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Autore: CrystalWolf    28/08/2018    0 recensioni
Lui non era un eroe.
Non lo era mai stato infondo. Dalla morte dei genitori, sotto i suoi occhi, aveva scelto di combattere questo male, di convincersi che poteva anche essere del bene in questo mondo e valeva la pena combattere per esso. Ma ora era lì, a pensare alle conseguenze di tutto, alle scelte, alle decisioni, ai fallimenti che lo avevano portato dove era ora.
Non era un eroe. Era soltanto un ragazzo pieno di odio e risentimento.
Un rumore improvviso destò la mente del giovane. Una vetrina infranta, dei criminali all'opera.
Fece un respiro profondo, e prese in mano un bastone escrima.
Genere: Azione, Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bat Family, Dick Grayson
Note: Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Everyone can be heroes'
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Salve cari.
Questo che andrete a leggere è uno capitolo speciale.
Abbiamo visto tutti le disavventure di Nightwing fra Justice League e Red Hood.
Bene in questi cinque giorni in cui a Gotham accaddeva tutto questo, Tim, nel frattempo, partito per Caracas, investiga sugli avvistamenti del Cavaliere di Arkham.
Spero vi piaccia.


Tim osservava le nuvole fuori dal finestrino.
Era in volo da parecchie ore e il corpo iniziava a risentirne.
Dato che mancava ancora un'ora all'atterraggio decise di riprendere il portatile e rianalizzare le prove che era riuscito ad avere dalla C.I.A.
Erano brevi comunicati e qualche articolo su alcune testimonianze.
Vi era inoltre una foto in cui il Cavaliere di Arkham in tuta completa mentre impartiva ordini a non meglio precisati uomini armati.
Le informazioni erano poche e frammentate. Il più promettente era l'avvistamento da parte di un agente di polizia, tale Julio Morales che affermava di aver visto un uomo corrispondente alle descrizioni del Cavaliere.
Finalmente l'aereo atterrò.
Arrivò infine alla dogana dove esibì il passaporto. L'aereoporto di Caracas era affollato e lui aveva due valigie pesanti da portare per cui voleva solamente che il tutto si sbrigasse.
Il ragazzo addetto al controllo lo guardò per un secondo poi tornò a guardare il passaporto. Era un ragazzo giovane, probabilmente della stessa età di Tim.
"Cosa la porta qui signor Dreyfus?"
Ovciamente non poteva certo presentarsi alla polizia venezuelana e all'ambasciata americana, luogo dove il contatto della C.I.A. dove passarle il dossier del caso, con il nome di Tim Drake per cui, a tempo di record, falsificò documenti e distintivodi un'agente dell' F.B.I. incaricato del caso, tale George Dreyfus.
"Piacere ovviamente" disse sforzando un sorriso.
Il ragazzo annuì e poi lo fece passare.
Tim tirò un sospiro di sollievo. Solo qualche altra ora poi avrebbe avuto un confortevole alloggio all'ambasciata.
Fece un piccolo sorriso mentre si allontanava dall'aereoporto.
Nel frattempo l'addetto che aveva fermato Dick prese il telefono e compose un numero.
"Si? Sono Castro. Si. È arrivato."


Tim arrivò davanti all'Ambasciata.
Era un imponente complesso grigio con delle ampie vetrate al piano terra
Era delimitato da un grosso cancello videosorvegliato e davanti all'ingresso principale stazionavano due soldati.
Tim mostrò i documenti al soldato di guardia. Non riusciva a distinguerne l'espressione in quanto oltre ad avere il passamontagna il soldato indossava il copri-occhi riflettente.
Il militare si soffermò un secondo sui documenti.
Tim sudò freddo.
Fingersi un agente federale poteva essere punibile con l'ergastolo e lì non erano neanche a Gotham.
Alla fine lo fecero passare.
Dopo aver attraversato diverse stanze in cui era pieno di uffici amministravi arrivò davanti ad una grande e lussuosa porta.
