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Autore: Ms Mary Santiago    06/09/2018    5 recensioni
[Raccolta dedicata alla mia storia interattiva “Il gioco degli invisibili”]
I ragazzi del Club hanno terminato Hogwarts ormai e ognuno insegue il proprio sogno. A distanza di anni dove saranno finiti e come se la caveranno alle prese con famiglia e figli?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Nova Reed & Killian Nott


 

 

 

 

 

- Sei assolutamente sicuro che sia strettamente necessario? –

Killian sorrise al di sopra del bordo della tazza di caffè bollente che stava sorseggiando. – Da quando in qua ti tiri indietro davanti a una festa? –

- Da quando la festa l’organizza la madre del mio fidanzato. Lo sai che a quella donna non piaccio. –

- A mia madre non piace nessuna, perciò non c’è nulla di personale. –

- Già, perché nessuna è all’altezza del suo adorato figlio. L’ultima volta che l’ho vista era palese che stesse provando a uccidermi con lo sguardo. –

Ridacchiò, allungando una mano ad accarezzarle il braccio in una lenta carezza rilassante.

- Rilassati. Mia madre abbaia, ma non morde … e ho smesso di tenere in conto il suo parere più o meno a cinque anni. –

- Quando ha provato a farti fidanzare con Clarisse Dumont? –

Annuì.

Durante il primo incontro tra Nova e sua madre era stata fatta una lunga disamina di tutti i nomi di ragazze che sua madre aveva provato ad appioppargli e Clarisse era stata una delle più citate.

Supponeva che il fatto che fosse la figlia dell’ambasciatore francese presso il Ministero inglese c’entrasse molto nell’ottica di un matrimonio vantaggioso che affollava la mente di sua madre.

- Credi che se sapesse che mio padre è un Gaunt la sua opinione su di me cambierebbe? Immagino che la bastarda di un Gaunt conti più di una Mezzosangue figlia di un mago chiunque – concluse aspramente.

- Nova … -

- Lo so -, l’anticipò, - ma non posso fare a meno di prenderla sul personale. –

Killian intrecciò le dita alle sue, fissandola dritta negli occhi.

- Dirò a mia madre che non possiamo andare perché all’Accademia Auror non mi hanno concesso la licenza. –

- Non è necessario, è pur sempre la tua famiglia. –

- Se la cosa ti fa stare male è necessario eccome. E poi ho avuto a che fare con loro per diciannove anni, una sera senza vederli non ucciderà nessuno. –

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- Quindi parti davvero? –

Elizabeth annuì con un sorriso, mostrandogli la lettera per l’istituto di Magiarcheologia che stringeva tra le mani.

- Già, fratellone, sembra che tu non sia l’unico cervellone in famiglia. –

- Non ho mai pensato il contrario, ma … sei sicura di volertene andare in Egitto? –

- Assolutamente. –

- È parecchio lontano e le piramidi non sono certo il posto più sicuro sulla faccia della terra. –

- La cosa non mi spaventa. –

Picchiettò le dita sul tavolo, meditabondo. – E Damon che ne pensa? –

Elizabeth ridacchiò. – Non avrei mai creduto di assistere al giorno in cui ti saresti servito di lui per convincermi a fare qualcosa. –

- Diciamo che ormai ho accettato da tempo la vostra storia; lo vedo come ti guarda e mi basta quello per sapere che sei in buone mani. –

- Già -, convenne, - E comunque Damon è d’accordo. Lui partirà per la scuola di musica e io per quella di magiarcheologia. Ci vedremo ogni volta che potremo e ci scriveremo tutti i giorni. Le cose funzioneranno. –

- Va bene, ma giurami che non scatenerai alcuna maledizione egizia tipo Dieci Piaghe o roba simile. –

- Farò del mio meglio. –

 

 

 

 

 

Freya alzò una mano per attirare l’attenzione del barista del Paiolo Magico, che prontamente dirottò verso il tavolo la loro ordinazione.

- Il whiskey incendiario è il mio – sentenziò Nova.

- Qui va l’idromele – aggiunse la rossa.

- Perciò l’acquaviola va qui – concluse il barista, lasciando il calice davanti a Kate.

Dopodichè le lasciò finalmente sole e poterono ricominciare a parlare dell’argomento del momento.

