Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Nemesis01    03/09/2018    8 recensioni
Questa sarà una raccolta di flashfic che partecipa al contest “Un bacio, mille emozioni” del gruppo “Boys love”. Lo scopo del contest è quello di descrivere, attraverso quattro emozioni primarie (rabbia, gioia, paura e tristezza) un bacio. Ho scelto un fandom inusuale, “Romeo e Giulietta”. Mi sono molto lasciata trasportare dalla mia momentanea fissa per il musical che ne è stato tratto.
[ 01. Rabbia – Benvolio / Tebaldo ] - [ 02. Tristezza – Mercuzio / Romeo ] - [ 03. Paura – Benvolio / Romeo ] - [ 04. Gioia - Benvolio / Mercuzio ]
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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» Verona bella


1. qui regna l’odio e la follia

☼ ☼ ☼

 

Note dell’autrice:

 

Benvolio: Fermi, insensati, fermi! Giù le spade! Idioti! Non sapete quel che fate!

Tebaldo: Sei bravo, eh?, Benvolio, a trar la spada in mezzo a questi timidi cerbiatti! Vòltati, e guarda in faccia la tua morte.

Benvolio: Sto solo a metter pace tra costoro. Perciò rinfodera, o almeno adoprala a darmi mano a rappacificarli.

Tebaldo: Che! Tu parli di pace spada in pugno? Questa parola “pace” io la odio come l’inferno, i tuoi Montecchi e te!

 

È esattamente questo il punto che mi ha fatta decidere il fandom da utilizzare per questa challange. Spero vivamente che ne uscirà qualcosa di decente, poiché 500 parole sono veramente pochissime! D:

{ word count: 499 }

 

Ci tengo a precisare che le citazioni e i personaggi sono © di W. Shakespeare e la mia è un’opera senza alcuno scopro di lucro; questo vale anche per il titolo della raccolta e dei vari capitoli.

 

☼ ☼ ☼

 

Era stato un bacio rabbioso, appassionato.
Benvolio lottò per liberarsi dalla sua presa, ma lui lo trattenne con più forza, stringendolo a sé. Era quasi sicuro di poter sentire la sua erezione ergersi al di sotto delle calzamaglie e sfregarsi contro la sua coscia villanamente.

Era stato inesplicabilmente furente.
Non ci si sarebbe aspettati, del resto, un comportamento diverso da Tebaldo.
Gli aveva afferrato un braccio e lo aveva attirato a sé, con fare superbo e prepotente, e, senza un’apparente motivo veramente plausibile, l’aveva baciato.

Tebaldo aveva baciato Benvolio nel mezzo di una chiassosa rissa in strada e l’aveva fatto con passione, dopo averlo sbattuto contro un muro di tufo. Era grezzo nei modi quasi più che con le parole.

Benvolio era rimasto sgomento ma non aveva avuto modo di obiettare o reagire in alcun modo, neanche quando Tebaldo si staccò per due secondi, forse per riprendere fiato o per gingillarsi per quell’espressione di stupore che si era dipinta sul volto del Montecchi.
Tebaldo, infatti, gli si appiccicò alle labbra subito dopo, con veemenza; gli morse il labbro inferiore e si scostò poi per dei secondi, poggiando la propria fronte contro quella del nemico. Sembrò essere una testata e, dato il contesto, Benvolio fu sicuro che si trattasse proprio di quello piuttosto che di un gesto tenero.

- Questa parola, “pace”, io la odio, - farfugliò arrabbiato, mordendogli nuovamente il labbro, - Come odio l’inferno, - e lo baciò nuovamente, quasi soffocandolo. Successivamente strofinò il proprio bacino contro quello dell’altro in maniera quasi passionale, - Come odio i Montecchi, - spiegò, e contemporaneamente portò un ginocchio al centro delle gambe di Benvolio, quasi come se volesse tastare un’eventuale reazione fisica da parte dell’altro, - E come odio te, Benvolio. –

Tebaldo lasciò che il proprio corpo aderisse a quello del nemico e di tenero non aveva proprio nulla; la sua espressione era colma di desiderio e contrastava le parole appena pronunciate. Benvolio portò le proprie mani sui fianchi dell’altro, lasciando che i loro corpi si sfiorassero.

Era chiaramente furibondo.
Una piccola venuzza pulsante apparì sulla fronte di Tebaldo e Benvolio allungò una mano su di essa, sfiorandola con delicatezza.

I modi del Montecchi erano chiaramente più placidi; Benvolio voleva la pace, mentre Tebaldo bramava il sangue.

Il Capuleti gli staccò la mano e riprese a baciarlo con prepotenza, con aggressività; addentò nuovamente le labbra di Benvolio e fu così irruento che gli fece addirittura uscire il sangue e Benvolio emise un verso di dolore.

Tebaldo si staccò e sputò in terra, pulendosi la bocca dopo avergli lanciato uno sguardo collerico.

No, il sangue nobile di un Capuleti non si sarebbe mai mescolato con quello di un maledetto Montecchi.

Benvolio, pensavi davvero che ci potesse essere la “pace” tra di noi?
Come può esserci “pace” se la guerra è proprio dentro di noi?

Era questo che significa lo sguardo disgustato di Tebaldo e Benvolio l’aveva capito, per questo s’asciugò le labbra a sua volta con la manica della blusa bianca e fissò Tebaldo con determinazione e sguainò la spada.

Non ci sarebbe mai stata la pace, solo odio e follia.

 

☼ ☼ ☼

 

 

   
 
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