"Ufficio dell'ambasciatrice Christine Wakefield"
Entrò e si ritrovò in un lussuoso ufficio.
Era davvero enorme, da far concorrenza con quello di Bruce Wayne.
Seduta davanti alla scrivania stava una donna di mezza età che scriveva al computer.
La donna alzò gli occhi e vide Tim alla porta.
"Ah il signor Dreyfus immagino." disse alzandosi.
"Buongiorno signora Wakefield"
La donna aveva i capelli rossicci e occhi azzuri, il viso era ovale attraversato da alcune rughe. Non era particolarmente alta ma era snella.
"Sono contento che la C.I.A. abbia finalmente inviato qualcuno per poter contrastare questo Cavaliere."disse sorridendo.
"Spero di poter essere utile. È dalla sua comparsa che seguo il suo caso."
"Questi cavaliere addestra centinaia di uomini, crea un cartello qui in Venezuela poi attacca e devasta Gotham e infine sconfitto rientra qui per gestire questo impero che si stanno creando. Tutto sotto il nostro naso"
"Non si preoccupi. Farò il possibile per assicurarlo alla giustizia."
"Va bene spero di potermi fidare. La farò portare alla centrale di polizia di Caracas. Là lavorerà assieme al suo partner. Raùl Vincente" disse la don a squadrandolo.
Tim stava per congedarsi quando la donna disse "Benevenuto in Venezuela"


Tim si recò nella stazione di polizia di Caracas.
A differenza dello sfarzo che contraddistingueva l'ambasciata, la stazione di polizia era molto più spartana.
Era un edificio quadrato a due piani. Era di mattoni ma i muri erano scrostati in più punti.
Entrò in un salone zeppo di scrivanie e poliziotti indaffarati.
Uno gli si parò davanti.
"Buenas Dia Señor"
Tim, che sotto la guida di Batman aveva imparato a parlare spagnolo rispose disinvolto : "Buenas dia. Yo soy el señor George Dreyfus agente de la C.I.A. La embajada me envió aquí para el caso Arkham Knight" L'uomo nella sua divisa blu gli rispose cordiale "Raul Vicente. Sergente di polizia di Caracas."
Il poliziotto gli strinse la mano "La aspettavamo. Finalmente possiamo lavorare a questo caso".
Accompagnò Tim in un ufficio. Era di fianco all'uscita, una specie di gazebo con le pareti in legno. Dentro vi era una scrivania con un telefono e vari documenti impilati.
"Lì c'è la sua documentazione. La legga poi torni da me per fare il punto. Sono sicuro che lei ha molte più informazioni di me relative a questo caso" detto questo l'uomo si congedò.
Tim entrò e si sedette stancamente sulla sedia.
Sarebbe stato davvero difficile trovare un criminale come Jason in un paese come quello.
Iniziò ad esaminare i documenti : Si parlava di diversi avvistamenti di questo "Caballero" come lo chiamavano i locali. Informaziomi sulla sua gang, tutti pesantemente armati e addestrati con il caratteristico simbolo di Arkham. In poco tempo avevano spazzato via diversi cartelli impegnati nel traffico di droga lasciandosi dietro una scia di sangue come non se ne vedevano da tempo. La grandissima instabilità politica del Venezuela inoltre favoriva l'ascesa di questi criminali.
Sebbene la lotta fra gang fosse la loro principale occupazione non esitavano a uccidere politici, giornalisti e poliziotti che scavavano troppo a fondo.
Vi erano anche alcune foto.
Ritraevano il Cavaliere di Arkham in tuta completa mentre impartiva ordini. Era lui senza ombra di dubbio.
Era rimasto circa un'ora ad esaminare foto e documenti quando decise di alzarai e raggiungere il sergente ma mentre camminava vide arrivare due agenti con un sospettato in manette.
Tim lo riconobbe subito. Era uno dei soldati del Cavaliere. I due lo portarono subito nella stanza degli interrogatori.
