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Autore: Sinden    04/09/2018    0 recensioni
Seguito di "Roswehn di Dale".
FF genere fantasy basata su film Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate.
Roswehn lascia il Reame Boscoso per andare incontro a un'avventura... ma una nuova vita é in arrivo, e i fantasmi del suo passato si ripresentano, per la sfida finale.
Estratto:
"Voi siete avvelenato dall'ambizione e dall'egocentrismo. L'anno scorso siete venuto a Dale e ci avete aiutato solo per recuperare una collana, me l'ha detto Bard. Le gemme di Lasgalen, i diamanti inestimabili che Thror vi negó secoli fa. Ma dove eravate, negli anni precedenti? In quale circostanza il reame di Eryn Galen ci ha mai offerto solidarietà, durante gli inverni rigidi e le estati torride, dopo le inondazioni dovute alle piogge, quando l'acqua del lago allagava le nostre case? Quando non avevamo cibo, né si poteva pescare, perché un'improvvisa frana aveva riempito il lago di fango? Nemmeno un elfo si vide da quelle parti, allora, tanta era l'amicizia che ci dimostravate." terminò Hannes, amaro.
Matching: Thranduil e nuovo personaggio.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Bilbo Baggins, Elrond, Legolas, Nuovo personaggio, Thranduil
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Non riesco a crederci."

Furono queste le prime parole di Bard, quando Hannes, sconvolto, gli riferí cosa era capitato.

Un elfo di Boscoverde si era spinto fino a Dale a consegnare il messaggio di Roswehn. Hannes aveva dovuto leggere le parole della ragazza due volte, e farsele ripetere una terza da sua moglie Yohlande per riuscire a realizzare pienamente l'accaduto. Su quel foglio di cruda carta c'era scritto che sua figlia si era fermata a Boscoverde e... si era... innamorata di Thranduil.

E la cosa più straordinaria, era che il potente e millenario Re Elfo sembrava aver ricambiato il sentimento. Anzi, l'aveva tenuta con sé nel suo reame come nuova compagna.

Sua figlia. La sua Roswehn, che non si faceva più chiamare Regan, che era furtivamente uscita di casa una mattina di maggio, per iniziare un viaggio che doveva avere Bosco Atro come prima tappa, e che era finito proprio lí.

"Bard, dobbiamo andare a riprenderla." disse, mentre camminava su e giù attraverso la grande sala del Palazzo reale di Dale, quella in cui il re riceveva emissari di altri territori e riuniva i consigli cittadini. Monrose era sconvolto e furioso. "Lo sapevo... sapevo che sarebbe successo. L'avevo detto a Elrond, lui mi convinse che stavo esagerando... è colpa mia, dovevo seguire il mio istinto... non dovevo lasciarla andare!" sembrava devastato dai sensi di colpa. "Cosa le faranno... quegli esseri maledetti!" gridó al soffitto.

"Non tornerà più...la mia povera Roswehn non tornerà più..." piagnucolava Yohlande, seduta con le mani sul volto. Non aveva fatto che versare lacrime, dopo aver avuto la notizia.

"Calmatevi, per favore. Non pensate subito al peggio. Ha scritto di essere felice, mi pare. Questo dovrebbe pur valere qualcosa." tentó di dire Bard, senza in realtà crederci molto. La faccenda era strana, a dir poco.

"Sei inciampato stamattina e hai battuto la testa, Bard?" gli ringhió Hannes, dimenticandosi per un momento di essere in presenza del suo sovrano. "Ma come puoi dirci di stare tranquilli? Ma come puoi solo pensare che mia figlia sia davvero felice in quel posto... in quella... foresta!" Hannes si mise le mani sui fianchi, senza riuscire a fermarsi. Era talmente agitato che Bard temette di vederlo cadere vittima di un attacco di cuore. Hannes era anziano, ormai, e quelle improvvise emozioni potevano essere fatali per lui. "L'hanno rapita! L'hanno rapita... Thranduil... lo sapevo, quell'infimo, vuole ricattarci come ricattò mio fratello..."

"Fammi rileggere la lettera, per favore." disse Bard con calma. Yohlande gliela porse, afflitta.

"Non può averla scritta lei. Le hanno dato qualcosa, qualche pozione per farla istupidire. Mia figlia non può essere cosí matta!" si lamentò la donna. Il re fece correre di nuovo lo sguardo sulle frasi vergate in inchiostro nero sulla pergamena giallastra. La calligrafia lineare e pulita di Roswehn, però, non faceva supporre che la ragazza fosse in stato confusionale mentre scriveva.

