Anime & Manga > Candy Candy
Ricorda la storia  |       
Autore: Soniabruni    28/08/2018    9 recensioni
Questa breve storia rappresenta un what if del manga originale!
Cosa sasabbe potuto succedere se Candy e Terence si fossero incontrati occhi negli occhi a Rocktown?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Disclaimer: questa storia riprende l'opera originale di Kyoko Mizuki, i cui diritti d'autore sono detenuti da autrice e casa editrice. Non ho diritti sui personaggi e sulla storia che ho ripreso dall'originale. Non c'è scopo di lucro in questo mio racconto, per tanto non lede ai diritti d'autore.


UNA CROCE SULLA COLLINA

Casa di Pony, Maggio 1917

Erano passati tre anni dall’ultima volta che era stato lassù! Nevicava e faceva tanto freddo allora. Lui era appena arrivato dall’America con la valigia piena di sogni e il cuore straripante d’amore per la sua signorina Tuttelentiggini, quella che aveva dovuto abbandonare a scuola per salvare dall’espulsione.

Ricordava tutto perfettamente...

Si era fermato davanti all’ingresso e le due mamme di Candy l’avevano gentilmente fatto entrare a scaldarsi... erano così dolci; si sentiva, da come parlavano, che amavano la loro bambina ed era sicuro si fossero perfettamente accorte del perché lui fosse passato di là!
Voleva conoscere il luogo dove era cresciuto il suo dolce amore, che bambina allegra e vivace doveva essere stata! E che donna meravigliosa sarebbe diventata... accanto a lui, questo desiderava con tutto il cuore.
Prima di partire alla volta di New York le due buone donne l’avevano indirizzato alla collina di Pony e lui si era fermato a lungo per imprimere nella mente quel delicato pendio e quel grande albero così cari a lei!

Ma i sogni erano crollati proprio quando erano ad un passo dal realizzarsi tutti, perché lui l’aveva lasciata andare su quelle scale maledette.
E poi ancora il tunnel dell’alcol l’aveva inghiottito! No! Non riusciva a rassegnarsi...
Quella sera a Rocktown lei l’aveva salvato per l’ennesima volta e lui, nella confusione tra sogno e realtà, aveva fatto appena in tempo a raggiungerla!
“No… Terry… lasciami andare…” l’aveva supplicato la ragazza

“Non ce la faccio… non scappare via, guardami... amore io ti amo…” e l’aveva abbracciata così forte da toglierle il respiro.

Avevano passato buona parte della notte abbracciati tra lacrime e singhiozzi…
Poi, come per magia, tutto aveva cambiato sapore, dal salato delle lacrime al dolce delle labbra, della lingua, delle mani... e non erano riusciti a fermare l’inevitabile.
Il candido corpo di Candy sembrava prendere nuova vita sotto le carezze di Terence e lui l’aveva assaggiato tutto, ogni curva, ogni piega, ogni angolo, con le dita prima e con le labbra poi fino a fondersi completamente con lei e arrivare in paradiso, tra mille sospiri e sussurrati “ti amo”.

Il mattino dopo era sparita...
“Amore... ti amo! Non perderti più!”
Gli aveva lasciato solo una riga.

Lui si era fatto coraggio ed era tornato a New York, aveva lottato contro la sua dipendenza ed era risorto! Ora era l’attore più acclamato di Broadway...

Susanna... l’aveva aiutata, le aveva offerto tutto il supporto che un amico devoto poteva dare, ma una polmonite l’aveva stroncata un anno e mezzo dopo l’intervento; il suo fisico debilitato e la sua non voglia di vivere non l’avevano certo aiutata!
Lui le era stato accanto fino all’ultimo ma non aveva tradito se stesso e mai aveva pronunciato per lei quell’agognato “ti amo”, che la sfortunata ragazza tanto avrebbe desiderato udire dalle sue labbra.

“Dimmi che mi hai amato almeno un istante!” aveva chiesto supplichevole in punto di morte...

