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Autore: dreamlikeview    08/09/2018    5 recensioni
Dean e Castiel sono amici da anni. Dean è perdutamente innamorato di Castiel, ma quest'ultimo sembra non accorgersene in nessun modo, anzi è perennemente alla ricerca dell'uomo perfetto per lui. Riuscirà Dean a fargli capire che ha sempre avuto l'uomo perfetto davanti e non se ne è mai accorto?
[Destiel, AU, human!Cas, 10 songs challenge (a kind of)]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Desclaimer: I personaggi non mi appartengono, e ne sono profondamente dispiaciuta. Non ci guadagno nulla da tutto ciò, e non voglio offenderli (sono così carini, dai, come si può offenderli? Pft)

Avviso: Mi sono cimentata in questa cosa trovata su internet, e niente, spero di essere riuscita a tirare fuori qualcosa di carino. Un piccolo omaggio a tutte le persone che mi seguono costantemente e mi supportano. Grazie, people! Ho adattato ogni canzone alla situazione dei protagonisti e ho fatto in modo che le varie parti fossero collegate tra di loro. Non sono brava a scrivere cose brevi, le flashfic non fanno proprio per me. Sono varie parti di un'unica storia collegate dalle varie canzoni. Giuro che la riproduzione è stata casuale, ho solo avuto fortuna! 

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Treat you better
Dean osservava Castiel, lo osservava sempre nell’ultimo periodo. Castiel era meraviglioso, ma non si accorgeva di esserlo, perdeva il suo tempo con ragazzi che non lo meritavano, piuttosto che guardarsi intorno e scoprire di avere al suo fianco un ragazzo che avrebbe mosso mari e monti per lui. Lo vedeva sul suo viso, quanto fossero sbagliate le relazioni in cui si trovava. Avrebbe fatto di tutto per evitare che il suo migliore amico soffrisse, lo avrebbe trattato meglio di chiunque altro, meglio di quanto un altro avrebbe potuto fare. Lo avrebbe protetto, lo avrebbe consolato, ma non poteva, perché non era lui quello che si svegliava accanto a Castiel la mattina. Quando lo vedeva arrivare, con gli occhi gonfi di pianto perché l’ultimo coglione lo aveva lasciato, avvertiva un moto di rabbia interiore riversarsi fuori di lui e avrebbe solo voluto picchiare chiunque avesse fatto del male al suo Cas. Quando Castiel lo chiamava, anche nel cuore della notte, Dean sapeva che era perché era stato lasciato dall’ennesimo ragazzo perfetto che il moro incontrava. Castiel era bellissimo agli occhi di Dean, che era perdutamente innamorato di lui. Castiel aveva quell’aria da bravo ragazzo, impossibile da raggiungere, meraviglioso; quegli occhi troppo azzurri gli conferivano un’aria da angelo, e i suoi capelli scuri perennemente arruffati erano una vera tentazione per chiunque li vedesse, e le sue labbra… santo cielo, erano perfette da baciare, Dean sognava la notte di poterle baciare, mordere e… amare.
«Cas?» lo chiamò piano.
«Sì?»
«Perché non vieni da me? È evidente che non stai bene con quello» suggerì con un sospiro, io potrei trattarti meglio.
«No, Michael mi aspetta, Dean» disse con un sospiro «Lo sai, penso che lui sia l’uomo giusto» io potrei amarti di più.
«Se ti ama così tanto, perché hai sempre gli occhi gonfi di lacrime?» potrei trattarti meglio di quanto faccia lui.
«Beh lui… uhm» borbottò a disagio «A volte è un po’ geloso, sai? Soprattutto quando incontro te» disse. Dean si accigliò e guardò l’amico, se solo Michael avesse sfiorato Cas… l'avrebbe pagata «Abbiamo delle discussioni ogni tanto» spiegò «Lui…» sospirò, la voce si spezzò e il biondo sentì un moto di rabbia prenderlo nel profondo dell’anima, e cercò di scacciare l’istinto omicida che provò in quel momento. Quel tizio non poteva permettersi di toccare Castiel, non poteva permettersi di fargli del male in alcun modo. Castiel meritava solo di essere trattato con i guanti, senza che nessuno lo facesse soffrire. Meritava di essere amato perché era una persona meravigliosa, e meritava tutte le cose belle del mondo.
«Che cosa ti ha fatto?»
«Niente, Dean, dovresti smetterla di pensare alle mie relazioni e trovartene una per te» disse con acidità, alzandosi «Io vado, ci sentiamo presto». Non andare via, io potrei amarti di più, potrei darti tutto quello di cui hai bisogno, Cas, ti prego, resta con me.
«Cas…»
«Ci vediamo presto, Dean» disse con sicurezza. Poi voltò le spalle, e andò via, via da Dean, via dall’amore segreto che il biondo provava per lui. Lontano da qualcuno che avrebbe potuto renderlo felice in qualunque modo desiderasse. Potrei trattarti meglio di quanto faccia lui, torna qui. Avrebbe voluto dirlo, ma non lo fece, lasciò morire le parole nella sua mente, mentre il suo Cas andava via da lui, ed usciva da quel bar in cui si erano incontrati. Ancora una volta avrebbe asciugato le sue lacrime, quando con questo tizio sarebbe finita, ancora una volta avrebbe stretto il suo corpo contro il proprio e lo avrebbe consolato come meritava. Perché ormai era diventato questo per l’altro, solo colui dal quale andare quando una relazione finiva male. Nessuno merita le tue lacrime, Cas, nessuno merita che tu soffra per loro, io potrei trattarti meglio, molto meglio, ma tu non te ne accorgi, disse mentalmente, mentre la porta del bar si richiudeva con un tonfo sordo, lasciandosi il vuoto dietro, o almeno, il vuoto era quello che sentiva Dean nel cuore.
 
«Dean...» lo chiamò dall’altro capo del telefono, la voce che si spezzava in un singhiozzo.
«Cosa ti ha fatto quel bastardo?» domandò il biondo, sperando di non sentire brutte notizie.
«Io, io… lui si è arrabbiato e…» la voce si spezzò ancora «Avevi ragione…»
«Castiel, cosa ti ha fatto?» domandò cercando di non mostrare la furia distruttiva che stava crescendo in lui, nessuno, nessuno, toccava il suo Cas, nemmeno con una rosa. Nessuno.
«Puoi venire da me? Ti prego, ho bisogno di te».
«Cinque minuti e arrivo» disse, placò la sua ira per qualche istante, e respirò profondamente. Doveva calmarsi e pensare al bene di Cas, doveva pensare al fatto che avesse bisogno di lui al meglio, non di lui arrabbiato con il mondo. E poi Cas non c’entrava niente, era quel bastardo che Dean voleva picchiare fino a farlo pentire di essere nato. Se quel tipo aveva alzato una sola mano su Cas, Dean lo avrebbe trovato, ne era certo. Immediatamente entrò nella sua auto e, come aveva detto all’amico, cinque minuti dopo era fuori alla sua porta, con delle fette di torta al cioccolato e due bicchieri di carta: uno di tea e uno di caffè. Il moro quando lo vide fece un piccolo sorriso, ma al biondo non sfuggì lo stato del suo viso. Aveva dei lividi enormi, il labbro spaccato, un occhio gonfio e l’espressione totalmente distrutta.
«Cas, che cazzo ti ha fatto quel bastardo?» domandò Dean, arrabbiato, entrando in casa e quasi spingendo Castiel contro il muro, mettendogli le mani sulle guance per capire l’entità delle sue ferite.
«No! Dean, ti prego… non…» mormorò spaventato, guardando l’altro con gli occhi così spalancati da sembrare irreali. Dean si rese conto delle sue azioni e fece un passo indietro, cercando di respirare profondamente. Non doveva essere come quel tipo, doveva essere migliore.
«Scusa, posso controllare? Ti medico…?» il moro annuì «Okay, siediti… io ti prendo qualcosa. So dove sono» disse. Poi si allontanò da lui e andò nel bagno a recuperare il kit del pronto soccorso. Se avesse rivisto questo Michael, lo avrebbe ucciso di botte ancor prima che avesse potuto pentirsi di aver conosciuto Castiel ed averlo ridotto in quel modo, lo promise a se stesso e al suo migliore amico. Lo avrebbe vendicato in un modo o in un altro.
Ritornò da lui con delle pomate e del ghiaccio, poi si mise vicino a lui e lo medicò, sentendo i suoi gemiti di dolore, e pentendosi di non averlo allontanato prima da quel mostro. Ma cosa poteva saperne? Come poteva prevedere una cosa del genere? Avrebbe solo voluto proteggere Castiel e non ne era stato in grado. Quando ebbe finito, Castiel lo ringraziò con un piccolo sorriso e appoggiò la testa sulla sua spalla.
