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Autore: Vespertilio    07/09/2018    1 recensioni
Stando ad occhi chiusi Daniel sentiva le proprie labbra e dita fare tutto da sole, una corda dopo l'altra che vibravano a ritmo, come se fossero state toccate per la prima volta.
Tenne l'ultima sillaba stavolta riaprendo gli occhi.
Da sempre aveva impararo ad esternare tutto attraverso la musica, e per una volta si sentiva parte integrante di qualcosa.
Qualcosa che gli dava soddisfazione.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Daniel si fermò davanti la guardiola dell'ingresso principale, tirando fuori il tesserino studentesco.

Era quasi mezzanotte e solo il rumore dei suoi passi e della musica ovattata dai suoi auricolari rieccheggiava nella quiete dei corridoi.

Stralunato dalla stanchezza desiderava semplicemente buttarsi sul letto e dimenticarsi tutto, soprattutto la conversazione avuta con Arsène. 

Quel “scrivimi” che gli aveva esclamato il moro prima di uscire assieme ai suoi amici era stata l'unica cosa che gli aveva fatto veramente piacere sentire dopo aver saputo del fraintendimento con Theò.

Ruotata la maniglia della porta ed entrato in camera arrotolò le cuffie attorno al cellulare e lanciò il tutto sul proprio letto sfatto.

« Finalmente sei arrivato! »

Daniel sussultò sbattendo contro la porta alle sue spalle, affrettandosi ad accendere la luce. La figura del ragazzo seduto ai piedi del suo letto si fece nitida.

« Arsène?! Ma cosa... »

« Scusa, non riuscivo a dormire » si giustificò l'altro. « Ho pensato che avresti potuto aiutarmi... » gli fece posto sul materasso.

Un attimo di esitazione attraversò il corvino. « E... a che cosa stavi pensando di preciso? » gli si sedette accanto, avvertendo una parvenza di timidezza venargli il tono.

« Vorrei... » lasciò la frase in sospeso. « Che mi cantassi una canzone »

« Una canzone? E quale? »

« Quella che ti sei sempre rifiutato di farmi sentire »

« Intendi...? » inarcò leggermente le sopracciglia.

« L'ho letta mentre ti aspettavo... quel testo parla di me, ho ragione? » il viso del moro si fece così vicino che Daniel ne sentì il respiro, un aroma mentato di more e lamponi.

« Ecco... può darsi » si smarrì nelle sue iridi castane.

« Allora cantamela, così capirò se è rivolta a me » la sua voce si fece trasparente e aperta, mossa da una curiosità sincera.

Daniel quasi non si sentiva più in contatto con la realtà, non avvertiva né il bagliore che li illuminava né le lenzuola ruvide su cui erano seduti, solo il movimento candido delle labbra di Arsène e le parole provenienti da esse.

« Daniel... » quelle stesse labbra stavano ora sfiorando le sue, investendo il ragazzo di una sensazione indefinita e piacevole.

« Canta per me... » stava avvertendo le proprie palpebre farsi più pesanti, come se guidate da un dolce incantesimo.

« Arsène, io... » 

Daniel esalò un singhiozzo, mascherato in ansimo. Il letto vuoto attorno a sé e l'umido del proprio sudore bastarono per fargli capire che si era trattato tutto di un sogno.

Si portò due dita alle tempie massaggiandole lentamente. L'emicrania di quella sera non gli era ancora passata.

« Possibile che si ricordi di cosa sia successo ma non con chi sia successo...?! » si ritrovò a bofonchiare nella quiete della stanza.

Non riusciva a spiegarsi niente di quella storia. Ma soprattutto non si spiegava i vestiti che aveva ritrovato Arsène il giorno dopo. Significava che quindi non era loro la camera in cui erano finiti ad amoreggiare? E se anche fosse stata quella di Theò, significava che da quell'evento lui e Arsène avevano cominciato a frequentarsi?

Il pensiero di Arsène e Theò sorridersi l'un l'altro, senza che niente e nessuno interrompesse quel loro gioco di sguardi ebbe un sapore molto amaro nell'immaginario di Daniel.

Sebbene avesse cominciato a provare dei sentimenti per lui solo verso l'inizio degli studi al campus, i due erano amici già dal liceo. Conoscendo Arsène si aspettava che l'episodio della festa non gli facesse piacere, o che peggio, lo disgustasse.

Eppure mentre ne parlava al locale non riusciva a trattenere il riso e le guance gli si erano addirittura arrossate, seppur lievemente. Forse non era stato l'evento in sé ad elettrizzarlo ma l'idea che fosse capitato proprio con Theò.