“Susanna... sai che... ti voglio bene!” le aveva risposto lui prima che esalasse il suo ultimo respiro, le sue labbra non riuscivano proprio a dire quelle due parole, quelle che aveva pronunciato solo quella notte al suo angelo biondo.

Era passato un anno dalla morte della giovane e sfortunata attrice, Terence adesso era pulito e voleva chiedere perdono al suo dolce amore...

 

La Collina di Pony era ricoperta da fiori gialli, rosa, bianchi, azzurri e di tutti gli altri colori, l'altura sembrava il vestito di una regina. (*)

Piano piano Terence risalì il pendio verso la grande quercia, l’aria era intrisa dell'odore del vento e della terra...
Ad un certo punto si sentì raggelare, aveva scorto una... croce?... stagliarsi sulla cima e aveva cominciato a correre come un pazzo!
Una sensazione terribile gli teneva in pugno il cuore e quando arrivò lassù cadde in ginocchio come se qualcuno gli avesse dato una mazzata sulle gambe...
“Candy White” era l’unica incisione su quella croce.

Si stese sopra quel fazzoletto ti terra piangendo disperatamente... gridava e chiamava il suo angelo come se lo avesse avuto tra le braccia in quel momento , come se riuscisse a sentirlo...
“Candy! Candy! Amore mio! Rispondimi ti prego!”

Le sue grida erano arrivate sin dentro l’orfanotrofio tanto che suor Maria si era avviata sulla collina e l’aveva trovato lassù in un mare di lacrime, completamente sopraffatto dal dolore.
“Signor Granchester! È lei?”

Terence la guardò! La morte era dipinta sul suo viso, specchio della sua anima in quel momento!
“La prego... venga dentro! Le spiegheremo tutto...”

Entrati in casa il giovane salutò Miss Pony. Fece fatica a riconoscerla, non era passato molto tempo ma la perdita della sua bambina l’aveva provata quasi fossero trascorsi vent’anni; teneva tra le braccia una bimbetta bionda e paffuta che continuava a piangere.
“Candy! Piccola mia! Adesso passa tutto, coraggio!”

La bimba aveva un ginocchio sbucciato e piangeva come un’ossessa, Terence si avvicinò a lei e la guardò negli occhi...

Quegli smeraldi verdi che aveva tanto sognato, quelle dolci lentiggini che danzavano sul nasino...
“Chi è questo angelo biondo?” chiese stupito, con la voce rotta dall’emozione

“È Juliet, la figlia di Candy, le somiglia così tanto che la chiamiamo tutti Candy!”
Un’altra stilettata al cuore provato di Terence! Ricordò la sua disperata notte d’amore con LEI, l’ancora che l’aveva tratto in salvo... possibile che?

Quando la piccola uscì per tornare a giocare, Miss Pony fece accomodare Terence.
“Povera bimba mia porta di continuo fiori sulla tomba della sua mamma; è tanto vivace e allegra ma ci sono giorni in cui non la smette di piangere.
È... è sua figlia Terence, lo ha capito vero?”

Terence non riusciva a reagire... non capiva, aveva il cuore spaccato dal dolore e ora scopriva anche di essere padre!
“Ha poco più di un anno! Candy è morta quando la piccola aveva due mesi... il disastro ferroviario alle porte di New York, se lo ricorda?”

Terence rammentò che per settimane i giornali avevano parlato del deragliamento del treno a pochi chilometri dalla stazione di New York! Lui stesso aveva fatto una donazione per le famiglie dei deceduti, ma non aveva idea che Candy fosse tra questi...

“Stava venendo da lei, per parlarle della bimba... ha aspettato di leggere del suo ritorno sulle scene, voleva essere sicura che lei si fosse ripreso completamente.
Era così felice il giorno in cui è partita! “Piccola... torno con papà” aveva detto salutando il suo tenero angioletto”.
E mentre parlava Miss Pony si asciugava le lacrime di continuo; il capo canuto, le spalle ricurve, le mani tremanti... quella dolce signora, quanto aveva patito!

