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Autore: JAPAN_LOVER    08/09/2018    3 recensioni
~ E' meglio una vecchiaia tranquilla e serena o un'eterna giovinezza piena di rimorsi? ~
Vermouth aveva scelto la seconda.
Senza esitazione, aveva stretto il patto con il diavolo, del quale era diventata la Preferita.
Stanca della vita criminale e nauseata dal concubinato, Vermouth continuava a lavorare per il Boss ma, nel frattempo, nel suo cuore cominciava a confidare in quel ragazzo che, tempo prima, le aveva salvato la vita a New York.
Tutto sembrava procedere regolarmente, finché non entró in diretto contatto con il suo nuovo bersaglio: Shiuchi Akai ovvero il nemico mortale del Boss.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Shuichi Akai, Vermouth
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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IL BOSS


Era una fredda notte d’inverno.
Dopo una lunga giornata, Vermouth era alla guida della sua moto, una Harley-Davidson V-Rod viola fiammante. L’aderentissima tuta nera da motociclista non la riparava adeguatamente dal freddo invernale. Per la prima volta, non vedeva l’ora di arrivare in quell’appartamento, se non altro per ripararsi dal gelo.
Le strade di Tokyo erano ormai deserte. Arrivata a destinazione, Vermouth svoltò ed entrò in un parcheggio sotterraneo privato. Poi accostò la motocicletta sul quadrante 33°, il suo posto riservato.
Tolse il casco integrale che le copriva il volto e reclinò il capo per portare indietro i suoi lunghi capelli biondo platino. Tutto intorno era deserto e il tacchettio delle sue decolté nere faceva eco, mentre lei si dirigeva verso l’ascensore. Poi, strisciò il cartellino lungo il lettore – autenticando così la sua presenza – e le porte dell’ascensore si spalancarono davanti a lei. La donna entrò e premette il pulsante 36, per essere trasportata ancora una volta da lui.
Sola, in quell’ampia cabina, la donna osservò il suo riflesso allo specchio.
Il suo formidabile trucco copriva perfettamente le profonde occhiaie attorno agli occhi color ghiaccio, mentre i lunghi capelli mossi incorniciavano, sinuosi, un viso scarno e diafano.
Quell’aria stanca non rendeva giustizia alla sua bellezza.
Perché lei era bella. Semplicemente, era consapevole di esserlo. Senza la minima esitazione, Vermouth poteva affermare che nella sua vita aveva saputo mettere a frutto le sue doti.
Sei bella come una dea, e sei anche molto intelligente. Lassù qualcuno deve averti amato molto le ripeteva sempre lui.
Le labbra si contrassero in una smorfia di disgusto. Anche struccata, anche con degli stracci, Vermouth sapeva che lui l’avrebbe trovata sempre irresistibile. Proprio come quando l’aveva incontrata per la prima volta – venti anni prima – all’appassire della sua bellezza, allo spegnersi dei riflettori sulla sua corriera.
Cosa ne sarebbe stato di lei, se non avesse incontrato lui?
E’ meglio una vecchiaia tranquilla e serena o un’eterna giovinezza piena di rimorsi?
Come accade a ogni diva dello spettacolo che si rispetti, a Vermouth faceva ribrezzo la vecchiaia, lo squallore della pelle cadente, raggrinzita e puzzolente.
Fino a quel momento le cose erano andate bene. Erano 20 anni che si era unita all’Organizzazione, erano 20 lunghi anni che aveva sposato quel fatale compromesso. Nessun ripensamento, fintanto che nella sua mente – come un sogno ricorrente – non era andato fermandosi quel quesito.
L’ascensore si fermò e un tintinnio l’avvisò che era giunta a destinazione.
Vermouth inspiró profondamente prima di uscire, all’apertura delle porte.
Quando si trovò davanti alla porta dell’appartamento abbassò il pomello. Sapeva di trovarla aperta.
Le luci erano spente, ma il fioco chiarore lunare filtrava attraverso le finestre. Vermouth si muoveva nell’oscurità con sicurezza: conosceva alla perfezione quel salotto.
“Capo…” lo chiamò lei.
All’improvviso, due forti braccia la immobilizzarono da dietro.
Vermouth non riusciva a muoversi. Detestava quella sensazione, la faceva sentire in trappola nonostante – almeno per lei – quel posto fosse il più sicuro al mondo.
“Mi sei mancata” sussurrò lui, inalando il dolce profumo di quei capelli biondi.
