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Autore: Artemysia    29/08/2018    1 recensioni
A tredici anni ho scritto un libro... un libro brutto.
Oggi ve lo ripropongo, in veste di parodia fantasy, con commenti ironici della sottoscritta ventiquattrenne. Perché? Beh, per tre motivi:
- Per darvi un ottimo esempio su cosa NON fare quando si scrive un fantasy;
- Per dimostrare che si migliora tanto, con la pratica;
- Perché questa roba fa davvero sbudellare dal ridere.
Quindi mettetevi comodi, preparatevi a sputare qualche polmone dal ridere delle mie ingenuità e, soprattutto, ricordatevi che il non prendersi sul serio è il primo passo per la perfezione.
Genere: Comico, Fantasy, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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COSA DESIDERO DI PIU' AL MONDO?


[Questi titoli interrogativi si moltiplicano mano a mano che il libro si confonde da solo e non capisce più che storia sta raccontando]
Appena arrivammo attraversammo Centaurorum Vicus a piedi, purtroppo insieme alle arpie, che erano atterrate da poco.
Naturalmente la due non si lasciavano sfuggire nemmeno un particolare del villaggio da poter criticare:
“Questo è il puntto in cui ho distrutto tutte quelle cappanne! Le avette ricostruitte propprio per moddo di dirre, verro Gregorrio?” disse Celeno. [Perché siamo in missione, ma parlare di cose inutili fa FENTASI]
Ma la peggiore, forse, era Alicia, che mi mostrava i denti acuminati ogni volta che mi avvicinavo a lei a meno di un metro; probabilmente era ancora infuriata per quella ferita che le avevo procurato parecchio tempo prima, e della quale era ancora visibile la cicatrice. [PROBABILMENTE] Attraversammo la piccola foresta prima del lago, [Aridaje: ma non è TUTTA una foresta?] e arrivammo finalmente a destinazione.
“Perfetto! Ora vieni con me” mi disse Remenet.
Io ubbidii e mi sporsi sulla lastra d’acqua.
“Concentrati” mi disse Remenet, ma fu l’ultima cosa che sentii. [Non è difficile per lei concentrarsi, ha pochi neuroni da mettere in moto] Ero come sprofondata in un sogno, proprio come l’ultima volta. Mi trovavo in una stanza che sembrava appartenere al mondo mortale, perché c’era un televisore. [Ah, quindi l’unica differenza tra il mondo “mortale” e il regno delle fate è che le case hanno i televisori? Però combattono con archi, frecce e spade. Ma in che epoca siamo?] Ci misi un po’, ma alla fine capii che quella era la stessa visione della prima volta: Vidi una persona sfuocata che si delineava sempre di più. Era proprio Nick, ma era triste e infelice. Era davanti alla televisione, andava in onda il telegiornale. I suoni non erano chiarissimi, ma riuscii a distinguere alcune parole:
Ancora nessuna notizia sulla ragazza di diciotto anni scomparsa… Nessuno ha più rivisto Kety Wilson. L’ultimo ad incontrarla fu Nicolas Callew, il suo fidanzato, ora accusato di….” [Sì, sì, abbiamo capito, è il processo Alberto Stasi dell’altra volta]
Ma poi Nick spense il televisore e non vidi più niente. Lui era seduto sul divano di casa sua e guardava una foto su un tavolino al centro di un tappeto. Nella cornice c’era una mia foto…sì, non c’era dubbio, era la stessa identica visione. All’improvviso mi costrinsi a chiudere gli occhi e a riemergere dalla visione.
Dovevano essere passate circa due ore, e quando gli altri videro che riprendevo conoscenza mi si avvicinarono:
“Allora, lo avete visto?” mi chiese Nayas. [Ora le dà del voi?]
Io, che non riuscivo a parlare perché ero ancora mezza intontita, feci cenno di no con la testa. Tutti sospirarono, persino le arpie, e Celeno disse a bassa voce:
“Figgurarsi!”
