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Autore: absenthium    28/08/2018    1 recensioni
[Vanitas no Carte|Louis!centric]
"Maledetto, maledetto", gridano le voci nella tua testa, così tu dai loro un nome e le appelli come vecchi amici.
Poco importa che saranno la tua distruzione: l'amore, impari, è fatto di questo.
[...]
Dopotutto, Noè è un sempliciotto.
Nulla più di un bambino affascinato da quella che non sa essere la vostra distruzione e pieno di ideali privi di significato.
Noè gioca con il dolore senza comprenderlo.
[...]
In fondo, pensi, non siete troppo diversi.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Così ti trovi a chiederti se siete persone o mostri, mere bestie nate dal sangue, figlie del massacro.
Osi falsificare una soluzione, quando in realtà non hai una vera risposta.
Forse, trovi semplicemente il Male così radicato da non fare alcuna distinzione. Forse, neanche ti importa davvero.
Creatura, cantileni, figlia del massacro, della luna di sangue.
Spezzi distrattamente il paletto, di nuovo.
Poi, stringi i denti e incominci a lavorarne l'ennesimo.


È strano, quando Noè si intrufola nelle tue memorie per la prima volta.
È come se, tutto ad un tratto, venissi privato di ogni difesa e barriera.
Può scrutare ogni buio angolo della tua mente, ogni pensiero, ogni segreto, e questo basta a mandarti in bestia, perché tutto quello è vostro, e lui non ha il diritto di vederlo.
Gli occhi di Noè, quando lascia andare tutto questo, sono quelli di un bambino spaventato

solo, tutto solo

Ciò che ha visto lo terrorizza, o forse sei tu a farlo?
Non è neanche così rilevante. Passerai troppo poco tempo su questa terra per pensare al bene degli altri. Cosa conta, come ti ricorderanno?

 

La luna blu è così bella, dice.
Non pensi sappia il suo vero significato, o forse si limita a seguire ideali inscritti nel suo essere, ma troppo poco privi di realtà per avere possibilità.
Dopotutto, Noè è un sempliciotto.
Nulla più di un bambino affascinato da quella che non sa essere la vostra distruzione
la tua
e pieno di ideali privi di significato.
Noè gioca con il dolore senza comprenderlo.
Non capisce la luna blu abbastanza a fondo da temerla. Forse desidererebbe risposte, o domande da porsi.
Tiri dritto, quando ti domanda cosa ci sia in quel fenomeno di così spaventoso. Lui non può sentire i sussurri nella tua testa, né conosce il Buio.

 

Porti con te la Maledizione: lo sai.
Te l'ha detto l'uomo che chiami “nonno”, e la notizia non ha avuto neanche modo di sorprenderti. Non lo eri, semplicemente, sorpreso.
Forse lo sapevi, in qualche modo.
Maledetto, maledetto, gridano le voci nella tua testa

vieni, vieni con me

così tu dai loro un nome e le appelli come vecchi amici.
Poco importa che saranno la tua distruzione: l'amore, impari, è fatto di questo.

 

Senti i suoi occhi puntati su di te mentre lavori.
Intagli il legno con colpi veloci, studiati, cercando di renderlo appuntito.
In fondo, pensi, non siete troppo diversi. Stai giocando con la morte, come lui.
La vera differenza sta nella ragione.
Per lui, è qualcosa di troppo lontano, sconosciuto, per ragionarvi consapevolmente.
Tu vi sei così vicino da non darle peso.

“A cosa lavori?”
“è per te”

Vorresti dirgli tutto, rivelargli che gli stai concedendo l'onore di ucciderti, e non è qualcosa che avresti fatto con chiunque, ma preferisci tacere, reclinando ogni sua risposta con un cocciuto silenzio.

Hai paura, ecco cosa.

Ma è tardi per ammetterlo, perché Noè è già uscito dalla stanza, seguendo Domi verso il giardino, mentre tu sei ancora lì seduto a fare a pezzi un paletto dopo l'altro, in quella stanza lontana, così poco illuminata.

   
 
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