Nonostante il suo unico desiderio fosse che quell’uomo si scollasse di dosso, Vermouth lasciò che quelle mani grandi e impazienti percorressero il suo corpo.
“Davvero ti sono mancata?” gemette lei, mentre un dito cominciò a premere prepotentemente contro le sue labbra scarlatte, fino a penetrarle.
Quando, per poter respirare, fu costretta a succhiare quel pollice, Vermouth sentì sfuggirgli un mugolio di eccitazione.
“Si…. – ansimò lui, soddisfatto – adesso ti mostro quanto!”
Mentre con quel dito continuava ad esplorarle la bocca, con la mano libera il Boss le tirò giù la lampo della tuta.
“Questa notte mi dedicherò a te” promise lui, in un sussurro.
Con disgusto, Vermouth leccò un’ultima volta quel pollice prima di liberarsene.
“Sono molto stanca – disse lei, sperando, almeno per una volta, di riuscire a defilarsi dai suoi doveri – è stata una giornata piuttosto movimentata!”
“Shh… tu non dovrai fare nulla – replicò lui – solo godere!”
Nonostante il tono di voce rassicurante del Boss, quell’ultima frase le suonò come un ordine. Perché quello era diventato il suo compito più ardo: aprire le gambe a comando.
L’attesa non era il forte del Boss e – a quell’ora tarda – non aveva fatto che aumentare il suo desiderio. In men che non si dica, Vermouth si era ritrovata nuda nella camera da letto. Nel grande letto a baldacchino, lui la sovrastava e si spingeva sempre più a fondo nella sua intimità.
Lei era completamente alla sua mercé, mente lui la osservava, pieno di desiderio.
Il Boss godeva di quel corpo sottile sotto il suo, imvece, così forte e possente. Accolse un suo capezzolo fra le labbra, strappandole quello che credeva fosse un mugolio di godimento, mentre lei non vedeva l’ora che quel supplizio giungesse alla fine.
Il Boss aveva il fiato corto quando giunge all’apice. Urlò il suo nome – come a dedicarle l’orgasmo – e si abbandonò nella sua parte del letto per riprendere fiato.
Mentre il loro respiro comincia a regolarizzarsi, lui le accarezzò la gota rosea.
“Ho dato ordine a Gin e a Vodka di trovare Akai” mormorò placidamente lui.
Vermouth spalancò gli occhi.
Gin e Vodka erano pericolosi. All’interno dell’Organizzazione, occupavano i gradini più alti. Vemouth sapeva bene di non star loro molto a genio, per via della sua posizione privilegiata con il Boss.
“Perché? – replicò lei, visibilmente risentita – hai incaricato me la scorsa settimana di farlo. Sono già sulle sue tracce, mi spieghi perché hai coinvolto anche loro?”
Vermouth era la sola che poteva permettersi di rivolgersi al capo in quel modo, perché lei era la sua preferita. Tuttavia, anche per lei valevano certi confini.
“Davvero? Saresti sulle sue tracce? – la incalzò lui, un po’ scettico – sono già tre giorni che non fai rapporto”
Lei alzò gli occhi al cielo. Poi, si tirò su seduta e cominciò ad esplorargli con i polpastrelli il petto scolpito. Compiaciuto, lui lasciò che la sua preferita lo distraesse.
“Non mi hai chiesto un resoconto giornaliero ma, se preferisci così, ti accontenterò – esalò lei – ma dì loro di starne fuori, almeno per il momento voglio vedermela da sola”
L’uomo inarcò un sopracciglio, perfettamente consapevole di quel che Vermouth stesse facendo.
“Per favore...” gemette lei, mentre, sinuosa, montò su di lui.
Al solo contatto di lei, l’uomo avvertì la sua eccitazione tornare a riaccendersi. Il Boss lasciò, quindi, che la sua Vermouth esercitasse la sua malia su di lui.
“D’accordo – rispose – ma se la situazione dovesse diventare troppo pericolosa per te, non esiterò a farli intervenire”
Soddisfatta, tentò di celare un ghigno compiaciuto: ce l’aveva fatta.
Poi, spostò all’indietro una ciocca di capelli e divaricò le gambe per accogliere ancora una volta dentro di sé il suo amante.
“Grazie…” ansimò lei.

***
***
***
BUONASERA!
E’ LA PRIMA VOLTA CHE SCRIVO NELLA SEZIONE DI DETECTIVE CONAN.
BEH, IN REALTA’ HO GIA’ SCRITTO DUE CROSS-OVER SU QUESTO ANIME (CHE RIENTRA DECISAMENTE TRA I MIEI PREFERITI), MA E’ LA MIA PRIMA VOLTA CHE MI CONCENTRO ESCLUSIVAMENTE SU QUESTO UNIVERSO.
SPERO CHE VI SIA PIACIUTO QUESTO PRIMO CAPITOLO E CHE VI ABBIA INCURIOSITO. NEI PROSSIMI CAPITOLI APPROFONDIRO’ IL PASSATO DI VERMOUTH E LA SUA POSIZIONE ALL’INTERNO DELL’ORGANIZZAZIONE, DOPO DI CHE DARO’ UN VOLTO AL BOSS.
A PRESTO,
JAPAN_LOVER < 3
   
 
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