Cara Mamma, caro Papà,

è difficile per me scrivervi questa nuova lettera. Mi maledico per l'agitazione in cui vi farò cadere con le mie parole, ma é giusto che sappiate come stanno le cose. Mi sono allontanata da casa per iniziare un viaggio, lo sapete. Ne parlammo molto, eravate d'accordo, anzi foste voi a spingermi. Boscoverde (che non chiamerò più "Bosco Atro" perché il mio amato odia quel nome) doveva essere la mia prima destinazione. È diventata invece la mia seconda casa. Qui ho trovato la vita, l'amore, ho scoperto sensazioni che non conoscevo e delle quali non posso più fare a meno. Qui ho trovato nuovi amici, una nuova cultura, e tante meraviglie. Vorrei potervi descrivere in modo esauriente il mondo fantastico in cui sono svegliata, ma nemmeno in mille lettere riuscirei a farlo. È questo il mio mondo ora, e non voglio lasciarlo. Re Thranduil e io ci amiamo. So che faticherete a crederlo, ma é cosí. Credo che stesse aspettando me per tornare a vivere, come io aspettavo lui per iniziare a farlo. Ci siamo incontrati, nel buio, e siamo tornati alla luce insieme. Sono felice, credetemi. Più che felice. Spero di potervi venire a trovare al più presto, se lui me lo permetterà. Per ora vi mando un abbraccio, so che un elfo della scorta di Thranduil vi consegnerà il messaggio. Sto bene, davvero, spero lo stesso per voi. I miei saluti più cari a Bard, ai suoi figli e a Edith...ah, vi prego di dire a Edith che in qualche modo mi ha aiutata in questi mesi. Dite anche a Sigrid che l'abito blu ora è suo.
A presto,
Roswehn
(il nome Regan non mi appartiene più, e vi prego di cancellarlo dalla vostra memoria)


"Ora dimmi se questo ti sembra il messaggio di una persona lucida, Bard..." disse Hannes "Guardami negli occhi e dimmi che ci credi davvero!"

Bard non poteva mentirgli. Conosceva molto bene Roswehn.

Miseria ladra, era cresciuta con i suoi ragazzi, in pratica! Fin da quando era una bambina aveva mostrato una vivace intelligenza e gran senso logico. Certe volte, era rimasto esterrefatto da alcuni suoi ragionamenti, che dimostravano una maturità molto superiore rispetto a quella delle sue coetanee. La persona che aveva inviato quel messaggio non era Roswehn. Cioè, era una versione alterata di Roswehn, istupidita forse, come diceva Yohlande.

Sapeva bene che si era innamorata di Thranduil, l'aveva letto su quella specie di libercolo che aveva in camera sua, quel diario consunto che la ragazza teneva segretamente e che Sigrid aveva sfogliato. L'aveva presa per una cottarella passeggera, per l'infatuazione di una giovane donna da sempre affascinata dalle creature magiche, che non era mai riuscita ad avere dei veri amici a Pontelagolungo, ma nemmeno a Dale. Una persona solitaria un po' troppo incline a perdersi nei sogni.

Era forse possibile che nella vita di Roswehn fosse capitato qualcosa di sconvolgente durante gli ultimi mesi, qualcosa che l'avesse confusa, turbata? Quello stregone, Gandalf, era stato da loro poco prima che il soldato di Boscoverde arrivasse con la missiva. Aveva confermato che la ragazza era dagli Elfi Silvani e che stava molto bene.

Ma Bard aveva avuto lo spiacevole sospetto che quella non fosse tutta la verità. Aveva letto uno strano imbarazzo negli occhi del vecchio, come se vi fosse una parte della storia che stesse tenendo per sé. Aveva a lungo parlato con lui, a Dale, prima della battaglia delle cinque armate, e non gli era sembrato affatto un tipo parco nel dare consigli: anzi, ricordava bene l'ostinazione con cui aveva intimato a lui e a Thranduil di non sottovalutare gli orchi, e la schiettezza con cui si era rivolto proprio al re elfo. C'era qualcosa di cui non aveva voluto parlare, Bard era pronto a scommetterci.

Su Thranduil, Bard aveva invece le idee più chiare. L'aveva conosciuto e aveva avuto, in generale, l'impressione che fosse nobile d'animo, per quanto altezzoso e poco paziente. Nulla aveva visto in lui che gli avesse suggerito qualche malevolo intento. Bard non condivideva le paure di Hannes: non riteneva, come il padre di Roswehn, che il re degli Elfi potesse avere mire nei confronti di Dale.

Hannes sosteneva da anni che Thranduil fosse alla ricerca di un modo per ingrandire il suo tesoro personale: mosso dalla frustrazione di non avere un Anello, cercava costantemente di riempire i suoi scrigni, nel tentativo di compensare. Certo, il regno di Dale si era arricchito nell'ultimo anno, e parecchio. Avevano oro, argento e anche diamanti in gran quantità. Ma non poteva credere che Thranduil fosse cosí indegno da aver rapito la ragazza per ottenere un riscatto, o simile.