“Adorava la sua piccola, non vedeva l’ora di presentargliela! E amava tanto lei, l’idea di portare in grembo vostro figlio l’aveva riempita di gioia, nonostante tutte le difficoltà che le si presentavano davanti in quel momento. Quell’idea di voi due uniti per sempre nel frutto del vostro amore era la sua fonte di vita ed energia. Era sicura che ne sarebbe stato entusiasta. Ha sofferto molto a tenerla all’oscuro della cosa durante la gravidanza... ha pensato solo al suo benessere, voleva darle qualche mese per riprendere in mano le redini della sua vita...”

Terence non riusciva a contenere le lacrime...
“La mia Candy, la mia dolce Tuttelentiggini... col pancione! E io avrei dovuto essere accanto a lei invece di comportarmi come un bambino e bere dalla mattina alla sera...” disse tra i singhiozzi passandosi le mani tremanti tra i capelli.

“Le abbiamo mandato una lettera quando la nostra Candy è... le abbiamo scritto della bambina ma, non avendo avuto risposta... abbiamo pensato che...” miss Pony non riuscì a finire la frase.

“Che fossi una canaglia! Io... non ho mai ricevuto alcuna lettera ma la cosa non mi sorprende affatto! Susanna... dannazione! Sono sicuro sia stata lei!” Terence aveva gli occhi fuori dalle orbite; quanto subdola e calcolatrice aveva sempre saputo essere Susanna, nemmeno di fronte ad un bambino...

“Il signor Albert Andrew si occupa di tutto quanto occorra alla piccola; ha insistito perché vivesse con lui ma, essendo spesso in viaggio, ha convenuto fosse meglio rimanesse qui, circondata dall’amore di tutti noi, almeno finché è così piccola. Viene regolarmente a farci visita.
La nostra Annie è molto legata alla bimba, è fuori per qualche giorno ma si è trasferita da noi, la ama come fosse sua”.

“Annie vive qui? Pensavo fosse ormai sposata con Archieball Cornwell!”
Terence aveva letto di Albert sui giornali, non immaginava invece che Annie si fosse trasferita in quell’umile posto.

“Il signor Cornwell ha rotto il fidanzamento dopo la morte di Candy. In preda alla disperazione ha alfine ammesso di aver amato sempre e solo la nostra dolce bambina e ha spezzato il cuore di Annie.

Le va di fermarsi qui da noi qualche giorno e conoscere la bambina?”

Terence rimase alla casa di Pony un mese intero...
La bimba sembrava rinata con lui vicino. La portava a fare scampagnate, cavalcate, pic nic... La rincorreva sui prati e le faceva fare cavalluccio.
Annie li accompagnava spesso e si divertita a guardarli giocare; Terence era adorabile con lei.

Scoppiò a piangere come un bambino il giorno in cui invece di chiamarlo Terry, come solo la sua mamma faceva, Juliet si rivolse a lui con un delicatissimo “papà”.

Gli sembrò che una farfalla colorata gli avesse toccato il cuore!
La strinse forte...
“Amore mio... sì io sono il tuo papà e starò con te per sempre! Sei così dolce tale quale la tua mamma!”

“Dio... se esisti davvero aiutami! La mia Candy, mi manca da impazzire! Vorrei morire per andare da lei, ma devo vivere per la mia bambina! Non ha più la mamma ma avrà il suo papà! Non posso essere il solito codardo egoista, devo essere forte!”
Con questo pensiero Terence cercava di trovare la forza per andare avanti ogni giorno ma...
Al calar del sole lasciava scorrere il suo dolore nelle vene, saliva sulla collina e piangeva sulla tomba del suo angelo, con le tenebre a fargli compagnia... fuori e dentro...

Quella notte, l’ultima, Annie l’aveva raggiunto lassù...
“È difficile vero? Non averla più tra noi?”