Si sentì ferito a quel pensiero. Prima era fin troppo sconvolto per registrare tutte le informazioni ma ora che ci pensava lui era proprio il tipo di ragazzo che piaceva ad Arsène. Non c'era da sorprendersi se l'idea di averci condiviso un bacio e anche più lo rendesse felice.

Daniel si accorse presto di essersi abituato al buio della stanza riconoscendo i contorni della propria mano, stretta a pugno. La rilassò, a tratti rassegnato.

Con un sospiro si stese su un fianco riaffondando la testa nel cuscino. Strinse gli occhi come a costringersi ad addormentarsi.

« Chissà Arsène che sta sognando... »


°°°


Un raggio di sole filtrò attraverso le tendine della finestra finendo dritto sul viso del ragazzo. Quest'ultimo emise un brontolio facendosi scudo con la mano, e stropicciandosi gli occhi con l'altra.

Sentì un sapore impastato alla bocca e le palpebre tanto pesanti da sembrare come incollate.

Si sollevò, ancora mezzo addormentato, col busto, restando una manciata di minuti fermo, senza aprire gli occhi.

In seguitò avvertì un secondo lamento provenire dal suo compagno di stanza, anch'esso vittima delle prime luci dell'alba.

« Buongiorno Jean... » sbadigliò sgranchendosi braccia e gambe.

« Buon... lène.. he.. » 

Nel mentre tentava di decifrare l'incespicare del compagno il moro trovò le forze di alzarsi e andare a spalancare le finestre per areare la stanza.

« Uhhg... » l'altro emise un ulteriore lamento rigirandosi tra le lenzuola.

« Datti una svegliata, bella addormentata »

Il susseguirsi di versi che emise Jean bastarono a confermare chi fosse la protagonista dei suoi sogni.

« Daii, Ressoint » gli scosse la spalla in un tentativo di svegliarlo, riuscendoci con stupore

« Mhn... eh? Ma che ore sono.. »

« Uhh... » Arsène diede un'occhiata all'orologio affisso alla parete. « Le sette e qualcosa »

« E mi svegli a quest'ora? Sei crudele Arsène, torna a dormire... »

« Sei te che ti sei ubriacato fino a restare in coma » replicò scherzosamente l'amico. « E poi sono un tipo mattiniero » aggiunse cercando dei vestiti nell'armadio. 

« Sì ma ieri era tutto così perfetto... poi un amico di Hélène ci ha visti per caso, si è messo a parlare con lei e sono andati via insieme, non capisco! » avvertì il proprio stomaco fare un paio di capriole. « Gahh... ed ora mi sento anche male »

« Passerà » replicò Arsène. Anche lui aveva provato la nausea post-sbornia in prima persona ma per la sorpresa che l'attese subito dopo ne valse la pena.

Tirò fuori una felpa bianca con un paio di strisce rosse ai lati e il logo dell'istituto dietro le spalle.

« Dici che se indosso la sua felpa a Theò fa piacere? Gliela volevo restituire ma ha detto che posso anche tenerla se voglio e poi oggi pranziamo insieme » se la tenne davanti al torace osservandosi allo specchio.

« Sai, di solito viene prima il flirtare e poi il win-win a letto, mica il contrario, perciò credo non dovresti farti troppi problemi » lo canzonò Jean.

« Non è stato un “win-win” a letto » replicò provandoselo indosso. « Se fosse stato semplice sesso occasionale non mi avrebbe invitato a pranzare con lui » portò il colletto del felpone poco sopra la guancia sentendone il profumo.

« Assolutamente no, coccoli quella felpa neanche fosse Theò in persona » si lasciò sfuggire una risata, sollevandosi col busto.

« Senti chi parla, fino a ieri urlavi ai sette venti che eri più innamorato che mai! » rise a sua volta Arsène raccattando altri vestiti. « Comunque oggi sostieni gli esami o rimandi per l'ennesima volta? » si infilò un paio di jeans.

« Ahh non lo so, sto da schifo... » si alzò pigramente da letto stiracchiando le braccia. « Anche se...! » saltò sul posto.

« Mh? » 

« Presto, dobbiamo arrivare prima di tutti! » corse verso l'armadio.

« E ora che succede? » domandò prima di beccarsi una maglietta lanciata involontariamente in faccia.