“Come? Non l’hai visto?” mi chiese Jenny
“No, ho visto la stessa identica cosa dell’ultima volta”
“Se vuoi riprovare” disse Remenet
Allora mi sporsi nuovamente e ricaddi in una specie di trance. Provai a concentrarmi, ma niente. La visione fu la stessa di prima. Mi risveglia sempre un paio d’ore dopo, era già buio inoltrato. [Com’è celere questo metodo! Non vorrei dire, ma forse facevi prima a cercartelo da sola, il portale]
“Niente. Non c’è niente da fare, vedrò sempre e solo la stessa cosa”
Tutti gli altri sospirarono nuovamente e si sedettero appoggiati contro agli alberi, stanchi di aspettare. [Perché ASPETTARE è ovviamente la cosa peggiore che potrebbe capitarvi di fare, giusto? Tanto c’è Kety, che bisogno c’è di muovere il culo? Meglio stare lì seduti a lamentarsi del lavoro degli altri, come i vecchi nei cantieri] Anche Jenny sembrava sul punto di prendere un tronco a testate, ma poi a quanto mi sembrò, cambiò idea e mi venne vicinissima guardandomi negli occhi e tenendomi strette le guance con le mani e mi disse con il tono di una maestra poco paziente che cerca di spiegare a un bambino di cinque anni che due più due fa quattro [Signore e Signori, ecco a voi il periodo vincitore del premio Pulitzer Duemilasempre: QUARANTAQUATTRO PAROLE SENZA PUNTEGGIATURA!]:
“Senti, la cosa che più vuoi è chiaramente rivedere Nick, giusto?” [O rivedere la TV, non possiamo essere certi di chi sia il suo oggetto del desiderio]
“Giusto” risposi
“Ma se vuoi rivedere Nick devi per forza sapere dove si trova quel maledetto portale, è esatto?”
“E’ esatto”
“Quindi deduciamo che la cosa che vuoi di più è trovare quel portale!”
“Per rivedere Nick”
“Ma trovando il portale, giusto?”
“Giusto”
“Quindi ora ti sarei molto grata se ci riprovassi e se ci riuscissi anche!” [Anche io e le mie ovaie te ne saremmo grate!]
“No, è assolutamente escluso!” disse Remenet
“Cossa? Vuoi che rimmaniammo bloccatti qui, faunno?” disse Alicia
“E’ troppo pericoloso, non è una cosa da fare troppe volte, potrebbe rimanerci” [Beh, ma mandiamo Kety apposta perché è sacrificabile. Arrivaci, fauno! Arrivaci!]
“Beh, la decisione sta a Kety!” disse Greg.
Io decisi di riprovare, tanto, che avevo da perdere? [EH! Il suo cervello è sempre stato una poltiglia, perché preoccuparsi ora?]
Mi sporsi sul lago e cominciai a guardare e caddi in trance. Quasi mi aspettavo di rivedere una stanza con un televisore, ma non vidi niente del genere. [Ovviamente stavolta funziona, perché la nostra Kety è una EROAH RISOLUTAH] Ciò che apparve fu il Repercussio, e io mi trovavo nello stesso identico punto di quando ero sveglia e intorno a me c’erano le stesse persone, ma non si muovevano, come se il tempo scorresse solo per me. Ci misi poco a capire che non mi ero ancora svegliata. [Wow, come in Matrix!]
“Sei ostinata” disse una voce profonda che non riconobbi. [Sei rompicogl…]
“Chi sei?” chiesi
“Sono Repercussio!” [WAAAAAH IL LAGO PARLA! MAGGIAH! E ha detto più parole di quante ne abbia dette BIANCO in tutto il libro]
“Io sto parlando con un lago?” [Kety, quando gli acidi fanno effetto è così. Gramen non ti ha insegnato nulla?]
“Perché non ti convinci che quello che vuoi di più è quel ragazzo, e non il portale?”
“Perché Jenny ha ragione. Io potrò rivederlo solo trovando il portale”
“Ma il fauno ti ha avvertita che potresti non tornare, perché hai tentato comunque?” [Esiste una piaga che serpeggia dalla notte dei tempi nel nostro mondo e che risponde perfettamente alla tua domanda, Sig. Repercussio: stupidità]
“Perché se è vero che Gramen non sbaglia mai una previsione, allora io non morirò qui, perché devo ancora uccidere la regina!” [Sì sì, quando ho scritto questo capitolo dovevo aver visto Matrix]
“Sei molto perspicace” [URCA]
“Ti prego, fammi vedere dove si trova quel portale!”
“Mi piaci, giovane fata. [E ti pareva? Ovvio, piace a tutti perché è la protagonista!] Per questo ho deciso di aiutarti [“Ti regalo una delle mie cas…” ah, no, questo è già successo]: il portale è qui vicino, non guardare me, alza gli occhi”
Allora io alzai gli occhi dal lago e guardai attentamente l’altra sponda
“Non c’è niente dall’altra parte!”
“Fidati, e continua a guardare”
Allora io ubbidii, anche se ero un po’ irritata, perché sembrava proprio una presa in giro. Poco dopo, però capii che mi stavo sbagliando, perché vidi un contorno luminoso lampeggiare per pochissimo tempo.
