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Autore: La_Sakura    31/08/2018    5 recensioni
Diciassette anni e una città nuova: una sfida per crescere e maturare, ma soprattutto per fare chiarezza con i propri sentimenti. Queste le premesse all'arrivo di Sakura nella ville Lumière. Ma il detto "lontano dagli occhi, lontano dal cuore" si rivelerà corretto? D'altronde il suo cuore è già impegnato... oppure la confusione nella sua testa aumenterà, fino a farle dubitare persino dei suoi sentimenti?
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Luis Napoleon, Nuovo personaggio, Pierre Le Blanc
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sakura no sora - my personal universe'
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«Mamma! La divisa mi sta stretta!!»
Scendo le scale di corsa e raggiungo mia madre in cucina.
«Tesoro, è solo una tua impressione: ti assicuro che ti sta bene. Forse… – si avvicina con aria da cospiratrice – Forse sono queste il problema…» e mi posa una mano sul seno.
«Mamma!!! – esclamo, arrossendo e ritraendomi – Ma ti pare?»
Lei scoppia a ridere e torna in cucina a finire di preparare la colazione per Daichi.
«Non mangi nulla?» mi chiede, vedendo che afferro al volo una fetta di pane e la mordo senza aggiungere altro.
«Kumi mi sta aspettando, sono in ritardo…» biascico.
«Se tu ieri sera fossi andata a letto prima…» mi rimprovera, ma io non la lascio terminare perché mi fiondo fuori casa.
So benissimo di essere andata a letto tardi, ma ero al telefono con Madi: le avevo promesso che ci saremmo sentite, al mio rientro, così l’ho chiamata per assicurarle che era tutto a posto. Beh, più o meno…
Sospiro mentre mi dirigo nel luogo di ritrovo fissato con la Sugimoto: camminare per le vie di Nankatsu, dopo aver percorso per mesi quelle parigine, è una sensazione stranissima. Siamo oltre la metà di maggio, quindi la fioritura dei ciliegi è ormai al termine: mi guardo intorno cercando di immaginare che spettacolo deve essere stato.  
Mio fratello è tornato in Giappone, non ci siamo visti ma mi ha telefonato appena ho messo piede in casa. È impegnato con il girone di qualificazione del World Youth, mentre Taro… Taro no.
«Sakura-chan!!»
L’urlo di Kumi mi esplode nelle orecchie, mentre lei mi salta addosso e mi abbraccia, col suo solito affetto. Ricambio la stretta mentre sorrido, divertita.
«Kyah, sei splendida! L’aria di Francia ti ha fatto proprio bene! – mi prende sotto braccio e ci incamminiamo verso la scuola – Adesso pretendo racconti dettagliati di qualunque cosa! Voglio sapere tutto!!»
«Beh… sai… molte cose te le ho già raccontate nelle lettere…» rispondo, mentre penso all’esclusione di Misaki dalla Nazionale U-19.
«Ah, andiamo! Voglio sentire la versione a voce! Non hai neanche un piccolo segreto?»
Le sue parole mi riportano alla realtà: mi blocco improvvisamente e la osservo, mentre nella mia mente passano veloci le immagini del mio arrivo a casa Deville, il primo giorno di scuola, le angherie delle compagne, gli abbracci di Jacques e Yves, la visita alla Tour Eiffel e infine… infine quel bacio di Louis.
«Non ho nessuno scoop da raccontarti… – mento, rimettendomi in cammino e scacciando momentaneamente i ricordi – Tu, piuttosto: hai niente da dirmi?»
«Sono in classe con Nitta-kun! Poveretto, anche lui è stato escluso dall’U-19 insieme a… – si interrompe, poi scuote la testa e continua – Quindi si sta allenando duramente per rientrare in squadra! Ce la faranno, vedrai!» conclude, convinta.
Annuisco, mentre varchiamo la soglia del cancello della Nankatsu High: mi batte forte il cuore, ma è una bella sensazione, mi sento a casa. Costeggiamo il campo da calcio, dove alcuni ragazzi si stanno allenando.
«Non vogliono rimanere indietro, quest’anno vogliono vincere il campionato.» mi dice Kumi, come per rispondere alla mia tacita domanda.
«Giusto…» mormoro, persa in chissà quale pensiero.
«Sakura… – si avvicina e mi posa una mano sulla spalla – Mi spiace che tu non abbia avuto la possibilità di vederlo… credo che parlare vi avrebbe fatto bene.»
Sospiro: ha ragione. Misaki è partito prima del mio rientro, proprio a causa dell’esclusione dalla nazionale. Quello che Kumi non sa, è che mi ha lasciato una lettera, prima di andarsene.
«Andiamo, ti accompagno in segreteria per cercare la tua classe!» mi dice, per spronarmi ad allontanarmi da lì.
 