“Io... tu non puoi capire cosa provo... io la amo con ogni fibra del mio corpo, lei mi vive dentro; l’ho fatta soffrire e ho lottato duramente per riprendermi la mia dignità! L’ho fatto solo per lei, perché fosse orgogliosa di me. Candy sapeva tirar fuori il lato migliore di me, sono perso senza di lei! Non so neanche come riesco ancora a respirare...”

“Adesso c’è Juliet! Ti ho visto con lei, ha lo stesso potere che aveva Candy su di te... le somiglia tanto...
Cosa hai intenzione di fare con la bimba?”

“Devo riprendere il lavoro ma tornerò da lei la prossima settimana e quella dopo ancora e ancora...
Le preparerò la sua stanza, cercherò qualcuno che mi aiuti quando non ci sono e poi la porterò a vivere con me. È mia figlia, non la abbandonerò!
Io... so quanto sei legata a Juliet... puoi venire a New York quando vuoi per stare con lei, sarai la benvenuta!”

Due giorni dopo Terence ripartiva per New York e salutava il suo dolce angioletto che non riusciva a staccarsi dal suo collo...
“Piccola mia, torno presto e ti porto via con me! Parola di papà!”

Il mese dopo Juliet se ne andava via con Terence
“Miss Pony, suor Maria verremo spesso a trovarvi e passeremo qui dei periodi durante le vacanze! Ve lo prometto!” aveva assicurato il giovane attore

La piccola salutò tutti, le dispiaceva lasciare quel posto ma... ormai aveva occhi solo per papà Terry. Annie era in lacrime...
“Zia Annie... vieni presto! Papà ha preparato una stanza anche per te!” era riuscita in qualche modo a farfugliare.

Terence aveva comprato una villetta con giardino vicino a quella della madre.
La bimba cresceva felice, Terence le dedicava ogni momento in cui non era al lavoro... aveva rinunciato alle tournée per non lasciarla sola mai; il suo dolce tesoro, era tutta la sua vita!
Era dura per lui ogni giorno di più, Juliet somigliava a Candy in tutto e lui tremava quando si perdeva in quegli occhi verdi identici a quelli di LEI; il suo cuore non riusciva a trovare pace.

Annie alla fine si era trasferita a New York, con grande piacere della madre; frequentava assiduamente casa Granchester e piano piano aveva cominciato a guardare Terence con occhi diversi.
Lui le era molto grato per come aveva accudito Juliet in sua assenza e le riservava ogni forma di gentilezza. Era così galante e affascinante! Alla fine la bruna ragazza si era disperatamente innamorata di lui. Non mancava di unirsi a padre e figlia nelle loro gite, passeggiate al parco e golosi pic nic...

Qualche articolo su una presunta loro relazione amorosa era uscito anche sui giornali scandalistici... prontamente smentito da lui!

“Annie, mi dispiace... i giornalisti sono così” le aveva detto una sera dopo aver messo a letto la bimba esausta.

“A me dispiace invece che a te dia così tanto fastidio...” aveva risposto lei buttandogli le braccia al collo e avvolgendogli le labbra.

Terence chiuse gli occhi e per un attimo sognò di avere Candy tra le braccia e rispose con trasporto a quel bacio, ma la realtà non tardò a richiamarlo
“Annie... Scusami... “

“Di cosa? Io... ti amo Terence... e adoro Juliet! Potremmo essere una famiglia!” aveva preso il coraggio a due mani

“Ma io... non ti amo Annie! Io amo ancora Candy, non riesco a dimenticare... ti farei solo del male”

“Ma lei è morta, io sono qui e Juliet ha bisogno di una mamma...”

Terence non aveva mai pensato a questo, la bimba sembrava serena con lui ma Annie non aveva tutti i torti! Juliet adorava la zia ma lui... non riusciva proprio ad accettare l’idea di toccare una donna che non fosse LEI.