« Hélène ha detto che oggi fa l'esame quindi vengo anch'io! »

Arsène si lasciò scappare una piccola risata. Con suo dispiacere, o piacere - il confine è sottile - era abituato alla lunaticità frequente dell'amico e anche alla sua testardaggine quando si trattava di questioni di cuore.

Gli faceva piacere poter condividere vittorie o sconfitte in amore con lui, senza doversi preoccupare di alcun fraintendimento. Jean era stato il primo tra i suoi amici a cui aveva confidato il proprio orientamento sessuale e lui aveva mai avuto alcun pregiudizio al riguardo. Al pensiero Arsène abbozzò un sorriso.

« Forza, sbrigati! » gli afferrò precipitoso il polso facendo per uscire.

« Aspetta Jean, devo mettermi le scarpe! » 


°°°


« Wow... certo che sei uno sfigato tremendo »

« Eddai, sono serio Stéphane »

« Scusa scusa, è che, insomma dai, è assurdo! » 

« Lo so e odio tutto questo! È tutto sbagliato! » esclamò Daniel tenendo il telefono stretto tra la guancia e la spalla nel frattempo che rovistava in un cassetto.

« E scusa, quindi ora escono insieme o qualcosa del genere? »

« Sì, hanno preso a frequentarsi e... ahh, vedessi com'era felice Arsène ieri, credo sia anche arrossito parlandone! Ma perché si è fissato proprio con lui poi, cioè, io sinceramente non l'ho mai sopportato con tutti quei suoi “benvenutii” e “congratulazionii” più falsi dei soldi del Monopoly! È piatto, non ti sa di niente, anzi, se fosse un piatto sarebbe della past'asciutta senza sale né sugo! »

Stéphane non poté fare a meno di scoppiare a ridere. « Se è per questo allora tu saresti un piatto fin troppo piccante! »

« E con questo che vorresti dire?! »

« Niente, niente! » rise nuovamente. « Comunque sai come la penso al riguardo, dovevi dirglielo subito ieri »

« Lo so ma... insomma, mi sono bloccato » ribatté tirando fuori un paio di fogli accartocciati. « È stato scioccante per me, capisci? » li lisciò sulla scrivania con una mano.

« Allora pensa a quanto lo sarà per Arsène appena scoprirà che non è con Theò che ha passato la notte! A me non piacerebbe non sapere con chi sono andato a letto »

Daniel si premette la fronte con una mano. « Hai ragione... ahh, cazzo, non so nemmeno perché sono andato via in primo luogo, sono un disastro totale »

« Sai cosa fare per risolvere questa storia »

« Sì... » seguì col dito una linea disegnata su carta tempo prima. « Sarebbe ingiusto nei confronti di Arsène non dirglielo, non importa se poi ce l'avrà con me »

« Bravo ragazzo! Ora devo uscire ma voglio presto aggiornamenti! »

« Contaci Stéph, a dopo » replicò con un mezzo sorriso prima di riattaccare.

Si portò davanti al viso un foglio zeppo di scritte e cancellature, accompagnato da una seconda parte con un pentagramma improvvisato a penna.

Sospirò.

« Se solo fosse così facile anche nella pratica... »


°°°


Appena venne comunicato lo scadere del tempo tutti i presenti tennero a mezz'aria le punte delle penne riposandole sul tavolo.

Arsène si voltò per lanciare un'occhiata a Jean ottenendo un pollice all'insù, a dar segno che tutto fosse andato bene. Il moro ricambiò con un sorriso. Dopotutto il giorno prima nessuno dei due aveva avuto occasioni per ripassare e neanche il mattino dopo.

Dopo che anche i fogli vennero ritirati il ragazzo tirò fuori il telefono per riattivarne il sonoro. Trovò un messaggio in entrata.



Da: Theò

Hey Arsène, oggi arrivo un po' in ritardo, mi tieni il posto?♡



Sorrise sfiorandosi spontaneamente la felpa.



Contaci!



« Arsène, come ti è andata? »

Il moro sollevò lo sguardo verso quello del compagno. « Spero bene! A te André? »

« Ah, questo lo spero anch'io » replicò. Guardò oltre le spalle del moro. « Ecco che arriva Jean »

« Jean? » si voltò in sua direzione appena l'amico li raggiunse. « Non dovevi parlare con Hélène? »

« Infatti! » sfoggiò un sorriso a trentadue denti guadagnandosi le occhiate perplesse dei due.

« Ma ieri non ti aveva mollato? » domandò André grattandosi la nuca.

