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Autore: Tigre Rossa    04/09/2018    2 recensioni
C’è altro in quelle parole. C’è molto altro, e lo senti, e lo vedi riflesso in quel sorriso dolce e sincero, ma triste, che ti regala. Lo senti nel modo in cui ansima dolorosamente, come se stesse cercando la forza di dire qualcosa che fa troppo male.
Ma non deve farlo. Non ne ha bisogno.
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Thorin capisce i sentimenti di Bilbo, ma troppo, troppo tardi.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bilbo, Thorin Scudodiquercia
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Perché era reale'
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Amare fino alla morte

 

 

 


 

Più dolce sarebbe la morte se il mio ultimo sguardo avesse come orizzonte il tuo volto.

-William Shakespeare -

 

 

 

 


 

 

Sto morendo.

 


Questa consapevolezza, improvvisa e straziante, ti attraversa come quella lama fredda che ha stroncato il tuo destino troppo presto.

Sapevi che sarebbe successo, se avessi tirato indietro la spada, lasciando andare la tua ultima difesa.

Lo sapevi, ma l’hai fatto comunque, perché era l’unico modo. Lasciare che l’orco pallido ti infliggesse quell’ultimo colpo era l’unico modo per riuscire a colpirlo a tua volta, per poterlo uccidere. Era l’unico modo per vendicare la morte di tuo nonno e di tuo fratello, la scomparsa di tuo padre, l’assassinio imperdonabile dei tuoi nipoti.


-I tuoi nipoti, i tuoi poveri nipoti, così giovani ed innocenti, che meritavano molto più di questo. Li hai portati tu alla morte, e lo sai bene.

Forse è anche per questo che hai lasciato che quella lama maledetta ti trafiggesse, per condividere il loro fato ingiusto. Sbaglio, forse?-

 

L’unico modo per uccidere quel demone bianco era lasciare che ti uccidesse a sua volta, e gli hai permesso di farlo.

Hai preso la sua vita pagando con la tua. Non te ne penti, assolutamente. Lo rifaresti. Lo rifaresti mille volte.

Solo, non pensavi che morire sarebbe stato così.

Ci sei andato vicino così tante volte, ma questo . . . questo non è per niente come te l’eri aspettato.

Il dolore è così intenso da annullare quasi tutto il resto, ma ciò che ti sconvolge davvero è questa sensazione assordante di vuoto che ti riempie e riempie e riempie, senza concederti di tenere nulla per te, lasciandoti vuoto, come uno spettro ancora non consapevole di non far più parte del mondo.

Ma tu tenti di combattere tutto ciò, come hai sempre fatto, e guardi giù.

Guardi sotto di te, respirando a fondo pur di mantenere quel poco di controllo che ancora ti resta sul tuo corpo, ed osservi la battaglia che infuria ai piedi di quella casa che hai reclamato ad un costo forse troppo alto.


-Tutto questo valeva davvero la sicurezza dei tuoi compagni? Valeva il sacrificio dei tuoi ragazzi, che avevi giurato a tua sorella di proteggere?-

 

Guardi lo scontro che continua ad ardere sotto di te come le fiamme di quel dannato giorno di tanti anni fa, l’inizio di tutto quanto. 

Continui a guardare, consapevole che non ne vedrai la fine, che non potrai mai sapere cosa ne sarà del regno così duramente riconquistato, dei compagni che ti sono rimasti accanto nonostante tutto, di ciò che resta della tua famiglia.

Continui a guardare, tentando di ignorare il dolore e il vuoto, ma alla fine il tuo corpo spezzato cede.

Cadi a terra, sul ghiaccio gelido e traditore, e resti lì, steso immobile, faticando per respirare e incapace di vedere altro che non sia il cielo bianco che ti sovrasta, lontano e freddo.


Quindi, è così che devo morire. Non in battaglia, non con una spada in mano, non con la mia famiglia al mio fianco.

Morirò qui, sconfitto nonostante la vittoria, troppo ferito per riuscire anche solo a respirare. Morirò lontano da tutti. Da solo, in mezzo al nulla.


Ti dici che va bene, che è giusto così. Che non ti meriti un finale diverso, non dopo quello che hai fatto. Non dopo aver trascinato nani coraggiosi e fedeli in una missione suicida. Non dopo aver lasciato che la malattia ti prendesse la mente. Non dopo aver messo in pericolo tutto e tutti per pura follia. Non dopo aver lasciato che la morte si prendesse i tuoi ragazzi e che allunasse gli artigli affilati anche sulle vite di tutti gli altri.

