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Il matto si è addormentato.
Ha contato per un po' i vermi colorati sulle pareti, quando è arrivato al numero centoventisei è sprofondato nel buio.
Sussurra qualcosa nel sonno; sembra un po' una poesia felice, un po' un canto malinconico.
Vede le nuvole, ci entra dentro e rotola nel bianco candore. Sembra zucchero filato, allunga una mano e ne strappa un po', poi le mastica e assapora il gusto della pioggia.
Il cielo è rosso, un tramonto spaventoso e che lo riporta a momenti spiacevoli. Odia il crepuscolo, preferisce il sole già alto.
Vola verso terra, precipita ma non cade e non si ferisce. Cammina un po', i piedi scalzi sull'erba morbida.
Non vuole più svegliarsi, lì è tutto così tranquillo e soffice.
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