Si era innamorato di lei. Quello sí che era un fatto ben poco plausibile, secondo Bard. Si ricordava la caparbietà dell'Elfo nel voler riavere le gemme di Lasgalen, quella maledetta collana che doveva essere di sua moglie e che Thror aveva custodito ad Erebor. Duemila soldati, al suo seguito, avevano pacificamente invaso la sua città, per entrare in quella Montagna l'inverno dell'anno prima. Un amore coniugale che era resistito nei millenni, una devozione verso la sua regina più profonda dell'oceano... tutto finito così? Messo in discussione per Roswehn, per un'umana?

Bard osservò la disperazione di Yohlande. E poi, perché la ragazza stava facendo quello a sua madre ed a Hannes? Amava moltissimo i suoi genitori, erano sempre stati l'unico punto di riferimento affettivo per lei. Bard non riusciva a capire perché non fosse almeno tornata a Dale per parlare con loro, spiegare la situazione guardandoli negli occhi. Anche quello era strano. Roswehn, comunque, era una sua suddita e fino a prova contraria lui ne era responsabile.

"Andrò io a in quel bosco. Voglio vederci chiaro." annunciò ai due.

"Verrò anch'io con te. Mia figlia non rimarrà con quegli esseri, lo giuro sul mio nome!" disse Hannes con impeto. "Se avesse scritto di essersi legata ad un uomo, avrei potuto anche capirlo, accettarlo. Mi sarei solo preoccupato che fosse onesto. Ma non un Elfo...non lui."

"Per ora voglio sapere se sta bene, se è pienamente convinta di questa decisione. Non voglio intromettermi nelle sue questioni personali..." aggiunse Bard, guardando fuori dalla finestra.

"Questioni personali...." ripetè Hannes con fastidio "...un corno! Non è lí per sua scelta, o io non conosco più Roswehn!"

"Le avrà fatto del male, dici?" chiese Yohlande con voce flebile. "Puó averla sedotta...?"

"Taci, ti prego. Non voglio nemmeno pensarlo." la zittì Hannes. La sua mente di padre semplicemente rifiutava quell'eventualità. "Ma se l'ha fatto, i suoi giorni su questa Terra finiranno presto."

"Non dobbiamo andar lí con intenti bellicosi, Hannes. Per ora non abbiamo che questa lettera, in cui dice di star bene. Non ci sono prove che le sia successo qualcosa." provò a calmarlo Bard. "Thranduil ha di recente dato ordine di riprendere con noi gli scambi commerciali. Non voglio inimicarmelo. Mi hanno detto che sta pagando la nostra merce un prezzo più elevato, senza che io gli abbia chiesto niente. Forse è stata tua figlia a convincerlo."

"Bard, se non ti conoscessi da quarant'anni direi che ti sei bevuto il cervello." rispose Hannes. "Tu sei il mio re. Dovrei mostrarti rispetto, ma sono allibito. Ti rendi minimamente conto di chi sia l'essere con cui abbiamo a che fare? Un egoista che nei secoli non ha fatto che pensare a se stesso e al suo prezioso reame...e suo padre era peggio di lui! Non fu Oropher a ribellarsi a Galadriel e Celeborn? Sono una stirpe elfica avvelenata dalla presunzione e dall'avidità. Un ramo maledetto della famiglia degli Elfi Grigi. Thranduil non può nemmeno imbarcarsi per Valinor, lo sapevi? Gli dèi degli Elfi, i Valar, lo bandiscono dalle Terre Immortali." raccontò, adirato. "E mia figlia dovrebbe stare con lui? No, non finché sono in vita."

"La mia unica figlia..." ricominciò Yohlande, nella sua ormai incessante cantilena. "Cosa le stanno facendo..."

Bard capí che doveva risolvere da solo quella faccenda. I due Monrose erano emotivamente fragili e se Hannes fosse andato con lui a Bosco Atro avrebbe affrontato Thranduil in un modo che gli sarebbe come minimo costato un lungo soggiorno nelle carceri elfiche. O peggio.
"Andrò da solo, Hannes. E non voglio sentire proteste." disse.

"NO! Vengo con te, non me ne starò seduto qui con le mani in mano." ribatté il padre di Roswehn.

"Sono il tuo re. Non te lo dimenticare. Sai quanto detesti rimarcare il mio ruolo in questa comunità, ma ora ti sto dando un ordine, come tuo sovrano. Sta' qui con tua moglie, e abbiate fiducia. In un modo o nell'altro, vi riporterò vostra figlia." promise. Già, ma come? Si chiese, osservando la luce calda dell'estate che entrava prepotente nella sala, dalle grandi finestre.
Roswehn, cosa hai combinato questa volta?
   
 
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