« Non mi ha mollato, è semplicemente dovuta, uhh, andare via prima a causa di un contrattempo »

« Ma se stamattina non facevi che mugugnare cose sconnesse su di- »

« Comunque! » si schiarì esageratamente la voce. « Oggi ha detto che se ha tempo possiamo pranzare insieme per compensare ieri! »

« Se ha tempo? Cos'è, il presidente? » roteò gli occhi Arsène.

« Nahh, ha solo tanti impegni! Anzi, in un certo senso è anche carina a ritagliare un po' di tempo per me, non trovate? » 

Arsène fece per replicare nuovamente ma venne preceduto da André. « Allora pranziamo io e te oggi? »

« Oh, beh, in realtà... » si ritrovò a giocare con una manica del felpone cercando di nascondere un sorriso.

« Oggi Arsène ha finalmente ottenuto l'appuntamento dei suoi sogni con il suo principe azzurro » ridacchiò Jean.

« Ma smettila! » protestò il moro.

« Fermi tutti, quindi oggi pranzo da solo? » obbiettò André.

« Beh, potresti sempre uscire con Claire » suggerì Jean.

« Ti ci metti anche te Jean? Ieri Arsène mi ha detto la stessa cosa »

« Beh, perché non provi a farti due domande allora? »

Lo sguardo di Arsène cadde sull'ora. « Ragazzi mi piacerebbe restare di più ma è quasi ora di pranzo, devo andare » si alzò sistemandosi la tracolla sulle spalle. « Ditemi buona fortuna! » sparì dietro la porta dell'aula con un cenno della mano.

Ai due sfuggì una piccola risata.

« Mancano ancora venti minuti all'una » commentò André.

Jean rise in concordia « Quel ragazzo è proprio cotto »


°°°


Era quasi l'una quando Daniel giunse al parco affollato per il pranzo.

Arsène era solito mangiare all'aperto sull'erba e trascinarsi sempre dietro il corvino considerato da lui “troppo vampiresco” ;(epiteto a cui Daniel si era abituato col tempo, sebbene a malincuore) ed entrambi avevano ormai fatto loro un margine di prato, a fianco una quercia che faceva loro ombra.

Fu proprio in quel punto che infatti scorse il moro, seduto a gambe incrociate, che sistemava la propria tracolla di fianco a sé.

Daniel scavalcò il muretto al confine, attraversò il quadrante di prato, e andò incontro ad Arsène.

« Hey, posso unirmi a te? »

Il ragazzo sollevò lo sguardo incontrando quello del corvino.

« Daniel! » gli sorrise. « Certo, siediti! »

Il corvino rispose anche lui con un sorriso, sedendosigli a fianco.

« Era tanto che non ti vedevo, che ti è successo? »

« Un po' di tutto... » si grattò la guancia Daniel. « Comunque volevo dirti una cosa precisa » 

« Ti ascolto » gli sorrise.

« Io... uh.. » Per qualche motivo lo sguardo di Arsène, che fosse più o meno luminoso del solito, (Daniel non seppe dirlo), fece in modo che tutto il discorso che si era preparato svanisse senza che nemmeno lo realizzasse.

Mentre cercava le parole il ragazzo notò le numerose pieghe presenti sulla sua felpa. Dal suo sguardo Arsène intuì cosa si stesse chiedendo. « È di Theò » spiegò tirandosi su una manica.

Daniel non poté dire di non esserci rimasto male ma dopotutto non era neanche così sorpreso.

« A proposito di questo Arsène... non ho ancora capito bene come tu e Theò avete cominciato a frequentarvi »

« Beh... diciamo che dopo che aver passato la notte insieme lui è rimasto il mattino dopo » si ritirò su le maniche che si ostinavano a calare. « Mi ha fatto davvero piacere, ci sarei rimasto malissimo altrimenti »

Quest'ultima frase fece rimescolare lo stomaco a Daniel.

« Mi ha svegliato lui e, insomma, mi trovavo nel suo dormitorio. Appena me ne sono accorto ho cominciato a scusarmi un milione di volte senza nemmeno prendere in considerazione che avessimo potuto fare sesso » si lasciò sfuggire una risata. « Ma poi mi ha tranquillizzato dicendomi che può capitare e insomma, da lì abbiamo preso a parlare, anche se io ho cercato il più possibile di evitare l'argomento 'sesso da ubriachi' perché ero troppo imbarazzato e non mi sembrava necessario sottolinearlo » guardò di lato cercando di nascondere un leggero rossore alle guance.

Le cose si stavano facendo più chiare per Daniel.

