamo sopra!- dice a
Bonnie
infine mentre inizia a fare
a spallate
per raggiungere l'amica. Lei purtroppo non ha questa fortuna, e di nuovo sola, deve sorbirsi tutta la fila in mezzo a le improbabili discussioni altrui fino all'ultima persona prima di lei.
Sarà passata più di una mezz'ora e ormai la casa, all'interno, è
pressoché vuota, e nonostante non senta particolare casino,
è
certa che tutto sia iniziato senza di lei. Un po' delusa inizia comunque a salire.
Dopo
una lunga scalinata da percorrere per almeno tre o quattro piani nei quali non incontra assolutamente nessuno arriva finalmente sul tetto. La quantità di gente la sopra è spaventosa
ed il
tetto
è
enorme, sembra una piazzetta o un piccolo campetto, un genere di cosa che fino ad adesso le
è
sembrata reale solo nelle fantasie.
Vede subito, lontano rispetto all'entrata, il palco di fortuna montato per l'occasione: sul
palco
stanno quelli che crede essere tutti i componenti della band, riconosce
subito
Marceline
che sta al centro e che si è sciolta i capelli, e
tutti
sono stranamente fermi, a quanto pare il concerto non
è
ancora iniziato, pensa, piuttosto sorpresa, e guardando meglio si accorge anche che il gruppo
sta
discutendo tra di loro per qualche ragione,
non
può capire quale sia la questione, ovviamente, ma
vede
le sagome muoversi animatamente.

Dopo
aver osservato la scena ancora per qualche momento cerca nella folla un volto familiare per non rimanere da sola in mezzo alla ressa, purtroppo
non
riconosce nessuno e si arrende all'idea di
rimanere
lì in solitudine fin quando il concerto
non
sarà iniziato, poi finito, e allora la
folla
si dissiperà un po', o almeno lo spera; è in quel
momento
che una voce arriva dal palco amplificata tramite un microfono con un po' di riverbero.
-E' il momento di cominciare, ci scusiamo per il ritardo,
ci
sono state alcune...
incomprensioni-
dice
Marceline
e poi si gira a fissare i suoi compagni dietro di lei.
La folla esulta, e anche
Bonnie
grida in supporto e la sua voce si confonde tra quelle di molte altre.
La ragazza sul palco scruta ancora per un momento tutta la folla, il suo sguardo preciso e calmo e indagatore, sicuro come quello di una
rockstar
consumata mentre la luce appena accesa le illumina il volto e la costringe a stringere leggermente gli occhi per mettere a fuoco. Qualche secondo ancora di attesa, mentre la folla inizia a borbottare di nuovo presa alla sprovvista da questa situazione; e poi lo sente, distintamente, senza alcuna esitazione: lo sguardo si posa brevemente su di lei, per un
secondo
appena, o forse è un'impressione,
è
impossibile che riesca realmente a vedere qualcosa
tanto meno a riconoscere qualcuno.
Eppure sembra così plausibile e reale.

Dopodiché
il volto della cantante si allarga in un sorriso genuino.
-E uno, due, tre, quattro...-
Il gruppo inizia a suonare.
  
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