Il discorso morì quella stessa sera ma Annie cominciò ad essere sempre più presente e a desiderare sempre più fortemente di far parte davvero di quella famiglia... amava LUI ogni giorno più intensamente.

Aveva sempre vissuto all’ombra di Candy e sentiva che il destino le dovesse in cambio un posto in quella famiglia che avrebbe dovuto essere dell’amica.

“Zia Annie! Perché non vieni a vivere con noi?” l’aveva sorpresa un giorno la piccola... e Terence aveva cominciato a ripensare a quella possibile famiglia.

Annie sentiva crescere ogni giorno il suo desiderio di lui e dopo la festa di quel 31 Dicembre da Eleonor, complice qualche brindisi in più, aveva cercato di infilarsi sotto le sue lenzuola.
Terence era steso sul letto mentre lei lo baciava e lo toccava con passione aprendogli la camicia. Con la lingua era passata sui capezzoli di lui e scendeva verso l’addome e il basso ventre mentre gli apriva pantaloni.
Lui tentava di farsi cullare dalle emozioni, che non riuscivano a portarlo via dalla realtà...

“Amami Terence... non lo desideri anche tu?” gli aveva sussurrato Annie

Il corpo di lui rispondeva alle carezze audaci di Annie ma il suo cuore non voleva saperne e finì col fermarla bruscamente
“No! Non ti voglio... io non ci riesco!”

Lei se ne era andata profondamente umiliata... non aveva mai osato tanto con nessun uomo!

Successivamente Terence si era scusato
“Annie! perdonami ma... io proprio non riuscirò mai ad amare di nuovo! Lasciamo le cose come stanno tra di noi, è meglio per tutti” e le aveva gelato il cuore...

Da quel giorno la rabbia e la gelosia presero il sopravvento nell’animo della bruna ragazza che cominciò a comportarsi diversamente anche con Juliet ; vedeva solo Candy in lei e iniziò ad odiare quegli occhi verdi in cui il padre si perdeva come ricordava facesse solo con quelli di LEI!

La bimba aveva tre anni ormai e aveva cominciato a frequentare la “Casa dei bambini” annessa alla scuola del quartiere vicino.
Terence voleva passasse del tempo e giocasse con bimbi della sua età!
La struttura in questione era sorta grazie alle donazioni di alcuni benefattori, tra cui lo stesso famoso attore, per accogliere orfani e bambini i cui genitori erano costretti a lavorare durante il giorno e non sapevano a chi affidare i figli.

La presenza di Annie era diventata fastidiosamente invadente...

***

Il giovane attore aveva avuto un contrattempo al lavoro e aveva fatto avvisare la bambinaia di andare a prendere la piccola, Annie aveva intercettato la buona donna e si era offerta di andare al suo posto.

Quando Juliet vide la zia cominciò a protestare “ Zia Annie? Perché non c’è il mio papà?” Annie perse subito la pazienza è cominciò a strattonare la bimba per un braccio.

Ad un certo punto si sentì riprendere da una giovane donna!
“Ehi! Si fermi! È impazzita? Non si trattano così i bambini!”

“Elisabeth!” gridò la piccola volando tra le sue braccia; Annie sbiancò quando incrociò il viso della donna che l’aveva apostrofata in quel modo...

Dopo qualche momento di panico la bruna ragazza riuscì a reagire inveendo contro la giovane sconosciuta e ottenendo dal Direttore l’allontanamento della stessa dall’Istituto, era in prova da sole due settimane e i Granchester erano molto in vista!

Terence non poté evitare di notare la tristezza stampata sul viso della sua Juliet nei giorni successivi...
“Piccola! Che succede? Qualcosa non va? Sai che puoi dire tutto a papà vero?”
La bimba raccontò il triste episodio al padre...
Elisabeth era stata presa in prova per occuparsi della mensa e dell’infermeria dell’istituto, era dolcissima e in breve tempo aveva conquistato tutti i bambini soprattutto Juliet. La piccola Granchester cercava ogni scusa per andare a trovarla anche se non ne aveva bisogno, ed Elisabeth sentiva di adorare quella bimbetta allegra e impertinente.