«Mi dispiace non averti ascoltato» mormorò. Dean cautamente gli mise un braccio attorno alle spalle, stringendolo contro di sé, e Castiel si fece minuscolo tra le sue braccia. Avrebbe solo voluto potersi prendere cura di lui in modo migliore, piuttosto che in quel modo così sbagliato «Perché tutti i ragazzi che incontro sono sbagliati?»
«Perché non hai ancora trovato quello giusto per te» potrei essere io «Sono sicuro che lo troverai presto» ti prego, fa che sia io.
«Sarebbe più facile, se avessi una relazione con te» il cuore di Dean fece una capriola «Ma noi siamo amici, giusto? Non possiamo, e tu sei… beh, sei tu».
«Che intendi dire?»
«Che non sei il tipo da relazioni, sai cosa voglio dire» no, ma non voglio litigare quando sei così triste e sei stato appena pestato da un pezzo di merda.
«Già…» mormorò sconfitto, stringendolo contro di sé. Non fecero altro, Dean si fece raccontare da Castiel cosa fosse accaduto e quando sentì il suo racconto e il motivo per cui lo aveva ridotto in quel modo – Castiel non aveva voluto fare sesso con lui – Dean sentì ancora una volta la rabbia crescere, ma non lo diede a vedere. Consolò Castiel, mangiò della torta con lui, bevvero il caffè (Dean) e il tea (Castiel) e poi si addormentarono sul divano, stretti l’uno all’altro.
Potrei trattarti meglio di lui, di tutti loro, se solo tu me lo permettessi, se solo tu potessi amarmi.
 
Thinking out loud.
Dean aveva sedici anni quando aveva capito di amare Castiel, il suo migliore amico. Era successo per caso, erano entrambi sul divano a guardare la tv, con Sam, il fratello minore di Dean, che giocava con le sue action figure dei supereroi della Marvel. Avevano deciso, in nome della loro sanità mentale, di fare una super maratona di tutti e otto i film della saga di Harry Potter. Se ne stavano lì, seduti l’uno accanto all’altro, avevano appena finito di guardare Il Principe Mezzosangue, quando Sam, nella sua ingenuità di dodicenne li aveva guardati ed aveva detto: «Secondo me, voi due siete come Ron ed Hermione, vi amate, ma siete troppo ciechi per capirlo» e poi era tornato alla sua action figure di Iron Man. Dean era arrossito, si era voltato verso Castiel ed aveva incrociato il suo sguardo, e in quel momento, quando aveva letto in quegli occhi qualcosa che ancora non gli era chiaro, aveva capito che Sam aveva ragione, lui si era innamorato di Castiel, lo aveva fatto senza nemmeno accorgersene in un modo misterioso e oscuro; Castiel era arrossito anche lui, e aveva scosso la testa, aveva cercato di prendere le patatine nello stesso momento di Dean, e le loro mani si erano scontrate – tipico da film americano – e lì, esattamente in quel momento, Dean aveva sentito un brivido d’emozione lungo la schiena e si era reso conto che in quel modo avesse scoperto l’amore. Aveva scoperto che l’amore esisteva e che lui era in grado di provarlo, perché ormai si era innamorato di lui, di Castiel. Non era stata l’unica volta. Si era innamorato di Castiel senza nemmeno accorgersene.
Conosceva Cas fin da quando si era trasferito a Indianapolis da Lawrence, a causa del lavoro di suo padre, Cas era stato il primo bambino a parlargli, il primo bambino a rivolgergli un sorriso e a non farlo sentire fuori posto. Avevano solo sette anni, quando si erano conosciuti, e adesso che ne avevano quasi trenta, sembrava passata una vita, ma niente aveva intaccato la loro amicizia, niente a parte l’amore logorante che Dean provava verso Castiel. I momenti che li avevano uniti erano tanti quanto unici, ognuno portava dietro di sé un bagaglio emotivo non indifferente per Dean. C’era stata quella volta in cui aveva temuto che i suoi genitori potessero aver intenzione di divorziare – li aveva sentiti litigare furiosamente una sera, e aveva sentito sua madre dire a suo padre che avrebbe lasciato tutto, se lui non fosse cambiato – e Cas era stato lì, era stato accanto a lui, come una roccia e non l’aveva fatto cadere; anche se poi i suoi genitori alla fine erano rimasti insieme, Cas era stato con lui, e lo aveva ascoltato anche alle due di notte, quando lo chiamava e gli chiedeva cosa ne pensasse della situazione o si sfogava con lui, perché era ovvio che avrebbe seguito la mamma e anche Sammy lo avrebbe fatto, ma non voleva nemmeno deludere suo padre con il suo sciocco atteggiamento da bambino; Cas era stato accanto a lui quando aveva scoperto di essere gay e lo aveva ascoltato costantemente quando aveva intenzione di fare coming out, ma era troppo spaventato dal un loro rifiuto; era stato con lui durante il coming out e quando i suoi genitori lo avevano abbracciato e gli avevano detto che era sempre loro figlio indipendentemente dall’orientamento sessuale, Cas gli aveva sorriso e mimato con le labbra Io te l’avevo detto. Quando alla fine del liceo, poi, erano andati al ballo insieme, perché preferisco passare la serata con te, Dean, piuttosto che con una ragazza o un ragazzo che nemmeno mi piace aveva detto il moro, Dean aveva capito che era con lui che voleva passare il resto della vita; quella sera si erano ritrovati a ballare un lento insieme, il cuore di Dean era completamente impazzito, e aveva iniziato a battere nella sua cassa toracica con insistenza. Si erano diplomati insieme, e quando Castiel aveva detto a Dean che aveva trovato l’uomo perfetto al primo anno di college, Dean aveva sperato di essere lui, poi gli aveva presentato James e il mondo di Dean era letteralmente crollato, accartocciandosi su se stesso, e il suo cuore si era spezzato in due.
Non poteva fare a meno di guardarlo, quando i suoi occhi incrociavano il suo sguardo, e le sue mani sfioravano le sue, ogni volta che le sue labbra pronunciavano il suo nome, per Dean era come innamorarsi ancora. Ogni volta che ci pensava, non capiva come fosse possibile innamorarsi del proprio migliore amico in modo così semplice, con il semplice tocco di una mano, eppure era successo. Voleva solo stringere Castiel a sé, e fargli capire tutto l’amore che provava per lui, perché se c’era una piccola possibilità che l’altro ricambiasse, allora voleva coglierla, perché entrambi meritavano la felicità, entrambi meritavano un lieto fine. Sperava che Cas lo amasse nello stesso modo. Erano cresciuti insieme, dopotutto. Quando Cas sorrideva, quel sorriso era capace di illuminare il mondo, ed era un’altra delle cose che amava di lui, insieme ai suoi occhi. 
Era parte del piano innamorarsi di lui? O era un errore?
Se solo avesse potuto, avrebbe preso Cas tra le sue braccia, magari sotto le stelle – perché Castiel era un tipo molto romantico e amava le cose del genere – e lo avrebbe baciato nel modo migliore che conosceva e lo avrebbe amato donandogli tutto, donandogli tutto il suo cuore. Solo così, avrebbero capito che avevano trovato l’amore, quello vero, quello che Cas desiderava più di qualunque altra cosa, esattamente dov’erano sempre stati, l’uno tra le braccia amorevoli dell’altro. Se solo Castiel non avesse già spezzato il suo cuore infinite volte. Se solo Castiel non avesse costantemente rifiutato il suo amore, preferendo un altro, se solo Castiel lo avesse amato nello stesso modo in cui Dean lo amava. Se solo questo fosse accaduto, loro avrebbero trovato la felicità e l’amore di cui entrambi necessitavano per essere completi. Avrebbero trovato l’amore, lì, dov’erano: l'uno accanto all'altro.
«A cosa pensi?» gli chiese Sam, sedendosi accanto a lui, vedendolo pensieroso.
«A Cas» sospirò, con il fratello non aveva segreti «Al fatto che lo amo, ma lui non ama me».
«Hai provato a dichiararti?»
«No, e non ho intenzione di farlo, sta con un altro» disse con un sospiro «Che non sono io, possiamo parlare d’altro?»
«Certo» concesse il minore, ma poi gli regalò un abbraccio carico d’affetto.