No, non meriti un lieto fine, né una morte gentile.

Eppure, nonostante questo, continui a tenere duro, perché non può finire così, non puoi andartene in questo modo, senza aver affidato tutto il tuo rimorso a qualcuno, senza aver chiesto perdono per i tuoi errori, senza . . .

Forse è per questo che il tuo cuore affaticato si stringe, quando senti dei passi leggeri e familiari affrettarsi verso di te.

Li riconosci subito, ma non riesci a credere a quella piccola speranza che ti si è accesa dentro fino a quando non senti quella voce, la sua voce, chiamare piano il tuo nome.

I tuoi occhi, sempre più velati, vanno in cerca del suo viso, e quando lo scorgi il suo nome ti esce dalle labbra come una preghiera che non speravi potesse essere ascoltata.

“Bilbo . . .”

Il piccolo scassinatore, quello stesso scassinatore che hai accusato di tradimento solo poche ore prima e che nonostante tutto è venuto a cercarti ancora ed ancora, ti intima di non muoverti, ma non allontana la tua mano che, debolmente, si è stretta attorno alla sua manica, quasi per assicurarsi che sia reale.

Con una serietà ed una fermezza che non credevi gli appartenesse cerca la tua ferita e quando la vede si porta una mano alla bocca. È più grave di quanto si aspettasse, lo capisci dalla sua reazione. Ma nonostante ciò, non dice nulla e fa per premere sulla ferita, come se potesse davvero risolvere tutto, come se potesse semplicemente strapparlo dalle braccia della morte.


Oh, mastro ladro. Non puoi rubarmi alla signora della notte eterna, per quanto tu lo voglia. Non puoi salvarmi, non questa volta.

 

Non può farlo, e tu lo sai bene. Ma non ti importa, non più.

“Sei qui, sono contento.” sussurri a fatica, il respiro affannoso, lottando contro il vuoto.


-E’ davvero così, anche se lui non riuscirebbe mai a crederci.

Ora, l’idea di morire non ti spaventa così tanto.

Non sei più solo. Anzi, sei con la persona che, più di tutti, avresti voluto al tuo fianco in questo momento.

Sapevi che Bilbo non ti avrebbe mia lasciato andare via senza salutare, in fondo.-

 

 

Lui cerca di zittirti, forse credendo davvero che così potrai risparmiare abbastanza forze per riuscire a resistere abbastanza tempo da darti una possibilità, ma sai che non succederà.

E poi, ci sono cose che devi dirgli, cose che credevi di aver tutto il tempo per potergliele dire, ma che, se non ti sbrighi, resteranno per sempre tra le tue labbra, non dette.

“Voglio separarmi da te in amicizia.”

“No.” ti ferma lo scassinatore, guardandoti finalmente in viso di nuovo, e puoi vedere paura in quegli occhi blu, ma anche determinazione, determinazione a non lasciarti andare e a non lasciarti pronunciare quell’ultimo addio “Non andrai da nessuna parte, Thorin.”.

Torna a concertarsi sulla tua ferita, come se contasse davvero solo quello, ma senti le sue mani, solitamente ferme, tremare impercettibilmente. “Tu vivrai.” insiste, stringendo forte a sé quella amara rassicurazione che anche lui sa non essere vera.

Ma tu non puoi lasciarti cullare da quella dolce bugia, per quanto lo vorresti. Hai poco tempo, e non puoi sprecarlo.

“Mi rimangio le mie parole e le mie azioni alla porta. Hai fatto quello che un vero amico avrebbe fatto.” mormori, per poi aggiungere con voce spezzata “Perdonami.”.

Quelle parole lo colgono completamente di sorpresa, distraendolo per un momento dalla ferita. Torna a guardarti, incredulo, e dallo stupore sul suo viso capisci che è riuscito a cogliere quello che davvero vuoi dire, il dolore e il pentimento, troppo profondi per essere espressi, che sai di non poter nascondere, e forse non vuoi nemmeno farlo.


Perdonami, Bilbo.

Perdonami per averti rubato dal tuo mondo sereno e portato con me in una vita che non era la tua e che mai avresti dovuto conoscere.

Perdonami per averti usato, senza vedere che stavo annientando la tua luce, che ti stavo costringendo a fare scelte che mai avresti dovuto fare, pur di proteggermi.

