[You’re Face To Face With] The Man Who Sold The World

Oliver amava l’espressione di puro terrore che si dipingeva sul viso di Lana ogni volta che lui entrava nel luogo in cui la teneva imprigionata.
Incatenata e terrorizzata, ecco come la voleva. Lei era quella giusta, ne era certo. Si era sentito solo per così tanto tempo… Nemmeno sua madre l’aveva voluto. E Lana provava la stessa identica repulsione, lo vedeva nel suo sguardo quando le si avvicinava, ma le avrebbe fatto cambiare idea. Altrimenti, l’avrebbe uccisa come aveva fatto con le altre.
Ma no, non Lana. Lei era perfetta: quello spirito battagliero lo aveva conquistato fin dal primo giorno. Aveva ucciso la sua compagna, quell’insulsa insegnante di nome Wendy, per averla tutta per sé e sarebbe stato disposto a fare qualunque cosa affinché lei lo amasse. Nel frattempo, però, l’avrebbe punita perché non aveva già iniziato a farlo.
Per un attimo, quando la sovrastò, temette di schiacciarla col peso del suo corpo, ma scacciò subito quel pensiero. Se lo meritava.
Zittì l’urlo che le era fuoriuscito dalle labbra con un bacio violento, mordendole le labbra fino a farla sanguinare. Le mani e i piedi della donna erano incatenati ai lati del letto: non avrebbe potuto fare molto per disturbarlo.
Dalla bocca scese più giù, marchiandole il collo con morsi violenti che la facevano gemere di dolore. Le strappò i vestiti man mano che scendeva più giù, ignorando le sue suppliche, schiaffeggiandola quando lo insultava e ringhiandole contro che era colpa sua se si trovava in quella situazione. Se avesse imparato subito ad amarlo, la situazione sarebbe stata più piacevole per entrambi.
Oliver affondò le dita nella pelle pallida della giornalista, lasciando lividi profondi e violacei ovunque la toccasse. Abbassò la zip dei jeans che indossava e la penetrò selvaggiamente, strappandole grida di dolore e terrore insieme a suppliche disperate che non facevano altro che eccitarlo ulteriormente. Riversò il suo seme in lei, spezzata e senza più forze per contrastarlo. Dopodiché, si rivestì nel silenzio più completo e salì al piano di sopra, dove preparò un panino e un bicchiere d’acqua. Scese nuovamente nella prigione nella quale aveva intrappolato Lana, posò il vassoio vicino al letto, le liberò le mani e le disse, con un sorriso affabile, che era ora di cena. Tutto ciò che ricevette in cambio fu uno sguardo colmo d’odio e sofferenza, ma lui sorrise ancora di più. Prima o poi avrebbe imparato, e fino a quel momento lui l’avrebbe punita tutte le volte che si fosse reso necessario.

Angolo dell’autrice:
Salve a tutti! Eccomi di nuovo sul fandom di AHS, stavolta con una flashfiction che mi preoccupa un bel po’ xD Non è la prima volta che cito uno stupro in una mia fanfiction, ma per me resta sempre un argomento molto difficile e delicato da trattare, cosa che spero con tutto il cuore di aver fatto nel migliore dei modi. I pensieri di Oliver in determinati punti della storia mi sembrano un po’ nonsense, ma data la follia del personaggio preferisco non mettere quest’avvertimento. Tuttavia, se invece doveste riscontrare che effettivamente il nonsense c’è, non esitate a farmelo notare.
Spero con tutto il cuore che abbiate “apprezzato” questa storia e che qualcuno di voi si fermi nelle recensioni per darmi magari qualche consiglio su come migliorare e superare i miei impedimenti narrativi. ;)
Baci da Fandoms_Are_Life.