"Tutto bene signor Dreyfus?"la voce del sergente Vincente risuonò dietro di lui.
"Certo. Stavo solo osservando il sospetto" disse con un sorriso.
"Le avevo detto di venire da me ma se tutto va bene potremo avere molte più informaziomi dal nostro nuovo amico."
I due andarono nella stanza degli interrogatori dove già vi erano il commissario e due agenti.
"Signor Dreyfus le presento il nostro commissario Felipe Santos"
Tim si ritrovò davanti ad un uomo robusto, coi capelli grigi ed una barba incolta, grigia anch'essa. Il viso era duro, segnato dalle continue violenze a cui lui e i suoi colleghi erano costretti ad assistere.
"Piacere mio. Abbiamo sentito parlare di lei. Ora mi scusi ma stiamo parlando con un sospettato."
Appoggiò le mani al tavolo e si avvicinò all'uomo " Te lo chiedo di nuovo. Dove si trova il Cavaliere di Arkham?"
L'uomo si limitò a guardarlo con disprezzo.
Il commissario tolse il cappuccio al criminale rivelando un volto giovane, con capelli corti e neri e occhi azzurro chiaro. Lo sguardo esprimeva solo deterninazione. Nessun segno di cedimento.
Ad un cenno di Santos l'agente vicino a lui tirò un poderoso pugno sul volto del miliziano procurandogli un taglio sullo zigomo.
Tim trasalì leggermente e fece per intervenire ma Vicente gli fece cenno di fermarai. Era molto combattuto, da una parte le informazioni erano importanti ma non avrebbe mai permesso che per ottenerle si torturasse un uomo.
"Qual'è la sua base delle operazioni?"
Silenzio.
Un nuovo pugno si infranse sulla mascella del giovane che sputò un po' di sangue.
"Quali sono i vostri piani? Non è solo la droga. Parla"
Il miliziano insisteva nel non parlare per cui l'agente inizio a prenderlo a pugni.
"Basta." urlò Tim disgustato dallo spettacolo.
"Stia al suo posto Americano. So io come gestire i miei poliziotti."
Il miliziano aveva vari tagli ed ecchimosi sul volto ma ancora non parlava.
"Va bene. Jorge passami il taser"
L'agente glielo passò e il commissario lo usò facendo urlare di dolore il Miliziano.
"Basta si fermi." urlò Tim e si avvicinò a Santos ma due agenti lo tennero fermo.
"Stia zitto Dreyfus"
"Non starò qui fermo mentre uccide un uomo"urlò ma non riusciva a divincolarsi.
Nel mentre inflisse un'altra scarica elettrica.
"Allora ti decidi a parlare?"
L'uomo era provato e sanguinante così cedette.
"Est di Caracas...c'è un magazzino. Alcuni dei nostri si incontreranno con alcuni affiliati provenienti dalla Colombia. Ci sarà...anche...un luogotenente del nostro capo.." quindi svenne.
"Sbattetelo in cella." ordinò il commissario, poi si rivolse a Vicente "Datevi da fare per scoprire quale sarà esattamente il luogo dell'incontro poi porti i suoi uomini." infine si girò verso Tim che nel frattempo era stato lascianto andare. "Se vuole può partecipare anche il nostro ospite"
Vicente guardò Tim con un espressiine che significava "Le cose stanno così"
Si sarebbero mossi la sera. I contatti della polizia indicavano che i miliziani di Arkham si sarebbero incontrati a Mezzanotte.
Tim era già con Vicente. Ovviamente non poteva portare la sua tuta da Robin quindi dovette accontentarsi di un giubbotto e di una pistola, sperando di non doverla usare, ma aveva alcuni shuriken nascosti.
Erano 14 agenti compresi loro due. Tutti equipaggiati con fucili automatici e giubbotti in kevlar.