Perdonami per averti contaminato con le mie ombre ed averti fatto affrontare i miei stessi mostri.

Perdonami per averti marchiato a sangue ed averti lasciato una cicatrice a vita che, lo sappiamo entrambi, non guarirà mai del tutto.


Un piccolo, confuso sorriso gli illumina il viso, perché capisce, capisce davvero, più di quanto tu voglia ammettere, più di quanto tu voglia dire, e tu vorresti dire così tanto.


Perdonami, per aver permesso alla mia follia di ghermire l’unica luce che sia riuscita ad illuminare la mia oscurità.

 

E’ solo lo spettro di quello splendido sorriso che ti ha donato tanta pace e sicurezza lungo il cammino, ma comunque ti riscalda dentro, scacciando per un breve istante quel freddo che ti avvolge sempre di più.

“Ero troppo cieco per vedere.” continui, stringendo a te quell’immagine, quel sorriso, come un amuleto contro il vuoto.


-Quanto avresti voluto dire, quanto avresti voluto fare.

Avresti voluto più tempo per vedere dentro di te e comprendere quella tempesta che stava lentamente scoppiando ma che hai ignorato, pur di andare avanti con la tua missione.

E ora ti ritrovi a rimpiangerlo con tutto te stesso.

Forse, se avessi accettato prima quei strani, insoliti sentimenti che questo sorriso ti aveva fatto nascere dentro, non avresti permesso alla malattia di piegarti. O forse avresti permesso allo hobbit di salvarti molto prima.

Ma ormai è troppo tardi. Non hai più il tempo di fare nulla. Forse non hai nemmeno il tempo di dirgli la verità.

O forse non vuoi dirgliela?

No, non gliela dirai.

Perché farlo, in fondo?

Ti farebbe solo ancora più male, ammettere sul serio di aver perso di vista qualcosa che forse avrebbe potuto salvarvi.-

 

 

“Mi dispiace tanto di averti messo in un tale pericolo.” lo implori quasi, come se solo il suo perdono potesse liberarti da questo senso di colpa immane che, lo sai, non svanirà nemmeno dopo la morte.

Forse lui pensa che ti stia riferendo alla avventura, al suo confronto con il drago, alla battaglia. Ma tu non stai parlando di questo, non ora.

Il più grande pericolo che Bilbo abbia mai dovuto affrontare sei tu.

E il fatto di aver permesso a te stesso e ai tuoi demoni di ferire la persona più buona che tu abbia conosciuto, l’unica che mai avrebbe dovuto essere ferita, ti fa davvero troppo, troppo male.


Mi dispiace di non aver visto cosa ti stavo facendo. Mi dispiace di non aver visto in cosa ti stavo trascinando. Mi dispiace di non aver capito il male che ti stavo infliggendo.

Mi dispiace di non essere stato in grado di proteggerti come tu hai protetto me.

Mi dispiace per tutto.


Distogli lo sguardo, consapevole di non essere degno né della sua pietà né del suo perdono, ma subito la mano dello hobbit si stringe con devozione attorno alla tua e la sua voce, urgente e leale, ti raggiunge come una benedizione mai attesa.

“No, sono contento di aver condiviso i tuoi pericoli, Thorin. Dal primo all’ultimo.” afferma con convinzione, e dalla suo voce capisci che non si sta riferendo a nessuna delle disavventure del vostro viaggio.

No.

Sta parlando di te, di tutti i rischi che ha dovuto affrontare per starti vicino, per proteggerti anche da te stesso.

Ha letto tra le tue parole, e ha visto la verità. Forse non tutta, forse non bene, ma ha capito. Come solo lui può fare, del resto.

Ti volti lentamente a guardarlo, senza credere davvero alle sue parole, senza riuscirci a credere, e resti a guardare il tuo personale miracolo in mezzo ad un mondo di sangue e morte, senza mai distogliere lo sguardo dal suo.

Lui lo sostiene, stringendo le labbra come se volesse dire altro, e alla fine mormora un sincero “E’ molto più di quanto meriti un Baggins qualsiasi.”.

C’è altro in quelle parole. C’è molto altro, e lo senti, e lo vedi riflesso in quel sorriso dolce e sincero, ma triste, che ti regala. Lo senti nel modo in cui ansima dolorosamente, come se stesse cercando la forza di dire qualcosa che fa troppo male.

Ma non deve farlo. Non ne ha bisogno.

Perché in questo momento, finalmente, capisci.