- Quindi hai davvero intenzione di chiedere a Killian di sposarti? –

Nova annuì.

- Assolutamente. –

Kate aggrottò la fronte, perplessa. – Non è un po’ strano che sia la sposa a farlo? –

- Credo che sia ora di rompere con le tradizioni. Insomma l’importante è che ci si ami, poi chi lo chiede a chi non conta. –

Freya annuì convinta.

- Giusto … perciò proporrei un brindisi: a Nova e alla sua missione matrimoniale! –

 

 

 

 

 

Quando Killian fece ritorno all’appartamento che condividevano ormai da sei mesi, Nova attese che si recasse in cucina e si godette l’espressione sul suo viso.

Lo vide osservare la tavola imbandita, la luce soffusa e le candele a illuminare il tutto. Il suo piatto preferito, aragosta alla catalana, capeggiava al centro del tavolo accompagnato da mezza dozzina di diversi contorni e un fantastico dolce alla cannella riposava poco lontano. 

- Sono diventato la donna della coppia senza saperlo? –

Scosse il capo davanti al tono divertito del fidanzato, aiutandolo a togliersi il pesante cappotto e spingendolo ad accomodarsi sulla sedia.

- Mangiamo prima che si freddi, poi avrai tutto il tempo di fare battute sui ruoli invertiti. –

L’assecondò, degustando l’aragosta con aria compiaciuta mentre ne mandava giù un boccone dopo l’altro.

- Hai visto le ragazze dopo il lavoro? –

- Sì, dovevamo aggiornarci su un po’ di cose e aspettare venerdì sera era fuori questione. –

- Qualcosa d’interessante? –

- Molto. –

Killian l’osservò con la fronte aggrottata.

- Devo indovinare o prima o poi ti deciderai a dirmi di che si tratta? –

- Non ce la fai proprio ad aspettare la fine della cena? –

- Preferirei saperlo subito … mi stai preoccupando un po’. –

- Va bene -, replicò alzandosi in piedi e avvicinandoglisi, - te lo dirò subito. –

Nova gli si fermò davanti, inginocchiandosi su una gamba ed estraendo una scatolina dalla tasca posteriore dei pantaloni.

La fece scattare tenendola aperta sul palmo della mano.

Un anello in diamanti, che luccicavano sfavillanti sotto la luce delle candele, fece capolino.

- Killian Nott, vorresti farmi il grandissimo onore di diventare mio marito? –

- Assolutamente sì, ma ho una richiesta: l’anello lo metti tu – ironizzò, prendendola per mano e facendola accomodare sulle sue gambe.

Nova ridacchiò.

- Ovviamente. Diciamo che l’ho preso perché tu potessi darlo a me. –

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Caos Nott – 2011, Serpeverde


Kenna Nott – 2012, Grifondoro

Maya Nott – 2015, Tassorosso


 

 

 

 

 

Nova osservò il figlio mentre correva da una parte all’altra del salone in compagnia della cuginetta e dei figli del resto dei loro amici.

- Sai, comincio a credere che quando Killian ha proposto il suo nome abbia avuto una sorta di premonizione. –

Elizabeth ridacchiò.

In effetti Caos rendeva piena giustizia al suo nome di battesimo.

Il rumore di qualcosa che cadeva a terra da una considerevole altezza e finiva in mille pezzi le raggiunse, facendo trasalire Nova che ebbe una sinistra quanto accurata sensazione su cosa fosse l’oggetto danneggiato.

- Cosa è stato? –

La voce di Caos si levò alta nel silenzio generale, leggermente titubante, come un’implicita ammissione di colpa.

- Niente! –

- Se quel “niente” è il vaso di ceramica sul camino che si è rotto potrai scordarti la cioccolata calda. –

Quelle parole ebbero l’effetto di spingere il piccolo scalmanato a fare capolino in cucina con un’espressione da cucciolo bastonato che avrebbe fatto intenerire chiunque avesse un carattere anche solo un po’ più debole del suo.

- Il vaso si è rotto, mammina, ma non sono stato io. –

- E allora chi è stato? –

Sgranò gli occhioni chiari e si strinse nelle spalle. – Non saprei. –

- Vediamo di risolvere questo mistero allora … Kenna, tesoro, chi ha rotto il vaso della mamma? –

La piccola stese le braccia in alto, esigendo a gran voce: - Mama, braccio! –

- Ti prenderò in braccio se mi dici chi è stato. –

- ’Tato Cas. –

Il fratello le rivolse un’occhiata indignata, puntandogli contro il dito con fare accusatorio: - Spia! –

Per tutta risposta Kenna stese nuovamente le braccine.