Se solo Cas avesse voluto, Dean gli avrebbe donato tutto, gli avrebbe dato tutto l’amore di cui aveva bisogno. Ma Cas non voleva l’amore di Dean, e lui se ne sarebbe fatto una ragione, prima o poi. Per lui era stato facile trovare l’amore, quando aveva conosciuto Castiel, per l’altro non era stato lo stesso.
 
Can’t fight this feeling.
Era successo, alla fine. Dean sapeva che sarebbe successo. Non era riuscito a contenere i suoi sentimenti per Castiel, erano esplosi, era stanco di lottare contro i suoi sentimenti, anche se ne aveva sempre avuto paura. Quello che era iniziato come un semplice incontro tra amici che si consolavano a vicenda, era diventato qualcos’altro, quella notte. Quando quella sera Castiel si era presentato a casa sua, con l’espressione atterrita e gli occhi gonfi di lacrime, Dean avrebbe solo voluto prendere a pugni l’ultimo fidanzato dell’amico, Brian o qualcosa del genere, che gli aveva spezzato di nuovo il cuore. Gli aveva offerto una birra, si erano seduti sul divano e Cas gli aveva raccontato cosa era accaduto, Dean aveva sentito dentro di sé che non era giusto che tutti potessero godere delle attenzioni di Castiel e lui no, perché lui era solo il suo migliore amico, solo colui dal quale andare quando stava male. Avrebbe voluto essere più forte ed evitare di mostrarsi così innamorato e patetico, ma non riusciva a comportarsi diversamente con lui. C’era sempre qualcosa che gli faceva sperare che le cose potessero cambiare e che l’altro potesse amarlo. Ed era accaduto proprio quella notte, qualcosa che lui non avrebbe mai immaginato o messo in conto. Non c’era stato più spazio per la paura, quando dopo una cassa di birre da otto, divisa in due, Castiel si era avvicinato esitante al volto di Dean e lo aveva sfiorato quasi temesse di spezzarlo e il fiato di Dean si era fermato in quel momento.
«Vorrei poter trovare qualcuno che si prenda cura di me come fai tu» aveva sussurrato, non vado bene io? – e poi aveva chiuso gli occhi, e aveva appoggiato le sue labbra contro quelle di Dean, facendogli esplodere il cuore, tutto aveva preso una luce diversa, un colore nuovo per Dean. La sua vita finalmente stava andando nella direzione giusta, era tutto chiaro ora. Senza esitazione, Dean aveva ricambiato il bacio di Cas, si era sporto verso di lui e lo aveva baciato a sua volta, cercando di trasmettergli tutto l’amore che per lui provava. Lo aveva sempre tenuto sotto controllo, per paura di perderlo, per paura che l’altro potesse rifiutarlo. Castiel era un faro in mezzo al mare in tempesta, era il fuoco di un camino di una notte nevosa d’inverno, Castiel era la sua coperta calda. Adesso era vicino, così vicino che non voleva più lottare contro se stesso, contro il suo amore, non voleva più nascondere all’altro di averlo sempre amato, adesso voleva solo lasciare tutto uscire in fretta, e trasmetterlo al moro. Si sporse maggiormente verso di lui e lo baciò con decisione, prendendogli il volto tra le mani, baciandolo come se quella fosse stata l’ultima volta. L’amore che provava per Castiel era di quanto più puro e bello avesse, voleva conservarlo per sempre per sé, voleva ricordare quel momento per sempre, conservarlo nella sua memoria, e non lasciarlo più andare. Voleva Cas nella sua vita sempre così, come in quel momento perfetto, che doveva essere immortalato nei ricordi, come una fotografia.
Dimenticando di aver sempre lottato contro quei sentimenti, per paura di un abbandono, per paura di un rifiuto, con l’alcool che li liberava dalle loro inibizioni, si ritrovò nel suo letto, con Castiel sopra di lui a sovrastarlo.
«Sei così bello, Dean» aveva detto nei fumi dell’alcool, baciandolo con passione «Non solo il tuo viso, il tuo corpo è perfetto, una vera opera d’arte» aveva mormorato passando le mani sul suo torace muscoloso, facendo gemere con prepotenza il biondo sotto di lui «Le tue lentiggini sono bellissime» mormorò baciandogli il volto, prima di catturare ancora le sue labbra in un appassionato bacio «Sei incredibile, Dean». Dean era in estasi, mentre Castiel con le labbra e con le mani esplorava tutto il suo corpo. Era il momento di portare ogni cosa al posto giusto, lui finalmente tra le braccia di Castiel, gli sembrava di aver trovato casa, finalmente. Avrebbe voluto buttare la chiave di quella stanza, e restare per sempre lì dentro, dove finalmente entrambi avevano trovato ciò che da tutta una vita cercavano, un compagno che li avrebbe resi felici fino alla fine dei loro giorni – o almeno, questo era ciò che pensava Dean.
Poi fu il turno di Dean di esplorare il corpo del suo migliore amico: «Non sai quanto ti amo…» aveva mormorato appoggiando le labbra sul suo collo, saggiandolo con lentezza, prima di scendere e lasciare baci su tutto il suo petto, venerando in quel modo il corpo del suo migliore amico, cercando di trasmettergli tutto l’amore che provava per lui «Sei bellissimo, Cas» sussurrò mentre l’altro gemeva il suo nome e gli riscaldava il cuore ad ogni Dean «Ti meriti tutte le cose belle della vita». Poi si era zittito e aveva semplicemente lasciato che l’eccitazione del momento guidasse le sue prossime mosse. Fecero l’amore, Castiel scivolò dentro di lui con naturalezza, e anche se all’inizio fece un po’ male, non importava, perché stava condividendo la notte più bella di tutta la sua vita con il ragazzo che amava da tutta la vita. E ormai non riusciva più a trattenere i sentimenti che provava, ogni Cas, ogni gemito che emetteva, era una ventata d’amore che regalava al moro, che ne aveva bisogno quasi quanto lui, che aveva bisogno di quell’amore che gli era stato negato per troppo tempo. Non poteva più trattenere quell’amore che si era negato, non poteva più fingere di non provarlo, non poteva più permettersi di essere chiuso a quell’amore, non ne aveva più paura, perché con Cas finalmente vedeva le cose con chiarezza, finalmente aveva trovato il suo posto felice nel mondo, e quello erano le braccia del suo amato Cas.
Raggiunsero l’apice del piacere entrambi con un sospiro profondo, e come se fosse una cosa totalmente naturale, e quotidiana, Castiel si appoggiò con la testa sul petto di Dean, mentre l’altro affondò le dita tra i suoi capelli morbidi, e sorrise con dolcezza, quando si rese conto che ne era valsa la pena aspettare tutti quegli anni. Fin da quando l’aveva conosciuto, la vita con lui era stata come una montagna russa, e fin da quando si era innamorato di lui, la mente girava e rigirava intorno allo stesso pensiero: come fare per non far soffrire Cas. Adesso aveva trovato la soluzione, adesso aveva trovato una spiegazione a tutto. L’amore che provava per lui era forte abbastanza, sembrava averlo sempre inseguito senza poterlo raggiungere, ma adesso lo aveva raggiunto, e non poteva esserne più felice. Con Cas ogni cosa era più bella, insieme avevano affrontato tante avventure, e si erano sempre trovati in posti che nessuno dei due avrebbe mai pensato di esplorare, e voleva tutta una vita così di sorprese inattese, ma grandiose.
«Ti amo, Cas» sussurrò con il naso immerso nei suoi capelli, sorridendo come un idiota. Era la cosa più bella che avesse mai provato in tutta la sua vita. Si rese ben presto conto di non essere stato ascoltato, e che Cas si era già addormentato, ma si disse che gliel’avrebbe ridetto il giorno dopo, lo avrebbe fatto ogni giorno, perché Cas lo meritava. Si addormentò anche lui, con Cas stretto tra le sue braccia e il cuore che batteva troppo forte nel petto, e un senso di felicità che non aveva mai provato prima di quel momento, si estese a macchia d’olio dentro di lui. Aveva sempre avuto ragione Sammy, avrebbe dovuto lasciare andare i suoi sentimenti per Cas molto prima, ma alla fine, l’importante era averlo fatto. Quella notte, Dean sognò una vita felice accanto al suo Cas, e per la prima volta, non si sentì patetico.
 
Can’t help falling in love.
Quando la mattina seguente si svegliò, Dean sorrise in maniera spettacolare, Cas dormiva ancora, e addormentato era ancora più bello di quanto non lo fosse da sveglio. In realtà Cas era sempre bello per Dean.