« E poi? »

« È stato gentilissimo e nemmeno lui ha toccato l'argomento, per non farmi sentire in imbarazzo forse, e, beh, da lì sempre parlando è uscito che mi ha invitato a una pizzata con i suoi amici e man mano che sono passati i giorni abbiamo cominciato a uscire e scriverci » concluse con uno di quei sorrisi che Daniel conosceva bene. Era solito averli quando si entusiasmava parlando di qualcosa che gli stava a cuore. Detestava il fatto che lui conoscesse quel tipo di sorriso e Theò no.

« Sono davvero felice per te Arsène » si sforzò di mostrarsi entusiasta sebbene fosse l'ultima cosa che fosse. 

Tutto il coraggio che aveva preso per andare a parlargli gli era sfuggito dalle mani come una saponetta da bagno. Ciò che lo fece sentire peggio fu il fatto che se fossero capitati in un'altra stanza niente di tutto ciò sarebbe accaduto.

Un segno del destino avrebbe detto qualcuno, anche se Daniel non credeva affatto in questo genere di cose.

Arsène sì però.

« Va tutto bene qui? » 

Daniel sobbalzò appena avvertì la voce estranea alle proprie spalle.

« Theò! » sussultò anche il Arsène, più per gioia che sorpresa.

Il ragazzo alle spalle del corvino si fece spazio tra i due posando anche lui le proprie cose sull'erba.

« Ho interrotto qualcosa? » guardò entrambi interrogativo.

« No figurati! Una piccola chiacchierata » si affrettò a spiegare il moro.

Daniel non poté fare a meno di notare come il tono di voce di Arsène si fosse improvvisamente addolcito. Giurò di averlo persino visto sfarfallare le ciglia. Prima non si era nemmeno chiesto cosa ci facesse Arsène a pranzare tutto solo sull'erba ma ripensandoci si sentì quasi stupido per non esserci arrivato prima. Era ovvio che stesse aspettando qualcuno, non aveva toccato cibo da quando si era seduto. Non che adesso lo stesse facendo.

« Uhm... ciao, sono il ragazzo che stava in stanza con Arsène l'anno scorso » gli porse la mano.

« Daniel, giusto? » gliela strinse con un sorriso.

Si sorprese del fatto che ricordasse il suo nome. 

« Io... uh.. » si accorse con la coda dell'occhio come la postura e la mascella di Arsène si fossero fatte rigide, cercando di fingere disinvoltura. « Sì, esatto... »

« Hey, alla fine ti sei messo la felpa » si allietò Theò facendosi poco più vicino al moro.

« Oh... sì, è così » gli si avvicinò anche lui, guardandolo con un sorriso che non includeva neanche per sbaglio il corvino.

Daniel si sentì messo da parte, notando come Arsène non spostasse lo sguardo da Theò esattamente come quest ultimo non lo stava distogliendo da Arsène.

Quel gioco di sguardi che si era immaginato la notte prima si stava facendo ora realtà e davvero niente e nessuno li avrebbe interrotti, neppure Daniel stesso.

« Anche se Daniel voleva dirmi qualcosa » Arsène rivolse poi lo sguardo verso il corvino, con sorpresa di quest'ultimo.

« Uh... ecco, volevo farti sapere che suono anche questo Sabato » si grattò la nuca. « Siccome mi avevi chiesto di dirtelo » evitò il suo sguardo mordicchiandosi il labbro inferiore.

« Arsène mi ha detto che sei grandioso sai? Potrei venire a sentirti anch'io » suggerì Theò.

Daniel inarcò leggermente le sopracciglia. Quindi Arsène gli aveva parlato di lui? 

« Oh, non sapevo ti avesse detto... » si accorse di come le loro mani fossero a un passo dallo sfiorarsi. « ...questo di me » concluse la frase.

Si sgranchì la voce sollevandosi in piedi. « Comunque era solo questo che avevo da dire » si sistemò lo zaino su una spalla. « Anzi, devo fare un salto al locale per le prove quindi sono abbastanza di fretta » strofinò la suola della scarpa contro il terreno. « È stato un piacere rivederti Theò... Arsène » e con un assenso del capo si voltò per poi riattraversare la distesa d'erba e scavalcare il muretto che separava il parco dall'istituto.

Ci si appoggiò con la schiena lasciandosi poi andare fino a terra. Tirò fuori dalla tasca il cellulare accendendone la schermata. Il riquadro nello sfondo con lui e Arsène che sorridevano in camera risaliva al loro primo giorno passato insieme come compagni di dormitorio.

