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Autore: Sharik    31/08/2018    0 recensioni
[Jason Isaacs]
Un viaggio di piacere a Londra. Un incontro inaspettato e un po magico sui "luoghi" di Harry Potter.
Genere: Generale, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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King’s Cross
Le nove e tre quarti


 
La stazione era quella giusta. Non le sembrava vero di salire le scale che portavano ai binari della stazione di King's Cross. Non aveva la più pallida idea di dove andare a cercare il binario 9 e 3/4, forse nel posto più logico? Forse fra il binario 9 e 10?
Camminava spedita, incurante delle tre amiche che le arrancavano dietro, indecise se essere più infastidite o divertite dalla sua richiesta di andare a vedere King's Cross. -"Accidenti Mary, con tutte le cose belle da vedere a Londra, noi andiamo in una stazione a vedere un binario che non esiste."-
Aveva imparato da tempo ad ignorare queste, non tanto velate, frecciatine.
Gente, molta gente, proprio lì in fondo, dove il carrello di Harry spuntava dal muro.
-"Oohhhhhh guarda che casino Mary!!!!!"-
In effetti c'era una fila chilometrica in attesa di fare una foto accanto al carrello "magico".
-"Ok, ok. Voi intanto mettetevi in coda per i bagni, io cerco almeno di entrare nel negozio"- 

Si mise in fila, aveva davanti almeno una sessantina di persone, l'orologio della Stazione scattò sulle 10 e 45 proprio nel momento in cui alzò gli occhi per guardare l'ora, poi li riabbassò e... un particolare attirò la sua attenzione: una maglietta azzurra, stropicciata.
Si bloccò, indecisa se credere o meno ai propri occhi. Jeans, scarpe da tennis, felpa nera slacciata e cappellino calato sugli occhi, quegli occhi.
Non poteva sbagliarsi, aveva visto, guardato e riguardato quegli occhi migliaia di volte.
Li aveva segretamente cercati negli ultimi giorni sui volti di tutti gli uomini prestanti incrociati per le vie di Londra. Aveva scherzato sui social di improbabili cene romantiche a lume di candela. Aveva postato stupide foto di lui in attesa che lei uscisse dalla doccia, ed ora eccolo lì, vero e reale davanti ai suoi occhi. Jason Isaacs.

Era appena discosto dalla massa di gente in fila, non molto lontano, sembrava in attesa di qualcuno, vagamente annoiato.
Forse si sentì osservato, fatto sta che si guardò in giro girandosi fino ad incrociare il suo sguardo, capì immediatamente di essere stato riconosciuto. Il suo volto, così espressivo, tradì chiaramente un moto di disappunto anche se appena accennato.
In effetti, se tutte le persone presenti si fossero accorte di chi passeggiava a King's Cross quel sabato mattina l'atmosfera si sarebbe parecchio riscaldata. Lui sorrise, e posò lentamente il dito indice sulle labbra nel gesto universale di una richiesta di silenzio.
-"No No No"- Pensò Mary disperata -"Non può davvero chiedermi di non fare nulla, nemmeno un salutino..... una stratta di mano, quella saltata a piè pari a Chianciano, un abbraccio..... un bacio.... e.... ACCIDENTI!!!!"-
A malincuore Mary si limitò a sussurrare -"Hello to Jason Isaacs"- Lo disse lentamente, scandendo bene le parole, di modo che lui potesse leggere e capire il labiale. Lui rispose allo stesso modo, sillabando sottovoce -"Hello"-
Si sentì mancare la terra sotto i piedi quando le fece cenno di avvicinarsi.
Si mosse automaticamente, come attratta da una calamita. Lui le venne incontro abbracciandola, come si abbraccia una cara amica che non si vede da tempo, di modo che nessuno trovò strano o insolito quel gesto. L'anonimato era salvo.
-"Grazie"- le sussurrò all'orecchio prima di sciogliere quell'abbraccio, e le sorrise.
Fece cenno a qualcuno lì accanto di aspettare.
-"È un piacere rivederti. In vacanza a Londra?"-
-"Oh... Beh... Si, qualche giorno."- balbettò lei in risposta.
-"Ma..... ti ricordi di me?"- gli chiese incredula.
Rise apertamente questa volta, e lei smise di respirare.
-"Certo che mi ricordo di te, di te e di quell'adorabile maglietta che indossi ora e che indossavi a Chianciano, è così gratificante!!!"-
Non riusciva a dare un nome né un argine a quel mix di sensazioni ed emozione che quegli occhi e quella risata le suscitavano nell'anima, e la cosa era così frustrante.
Fu sufficiente abbassare lo sguardo sulla maglietta, ricordare ciò che che c'era scritto e rialzare gli occhi, e lui non c'era più.
Nessuna foto, nessun ricordo tangibile, nessun selfie, "solo" quel sorriso e quell'abbraccio. Si guardò disperatamente in giro cercandolo, ma non lo vide da nessuna parte ed ebbe la sgradevole sensazione di essersi immaginata tutto.