Era proprio vero quello che dicevano i saggi, solo i pazzi si innamoravano in quel modo, ma se quella felicità significava essere innamorato di Castiel, significava essere così felice, allora era orgoglioso di essere pazzo. Non riusciva a smettere di innamorarsi di lui, ogni volta che lo guardava accadeva la magia. C’era qualcosa in lui, che gli suggeriva amore, ogni sua azione lo faceva scivolare in uno stato di pura venerazione. Sarebbe rimasto con lui? Non sarebbe stato un peccato gettare tutto ciò che avevano condiviso?
Oh, idea! – pensò Dean, ancora mezzo nudo si diresse in cucina, e senza pensarci due volte prese una terrina, alcune uova, farina e latte e iniziò a preparare i pancake, i suoi pancake, quelli che persino suo fratello il salutista amava. Cas meritava solo il meglio, anche per colazione. Gli avrebbe fatto i pancake per tutta la vita, se solo l’altro l'avesse chiesto. Preparò la colazione, pancake, caffè per sé, tea per Cas (ormai ne aveva una scorta solo per lui, perché il moro era amante del tea) e un pacco di biscotti, e sistemò tutto sul vassoio di legno che aveva comprato qualche settimana prima; gli portò la colazione a letto, e lo svegliò con un dolce bacio a stampo. Quando vide lo sguardo blu di Castiel, ancora un po’ appannato dal sonno, sorrise. Per lui era impossibile non innamorarsi costantemente di lui, e gliel’avrebbe fatto capire. Voleva davvero che Cas si rendesse conto che lui lo amava davvero, che lui avrebbe potuto renderlo felice così come voleva lui, come desiderava, poteva dargli ciò che aveva cercato a lungo in ogni altro uomo, senza mai trovarlo, avrebbe potuto dargli tutto il mondo, racchiuso tra le sue mani, gli avrebbe dato tutta la sua vita, se fosse stato necessario, non avrebbe risparmiato nulla, nemmeno se stesso.
«Buongiorno, sunshine» gli disse a fior di labbra, sorridendo in maniera imbarazzante.
«Dean…» sussurrò l’altro, si guardò attorno spaesato, e poi la consapevolezza arrivò come una doccia gelata «Oh mio dio, che ho fatto…» mormorò guardando se stesso nudo, il vassoio della colazione e Dean che sorrideva come mai prima di quel momento. «Santo cielo, che è successo…?»
«Niente che io non volessi» disse sorridendo, premendo di nuovo le sue labbra contro quelle del moro «Ti ho fatto la colazione» disse indicando il vassoio pieno di cibo, Castiel sorrise appena e lo ringraziò con un cenno del capo. Innamorarsi di Castiel sembrava essere la meta finale del viaggio della sua vita, era esattamente lì dove doveva essere, dov’era destinato ad essere, il loro amore si era concretizzato come un fiume che sfociava nel mare.
Fecero colazione insieme in silenzio, ma Dean non vi lesse lo stesso disagio che vi leggeva Cas, non riusciva più a farsene una ragione, gli avrebbe dato ogni cosa avesse desiderato, perché lui lo meritava. Perché Dean lo amava.
«Dean» lo chiamò il moro «Ho rovinato tutto…» mormorò. L’altro lo guardò accigliato, non era affatto vero, non aveva rovinato nulla, era stato tutto perfetto, loro erano perfetti, insieme lo erano, perché finalmente entrambi avrebbero potuto essere felici e vivere una relazione vera, sentita e piena di sentimenti positivi, piena di gioia e di amore.
Cosa poteva andare storto, ora?
«No, Cas, no, credimi» disse guardandolo «Non hai rovinato nulla» sussurrò «È stato perfetto, davvero, io…»
«Dean, no, non doveva succedere» disse velocemente. Ma Dean scosse la testa, non gli avrebbe fatto rovinare la bolla perfetta in cui erano entrati, non gli avrebbe permesso di rovinare l’amore che li univa, non gli avrebbe permesso di rinunciare a tutto per paura. Avrebbe fatto di tutto per tenerlo nella sua vita. ti fa così schifo l’idea di potermi amare? – si domandò per un secondo, ma scacciò quel pensiero dalla sua mente, perché no, entrambi avevano già sofferto troppo.
«Cas, ascolta…» disse Dean, alzandosi dal letto, e afferrando la sua chitarra «Era tutta la vita che sognavo di dirtelo, che sognavo d’amarti così. Castiel, io ti amo, come non ho mai amato nessuno, sei tu, sei sempre stato tu. Non ho mai avuto una relazione vera, perché volevo solo te, ma adesso…»
«Dean…» iniziò «Mi dispiace…»
«Lasciami finire» disse il ragazzo, guardandolo «Sei tu il ragazzo che amo e farei di tutto per renderti felice, credimi, di tutto» disse piano, guardandolo negli occhi «Anzi, visto che io non sono bravo a parole mie, faccio parlare una delle canzoni che mi fa pensare a te» mormorò guardandolo. Poi imbracciò la chitarra, e chiuse gli occhi iniziando a suonare le note di quella canzone, che fin dalla prima volta che l’aveva ascoltata, gli aveva fatto pensare a un moro dagli occhi azzurri e la voce sexy. Era segretamente una delle sue canzoni preferite. Aprì gli occhi e si specchiò in quelli azzurri e un po’ liquidi di Castiel, che lo fissava sbigottito e sorpreso. Innamorarsi di Castiel continuamente era facile, perché tutto di Castiel era amabile, e non solo l’aspetto fisico, Castiel era una persona meravigliosa, che si prodigava per il prossimo e non cercava mai di trarne unicamente un vantaggio personale.
«Like river flows, surely to the sea, darling so it goes, something are meant to be…
Take my hand, take my all life too,
For I can’t help falling in love with you» cantò, guardando il moro dritto negli occhi, sentiva il suo cuore battere forte nel petto «For I can’t help falling in love… with… you». Terminò la canzone, sentendo un leggero peso nel cuore, e un tonfo potente, quando Castiel lo guardò con gli occhi pieni di lacrime non versate.
«Mio dio, Dean…» sussurrò, scuotendo la testa «Non posso, io… non posso» disse alzandosi. Dean non registrò subito le sue parole, lo osservò rivestirsi in fretta, raccattare tutte le sue cose alla velocità della luce ed uscire con la stessa fretta dalla stanza, senza nemmeno guardarsi indietro. E il cuore di Dean, miseramente, si spezzò per l’ennesima volta.
 
Never Enough
«Non posso, io non posso».
Rimasto solo nella sua stanza, con metà del suo cuore tra le mani e un senso di vuoto che non avrebbe mai colmato, Dean si guardò intorno e cercò di capire cosa fosse accaduto, sentiva l’eco del rumore potente del suo cuore che si spezzava come un rametto troppo secco sotto una scarpa e tremò rendendosi conto che l’altro era appena scappato. Aveva provato a tenerlo nella sua vita, aveva provato ad amarlo nel silenzio, e alla fine si era ritrovato di nuovo da solo con il cuore spezzato, dopo aver passato la nottata più bella della sua vita. Poteva sentire l’eco dei frantumi del suo cuore che raggiungevano la superficie più vicina e si schiantavano su di essa, eliminando qualunque traccia di felicità dalla sua vita. Castiel avrebbe solo dovuto accettare la sua mano, condividere con lui ciò che stava per iniziare, avrebbe solo dovuto provare ad amarlo così come lui lo amava… ma si rese conto che lui avrebbe potuto dare al moro tutto, ma non sarebbe mai stato abbastanza, perché lui non era abbastanza per essere amato da Cas. Lui non era abbastanza da amare, non era sufficiente affinché l’altro fosse felice, avrebbe potuto regalargli tutto il mondo, ma non sarebbe mai stato abbastanza, perché Castiel non lo amava. Non lo aveva mai amato, e quella notte che lui aveva vissuto con così tanta aspettativa e trepidazione, non era che l’ennesimo atto dell’amico di consolarsi con lui, di usarlo, usare il suo cuore a suo piacimento. Ma senza di lui, Dean era perso, lo sapeva. Ma non poteva pensare che l’altro tornasse sui suoi passi, perché se lui non era abbastanza da essere amato, allora che senso aveva…?