Capisci che questo piccolo hobbit ti ama.

Che ha accettato tutto questo, che lo ha affrontato con il coraggio di un guerriero, che ha lasciato che i tuoi demoni lo ferissero a vita, per te.

Che ha deciso di sua spontanea volontà di lasciarsi travolgere da tutto questo, di non fuggire, ma di restare al tuo fianco, fino alla fine, per te.

Che ha urlato contro la malattia, ti ha tradito nella speranza di salvarti, consapevole dei rischi, consapevole che avresti potuto fargli del male, per te.

Che ti ha perdonato per quello che gli hai fatto, è tornato da te nonostante tutto, anche se sarebbe stato più facile non farlo, per te.

Soltanto per te.

Soltanto per un amore che entrambi eravate troppo ciechi per vedere.


-Per tutto questo tempo, lui ti ha amato.

Bilbo si è innamorato di te, ti ha amato ed ha continuato ad amarti nonostante tutto, perché tu eri colui che aveva scelto, anche se forse non l’avrebbe mai ammesso e, ormai, non lo rivelerà mai più.-

 

Allora, coll cuore sul punto di smettere di battere colmo di un’emozione mai provata prima d’ora, sorridi.

Sorridi al tuo piccolo scassinatore.

Sorridi a quel gentile figlio d’Occidente che ha avuto il coraggio di amare una persona spezzata come te.

Una persona che non meritava l’amore e la lealtà incondizionata di quel mezzuomo dal cuore gentile.

L’unico capace di innamorarsi di un nano danneggiato e col cuore pieno di ombre.


-Non glielo dirai, non è vero? Nemmeno ora. Anzi, soprattutto ora.

Potrebbe spezzarlo, sapere che anche tu l’amavi e che l’avresti amato fino alla fine dei vostri giorni in silenzio, senza mai far rumore.

E tu non puoi permetterlo. Non puoi fargli anche questo. Non a lui, non adesso.

Ma va bene così, perché tu lo sai e, nella parte più nascosta del suo cuore, lo sa anche lui.

E un giorno forse lo capirà davvero, ma tu non sarai lì per vederlo.-

 

Sorridi, perché anche se fa male, andarsene con la consapevolezza  di essere amato da Bilbo è infinitamente, infinitamente dolce.

Non vuoi andartene, ma se devi farlo, sei felice di farlo in questo modo.


Tra le braccia del tuo piccolo scassinatore.


-Tra le braccia del tuo Uno.-

 

 

Tra le braccia del mio Bilbo.

 

 

Anche se forse lui non saprà mai di essere stato mio.

 

 

 

 


L'amore più profondo è l'amore nascosto.

La poesia dice: “Alla mia morte dal fumo conoscerai il mio amore, mai espresso e tenuto celato nel mio cuore”.

Chi esprime il suo amore prima di morire, non ama profondamente.

Solo l'amore che rimane celato fino alla morte è infinitamente nobile.

Sono convinto che sia sublime amare fino alla morte.


-Yamamoto Tsunetomo-

 

 

 

 

 


La tana dell’autrice

 

Ok, ho scritto così tante volte della morte di Thorin che, in tutta sincerità, ha quasi smesso di farmi effetto – sottolineo, quasi-. Ho scritto così tanto di questo momento e in così tanti modi che, buttando giù questa storia, mi è sembrato tantissimo di ripetermi, di scrivere temi, concetti, addirittura frasi che ho già usato quasi fino alla nausea.

Ma dovevo scrivere questa fic, perché mi sono resa conto di non aver mai scritto della vera morte di Thorin, senza modifiche, senza frasi aggiunte e finali stravolti, senza dietro una storia d’amore vera e propria ed identificabile come tale . . . ho scritto mille versioni dei suoi ultimi momenti, ma non ho mai descritto come sono stati davvero nel film. Di come io ho visto e interpretato quella scena. E non potevo lasciare questo posto vuoto.

Quindi, ecco una semplice descrizione di quelli che, per me, sono stati gli ultimi momenti del Thorin cinematografico. Un Thorin che non pensava all’amore, che l’ha trovato e l’ha visto troppo tardi. Che è morto sereno, nonostante tutti i suoi peccati e i suoi rimpianti, proprio perché alla fine è riuscito a vedere di essere amato in modo assoluto ed incondizionato.

E spero che questa sia davvero l’ultima volta che riprenderò questi momenti.

Sempre vostra

T.r.

 

 

 

  
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