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Autore: DewoftheGalaxy    29/08/2018    4 recensioni
I Romanov: la dinastia più famosa e maledetta di Russia.
Iniziò tutto in un monastero con un ragazzino malaticcio e pieno di domande sul suo futuro.
Quel ragazzino sarebbe diventato lo zar Michele I di Russia ed avrebbe dato vita ad una stirpe di sovrani che, nel bene o nel male, hanno fatto la storia della Russia, se non del mondo intero.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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Kostroma, a nord-est di Mosca. Monastero Ipatiev. Notte fra il 23 ed il 24 marzo 1613.


Il ragazzo che ora dorme nel letto ha 15 anni, ne compirà 16 a luglio, eppure ne dimostra di meno: è pallido ed esile, con venature azzurre che gli risaltano sulla fronte e due labbra sottili.


Sorella Marfa gli sposta una ciocca di capelli castani dalla fronte e lo osserva.
Sembra così fragile, il suo Misha, eppure è uscito ancora una volta indenne dall’ennesima febbre che l'ha costretto a letto


Fragile in apparenza, ma forte in realtà. Quale magnifica creatura è uscita dal suo ventre sedici anni orsono! 


Dal suo ventre, sì, perché Sorella Marfa del Monastero Ipatiev vicino a Kostroma, nata Kseniya Ivanovna Šestova, è sua madre. Madre di Michail Fëdorovič Romanov.


<< Sta bene ora? >> Sente una voce familiare alle sue spalle e stringe la mano che le si è poggiata sulla spalla.


<< Sì, ora dorme tranquillo. >> 


<< Bene. Andiamo, lasciamolo riposare. >>


Marfa sospira e girandosi dal capezzale del figlio incrocia lo sguardo di colui che un tempo era stato suo marito.
Fratello Filarete, Fëdor Nikitič Romanov, ha ormai sessant’anni, è vecchio, con una lunga barba bianca, ma negli occhi ha quello stesso luccichio dell’uomo che ha sposato.


Quegli occhi azzurri, limpidi e chiari come quelli di Misha riescono ancora a farla tremare piacevolmente dopo tutto quel tempo.


<< Il nostro Misha è stato forte ancora una volta… >>


<< Già… >>


Chiudono la porta, lasciando la stanza del ragazzo piena di icone che brillano alla luce fievole delle candele.

 

Sono stati entrambi costretti a prendere i voti per forza: non sono più marito e moglie, ma Fratello Filarete e Sorella Marfa.
Ma l’amore permane e quel ragazzino cagionevole che ora dorme sbavando sul cuscino come qualunque mortale, è la prova concreta di quanto questo amore li abbia aiutati.


Sono sempre una famiglia dopotutto.

 

                                                                                                                                         ***

 

Lo svegliano all’alba e non ne capisce subito il motivo.


Michail ha la mente ancora un po’ assonnata e calda di febbre, ma nonostante ciò comprende dall’agitazione generale che si tratta di qualcosa di importante.

 

Compare davanti a Mama e Papa in camicia da notte e con i capelli spettinati dal sonno ma loro non sembrano farci caso.
Più importante di ogni altra cosa è la notizia in questo momento.

 

<< Misha… >> Comincia sua madre. Non sa se riuscirà benissimo a spiegargli la situazione, ma deve provarci. << Vedi…è arrivato un ambasciatore stanotte ad informarci che lo scorso 21 febbraio l’Assemblea Nazionale, lo Zemskij sobor, ha eletto un nuovo Zar… e…e…e quello Zar sei tu. >>


Silenzio. Michail crede di aver capito male.


<< C-come? Io?! >>


<< Sì tu, figlio mio. >>


Cosa?! No, no non è possibile! Lui?!


Zar.

 

Lui, Michail Fëdorovič Romanov, il figlio di un boiaro costretto a farsi monaco, Zar.

 

Imperatore autocrate di tutte le Russie.

 

È poi Papa a continuare << L’Assemblea Nazionale sta venendo qui per te. >>

 

Il nuovo Zar non risponde: è svenuto per l’ansia.

 

                                                                                                                                          ***

24 Marzo 1613.
 

Le icone dell’iconostasi brillano grazie ad un raggio di sole che entra dalla finestra sovrastante.
Il nuovo Zar, questa volta vestitosi e senza nessuna sensazione di svenimento, si fa il segno della croce e si inginocchia a pregare.


Che tutti i santi del Paradiso lo aiutino, per misericordia. Soprattutto San Michele, il Principe delle Milizie Celesti di cui porta il nome, colui che esiliò Lucifero sulla Terra.


Forte e guerriero come Michail sa di non essere.