Avrebbe rubato le stelle dal cielo per lui, per renderlo felice, ma non sarebbe stato abbastanza per Castiel; avrebbe potuto tenerlo al sicuro con sé, con le sue mani preservarlo da tutte le brutture del mondo, renderlo felice, ma non era abbastanza. Non lo era, perché non era il tipico standard di ragazzo che voleva Castiel, Castiel cercava solo gli stronzi patentati che non avrebbero mai potuto amarlo. Tu potresti essere uno di quegli stronzi, alla fine – gli disse una voce nella sua testa – non hai mai avuto una relazione stabile, e non ti impegni mai in nulla. Non sei abbastanza serio per lui, per questo ti ha lasciato andare. Non sarebbe mai stato abbastanza, sapeva di non essere all’altezza di Cas, sapeva di non essere il ragazzo perfetto, ma sperava che il suo migliore amico guardasse oltre questo e vedesse solamente il ragazzo innamorato di lui. Ma quel ragazzo non era abbastanza. Tutto ciò che avrebbe potuto fare per lui, per renderlo felice, non sarebbe mai stato abbastanza, perché Castiel voleva tutto ciò che Dean voleva dargli, ma non voleva Dean. Il suo atteggiamento era patetico, il suo continuare a pensare a quello era patetico. Stava ancora fissando la porta da cui era uscito Cas, quando si rese conto di essere stato appena piantato dal suo migliore amico. E di non poter parlare con lui del fatto di essere stato appena piantato. Aveva tentato di tenerlo ancora con sé, di tenerlo con sé per sempre, ma non ci era riuscito, aveva fallito miseramente. Ma lui non era un fallimento che camminava? Per questo Cas lo aveva piantato, lui era un fallimento e mai sarebbe stato abbastanza per lui. Senza pensare ulteriormente, prese il cellulare e scrisse un messaggio a suo fratello, le lacrime premevano per uscire dai suoi occhi, ma non diede loro peso. Non voleva piangere, lui non piangeva mai. Sospirò pesantemente e fissò lo schermo del telefono, sperando di trovare un suo messaggio.
Sammy, ho fatto un casino terribile
Hai incendiato casa tua?
Ho fatto sesso con Cas” – “Ma lui è scappato via quando si è reso conto che aveva appena fatto sesso con me” – “Gli faccio schifo, vado bene solo come amico, non sono abbastanza per lui”. Una lacrima sfuggì al suo controllo, non era così forte, non era abbastanza per essere amato da Cas, se non lo amava lui, chi mai avrebbe potuto amarlo?
Merda, Dean, non credevo che Cas potesse essere così stronzo” – “Vuoi che venga da te?
Sì, ti prego…” – non voleva dare alcun peso a suo fratello in quel modo, ma con qualcuno doveva pur parlare di quanto accaduto a casa sua quella notte. Castiel lo aveva desiderato, altrimenti non lo avrebbe mai baciato, perché lo aveva lasciato? Dean gli aveva donato tutto se stesso, di meglio non aveva, e sembrava che a Cas fosse andata bene la cosa, per quella notte, non aveva detto nulla che facesse intendere il contrario, anzi, lo aveva preso volentieri il suo tutto, e poi lo aveva scaraventato via come un preservativo usato, ormai non aveva più bisogno di lui, no? Si era rilassato, aveva scacciato i demoni del passato ed era stato abbastanza bene, no? Lo aveva usato, e questa consapevolezza gli fece, purtroppo, scappare un’altra lacrima. Non voleva piangere, non voleva essere così debole. Ma sentiva dentro di sé una tristezza infinita per quanto accaduto, sapere di non essere abbastanza per la persona che amava, lo aveva profondamente segnato dentro, non si sarebbe mai aspettato un atteggiamento simile da Cas, non credeva di poter essere rifiutato in quel modo, non dopo che gli aveva totalmente aperto il suo cuore.
Sam arrivò verso ora di pranzo con una cassa di birre e del cibo spazzatura – il miglior anti depressivo per il fratello – e restò con lui fino a che non fu certo che si fosse ripreso almeno un po’. Dean non parlò molto, non ne valeva la pena, bevve solo mezza birra – non ne aveva proprio voglia – e mangiò giusto qualche boccone dell’hamburger che gli aveva portato suo fratello – non aveva nemmeno fame – poi si stese sconfitto sul divano e disse a Sam per sommi capi quanto accaduto con il moro quella mattina. Sul letto della camera da letto giacevano ancora i residui della colazione di quella mattina, Dean non aveva avuto la forza di mettere a posto, ancora troppo sconvolto da quanto non detto dal moro, ma dedotto da lui.
Non sei e non sarai mai abbastanza per me, Dean.
 
Lips of an angel.
Erano le quattro del mattino, Dean non dormiva però. Aveva appena fatto sesso con un ragazzo conosciuto in un pub, era uscito con Sam, entrambi avevano deciso di rilassarsi un po’, e Dean ne aveva bisogno, la batosta di Castiel era stata un colpo troppo duro da digerire per lui, così Sam lo aveva convinto ad uscire, e in quel locale, aveva incontrato un ragazzo, non era esattamente il suo tipo, ma, ehi, era un ragazzo piacevole e ci era stato da subito. Senza nemmeno pensarci troppo, dopo un paio di drink, lo aveva trascinato nel bagno del locale, Aaron – questo era il suo nome – lo aveva baciato con trasporto e gli aveva chiesto se voleva davvero fare sesso con lui in quel sudicio bagno. Dean ci aveva pensato un po’ e aveva deciso che effettivamente non era molto consono farlo lì. Erano arrivati nel suo appartamento qualche minuto dopo, e avevano fatto sesso, ma Dean non aveva sentito nulla a parte l’eccitazione fisica. Non aveva sentito le stesse cose che aveva provato qualche settimana prima, quando aveva fatto l’amore con la persona della quale era innamorato. Persona che lo aveva rifiutato, e ora alle quattro del mattino lo stava chiamando – era assorto nei suoi pensieri, quando aveva sentito il telefono squillare. Si era alzato per rispondere – lui era patetico e stupido e non sapeva rifiutare una sua telefonata. Stupido, patetico, innamorato.
«Cas?»
«D-Dean» aveva biascicato lui «Hai risposto…» mormorò.
«Lo sai, non rifiuto mai le telefonate» disse, sedendosi sul divano del salotto «Soprattutto le tue» aggiunse, il suo tono risultò un po’ freddo, e sentì l’altro trattenere il fiato, e poi un singhiozzo raggiunse le sue orecchie. Cas stava piangendo? Lo aveva chiamato alle quattro del mattino, piangendo? Perché stava piangendo?
«Dean…» sussurrò «Mi dispiace…»
«Cas, è tutto okay, l’ho capito non è colpa tua» sussurrò, non poteva parlare ad alta voce, nell’altra stanza c’era quel ragazzo e non ci teneva a divulgare quanto la sua vita privata fosse sfigata o quanto lo fosse lui.
«Cosa…?» domandò «Perché parli così a bassa voce?»
«Non sono solo» disse solamente, poi sentì un altro singhiozzo da parte di Castiel e non capì. Perché piangeva se era stato lui a scaricarlo, a scappare come un ladro dopo essere stato a letto con lui e a non farsi sentire per tutti quei giorni? Perché Castiel voleva farlo sentire in colpa? «Perché stai piangendo?»
«Lo hai capito…?»
«Capisco sempre quando piangi» sussurrò «Allora, perché?»
«Ho fatto una cazzata…la più grande della mia vita…» mormorò «Dean» santo cielo il suo nome detto da Castiel suonava così dolce, così corretto… perché tra di loro doveva essere andata in quel modo? «Ho fatto un sogno stanotte e c’eri tu…» ti ho sognato anche io, Cas, lo faccio tutte le notti… «Era così reale, mi manchi» disse poi mi manchi anche tu «Possiamo vederci?» domandò «Sempre se il tuo…» mormorò lasciando la frase in sospeso.
«Non ho un ragazzo, Cas» sussurrò ancora «Non c’è nessun altro». Avrebbe davvero voluto che al posto di quel ragazzo ci fosse stato Castiel, lo aveva sperato con tutto il cuore – e forse aveva pensato a lui mentre raggiungeva l’orgasmo «Mi rendi difficile lo starti lontano così, sai?» domandò retoricamente, passandosi una mano sulla faccia. Non aveva nessuna intenzione di avere una relazione con uno che non era Castiel, avrebbe voluto che l’altro non fosse mai andato via da lui. Ed era così bello sentire la voce di Castiel al telefono in quel momento. Non avrebbe mai voluto dirgli addio, ma il moro lo aveva fatto, e adesso che gli chiedeva di vedersi con la sua voce d’angelo, non sapeva esattamente  cosa fare, non sapeva come comportarsi, non sapeva cosa fare. Gli stava rendendo tutto molto difficile, e tutto molto più complicato. Perché voleva vederlo? Perché lo stava chiamando a quell’ora per dirgli quelle cose? Perché per loro le cose non erano state semplici? Perché quell’amore doveva essere unilaterale?
