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Autore: Stella_cadente001    07/09/2018    0 recensioni
Roma,una giornata di pieno autunno,qualche decennio avanti nel futuro.
Una giovane donna si ritrova persa in tempi
addietro con la testa piena di immagini di un passato troppo lontano.
Ma cosa più importante riflette su tutto ciò che vorrebbe dire alla ragazzina spaurita e insicura che era.
Perché tutto ciò che possedeva erano solo una manciata di sogni e qualche speranza ancora intatta.
Ma quella era lei.
E lei oggi è chi è solo grazie a quella ragazzina.
-dall'autrice Heylas.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dopo ore di quel giorno spese in Senato tra discussioni,ansia nello stomaco,vuoto nel petto,e solo voglia di tornare. Essere Presidente è un lavoro duro pensa mentre un sorriso scherzoso si posa sulle sue labbra.
Finalmente è sulla sua Porsche blu scarlatto in direzione verso casa.
Sembrava ieri quando essendo solo una ragazzina sognava di feste,viaggi emozionati,ritorni a casa dopo mesi di avventure,moto nere bordate in oro,ragazze da urlo e nuovi modi e idee per rendere il mondo e il suo paese un posto migliore.
E ci è riuscita senza mai mollare.
E pensa che ormai le capita più spesso del solito di guardare al passato,alla giovane ragazza con un vuoto fisso nel petto ma la testa sempre piena di sogni
E quasi è in grado di poter sentire ogni emozione che l'ha portata a dove è oggi,ogni rimpianto,ogni attimo di dolore struggente.
A tutte le cose a cui ha dovuto rinunciare.
A tutte le battaglie che ha dovuto affrontare ,combattere e infine vincere.
A tutte le discussioni con la famiglia,alle porte sbattute in faccia o ai "vaffanculo" detti solo per la rabbia che le corrodeva il petto.
È da qualche momento persa tra i ricordi e le speranze quando un suono la riporta al presente.
Il cellulare è la terza volta che vibra e suona imperterrito. 
È la sua compagna che la sta chiamando.
Scende dall'auto che ha sempre desiderato e si dirige al palazzo che in quel sabato pomeriggio sembra quasi sfiorare il cielo che appare come se qualcuno si fosse divertito a dipingerlo di nostalgia e tempi perduti.
Solo il rumore dei tacchi alti echeggia nel grande atrio in marmo.
Presa l'ascensore si ritrova in meno di qualche secondo al tredicesimo piano.
E anche quello le sembra un sogno:condividere l'appartamento con la sua compagna da almeno tre anni e da due un bellissimo miracolo illumina le loro vite.
Non poggia nemmeno un piede che la porta si spalanca e un piccolo scricciolo ,che le arriva appena al ginocchio, le piomba incontro urlando "mama".
Si inginocchia,gli bacia la fronte e si senti invadere del profumo di lei.
La sua donna.
Si sentivano così diverse appena si erano conosciute anni prima,eppure eccole adesso a condividere una casa,un figlio e anche il sogno di un futuro insieme. 
La sua fidanzata è al piano di sopra,si sta preparando per la cena a cui lì a poco andranno.
La cena della sua famiglia per festeggiare il compleanno di suo suocero.
L'ultima cosa che vorrebbe dopo una giornata e una settimana così estenuanti ,è andare a quella cena e vedere tutta la sua allegra famiglia,ma sa che tanto ,nonostante le lamentele e la pigrizia iniziali ci andrà lo stesso.
Perché la ama e farebbe di tutto per renderla felice.
E ripensa a quando era soltanto a una ragazzina e sognavail vero amore.
La vede scendere le scale,le sorride e di slancio è già tra le sue braccia.
Sale nella loro ampia camera,indossa l'abito che la sua compagna ha scelto per lei mentre butta via il tajer che la soffocava da quella mattina.
Si affaccia per un'ultima volta prima di andare su quel tramonto ricco di emozioni e mille sfumature diverse,aveva sempre desiderato avere un attico nel centro di Roma,la sua città.
Ma presto viene risvegliata dai suoi pensieri e deve abbandonare quell'incanto che ancora tiene in ostaggio i suoi occhi turchesi.
Urlano il suo nome al piano di sotto.La stanno aspettando e sa che deve andare.
L'ultima cosa che vuole sentire sono gli interrogatori dei genitori della sua donna sul loro eventuale ritardo.
E così si affretta giù per le scale,poi si sbrigha a prendere il passeggino e infine già sono tutti e tre in macchina sulla strada per il ristorante.
Roma è stupenda sotto le ultime luci del giorno,il Tevere che separa in due la città sembra un luogo tetro quanto magico in quegli attimi,i palazzi si scagliano verso alto come feroci pilastri di cemento pronti a irrompere il dominio dei cieli.
E lei attraversa oltre alle strade della metropoli anche le strade della sua intricata anima.
Del suo doloroso quanto luminoso passato,di chi è oggi e di chi era ieri.
Quel puffo biondo legato al seggiolino ai sedili posteriori già è sprofondato in un sonno lieve ma bellissimo e la sua lei,stupenda quella sera,le stringe la mano libera dal volante appoggiata sulla sua gamba.
Pare un sogno ma un sogno realizzato.
E pensa che certamente direbbe a quella strana ragazzina che era una volta,di non mollare perché decisamente ne verrà la pena.
Di ogni sforzo.
Di ogni sacrificio.
Di ogni lacrima versata e urlo soffocato nel petto.
Ne varrà la pena.
   
 
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