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Autore: udeis    30/08/2018    1 recensioni
“Ho guardato nello specchio e ho visto me stessa e, lasciatemelo dire, non mi è piaciuto. Chi sono io e chi è l’altro me? Sono io, o non lo sono?”
Che odore credi che abbia la carne umana che brucia? Avrà la stessa consistenza di una coscia di pollo?
Genere: Horror, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gocciola, gocciola, gocciola dell’acqua lontana è forse un rubinetto rotto?
Se chiamerai l’idraulico non posso assicurare che uscirà vivo da questa casa: questo sgocciolio sarebbe un ottimo contrappunto al suono del sangue che fluisce lento dalla sua carotide
 
Nei miei ricordi a gocciolare è il cioccolato su una torta, lentamente, con attenzione, mia nonna la guarniva per il compleanno, spiegandomi i misteri della vita e della morte. Mia madre sgridava mia sorella e mio nonno sonnecchiava sulla poltrona. Nei miei ricordi c’è sempre il sole.


Che odore credi che abbia la carne umana che brucia? Avrà la stessa consistenza di una coscia di pollo?

Sono rimasta immobile a vedere la mia mano bruciare sul fornello del gas, la carne farsi rossa e poi bianca, il calore penetrare sempre più in profondità, fino a quando mia sorella non mi ha spostato a forza. Sonnambulismo, dicono, ma sono balle, io lo so, il mio tempo sta scadendo. Lei sarà la prima a bruciare ed io vorrei che si mettesse in salvo.
 

Basterebbe anche solo un cuscino per farli smettere di respirare.

Sento l’orologio ticchettare sempre più forte nella mia testa e vedo il suo ghigno, balenare dietro lo specchio delle mie palpebre chiuse. Scorgo la sua immagine demonica in ogni superficie riflettente della casa: sono giorni che non dormo, notti intere, per paura di cosa potrebbe fare quando io non ho il controllo.
 

Quanto sarebbe facile avvelenare i loro caffè?

La caffettiera mi è sfuggita rumorosamente dalle mani a questo pensiero disgustoso, la mano già mezza protesa in direzione del detersivo per i piatti. “Prima di lavarle le tazzine, sai, dovresti lasciarci bere il nostro caffè.”, ha detto mio padre e insieme a mia madre si sono messi a scherzare sulle mie manie salutiste, così anch’io ho raffazzonato un sorriso. Quanti giorni mi restano in loro compagnia?
Lei sta vincendo e diventa più forte ogni istante che passa.
 
Dovresti lasciarmi il mio tempo è questo il patto. Leggo la minaccia nella sua voce, ma non posso onorare quell’accordo: non quando la sua avidità si fa giorno per giorno più famelica. Ancora poco e il tuo corpo sarà mio. Ancora poco e sarò io a potermi muovere, ancora poco e sarai tu a dover guardare in disparte il teatro di una vita a cui non puoi partecipare.
 
Ancora poco e sarò costretta in catene, ancora poco e smetterò di esistere e potrò solo ghignare da dietro uno specchio. Ancora poco e sarò sconfitta per sempre.
Se mai tornerò il mondo non sarà più quello che ricordo.
 
Nei miei ricordi c’è sempre il sole per questo so che sono falsi: nel mondo a volte piove, a volte nevica, a volte è tutto grigio, ma nei miei ricordi non c’è mai niente di diversa di una limpida giornata di sole e sorrisi. Una prigione dorata per i miei occhi che si rifiutano di vedere ciò che hanno davanti: il sangue che sgocciola piano, rosso e denso dai corpi martoriati della mia famiglia e laggiù ancora calda di forno la torta al cioccolato del compleanno di mia sorella.
                                                                  
Gocciola, gocciola, gocciola e io non ce l’ho fatta.
Il volto nello specchio mi grazia con un sorriso stranamente dolce, gli occhi due pozzi neri di consapevolezza.
“Aiutami” le dico ed è così che prendo il suo posto.
  
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