- Braccio? –

- Sì, tesoro, ti sei guadagnata lo stare in braccio per un po’. –

 

 

 

 

 

Aprì gli occhi lentamente, soffocando uno sbadiglio mentre allungava una mano verso la metà del letto in cui avrebbe dovuto trovarsi Killian ma la trovò vuota e fredda.

Si alzò in piedi, indossando la vestaglia, e vide che all’interno del lettino non c’era nemmeno Maya.

Doveva essersi svegliata e per evitare che il suo pianto interrompesse il sonno Killian l’aveva portata al piano di sotto.

Dopotutto da quando aveva partorito per la terza volta aveva cominciato ad accusare la stanchezza del gestire tre figli e si era fatta ripromettere da Killian che si sarebbero dati una calmata. Adorava l’idea di una famiglia numerosa, ma tre bambini scalmanati come i loro valevano come nove.

Scese i gradini che conducevano al salotto e trovò Killian addormentato sulla poltrona con Maya tra le braccia e una coperta a coprire entrambi.

La piccola si era rannicchiata contro il petto del padre e aveva afferrato il suo maglione con le manine tenendolo stretto a sé come se volesse essere certa che non sarebbe andato da nessuna parte.

Si avvicinò, accarezzando la fronte di Killian e svegliandolo delicatamente.

- Manca poco all’inizio del tuo turno, ti faccio del caffè? –

- Tantissimo caffè, ma questa volta assicurati che sia abbastanza in alto da non farlo prendere a Caos e Kenna. Non riuscirei a sopportare un’altra sera con loro che saltano come grilli in giro per casa. –

- Pensa positivo, mancano solo un paio d’anni all’inizio della scuola. –

- Faremo bene a ricordarci che sarà di vitale importanza firmare tutti i permessi che permettono loro di passare le vacanze al castello. –

Nova rise, scompigliandogli i capelli.

- Sono sicura che quando verrà il momento non vedrai l’ora di vederli tornare a casa per le vacanze. –

- Probabile -, ammise con un sorriso, - ma per nove mesi saranno un problema della Preside. –

- Non vedi l’ora di vederla alle prese con Caos e Kenna, vero? –

Sorrise come se stesse pregustando le centinaia di danni che avrebbero fatto quei due scalmanati.

- Ovviamente. –

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Nova risistemò i capelli di Caos, sorridendo quando lo vide sbuffare e cercare di non farsi vedere dal resto dei suoi compagni di Casa.

- Mamma, per favore, è umiliante. I miei capelli stanno benissimo così. –

- Oh, mi scusi vostra grazia, non mi ero resa conto che avessi una grande reputazione da mantenere. –

Caos alzò gli occhi al cielo, roteandoli sotto il tono derisorio della madre, e alzò una mano a salutare il resto dei suoi amici che si stava dirigendo verso l’Espresso.

- Posso andare adesso? –

- Solo un attimo -, intervenne Killian, - voglio essere sicuro che tu abbia ripassato le regole. Cosa fai se qualche ragazzo si avvicina troppo a tua sorella? –

Kenna fece per aprire bocca, ma il padre la tacitò con un cenno.

- Lo minaccio di morte e poi avviso te così puoi sottoporlo a uno dei tuoi minacciosi interrogatori da Auror. –

- Perfetto. –

La secondogenita rivolse uno sguardo alla madre, supplicandola silenziosamente di intervenire.

- Non vi sembra di star esagerando? Kenna sa badare a se stessa. –

- Per niente. I maschi sanno essere tremendi. –

- Ha undici anni, Kill. Dubito che qualsiasi ragazzino della sua età si nasconda negli angoli bui del castello per saltare addosso alle ragazzine. –

- Mai dire mai, di questi tempi i ragazzini sono sempre più precoci. –

La guardò con disappunto quando vide che Nova era scoppiata a ridere e aveva le lacrime agli occhi.

- Per favore, ragazzi, salite sul treno prima che vostro padre venga scambiato per un Malocchio 2.0 –

 

 

   
 
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