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Autore: ONLYKORINE    01/09/2018    2 recensioni
Hugo Weasley non dorme di notte. Come tenerlo impegnato?
Ron ci proverà alla sua maniera...
Oneshot scritta in poche ore, oggi si parte per Hogwarts e io non sono sull'espresso....????
Leggete le altre storie!!!!
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ron Weasley
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Ritorno a Hogwarts e one shot'
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I personaggi della saga di Harry Potter sono di proprietà dell’autrice JK Rowling e l’opera, di mia invenzione, è stata scritta senza scopo di lucro

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Notte in casa Weasley

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Hugo Weasley piangeva. Di nuovo. Ron era in cucina a bere un bicchiere d’acqua. Sbuffò. Avere un figlio era ancora possibile. Averne due era come gestire una squadra di Quidditch. Non avevi più tempo. Né abbastanza occhi. Si incamminò lungo le scale e imboccò il corridoio verso la stanza dei bambini. Vide sua moglie uscire dalla stanza padronale stropicciata dal sonno e dalla stanchezza. Le sorrise. Era bellissima. Si avvicinò a lei e le baciò una guancia. “Torna a letto. Io sono già sveglio” lei gli sorrise “Sicuro?” Lui annuì. “Grazie. Vengo fra un’ora a darti il cambio” E ritornò in camera.

 

Si diresse velocemente verso la cameretta, prima che Hugo svegliasse la sorella. Era la terza notte che faceva quel giochetto. Si svegliava di notte senza nessun motivo apparente e voleva giocare. GIOCARE. Non aveva fame. Non doveva essere cambiato. Voleva solo stare sveglio e in compagnia. Per almeno tre ore.

 

Come entrò in camera vide il lettino scosso dai singhiozzi del bambino. Si avvicinò velocemente, ma la bambina che dormiva nel letto sul muro opposto improvvisamente si mise seduta, stordita. “Papà!” esclamò, stropicciandosi un occhio con il palmo della mano. Ron prese in braccio Hugo e si sedette sul letto della figlia. “Torna a dormire piccola. Tuo fratello si è svegliato. Adesso lo aiuto a riaddormentarsi” la bimba sbuffò esattamente come faceva Ginny quando era piccola e si sdraiò su un fianco con una smorfia che gli ricordò tantissimo sua moglie. Sorrise ai suoi bambini. “I maschi non sono capaci di fare niente da soli” Sentenziò la piccola. Ron sorrise. “Te l’ha detto la mamma?” “No. Lo dice zia Ginny” riappoggiò la testa sul cuscino e si addormentò. Ron sorrise, la coprì con la coperta e si alzò con in braccio il figlioletto.

 

Lo guardò. Il bambino aveva i suoi capelli e i suoi occhi, mentre i lineamenti erano della madre. E lui lo guardava con la boccuccia aperta. Si incamminò verso la porta e iniziò a camminare avanti e indietro dondolando il bambino. Ginny aveva detto che era successo anche a James un periodo così, in cui si svegliava di notte senza motivo e lei lo faceva addormentare passeggiando per il corridoio e raccontando al figlio le storie di Beda il Bardo. Ron camminò, ma in quel momento non gli venne in mente nessuna fiaba. O Merlino! Com’erano? Si ricordava solo qualche barzelletta sconcia, tratta da ‘Il pentolone salterino’, che girava in ufficio al Ministero. Di sicuro non erano adatte al figlioletto. Sospirò nervoso e il bambino dovette sentirlo perché gnolò, così iniziò a raccontare della sua giornata da Auror pur di non farlo piangere.

 

“….Sì e poi, il Ministero è un bel posto e sai cosa fanno di bello? Ci regalano i biglietti per andare a vedere la Coppa del Mondo di Quidditch. La prossima sarà fra due anni, piccolo. E potrai venire anche tu. Vedrai come sarà bello. Purtroppo l’ultima volta ha vinto la Francia e noi ci siamo dovuti subire tua zia per settimane che ridacchiava alle nostre spalle. Ma vedrai che la prossima volta l’Irlanda vincerà di sicuro. Ti ho mai raccontato di quella volta, nel 1994, quando l’Irlanda affrontò la Bulgaria e nel momento in cui le scope presero quota…”

Ron raccontò al piccolo Weasley affascinato tutta la finale in cui l’Irlanda batté la Bulgaria, esagerando un po’ in alcune parti e omettendo del tutto altre. Alla fine, mentre elencava la formazione della squadra vincitrice non si rese conto che il bambino si era addormentato, mente lui gesticolava con la mano libera muovendosi nella stanza mimando voli e acrobazie.

 

“Il Quidditch annoia lui quanto me” Ron si bloccò alle parole della moglie, ferma sulla soglia della camera. Quando si rese conto che il piccolo dormiva profondamente, cercò di giustificarsi mentre sentiva le orecchie arrossarsi. “Io…”

 Lei gli sorrise intenerita e si avvicinò a lui. “Sei riuscito a farlo addormentare. Sei stato bravissimo” E lo baciò leggermente sulle labbra, in punta di piedi. Accarezzò il bambino sulla testa e si girò verso il letto della primogenita andando a controllare anche lei. Ron rimise il bambino nel lettino e lo coprì con la copertina fatta dalla nonna. Rimase un attimo a guardarlo. Sospirò. La mora si avvicinò a lui e gli appoggiò la mano sulla schiena.

“Tutto bene?” lui annuì “È faticoso…”

“Già. E sono ancora piccoli. Vedrai quando cresceranno.”

Appoggiò la testa alla sua spalla e sussurrò “Ti sei pentito? Di come sono andate le cose?” La sua voce tremò e guardò da un’altra parte. Ron si voltò verso di lei. Le prese il mento con la mano e la obbligò a guardarlo in faccia. Aveva gli occhi lucidi. “Non sono pentito. È faticoso sì, ma è stupendo. Stare insieme, è stupendo” lei annuì sorridendo.

 

“Andiamo a letto, Weasley” Ron riconobbe il suo tono “Se vengo a letto con te, mi chiamerai per nome?” disse lui con un sorriso malizioso “Lo spero” rispose lei, divertita, prendendogli la mano.

Ron era contento. Era una bella notte ed era una bella vita, la sua.

   
 
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