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Autore: Generale Capo di Urano    03/09/2018    2 recensioni
[Spoiler! capitolo 161 del manga] [MiriTama]
La sua mano tremava mentre affondava nel suo ciuffo biondo, perché il suo Mirio, in quel momento, non sorrideva.
Il suo Mirio non brillava come il sole.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mirio Togata, Tamaki Amajiki
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Un futuro luminoso
 
 
La notte, in ospedale, non era mai completamente buia o silenziosa. C’era sempre qualche rumore lontano, un lamento debole o dei passi il più possibile attutiti, qualche lucina fievole; le tapparelle non riuscivano a bloccare completamente i raggi molesti dei lampioni che si infiltravano nella stanza, ma a Mirio non importava. Non aveva neanche voluto abbassarle, in realtà, ma dal suo letto non si poteva vedere la luna e s’era ritrovato, in piena notte, a fissare il cielo nero senza che la stanchezza riuscisse a chiudergli gli occhi annebbiati – se per il sonno o il pianto, non lo sapeva neanche più.
La schiena gli faceva male nel punto in cui quel proiettile l’aveva colpito, a ogni respiro le costole imploravano pietà, ma aveva imparato da tempo a sopportare il dolore, fisico o mentale che fosse. Anche Lemillion aveva un punto di rottura, però, e tutto ciò che l’aveva colpito nel giro di quelle pochissime ore sarebbe stato troppo per chiunque. All Might, anche All Might aveva pianto – questo la diceva lunga, no? L’uomo aveva il diritto di essere debole, e un eroe restava sempre un uomo. Forse più di tutti.
Un ombra si muoveva, lenta e silenziosa come la morte, ma i sensi di Togata non si facevano confondere e soffocare dal sonno e la sua mano, fasciata eppur fulminea, afferrò un polso magro stringendolo in una morsa ferrea che non tradiva alcuna fatica o dolore. Avrebbe potuto persino spezzarlo, ma l’ombra non reagì e il volto cupo e stanco di Amajiki emerse dalla penombra come uno spettro nero, i capelli scuri attaccati alla fronte e mezzo capo coperto da una fasciatura bianca che gli nascondeva la parte destra del volto.
«Tamaki... neanche tu riesci a dormire?»
La sua mano tremava mentre affondava nel suo ciuffo biondo, perché il suo Mirio, in quel momento, non sorrideva.
Il suo Mirio non brillava come il sole.
Quando accostò le proprie labbra alle sue, gli parve di sentire il suo respiro sempre più rotto e affaticato. Eppure Lemillion continuava ad avere la pelle calda e il profumo rassicurante di casa, e Suneater il tocco delicato del vento che tanto contrastava con la rudezza della sua Unicità.
Il letto cigolò appena nel momento in cui Tamaki si sdraiò accanto a lui, Mirio si lasciò abbracciare e appoggiò il capo sul suo petto magro. Nessuna parola osò rompere quel silenzio per forse più di un quarto d’ora, nessun sospiro sciolse i nodi che avevano in gola e Morfeo non ebbe pietà alcuna, lasciando le palpebre spalancate e i respiri rotti e agitati a riempire la notte.
Ci provò, Suneater, lo strinse tra le braccia e gli carezzò la schiena, gli baciò la fronte pallida e nascose gli occhi lucidi, perché da sempre gli dicevano che per rassicurare le persone non bisognava mostrarsi preoccupati – ma lui non era All Might e non era Lemillion, e non era in grado di ostentare una calma e una serenità che non aveva. Mirio non tremava e non parlava, ma sentiva le sue dita stringersi alla stoffa leggera della sua maglia e il suo fiato irregolare sul collo che gli ricordava che era sempre sveglio, sempre vigile, sempre pensieroso.
«Nighteye è morto.»
Lo disse all’improvviso, a voce alta, e a Tamaki parve di essere colpito da un pugno.
«Lo so.»
Fu come se il velo di tensione che li copriva si fosse strappato, e i singhiozzi di Mirio gli riempirono le orecchie e lo distrussero più di quanto qualsiasi attacco avrebbe potuto fare. Affondò il volto tra i suoi capelli, mentre lo stringeva e lo accarezzava e lo baciava e lasciò che piangesse, lasciò che fosse triste, lasciò che fosse debole.
E Togata, solo per una notte, permise a se stesso di crollare tra le sue braccia e di essere fragile. Pianse come un bambino, incurante dei singhiozzi e delle lacrime che bagnavano il petto di Amajiki, lasciò che per quella volta fosse qualcun altro a consolare lui, perché tutti avevano bisogno di un eroe, e in quella notte Tamaki brillava più del sole.
«Non sei da solo, Mirio... andrà tutto bene...»
Pianse perché lo sapeva e perché nonostante tutto aveva paura.
Il giorno dopo, Lemillion sarebbe tornato a sorridere e splendere, in un futuro più luminoso che mai. Ma in quel momento, spezzato come qualunque uomo, lasciò libero sfogo alla propria debolezza.
Suneater, premuroso e innamorato, lo protesse per tutta la notte.













Un giorno dedicherò qualcosa di meglio ai miei due splendidi bambini. Per ora, solo il residuo delle peggio lacrime che ho versato alla morte di Nighteye.
Ero partita con l'idea di smettere di shippare chiunque, ma poi sono arrivati questi due che hanno tutte le carte in regola per diventare l'OTP assoluta (mentre si picchiano con la TodoMomo e la KiriBaku e la moglie cerca di convertirmi alla Hawksdeavor prima ancora che sia arrivata a loro). Mi arrendo, ormai è inutile lottare.
   
 
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