Era comico che lo avesse chiamato proprio quella sera, la sera che lui aveva provato a conoscere qualcuno e a distrarsi dal suo pensiero costante. Era assurdo, Castiel spariva per due settimane, e poi ricompariva proprio nel momento in cui Dean cercava di dimenticare quanto accaduto? Proprio quando cercava di andare avanti?
«Non voglio che tu mi stia lontano» mormorò. Dean si risvegliò immediatamente «Per favore, ho bisogno del mio migliore amico…» migliore amico, davvero?
«Ma mi hai allontanato, sei scappato, Cas, l’ho capito. Non devi solo perché ti ho detto…» che ti amo «Quello che ho detto, è stato inappropriato e non ho pensato che per te poteva essere stato solo uno sfogo fisico».
«No, Dean, io…»
Dean sospirò: «Non ce la faccio, Cas, vederti mi farebbe peggio. Davvero. Nessun rancore, ma per un po’ ho bisogno di stare da solo». Amava Castiel, lo amava profondamente, ma era rimasto così scottato da non riuscire a pensare di poter vedere l’amico senza provare un dolore così lancinante da fargli male al cuore. Solo il sentire la sua voce angelica al telefono, era uno strazio, non si voleva così male da causarsi ancora più dolore.
«Dean, ti prego…» smettila di supplicarmi con quella voce, altrimenti cederò «Ti prego, non lasciarmi solo».
«Non lo farò» promise «Non ti lascerò solo, Cas, ma… adesso ho bisogno di riprendermi, okay? Scrivimi quando vuoi, chiamami anche alle due di notte, o alle quattro del mattino, sarò sempre qui per te, ma vederti, adesso, farebbe troppo male» disse piano, cercando di pesare bene le parole «Per favore, dammi un po’ di tempo».
«Ho bisogno di te, Dean» disse Castiel, in una supplica «Io…ti…» deglutì «Sei il mio migliore amico, ti prego».
Non voglio essere solo questo «E tu sei il mio, dammi un po’ di tempo, okay? A presto, Cas» disse velocemente, non gli diede il tempo di ribattere che chiuse la telefonata. Continuare in quel modo, gli avrebbe solo fatto più male, e non era un autolesionista, non ancora almeno. Tirò un profondo sospiro  e ripose il telefono sul tavolino del salotto, si distese sul divano e cercò di chiudere gli occhi.
Perché mi hai spezzato il cuore, e poi mi hai chiamato? Perché adesso?
 
All out of love.
Castiel se ne stava nel suo letto e pensava a quanto la sua vita nell’ultimo periodo fosse stata sconvolta. Non aveva mai capito che il suo migliore amico lo amasse fino a quel punto. Era solo, aveva appena chiuso la telefonata con Dean, erano le quattro e mezzo del mattino e aveva ancora delle lacrime fresche sul volto. E stava pensando di nuovo a lui, come era stato possibile non accorgersi di tutto quello? Come era stato possibile essere ciechi di fronte all’amore che Dean, ovviamente, provava per lui? Non lo aveva mai lasciato cadere, non lo aveva mai lasciato solo, e lui da perfetto ingrato qual era, gli aveva solo spezzato il cuore in tanti piccoli pezzetti. Era il peggior amico di tutti i tempi e se ne vergognava. E poi perché al telefono gli aveva continuato a dire che erano amici? Maledizione, sapeva di averlo ferito, ma era stato bloccato dalla paura. Paura di aver rovinato tutto, paura di non essere abbastanza, paura di soffrire ancora. Era stanco di soffrire, allora perché aveva rinunciato all’unica persona in grado di renderlo felice?
Era lì, e pensava ancora lui, soffrivano entrambi, erano tormentati e distrutti, come potevano essere felici se continuavano a farsi del male? Avrebbe solo voluto riportare il sorriso sul bel volto di Dean, farlo sorridere ancora e imprimere nel suo cuore l’immagine del suo sorriso, quello che gli rivolgeva sempre ed era in grado di scaldargli il cuore. Non c’era stato un momento della sua vita in cui non c’era stato Dean o che non aveva condiviso con lui: si erano conosciuti quando entrambi avevano sette anni, avevano frequentato tutte le scuole insieme, erano andati al ballo del liceo insieme, perché non c’era nessun altro con cui valesse la pena andarci, si erano sempre sostenuti a vicenda, avevano fatto coming out quasi contemporaneamente, avevano frequentato il college insieme, stesso campus, ma indirizzi di studio diversi e si erano laureati a distanza di una settimana l’uno dall’altro, ma solo perché il percorso di studi di Dean aveva tre esami in più rispetto a quello di Cas e poi per un breve periodo erano stati coinquilini, prima che ognuno prendesse la propria strada lavorativa. Non si erano mai separati, erano sempre stati insieme, e si erano sempre supportati, in tutto quel tempo lui aveva cercato l’amore negli uomini sbagliati, finendo per ritrovarsi sempre con il cuore spezzato, mentre Dean aveva preferito gli incontri occasionali. Adesso sapeva che lo aveva fatto perché il suo cuore era già occupato, ma prima non poteva saperlo. E adesso lui aveva rovinato la loro amicizia a causa della sua folle paura e aveva spezzato il cuore di Dean. Ma di cosa aveva paura, poi? Di amare Dean?
Era stato così stupido, doveva aprire prima gli occhi e rendersi conto di essere innamorato di lui. Davvero, come aveva potuto essere cieco davanti a quei sentimenti così potenti? Quelli che aveva sentito quella notte con Dean, non li aveva mai sentiti con nessun altro, quelle sensazioni erano… tutto ciò che avrebbe sempre voluto provare. Perché lo aveva rifiutato? Si sentiva perso, adesso, perso senza Dean, perso senza la sua figura costante e sicura, la sua vita senza Dean era vuota, ma era troppo tardi per dirgli di essersi sbagliato e di aver avuto paura?
Voleva solo che Dean andasse lì da lui, gli dicesse di aver bisogno di lui quanto lui ne aveva dell’altro e lo baciasse senza un domani, portandolo via da quella solitudine che ormai faceva parte di lui, da quando lui non era più al suo fianco, ma sapeva di averlo ferito, sapeva di avergli fatto male più lui di quanto non gli avessero fatto male altri, lo aveva rifiutato proprio quando lui aveva aperto il suo cuore verso di lui. Adesso come avrebbe fatto senza di lui? E se lo avesse richiamato? Se lo avesse supplicato di riprenderlo nella sua vita? Avrebbe sortito effetti sul cuore spezzato dell’altro? Se gli avesse detto di volersi solo prendere cura di lui, adesso, come lui aveva fatto in passato nei suoi confronti, sarebbe bastato? Poteva farlo? Poteva rimediare in quel modo? E se gli avesse detto di non poter andare avanti senza di lui? Che non avrebbe potuto vivere più un solo giorno senza di lui, sarebbe stato abbastanza? Sarebbe stato sufficiente per farsi perdonare? Lo sperava.
Sapeva che Dean lo amava, ma non sapeva fino a che punto. Lo amava al punto di perdonarlo per aver calpestato così tante volte il suo cuore? Poteva amarlo abbastanza da superare quello scoglio che avevano innalzato l’uno davanti all’altro? Dean aveva sempre avuto ragione, aveva sempre detto che lui avrebbe trovato la persona perfetta che lo amasse nel modo in cui meritava di essere amato, ma Castiel non aveva mai capito di averla sempre avuta davanti, era stato cieco e stupido. Era troppo ossessionato dalla ricerca del ragazzo perfetto, per accorgersi di averlo sempre avuto davanti, per accorgersi che c'era qualcuno che lo aveva sempre amato nell’ombra e lui non se ne era mai accorto.
E adesso era perso senza Dean. Ed aveva capito di essere innamorato di lui, e forse era tardi per dirgli di essersi sempre sbagliato e che lui avesse sempre avuto ragione. Dannazione.
A cosa stava pensando lui, adesso? Stava pensando a lui o a quel ragazzo che aveva nell’altra stanza? Perché poi aveva sentito la necessità di incontrare qualcuno? E se Dean avesse amato questo ragazzo? Se lo avesse dimenticato? No, non poteva essere in ritardo, non era troppo tardi, no, poteva ancora riavere Dean nella sua vita, poteva ancora rimediare e fare la cosa giusta, poteva riuscirci, poteva dirgli di amarlo totalmente e completamente. Solo sarebbe dovuto andare da lui, affrontarlo, vederlo… parlargli, perdersi in quegli occhi troppo verdi e brillanti… no, doveva farcela. Per salvare ciò che lui aveva appena distrutto, per salvare la sua amicizia con Dean e soprattutto il bellissimo sentimento d’amore che entrambi potevano vivere l’uno accanto all’altro, per salvare la loro felicità. Sono perso senza di te, Dean, perdonami per averlo capito troppo tardi, sono ancora in tempo per dirti che mi sbagliavo e che ti amo pazzamente?