 
Fuori vi è l’Assemblea Nazionale che lo aspetta in attesa di un segno, di qualcosa. Ma ha paura di incontrarli.
Ha paura di tutto.


Come può essere lui uno Zar? Lui, che ha passato quasi tutta la sua vita in un monastero con la sola compagnia di monaci e monache cercando di vivere bene nonostante quella cavolo di salute traballante che si ritrova!
Perché lui?!


Non se ne intende di politica o di strategie militari! Non sa nulla su come si governa!


Perché?! Perché?!


<< Misha… >> La voce di Papa lo distoglie dai suoi pensieri. << La folla vuole vederti… >>


Sbagliato.
La folla vuole vedere uno Zar, un monarca che la tolga fuori dal casino che la fine della dinastia Rurik ha causato, non un ragazzino cagionevole che non sa neanche parlarle.


<< Misha? Hai capito figliolo? >>


<< Sì Papa. >>


Il vecchio gli si avvicina e lo guarda. << Hai paura vero? >>

 

Sì che ho paura Papa.
Perché io non sono uno Zar.
Perché mi mandate come una pecora in mezzo ai lupi.
Perché non mi sento all’altezza di tutto ciò.
Perché mi compatiranno come un povero ragazzo malaticcio.
Sono in preda alla paura ora
.


Filarete gli mette una mano sulla spalla e sulla ragnatela di rughe che è il suo volto compare un sorriso comprensivo.


<< Per qualunque cosa tu avrai bisogno ci saremo sempre io e Mama pronti ad aiutarti, ricordatelo. >>


Queste parole confortano Misha, il quale ora esce ad affrontare il suo destino.

 

                                                                                                                                         ***

 

Non ricorda di aver visto una folla più numerosa - e supplichevole, soprattutto, supplichevole - in vita sua. 
Vi è tutta l’Assemblea Nazionale, oltre che un sacco di Pope e sacerdoti, i più importanti nobili del regno e un sacco di cortigiani.
Tutti qui solo per lui.


Un membro dello Zemskij sobor si fa avanti e si inchina.


<< Giovane Principe, voi ora siete il nostro Zar, vi preghiamo di venire a Mosca con noi. >


Il giovane principe in questione vorrebbe parlare, ma l’ansia lo paralizza e le parole gli muoiono in gola. 
Cavolo.


Michail sente la mano della madre che gli stringe la spalla. Mama deve dire qualcosa.


<< Mio figlio non andrà a Mosca. >> Improvvisamente nel difendere la sua creatura Sorella Marfa sembra ringiovanita. << È troppo giovane ed inesperto, inoltre la sua salute precaria ne risentirebbe. >>


E così comincia un botta e risposta che non ha termine se non quando il neo eletto Zar interviene.


<< È stato deciso così Mama. >> Già. È stato deciso così anche se lui non ne capisce il perché.

 

Alla fine Marfa si arrende e benedice il figlio con l’icona di Nostra Signora di San Teodoro. Michail guarda quell’icona dorata e pensa al monastero dove ha vissuto fino ad allora e che tra poco dovrà lasciare.


Ipatiev. È un suono tagliente come una lama ma anche freddo e malinconico.

                                                

                                                                                                                                        ***

 

Mosca. 22 luglio 1613.


Quel giorno compie 16 anni e contemporaneamente viene incoronato Zar di Russia.


Michail suda anche se è coperto da capo a piedi da un lungo e pesante mantello. È l’ansia, certo, ma ha sentito i commenti dei nobili mentre andava all’altare, verso il trono dove ora è seduto.


Lo considerano un moccioso che sta male al primo spiffero di vento, con delle mani troppo piccole e fragili per tenere il globo crucigero e lo scettro.
Idioti.


Il sacerdote lo unge con l’olio benedetto e recita frasi di rito, donandogli poi i due simboli del potere.


Scettro e globo.
Le sue mani li sostengono benissimo.

 

Per placare l’ansia di quel giorno ha ideato un gioco: contare tutti i gradini che, scendendo o andando in salita, lo condurranno al trono. Ne ha contati 23 in tutto.


23 gradini verso l’ascesa.
23 gradini verso il potere.
23 gradini verso la gloria.


Sulla sua testa viene posta la Corona di Monomaco, con la quale sono stati incoronati tutti i Gran Principi di Moscovia e gli Zar fino a lui.


Monomaco. “Colui che combatte da solo”. 
Anche Michail combatte da solo ora: contro le sue paure ed incertezze contro popoli e nemici.


In un modo o nell’altro, nel bene o nel male, sta per dare vita a qualcosa di nuovo e di grande.


E questo pensiero infonde una nuova, sconosciuta e ferma sicurezza nello Zar Michele I di Russia.

   
 
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