L'orologio della Stazione scattò sulle 10:45 e un uomo esitò un attimo sulle scale, prima di scendere verso la metropolitana. Si girò verso la marea di gente attorno al binario 9 e 3/4 e fece un cenno di saluto alla ragazza che lo stava cercando con lo sguardo.
Era sinceramente dispiaciuto di doverla lasciare in quel modo tanto insolito, ma le circostanze lo imponevano.
-"Sorry"- le scandì.
Sapeva che lei, e solo lei, avrebbe sentito chiaramente quelle scuse nonostante la distanza.
Il ciondolo quasi gli sfuggì di mano nel tentativo che fece di infilarselo in tasca in tutta fretta.
La ragazzina che teneva per mano intervenne e lo afferrò al volo prima che cadesse.
-"Questo lo tengo io, è più sicuro."-
Jason sbuffò d'impazienza ma non si oppose, entrambi sparirono alla vista scendendo le scale verso la metropolitana.

L'orologio della Stazione scattò sulle 10:45 e un uomo in maglietta azzurra, jeans e scarpe da tennis le fece un cenno di saluto da lontano scusandosi.Era lui.
-"Sorry"- Le disse.
Si chiese come le fosse possibile sentirlo, considerata la distanza e il vociare di tutta la gente in fila. Stava armeggiando con qualcosa di luccicante, un ciondolo, che una ragazzina gli prese dalle mani e infilò in una piccola borsa a tracolla. Entrambi sparirono alla vista scendendo le scale verso la metropolitana.

Rimase a fissare quel punto per parecchi secondi. Nessuno le avrebbe mai creduto, pensò. Se avesse raccontato questa storia nessuno sano di mente avrebbe mai pensato a niente di più che a uno scherzo. Lei stessa stentava a crederci. Poteva forse tirarci fuori un piccolo racconto da condividere con le ragazze su whatsapp, ma nulla di più.

-"Allora Mary, ma ti muovi???!!!"-
Tre ragazze la trascinarono oltre l'ingresso del negozio The Harry Potter shop spezzando così quella strana atmosfera di sospensione del tempo nella quale si era sentita immersa fino a quel momento.
Esitò solo un secondo ripensando a quel ciondolo dorato che aveva chiaramente visto sparire nella borsetta della ragazzina, somigliava tanto ad una Giratempo....... naaahhhhh.
-"Allora!!!! Mary!!!!! Vieni o no????"-
-"Arrivo, arrivo.... Scusate, che ore sono ragazze?"-
-"Già le nove e tre quarti, ci abbiamo messo mezz'ora per andare in bagno!!!-
La ressa all'interno del negozio le inghiottì.

Camminavano già sul vialetto di casa, lui e la ragazzina.
-"Mi avevi assicurato che nessuno ci avrebbe visti Lily"-
Il tono di lui voleva essere di rimprovero ma non convinceva nemmeno se stesso.
-"Scusa papà, ma lo sai, con la Giratempo non si è mai del tutto sicuri, e poi alcuni babbani sono particolarmente sensibili.... Farò più attenzione la prossima volta"-
-"Non ci sarà nessuna prossima volta ragazzina."-
Le disse risoluto. La risata che ebbe in risposta da Lily mentre apriva la porta di casa fu più che eloquente.
   
 
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