“Si, quello è il portale principale. Quando è aperto è molto più grande. Fa sempre quella luce, ma nessuno è mai riuscito a vederlo perché è troppo veloce. Per questo ho rallentato il tempo” [SHOCK!]
“Grazie, ma così non mi è di grande aiuto” [Perché? Non può andare a fregare lo scettro e poi tornare qui ad aprirlo? Che altro ti serve sapere?]
“Beh, anche per questo posso aiutarti!”
Allora tutta la scena intorno a me cambiò, e capii che quella era una visione, non era la realtà. Vidi che ero dall’altra parte del portale, e che questo era aperto. Davanti al portale c’era un grande ingresso di legno sbarrato da un tronco. A quel punto l’ingresso si aprì come per magia, [MAGGIAH!] lasciandomi vedere ciò che c’era dietro. Era proprio la piazza in marmo bianco del regno. Io uscii e mi girai alzando lo sguardo per memorizzare l’edificio, e capii solo allora che era proprio l’entrata del palazzo della. [… della? DELLA? Non lo sapremo mai] A quel punto la scena cambiò nuovamente: il portale si chiuse e al suo posto comparve un tavolo con delle sedie. Compresi che quella era la copertura scelta dall’imperatrice per nascondere il portale. [Ammazza, che brava, che copertura perfetta!]
Tutto d’un tratto sparì l’intera visione e io mi sentii strattonare il vestito da dietro. [Vabbè, vi faccio io in riassunto perché anche stavolta non si capisce: il portale collega Knarenn, da vicino al Repercussio, al regno, dentro il palazzo della regina kattivah] Prima di svegliarmi sentii un'altra frase del Repercussio:
“Trova lo scettro” [Già che c’eri non potevi farmi vedere pure quello? Grazie, grande e onnipotente Repercussio. Grazie!]
Subito dopo sentii che la mia schiena prendeva contro a qualcosa di duro, ma poi ripresi conoscenza.
Ero distesa a terra ed ero tutta bagnata. [Kety che si bagna al tocco di qualcosa di duro è molto, molto, molto equivoca] Quando aprii gli occhi vidi la faccia azzurra di Flumen che mi fissava.
“Cosa ti è saltato in mente?” urlò Greg
 “Niente, perché…cosa ho fatto?”
“Ci hai fatto prenderre unno spavvento ennorme! La tua faccia era anche peggio di quella dei due centaurri ubbriacchi dell’altra serra, poi ti sei tuffatta, pazza! Mi è toccato venirti a prendere in fondo al laggo. [Sì ma Celeno ti sta salvando le chiappe un po’ troppe volte per i miei gusti] Non hai nemmenno iddea di quanto pessi! Mi ci sonno volutti quasi diecci minutti per riportarti fuorri e farti respirarre. [Peccato che un essere umano sarebbe morto da un bel po’… ah, no, scusate, lei è una FATAH!] Senza Flummen avresti già tiratto le cuoia da un pezzo. [Ah, no, tutto merito del guaritore. Ma ora mi sopraggiunge un dubbio: se pure le fate possono morire, perché chiamano il mondo umano “mortale”? Questo presupporrebbe che loro sono immortali, ma non lo sono affatto… quindi… che è, se la tirano e basta?] Riccordati che mi devvi un favorre” mi disse Celeno infuriata mentre si scrollava le ali come un uccello per asciugarsele.
“L’avevo detto che era pericoloso” disse Remenet.
Mentre mi alzavo vidi la faccia sollevata di Jenny e quella delusa di Alicia nel vedermi viva e vegeta.
“Beh, non importa più. So dov’è il portale”
Tutti gioirono, ma Celeno disse:
“Meglio per te, perché stavvo per perderre la pazzienza.”
Anche se in fondo si vedeva che moriva dalla voglia di saltare di gioia. [Ceeeeerto. Come me adesso. Non vedi come muoio dalla voglia di saltare di gioia? Yu. Hu.]
“E allorra dovve si trovva questo portalle?” mi chiese Alicia con tono perfido.
“Là!” dissi indicando l’altra sponda del lago.
Mentre cercava di asciugarsi i capelli ancora più arruffati del solito, Celeno disse ridendo di gusto:
“Ah, ah, intelliggenti i centaurri, ce l’hanno sempre avutto sotto il nasso e non hanno mai fatto propprio un bel niente!”. [Ma loro sono una società evolutissima, come puoi pretendere che si sprechino a cercare cose inutili come le vie di fuga?]
 
   
 
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