“Ci siamo persi, Sakura…”
 
Le parole di Taro mi vorticano in mente, mentre percorro quei corridoi tanto familiari. Persi… persi… persi…
Ero tornata a casa decisa a parlare con lui, per risolvere i nostri problemi e cercare di recuperare quel rapporto che si era interrotto a causa della mia partenza, e adesso non so più che fare, mi sento svuotata, come se non avessi più un obiettivo. Per questo ieri sera sono stata tanto al telefono con Madi: ho pianto tutte le lacrime che avevo, mentre lei, Jacques e Yves hanno cercato di consolarmi come potevano.
Ma non c’è nessuno che mi può consolare.
 
“È giusto che entrambi ci dedichiamo alle nostre priorità, in questo momento, che sono il World Youth per me, e l’ultimo anno di scuola per te.”
 
Come se, in qualche modo, fosse possibile pensare alla scuola, adesso, con la consapevolezza che tu non sei qui con me, che non posso vederti, parlarti, chiarire quei dubbi che ci hanno allontanato…
 
“Solo allora, dopo aver concluso questo ciclo, potremo guardarci di nuovo negli occhi e capire cosa dobbiamo, possiamo, vogliamo farne di noi.”
 
La segretaria mi fa accomodare nell’ufficio del Preside, e io attendo, seduta composta, il suo arrivo. Guardarti negli occhi… darei qualunque cosa per poterlo fare adesso, Taro-chan. Sento un nodo che mi si forma in gola ma cerco di non darci troppo peso, o scoppierei a piangere qui.
 
“Sei forse il regalo più bello che la vita mi ha voluto donare, la persona che meglio mi comprende, mi sai stare vicino e nei tuoi silenzi posso sentire tante cose, ma questo era prima. Ora non so più niente. Non so chi sono, non so chi sei. E non vorrei perderti, perché il mio cuore mi dice che sarebbe la cosa più sbagliata, ma DEVO compiere questo percorso.”
 
Devi… già. Perché tu sei come Tsubasa, Genzo, Hyuga-kun e tutti gli altri. Voi avete il calcio che vi scorre nelle vene, è la vostra linfa vitale, non potete farne a meno. Avete dedicato gli anni migliori a questo sport, e adesso che potete mettervi in gioco per portare a casa un obiettivo concreto, lo state facendo. A qualunque costo. Anche a costo di perdere una persona che amate…
 
“So che mi capisci… hai fatto la stessa cosa quando hai scelto di andare a Parigi… mi dispiace di averti trattato con freddezza, ma… in un certo senso, mi sono sentito escluso. So che non l’hai fatto con cattiveria, avevi bisogno dei tuoi spazi e di crearti finalmente il tuo posto nel mondo. Hai un cuore grande, Sacchan, e la tua bellezza interiore è in grado di illuminare il cammino di chiunque ti circondi. Anche il mio. Tornerò più forte di prima, vinceremo il World Youth e finalmente io e te potremo riabbracciarci come solo noi sappiamo fare. All’ombra dei ciliegi che tanto amiamo entrambi…”
 