Aveva una cattiva impressione del tutto. La polizia era violenta quanto i criminali, certo anche Batman e Nightwing eseguivano questo tipo di interrogatori ma lui non si era mai spinto ai loro livelli. Si ritrovò improvvisamente a chiedersi quanto conoscesse Bruce. La risposta era molto poco, così come effetivamente conoscesse Dick. Le storie di Batman e Robin le conoscevano tutti così come la sua parentesi nei Teen Titans ma lo conosceva davvero?
Diventare Nightwing per sfuggire all'ombra di quello che per lui è stato un padre dev'essere stata dura. Il loro rapporto era bello certo ma si sentiva quasi un estraneo guardando la Bat-family o meglio ciò che ne restava perchè anche lui ne era sicuro, Gotham aveva bisogno di un nuovo Batman e Dick molto preso avrebbe dovuto fare una scelta.
"Hey amico tutto a posto?"
Vicente lo richiamò alla realtà.
"Si si. Ero solo..distratto." rispose guardando la strada davanti a lui.
Erano in una specie di vicolo che dava sul luogo dell'incontro. Dietro di loro un cavalcavia. C'era solo un'altra macchina oltre alla loro con dentro altri due agenti, altri quattro erano stati piazzati come cecchini sui tetti adiacenti. Infine un gruppo da sei attendeva in una camionetta a circa cento metri di distanza.
A un certo punto comparvero degli uomini. Alcuni erano Miliziani, altri no.
"Allora vi siete fatti vivi. Stavamo per andarcene"
Il miliziano si mise davanti a lui "Non sbraitare. Non sei stato avvertito dal capo?"Nel dire questo un altro miliziano si mise dietro di lui."
"Avvertito di cosa?"
"Degli sbirri" disse e a quelle parole il suo compagno lanciò una granata contro l'auto dei poliziotti che detonò all'istante ardendo vivi gli agenti all'interno.
"Via di qui Dreyfus" urlò Vicente e Tim si gettò dall'auto poco prima che esplodesse.
Si rifugiarono dietro un gruppo di barili mentre venivano investiti da un intenso fuoco nemico.
"Perchè che cazzo i nostri sui tetti non ci hanno avvertiti?" chiese il sergente mentre sparò alcuni colpi uccidendo un miliziano.
Tim alzò lo sguardo sui tetti e sbarrò gli occhi.
"Temo di saperlo." e indicò i tetti dove giacevano morti i quattro cecchini della polizia. Era chiaro che erano stati traditi.
"Cazzo"
I due esplosero alcuni colpi. Vicente uccise altri due miliziani mentre Tim ne colpì uno alla gamba ma era chiaro che presto sarebbero stati soverchiati.
"Ramon qui Vicente. Intervieni subito."
"Arriviamo signore"
La camionetta si mise in moto ma uno dei criminali prese un lanciarazzi e fece fuoco. Il mezzo saltò in aria e quattro agenti morirono sul colpo. Altri due vennero sbalzati fuori e benché vivi svennero a causa delle ferite.
"Finiteli." Urlarono i miliziani.
Vicente e Tim riuscirono a neutralizzare altri due miliziani ma questi lanciarono una flashbang.
La forte luce stordì i due.
Tim alzò gli occhi e vide un miliziano davanti a lui."
"Abbiamo l'obiettivo" quindi con il calcio della carabina stordì definitivamente il ragazzo.
Tim si risvegliò qualche ora dopo. Era tutto buio, e aveva la testa che gli scoppiava.
"Dove sono? Sembra di essere in un sotterraneo" si mosse e nel muoversi si scoprì ammanettato.
Improvvisamente si aprì una porta e Tim fu investito da una forte luce. "Il signor Drake suppongo" disse con voce metallica per poi togliersi il casco e rivelarai agli occhi uno scioccato Tim. Sotto la maschera non c'era Jason ma un uomo coi capelli biondi.
"Mi chiamo Jean-Paul Valley. Dobbiamo parlare"
  
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