 
Shape of my heart.
“Se tieni almeno un po’ a mio fratello, sta partendo. L’ho saputo da un suo amico. Vuole lasciare la città, e andare via per sempre, non so cosa sia successo tra di voi, a parte poche nozioni che mi ha detto Dean, ma ti prego, cerca di rimediare” – Castiel aveva letto quel messaggio con un groppo alla gola e un solo pensiero: ti prego, cerca di perdonarmi. E con quel pensiero in mente si era messo in auto, alla volta di Dean, per raggiungerlo e confessargli i suoi veri sentimenti. Non poteva permettere che Dean andasse via e rendesse vani tutti i suoi buoni propositi per essere un uomo migliore, un uomo degno del suo amore. Perché sì, lo sapeva, lui non era nemmeno lontanamente degno dell’amore profondo che Dean provava per lui, ne era consapevole, eppure non aveva mai fatto niente di diverso per tenerlo con sé. Senza di lui, era sempre più debole, solo lui poteva salvarlo da quell’uomo che non riconosceva. Se si fosse guardato dentro, avrebbe capito che aveva cercato di essere un altro, di aver finto di essere un altro, solo per mentire a se stesso e negarsi i sentimenti che aveva scoperto di provare per Dean, forse per paura, forse per non perdere la sua amicizia, non lo sapeva, sapeva solo che adesso voleva che Dean vedesse com’era davvero il suo cuore, voleva davvero mostrarsi per il ragazzo innamorato, che era sempre stato. Era strano essersene accorti ora, dopo così tanti anni, ma meglio tardi che mai, giusto? Guidò pazzamente fino alla casa di Dean, e tirò un sospiro di sollievo quando vide l’Impala ancora parcheggiata sotto allo stabile. Notò un borsone sul sedile posteriore, sicuramente era il bagaglio di Dean. Doveva fermarlo prima che fosse troppo tardi, doveva riportarlo da lui e guarire il suo cuore ingiustamente spezzato. Senza di lui si era sentito solo e vuoto, come se un pezzo importante della sua vita mancasse, ed era ora che Dean lo sapesse,  ti prego, aiutami ad essere l’uomo che ti merita, mi sono accorto tardi di amarti, perdonami – pensava mentre saliva gli scalini due alla volta fino al piano di Dean. Alzò la mano per bussare al campanello, ma essa restò a mezz’aria, quando la porta di casa si aprì, e rivelò Dean, il quale, non appena lo vide, spalancò gli occhi di sorpresa. Non poteva vincere quella guerra contro se stesso, e se ne rese conto quando incrociò lo sguardo perso e distrutto del biondo – i suoi occhi meravigliosi erano spenti e cerchiati di rosso – doveva farsi perdonare.
«Cas…?»
«Ehi, Dean» sussurrò allungando una mano verso il suo viso, mordendosi le labbra «Sono un coglione». Dean appoggiò una mano su quella di Castiel, e il solo tocco fece tremare le gambe di Cas, facendolo sentire debole e vittima di quegli occhi troppo verdi e troppo espressivi, vittima dell’amore che aveva scoperto troppo tardi di provare, e in quel suo ritardo, aveva ferito l’unica persona che non lo avrebbe mai meritato. Il suo Dean.
Un piccolo sorriso contornò le labbra di Dean: «Ma non mi dire…»
«Puoi fare qualcosa per aiutarmi a migliorare…?» chiese «Ho una tempistica pessima, non so cosa mi sia successo tre settimane fa, e ho fatto una serie di cazzate, una dietro l’altra che mi hanno fatto capire che… io senza di te non posso vivere» disse con sincerità guardandolo negli occhi «Voglio rimediare a tutte le mie cazzate, ma da solo non posso farcela, Dean» disse ancora, l’altro non parlava, le loro mani erano ancora una sopra l’altra sul viso di Dean, il quale era perso negli occhi azzurri del suo migliore amico e non riusciva a respirare «Mi dispiace così tanto…» sussurrò «Ho sempre cercato il ragazzo perfetto, e ho messo te nell’ombra, senza rendermi conto di averlo sempre avuto davanti» disse guardandolo «E ora sono qua davanti a te, solo per dirti che mi dispiace di tutto, Dean, non mi sono mai accorto di ciò che provavo per te, fino a che non ti ho quasi perso» Dean spalancò gli occhi davanti alle sue parole «Non ho più niente da nascondere, niente da perdere, voglio solo… che entrambi smettiamo di soffrire» continuò, aprendo totalmente il suo cuore a Dean «Non so da dove cominciare, so solo che ho capito di provare qualcosa per te, qualcosa di forte e che mi sento male per averti ferito in quel modo, voglio solo rimediare e amarti come meriti» disse «Non ho niente da offrirti, se non me stesso». Dean lo fissò sbigottito per qualche istante, poi senza nemmeno ponderare i suoi pensieri e le sue azioni, lasciò andare la borsa che teneva tra le mani e strinse forte la mano di Cas e con quella libera lo afferrò per i fianchi, avvicinandolo a sé. E poi lo baciò, stringendolo forte tra le sue braccia, per paura che svanisse come in tutti i suoi sogni e con quel bacio gli passò tutto l’amore che provava per lui, tutto ciò che aveva sempre provato per lui e che aveva nascosto.
«Anche io ho fatto un sacco di cazzate» ammise contro la sua bocca, distendendo le sue labbra in un sorriso «Non avrei mai dovuto nasconderti i miei sentimenti, avrei dovuto baciarti al ballo della scuola e renderti mio quella sera, ma sono stato un codardo, ti ho sempre amato nell’ombra perché pensavo di non essere abbastanza per te».
«Sei un idiota» mormorò Castiel, anche lui sorridendo «Non trasferirti, ti prego...
»
«Trasferirmi…? No, volevo andare qualche giorno da mia madre a Indianapolis…» disse scioccato, guardandolo. Che diavolo stava blaterando?
«Ma… come? Non vuoi andare via…? Non stai… lasciando la città?»
«Cazzo, no! Okay, ero ferito, ma non sono una ragazzina che fugge dai problemi» affermò «Chi diavolo…?» iniziò la domanda ma poi realizzò e «Non dirmi che è stato Sam a dirtelo».
«Già, è stato proprio lui».
«Ricordami di ringraziarlo» mormorò, trascinando il suo Cas in casa sua e chiudendosi la porta alle spalle, riappropriandosi delle sue labbra, perché adesso non avevano più nulla da nascondere, nulla più che li spingesse a non farlo, nulla che impedisse loro di amarsi completamente e sinceramente. Avevano perso troppo tempo e la vita era troppo breve per perderne ancora. Castiel rise contro la sua bocca, e forse in quel momento, mentre si baciavano dirigendosi verso la camera di Dean, entrambi mostravano la forma migliore del loro cuore, quel cuore che adesso pian piano si stava riaggiustando in entrambi.
 
You raise me up.
Dean si risvegliò nel suo letto, con un piacevole peso sul petto. Sorrise automaticamente, ricordando le vicende del giorno precedente, Castiel era andato da lui, gli aveva fatto capire che tutto quello che era successo tra di loro, non era stato uno sbaglio, solo la sua reazione negativa lo era stata. Quello era stato uno degli eventi che aveva sconvolto la sua vita in senso positivo, era già pronto a dire addio all’amore e a vivere di relazioni occasionali, stava per sprofondare in un abisso dal quale sarebbe stato difficile riemergere, quando era arrivato Castiel alla sua porta e gli aveva detto tutte quelle cose bellissime, e gli aveva fatto ripartire il cuore, lo aveva riparato, aggiustato e adesso batteva nel suo petto con più forza di prima. Castiel aveva questo potere su di lui, era sempre stato così, ogni volta che era stato giù, o di pessimo umore, il moro lo aveva raggiunto, si era seduto accanto a lui e avevano affrontato insieme il problema. Come quando lui si era trovato coinvolto in una rissa senza aver fatto assolutamente nulla, e Castiel lo aveva tirato fuori dai guai, come quando era stato male e il moro si era preso cura di lui – soprattutto al college quando beveva troppo e soffriva dei post sbronza – come quando aveva picchiato un tizio che ci aveva provato con lui contro la sua volontà – Cas sapeva essere veramente sexy quando si arrabbiava. Ogni volta che aveva avuto qualche problema, di qualsiasi genere, anche di umore nero, aveva avuto Castiel al suo fianco, pronto a sostenerlo, proteggerlo, rialzarlo dai suoi malumori. Era ancora più fortunato adesso, perché quella stessa persona che lo aveva conquistato, e che era sempre stata accanto a lui come amico, era il suo compagno di vita. Era inutile nasconderlo, ormai si amavano, si appartenevano ed erano uno la roccia dell’altro, lo erano sempre stati dopotutto, forse era stato proprio questo loro rapporto profondo ad averli confusi e spinti prima sul versante dell’amicizia, prima di farli dirigere verso il più completo e sincero amore corrisposto che si stavano scoprendo a provare. Erano perfetti insieme.