Mi sarebbe piaciuto vivere un'adolescenza normale, come tutte le altre mie coetanee, e invece ho scelto di complicarmi la vita. Credevo che quel bacio di Louis avesse rimesso in discussione tutti i miei sentimenti, e invece mi sono riscoperta ancora più innamorata di Misaki, come se ricevere le attenzioni di qualcuno mi abbia tolto la benda dagli occhi, e fatto capire quanto io sia stata stupida e ingenua. In un certo senso, sono riconoscente a Napoléon, nonostante l’imbarazzo col quale ci siamo salutati prima del mio rientro in Giappone: non abbiamo chiarito quali siano state le dinamiche che ci hanno portato a quel bacio, eppure… eppure forse era così che doveva andare. Mi serviva decisamente uno scossone per recuperare la lucidità.
Continuo a lisciarmi le pieghe della gonna, e sorrido ripensando al mio percorso: mi piace pensare di aver iniziato a ritagliarmi il mio posto nel mondo, proprio come ha scritto Taro, e adesso posso affrontare le mie paure e le mie insicurezze a testa alta. Lo aspetterò, e insieme ripartiremo, ricominceremo la nostra storia, consapevoli degli errori del passato, in modo che ci aiutino ad andare avanti. Sì, sono una nuova Sakura, e lo dimostrerò.



Amiche mie, siamo giunte alla fine di questo percorso. 
Mentre vi saluto, e saluto la mia piccola Sacchan, sono commossa come qualunque mamma che vede la sua piccola creatura crescere e - parafrasando le sue stesse parole - ritagliarsi il suo posto nel mondo. 
Chi ha letto Cherry Blossom, sa già che tipo di persona è diventata Sacchan; è una ragazza buona, nel vero senso della parola, ma che ha i suoi pregi e difetti, come tutte noi del resto. 
L'amore, soprattutto quello adolescenziale, è uno dei più difficili da gestire: vuoi perché si è in preda agli ormoni, vuoi perché è costellato da tante prime volte che lasciano col fiato sospeso. 
Sakura e Taro fanno parte del mio universo, un universo che - come alcune di voi sanno - è nato secoli fa, dalla mente di una bimbetta appassionata di Holly e Benji. Sono molto affezionata a loro, li sento un po' come una mia creatura, nonostante di mio ci sia solo Sakura e i suoi sentimenti. 
Ovviamente, i personaggi quali Taro Misaki, Louis Napoléon, Pierre Elle Sid, Kumi Sugimoto, Tsubasa Ozora, Natsuko Ozora, Daichi Ozora sono (c) di Takahashi, che ne detiene tutti i diritti. 
Mi pregio di aver creato Sakura Ozora, Jean e Florence Deville, Yves Leroux, Jacques Chevalier, le varie compagne di classe, Monsieur Girard, e quanti altri personaggi non appartenenti al mondo originale di CT appaiono qui. 
La storia di Sakura non finisce qui: c'è molto altro da dire, su di lei. Arriverà il momento giusto, come per tutte le cose. 
E ora, è arrivato il momento dei saluti. 
Vorrei dire grazie dal profondo del cuore a tutti voi, che avete letto la mia storia. Grazie per avermi dedicato il vostro tempo, per me è stato un onore. 
Grazie a chi ha lasciato una recensione: OnlyHope, sissi149 (che ringrazio per avermi accompagnata per tutto il percorso, è stato un piacere dialogare con voi!), Melanto, Ai_1978, Kara e Trelena74 per avermi fatto sentire il vostro affetto. 
Grazie tutte coloro che hanno inserito la mia storia tra le preferite, le seguite, le ricordate: è un piccolo gesto che per me vale oro
E infine, grazie a Betta, perché quando ho dubbi amletici, esistenziali, o anche solo mi faccio prendere dallo sconforto, lei c'è, e sa cosa dire. Sempre. 
Vi saluto e spero di incrociarvi nuovamente lungo il cammino: la mia pentola delle fanfiction bolle, stay tuned! 
Bacioni 
Sakura chan 
   
 
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