“Papy... non è lo stesso alla “Casa dei bambini” senza Elisabeth! Lei mi aiuta sempre quando mi sbuccio le ginocchia e sai che mi succede spesso! Pensa che a volte si arrampica sugli alberi con me! Non ha fatto nulla di male, voleva solo difendermi... la zia non mi vuole più bene come una volta!”

“Andiamo a scusarci con questa tua amica allora, che ne dici?” la tranquillizzò Terence

E il giorno dopo il tenero papà andò a parlare con il Direttore della scuola, si scusò per la reazione esagerata di Annie ed ottenne l’indirizzo di Elisabeth.

La giovane donna viveva nella zona più povera della città, Terence suonò all’indirizzo; aveva il cuore in gola mentre aspettava che quella porta si aprisse e non ne comprendeva il motivo...

Fu tutto chiaro quando la signorina Elisabeth gli fu davanti agli occhi.
“In cosa posso esserle utile signore? Chi è lei?”

Terence piangeva e non rispondeva
“Che le succede? Mi scusi ma... io sto andando ad aiutare alla mensa dei poveri... dovrei uscire adesso...”

Lui le prese il viso tra le mani e agganciò i suoi occhi
“Candy! Amore mio... sei tu? Sono io... Terry!”

“No! Io mi chiamo Elisabeth! Chi è lei?” la ragazza cominciava ad essere spaventata

“No no no... guardami ti prego, guardami negli occhi... Tu sei Candy! La mia Candy...” insisteva lui

Elisabeth cominciò a piangere...
Non capiva bene perché ma sentiva di amare profondamente quegli occhi blu e quel nome, Candy, era lo stesso che sentiva spesso nei suoi sogni, quelli che fuggivano via la mattina appena sveglia!
Sapeva perfettamente di non chiamarsi Elisabeth ma... non conosceva il suo nome vero di battesimo.

Anche Annie l’aveva riconosciuta e aveva visto sfumare tutti i suoi sogni in un attimo, per questo l’aveva fatta allontanare dalla scuola; evidentemente non ricordava nulla e, per la bruna ragazza, era meglio così!
Ma aveva fatto male i suoi conti...

Candy si lasciò abbracciare forte da lui ma non riuscì ad abbandonarsi alle sue labbra...
Sentiva in fondo al cuore martoriato di amarlo profondamente ma non sapeva chi fosse...
Lo fece accomodare e gli raccontò di essere stata gravemente ferita durante l’incidente ferroviario di tre anni prima e di non ricordare nulla del suo passato.
L’unica cosa che le era stato detto, quando l’avevano dimessa, era stato che aveva partorito di recente; e lei aveva pianto tre lunghi anni quel bambino che non sapeva dove aveva lasciato o se mai fosse sopravvissuto...

Rivisse tra le braccia di Terence i suoi primi giorni dopo quel tragico incidente; aveva i seni sempre dolenti e pieni di latte e non riusciva a ricordare dove potesse essere il suo angioletto… forse era solo da qualche parte senza nessuno che si prendesse cura di lui... o forse era morto nell’incidente...
Dal canto suo Terence ripensò a ciò che Miss Pony gli aveva raccontato: il corpo di Candy era irriconoscibile, accanto al cadavere era stata rinvenuta però la sua borsa con dentro i documenti... e tutti avevano dato per scontato che quel cadavere fosse il suo...

L’emozione dirompente della ragazza scoppiò in tutta la sua forza quando scoprì, dal racconto del giovane uomo che aveva davanti, che Juliet era quel bambino che lei aveva tanto pianto...

“Candy! Juliet ha bisogno di te! Io... vieni a stare da noi... io non ti importunerò in alcun modo, tu non sei obbligata ad amare me ma lei è tua figlia, ha bisogno di te!”

