La regione del Saarland, importante risorsa mineraria e carbonifera, dopo la Grande Guerra divenne un protettorato francese (Trattato di Versailles, 1920). L’area rimase sotto il controllo anglo-francese per quindici anni. Nel 1935 si tenne un plebiscito per decidere per quei territori il ritorno alla Germania o l'unificazione con la Francia. Il 90% della popolazione espresse il desiderio di riacquisire la propria identità, ma la Storia fu destinata a ripetersi con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale.
Fucili e cannoni non sparano più, quel che è stato ormai giace sepolto nella nera terra.
Quindici lunghi anni nell’oblio per un popolo sfruttato e dimenticato: il prezzo della pace, la sofferenza dei vinti e l’orgoglio dei vincitori.
Werner non ricorda il viso del padre, ma conosce la ragione per cui è morto: per difendere una terra che nemmeno esiste più. Il giovane minatore cammina a testa bassa, un anonimo volto segnato dalla fame e dalla fatica, ma negli occhi lucidi brilla ancora il desiderio di rivalsa e libertà.
Terra straniera, senza nome e identità, landa di sangue e carbone.
108 giorni* e la Storia si ripeterà.
*Robert Capa visitò il Saarland e ritrasse i suoi abitanti pochi mesi prima del plebiscito, in una nota fotografia una scritta di propaganda segnala 108 giorni alla sperata riunificazione.