Ripensò alla conversazione avuta prima con lui.

Non poteva umiliare Arsène in quella maniera dicendogli come erano andate le cose, lui stesso gli aveva detto come si sarebbe sentito risvegliandosi da solo.

Inoltre non aveva mai tenuto in conto che anche Theò potesse ricambiare i suoi sentimenti ma a vederli insieme pareva fosse esattamente così. Forse era davvero lui il ragazzo giusto per Arsène, bastava vedere come fosse già pronto a regalargli qualcosa di suo, senza che neanche fossero fidanzati.

Non sarebbe mai riuscito ad eguagliarlo, figurarsi superarlo.

Avvertì una lacrima rigargli il viso.

« Come ho potuto anche solo credere di poter avere una possibilità... »


°°°


« Dimmi, ragazzo del futuro, chi sarà il Presidente degli Stati Uniti nel 1985? »

« Ronald Reagan »

« Ronald Reagan? L'attore? E il vicepresidente chi è, Jerry Lewis? Suppongo che Marilyn Monroe sia la First Lady e John Wayne il Ministro della Guerra! »

Daniel non poté fare a meno di scoppiare a ridere. « Come ho fatto a non scoprire una perla simile prima?! »

« Se già la consideri una perla adesso, chissà cosa dirai alla fine del film! » replicò il moro con una risata.

« Hai detto che è una trilogia giusto? » 

« Esatto »

Il corvino allungò la mano verso il laptop premendo il tasto di pausa. « E allora perché non ci facciamo una maratona stanotte? » 

La camera era completamente buia, fatta eccezione per un barlume proveniente dal lato di Arsène, dal suo letto di preciso.

Appena Daniel gli aveva confessato di non aver mai visto “Ritorno al Futuro” il compagno non poté lasciarsi sfuggire un'occasione del genere e gli rubò subito il portatile senza ascoltare repliche.

« Primo giorno qui e già vuoi fare tardi? » lo punzecchiò Arsène con una leggera gomitata.

« Eddai, non vorrai lasciarmi così in sospeso col film! » si difese Daniel.

« Mhn... e va bene, ma solo per questa volta, come festeggiamento! »

« Ohh, Leroy sta cedendo al lato oscuro per caso? » sogghignò il corvino.

« Deve pur esserci un'eccezione alla regola ogni tanto, no? »

« Suppongo tu abbia ragione » replicò con un mezzo sorriso. « Comunque Arsène, quel, uh, Marty Mc-qualcosa no? Come fa a suonare la chitarra in quella maniera?! Sembra stato fatto apposta per il film, davvero è così complicato? » 

Arsène si lasciò sfuggire una risata. « In realtà c'è solo molta pratica dietro! Da fuori sembra chissà cosa ma appena prendi confidenza con lo strumento ti lasci trasportare che è una meraviglia » 

« Wow, sembra una sensazione davvero bellissima... » affondò meglio la testa tra i cuscini finendo col fissare, sebbene la poca luce glielo permettesse, uno dei poster che si era affrettato ad attaccare alla parete appena avevano riposto le valigie.

« E se ti insegnassi? » 

Il ragazzo sgranò gli occhi. Arsène non fece neanche in tempo a dire altro che Daniel si raddrizzò fulmineo col busto. « Dici-stai- ahh, dici sul serio?! » non riuscì a trattenere l'euforia incespicandosi con le parole.

Arsène non poté trattenere una risata alla reazione del compagno. « Ma certo! Per suonare puoi usare la mia chitarra e appena sarai abbastanza bravo ne avrai una tutta tua »

« Ma se poi non riusciamo a organizzarci? Insomma, credo ci vorranno un po' di lezioni e poi non siamo più al liceo, insomma, io non voglio levarti tempo per me » 

« Hey hey, ferma il treno, se abbiamo il tempo per una trilogia di “Ritorno al Futuro” figurati se non ne abbiamo per un mi bemolle » replicò scherzosamente. « E poi sei uno che impara in fretta » aggiunse con tono incoraggiante.

Scaturì un sorriso al corvino. « Grazie Arsène » si sporse per un piccolo abbraccio.

« Hey, avresti fatto la stessa cosa a ruoli inversi » lo accolse circondandogli la schiena.

Si strinsero per pochi attimi prima di staccarsi.

« Allora questa trilogia? »

« A tutta birra! »

Scoppiarono entrambi a ridere, riportando gli auricolari all'orecchio per riprendere la loro maratona notturna.
   
 
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