E fu quello che successe...
Il mese successivo a quell’incontro Candy si trasferiva a casa Granchester, occupava la stanza degli ospiti e Juliet era al settimo cielo...

“Terence ma... la fai vivere qui in casa? Non sai come ha passato gli ultimi anni della sua vita! Potrebbe essere cambiata completamente, non ricorda nulla e non sai che gente frequenta!”
Annie, che aveva visto crollare tutte le sue illusioni sul futuro, aveva messo in guardia il giovane attore.

“Annie? Sei impazzita? É LEI! È Candy! La MIA Candy!”

“E io?” Ebbe il coraggio di chiedere...
“Io non conto nulla? Vengo messa da parte così? Come una scarpa vecchia?”

“Annie... io ti sono grato per tutto quello che hai fatto ma... Candy è la vera mamma di Juliet e tra di noi, lo sai bene, non c’è mai stato niente!
Io amo solo LEI, l’hai sempre saputo!
Accetta questa situazione o sarò costretto a chiederti di uscire dalle nostre vite per sempre, visto come hai reagito quando l’hai incontrata la prima volta!”
Annie aveva raccontato di non averla riconosciuta lì per lì, ma Terence non l’aveva bevuta; a parte la magrezza e la tristezza impregnata nei suoi occhi, Candy non era cambiata di una virgola!


Il tempo passava e madre e figlia erano inseparabili; la giovane donna non ricordava ma il suo cuore di mamma non mentiva e Juliet se ne accorgeva.

Erano già trascorsi tre mesi, Candy continuava a lavorare a scuola, si prendeva cura della figlia e passava con lei e Terence ogni momento libero. Adorava giocare con loro all’aria aperta, rincorrere la piccola, ascoltare quel tenero padre mentre recitava i versi di Romeo alla sua bimba abbarbicata sul ramo di qualche albero.

Era tempo ormai per la giovane donna di riabbracciare finalmente il resto della sua famiglia...

Terence guardava inevitabilmente sempre la sua Candy con occhi adoranti e, quando erano soli, le parlava dei loro brevi ma intensi momenti insieme sperando che una luce illuminasse la sua mente...

Si sforzava di non starle troppo vicino, di non toccarla ma... finiva sempre per sfiorarle le mani, arrotolare qualche ricciolo biondo tra le sue dita, accarezzarle le guance...
Quanto desiderava baciare quelle lentiggini e quelle labbra!
Poi imbarazzato si allontanava da lei con qualche scusa e cambiava discorso ma quel giorno...

“Continua! parlami ancora di noi! Quando lo fai sento tutto il tuo amore e mi sento viva...” gli disse Candy.

“Scusami è che ho paura di... di darti fastidio... di non riuscire a trattenermi! Io ti amo da impazzire, ho creduto di averti persa per sempre e non riesco a non guardarti così... perdonami per questo!” ammise lui

“Terry... “ era la prima volta che lo chiamava in quel modo da quando si erano reincontrati,
“Terry... io non ricordo nulla ma... quando sono vicino a te il cuore mi salta in gola e quando mi sfiori le dita sento un brivido lungo la schiena; il mio cuore ti ama... io... ti amo...” ammise lei...
“So che ti sembrerò superficiale perché affermo di amarti anche se non ricordo nulla ma... è così!
Io... sono così imbarazza...” disse coprendosi il viso con le mani.
“Vorrei ricordare la scuola, la Scozia, il nostro primo bacio, la nostra... notte d’amore...
Io ti amo ma... mi sento così... inadeguata con te...”

Lui emozionato come mai prima le prese il viso tra le mani tremanti
“Amore... i ricordi torneranno e intanto ne costruiremo di nuovi e meravigliosi, se tu mi vuoi ancora!”
Non c’era bisogno di risposta, gli occhi verdi e trasparenti di lei avevano già detto…
“La mia Tuttelentiggini... quanto mi sei mancata!”

