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Autore: Hoon18    04/09/2018    1 recensioni
«Cicatrice.
Era una parola che definiva bene il loro rapporto ed il modo in cui i loro destini si erano incrociati»
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE
PUÒ CONTENERE SPOILER 
 
Cicatrice. 
Era una parola che definiva bene il loro rapporto ed il modo in cui i loro destini si erano incrociati. 
Tutto è iniziato dal tatuaggio della ragazza dai capelli biondi e, ai tempi, corti. Come una cicatrice indelebile sulla pelle. 
Quel tatuaggio permise al ragazzo dai capelli e gli occhi scuri di imparare un'alchimia tanto forte quanto pericolosa, se in mani sbagliate. E proprio per evitare questo inconveniente, la ragazza decide di farsi sfregiare la schiena con quelle stesse fiamme, lasciando un altra cicatrice. 
Poi ci fu la guerra di Ishval, che portò morte e distruzione sia agli Ishvalan che ai cittadini di Amestris. I soldati furono costretti ad attaccare e uccidere cittadini dello stesso Paese, tutti civili, la maggior parte innocenti, in gran numero donne e bambini. Anche questo fatto lasciò l'ennesima cicatrice, stavolta però, era una cicatrice dell'anima, la consapevolezza di aver ucciso dei civili innocenti e di avere ormai le mani sporche di sangue per l'eternità. 
Ma la cicatrice più dura da digerire non è una cicatrice vera e propria, bensì un danno permanente: la cecità del ragazzo. 
Per colpa degli Homunculus, è stato costretto ad aprire la porta della verità, e "per via della sua ambizione, e del suo guardare sempre al futuro" ora non poteva più guardare il presente.
Era stato un duro colpo per entrambi, specialmente dato che avevano intenzione di sposarsi di lì a pochi mesi. Dopo l'accaduto però, Riza decise di annullare tutto. 
 
«Il matrimonio è solo la dichiarazione ufficiale di un amore già esistente. In più se tu non puoi vedermi indossare l'abito da sposa, non ha assolutamente senso»
 
Roy voleva controbattere ma non lo fece. Sapeva che in realtà lei aveva annullato il matrimonio perché era dura vederlo in quello stato. E lui lo sapeva.
Riusciva a percepire la sua tristezza e sentiva i suoi singhiozzi soffocati mentre piangeva di notte, quando pensava che lui stesse già dormendo. 
Un giorno i due erano seduti nei lati opposti del letto, e si stavano preparando per andare a dormire, come sempre. Il loro silenzio fu interrotto da Roy, che chiese a Riza di andare di fronte a lui. 
Lei lo fece e, come ogni volta che erano faccia a faccia, guardò da un altra parte. 
Non riusciva a guardarlo negli occhi senza iniziare a piangere. 
Ma Roy lo aveva capito. 
Si alzò, accarezzò il mento della fidanzata e la costrinse a guardarlo negli occhi 
 
«So che è doloroso Riza. Lo è tanto per te quanto per me.» sentì che la ragazza serrava i denti, per non singhiozzare «Secondo te quanto può far male per me vedere sempre tutto nero? Non poter più vedere l'azzurro del cielo, il verde dei prati... o poter vedere il marrone dei tuoi occhi, osservare il tuo viso, i tuoi capelli. Pensi che non faccia male?» Poté sentire le lacrime che si infrangevano sulla sua mano, mentre altre iniziavano a scorrere sulle proprie guance. 
Spostò la mano dal manto allo zigomo, che accarezzò con il pollice e fece lo stesso con l'altra mano. Poi appoggiò la propria fronte sulla sua e parlò di nuovo
 
«Ricorda sempre che però siamo vivi. Tutti e due. Possiamo ancora pensare, i nostri polmoni respirare ed il nostro cuore battere. Ed è questo ciò che conta»
 
Subito dopo si impossessò delle sue labbra. Erano morbide come le ricordava e umide. 
Ricordava la prima volta che ne aveva potuto provare il sapore come se non fossero passati degli anni, ma dei secondi. Ricordò la scena e le circostanze e vide quella scena come se fosse il presente. 
 
Dopo poco, approfondì il bacio che però non durò molto, preferì spostare la sua attenzione sugli zigomi, poi sulla mascella, poi sul collo, dove lasciò anche un piccolo succhiotto, lasciandosi guidare dal tatto e dalla memoria. 
Fece sedere Riza sul letto con le spalle verso di lui ed iniziò a baciare e accarezzare la sua schiena sfregiata, il tatuaggio che, come sapeva bene, era ormai illeggibile. 
 
«Ancora non riesco a perdonarmi per ciò che ho dovuto farti»
 
Stavolta Riza replicò «Lo hai già detto un milione di volte, e ogni volta ti ho ricordato che è stata una mia decisione» 
Sorrise, prese tra le mani il viso del fidanzato, lo guardò negli occhi senza piangere e lo baciò appassionatamente come se fosse tutto un sogno e potesse sfuggirgli da un momento all'altro.
 
 
   
 
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