Chiusero gli occhi e unirono teneramente le loro labbra... poi le lingue cominciarono a cercarsi con desiderio crescente e lui scivolò con la bocca sul collo e sulla spalla...
“Fermami tu amore... io non ci riesco da solo, ti desidero come non mai...” le disse con un filo di voce.

“Fai l’amore con me... Terry... fammi rivivere la mia prima volta!” lo sorprese lei.

Terence la prese in braccio e la portò in camera; la distese sul letto, la spogliò lentamente, accarezzò e baciò tutto il suo corpo mentre assaporava le reazioni di lei, identiche a quella unica notte...
Ricordava ogni momento perfettamente, l’aveva rivissuto mille volte nei suoi sogni.

“Amami e non perderti più amore” la sorprese a sussurrare.
Quelle stesse parole, che adesso non avevano ragione di essere pronunciate, erano uscite dalla bocca della ragazza mentre lei si lasciava trasportare dalle emozioni del corpo di lui che bramava il suo fino alla completa fusione, che ripeterono ancora e ancora durante la notte.

Il mattino dopo Juliet si catapultò come ogni giorno in camera per saltare sulla pancia di papà; li trovò a letto… avevano passato l’intera notte a toccarsi e ad amarsi e avevano fatto appena in tempo a coprirsi…
Accolsero la loro piccola raggiante sul lettone e giocarono con lei tutta la mattina.
Ogni tanto Terence si fermava a rimirarle ridere e sentiva il cuore caldo e pulsante come mai avrebbe creduto possibile, gli sfuggì una lacrima... prontamente asciugata dalle labbra di LEI...

Occhi negli occhi... un “ti amo” sussurrato all’unisono prima di tornare a giocare.

Due giorni dopo la partenza per la casa di Pony, in treno.

In stazione Candy sentiva freddo, le girava la testa e Terence aveva dovuto sorreggerla in un paio di occasioni per evitare che le cedessero le gambe…
“Amore, che hai? Stai male?”

“Mamma, mammina! Che succede?” la piccola Juliet

“Non so… credo di aver paura… del treno…”

“Che idiota! Non ci ho pensato… perdonami!”

Candy riuscì in qualche modo a tranquillizzarsi.
Erano passate un paio d’ore quando sentirono un fischio tremendo, la frenata del treno li catapultò tutti in avanti e si udì un terribile frastuono…
Terence si gettò sopra di loro per proteggerle col suo corpo, non sapeva nemmeno lui da cosa.
Il tutto si risolse velocemente ma… Candy era svenuta e non riprendeva conoscenza.

Terence e Juliet accanto a lei… sotto le palpebre si vedevano gli occhi correre veloci cambiando direzione di continuo, il respiro era affannoso, tremava e sudava nello stesso tempo
“Candy! Amore mio! Svegliati ti prego! Non lasciarmi di nuovo…” la scosse forte finché non riuscì a ridestarla…

Quando i suoi smeraldi incrociarono i laghi blu di Terence lei gli sorrise dolcemente, aveva gli occhi colmi di lacrime
“Amore mio... venivo da te... venivo a dirti della nostra piccolina...”
Piangeva, piangeva convulsamente mentre si stringeva forte a lui
“Ti amavo tanto, ti ho sempre amato di un amore così assoluto che va al di là dei ricordi della mente! Il mio cuore non si è mai perso e adesso anche la mente ha recuperato il passato...
Andiamo dalle mie mamme, non vedo l’ha di riabbracciare anche loro...”

Il giorno sucessivo, poco dopo il sorgere del sole quando ancora tutti dormivano Candy e Terry salirono a piedi nudi sulla collina...

Lui la prese in braccio, il sole alle spalle accarezzava i loro visi che si perdevano uno nell’altro:
“Non lasciarmi mai più amore... mai...”

(*) citazione da FS

 

   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Candy Candy / Vai alla pagina dell'autore: Soniabruni