Guardò Castiel al suo fianco e sorrise, passandosi una mano tra i capelli, l’ultima volta che era stato in quel letto, il moro aveva dato di matto al suo risveglio, si era rivestito subito lasciandolo solo immediatamente, e adesso ne era un po’ spaventato, temeva di essere scaricato di nuovo, di poter essere gettato di nuovo via come un preservativo usato. Ma si sforzò di pensare positivo e di essere meno patetico. Con Castiel al suo fianco poteva scalare una montagna e contemporaneamente affrontare il mare in tempesta, ma quando viveva nel dubbio, diveniva l’essere più stupido e meno capace del mondo. Dopo un po’ il moro aprì gli occhi, e Dean sorrise ritrovandosi proiettato negli occhi azzurri di Castiel che sembravano dirgli che lo amava, e che non lo avrebbe mai lasciato solo, mai più.
«Ehi Dean» mormorò il moro, dandogli un leggero bacio a stampo «Buongiorno».
«Buongiorno a te, Cas» sussurrò lui, un po’ timoroso «Allora, come funziona stavolta, scapperai di nuovo?» domandò cercando di sembrare ironico, ma risultando solamente molto spaventato all’idea di perderlo di nuovo.
«Non ho intenzione di andare da nessuna parte» sussurrò l’altro dandogli un bacio sul collo e uno sulla spalla. Dean chiuse gli occhi e si lasciò andare con la testa sul cuscino e sorrise apertamente, finalmente rilassato e sereno «Sempre che tu mi voglia ancora nella tua vita» affermò con serietà.
«Certo che ti voglio ancora» disse sorridendo, scuotendo la testa «Se vuoi te lo provo».
«Aspetto». Dean sorrise e voltò il viso verso quello di Cas e premette le sue labbra contro le sue in un dolce e amorevole bacio di buongiorno «Per ora è sufficiente» sussurrò sorridendo contro la sua bocca «Che ne dici se preparo la colazione? L’ultima volta che siamo stati così l’hai fatto tu e… beh, non è andata nel migliore dei modi».
«Mi sembra un buon piano» affermò, Castiel sorrise si alzò ancora completamente nudo, regalando a Dean una visione completa del suo corpo nudo e tonico, che l’altro aveva amato e venerato la notte precedente e: «Cas, aspetta» mormorò, afferrandolo per una mano. L’altro si voltò verso di lui e Dean lo baciò di nuovo a stampo: «Ti amo».
Castiel sorrise e premette le sue labbra su quelle di Dean, in una muta risposta, e poi sparì dalla camera da letto del biondo, sentendosi anche lui felice e completo finalmente. Quel ragazzo, quello che era il suo migliore amico e adesso suo compagno, era sempre stato in grado di tirare fuori il meglio di lui, lo aveva sempre aiutato, era sempre stato al suo fianco e così lo aveva reso forte, con lui al suo fianco Castiel si sentiva forte, e voleva solo dimostrargli quanto tenesse davvero a lui, voleva solo renderlo felice e farsi perdonare per tutto il male che gli aveva fatto in quel tempo in cui non aveva capito quanto in realtà il biondo lo amasse. Dean lo raggiunse dopo pochi minuti e senza avvisarlo lo abbracciò da dietro mentre Castiel preparava del caffè.
«Lo sai, vero, che non hai niente da farti perdonare, Cas?»
«Non è vero, e tu lo sai» sussurrò «Ho tanto da farmi perdonare» Dean, allora, appoggiò il mento sulla sua spalla e gli diede un bacio sotto al lobo dell’orecchio, scuotendo poi la testa.
«Tu mi rendi forte, Cas, tu mi fai stare bene, ho solo bisogno di te nella mia vita» affermò «E potrei anche scalare una montagna se tu me lo chiedessi».
«Non essere stupido» mormorò, lasciandosi scappare un sorriso.
«Sono serio, Cas, tu hai sempre tirato fuori il meglio di me» disse, voltandolo verso di sé «Okay, sono stato male quando non capivi che provavo qualcosa per te, ma ormai è passato, è tutto passato perché sei qui, ed è questo che conta» affermò appoggiando la fronte contro la sua «Non c’è nient'altro che importi adesso».
«Anche tu tiri fuori il meglio di me» sussurrò, chiudendo gli occhi e godendosi i leggeri baci che Dean depositava sulle sue labbra e sul suo viso «Anche se non sono bravo con la colazione come te».
«Chi se ne frega, ho già tutto quello che desideravo qui» disse, prima di baciarlo con passione, sentendolo ridere contro la sua bocca. Se quella era la vera e più sincera felicità, voleva annegarci dentro e non risvegliarsi mai più.
«Anche io, comunque».
«Cosa?»
«Affronterei un mare in tempesta per te» sussurrò Castiel «Ti amo anch’io».
 
Be your everything.
4 anni dopo.
«Cas» Dean sorrise, quella mattina era perfetta, il sole splendeva con forza, anche se l’ora del tramonto si avvicinava, e Castiel di fronte a lui era meraviglioso nel suo completo blu scuro, gli prese la mano con delicatezza e lo guardò dritto negli occhi «Non ci sono abbastanza parole per descrivere ciò che ci ha portati qui oggi. Noi siamo sempre stati buoni amici, e forse aveva ragione mio fratello quando diceva che eravamo troppo intimi» continuò, gli occhi pieni d’emozione e d’amore che provava per il suo compagno «Ma mi bastano cinque lettere per definire cosa sei per me: Tutto. Sei l’uomo che ho sempre amato, quello accanto a cui mi sveglio ogni mattina, ma sei anche il mio migliore amico, sei il mio confidente, e l’unica persona con cui voglio passare tutto il resto della mia vita» disse ancora, lo sguardo innamorato fisso sul suo compagno davanti a lui «Ti prometto che cercherò di renderti felice e cercherò di essere alla tua altezza, di essere degno del tuo amore; ti prometto che ti abbraccerò ogni volta che avrai freddo e che mi prenderò cura di te; ogni momento, ogni istante, sappi che sono tuo, lo sono sempre stato e sempre lo sarò» confessò lì davanti a tutti, sentendo a tratti il viso andare a fuoco per l’imbarazzo mortale «Te lo prometto, Cas, sarò sempre il tuo per sempre, perché la nostra relazione è l’unico flirt che abbia mai avuto un senso nella mia vita» disse scherzosamente per smorzare la tensione «Quindi sì, te lo giuro, ti amerò fino a che avrò respiro, fino a che camminerò su questa terra, sarò al tuo fianco. Ti amerò come meriti e non ti farò mai soffrire» promise infine, infilandogli l’anello mentre diceva: «Ti prometto che sarò il tuo tutto». Castiel sorrise emozionato alle sue parole e mimò con le labbra un ti amo, prima di prendere la sua mano con delicatezza e rivolgergli lo sguardo più pieno d’amore mai visto. Dean era incantevole nel suo completo blu, coordinato al suo l’unica differenza era la cravatta, Dean non la portava mentre Cas sì, quell’abito lo fasciava perfettamente, e Castiel moriva dalla voglia di toglierlo via. Il cuore batteva con forza nel suo petto, e poteva sentire anche quello del suo quasi marito fare lo stesso.
«Dean» sorrise commosso guardandolo «Ci siamo sempre detti che saremmo stati insieme per sempre, avevamo solo sette anni quando ci siamo conosciuti e guardaci ora… credo che la promessa l’abbiamo rispettata alla grande» disse, strappando un sorriso al biondo «Quando ti ho chiesto di sposarmi, ti ho chiesto se avessi mai visto la possibilità di passare la tua vita accanto ad un altro, e tu mi hai detto No, sei sempre stato tu, e… ho pensato, cazzo Dean è perfetto non devo lasciarlo scappare di nuovo! - non so cosa ho fatto per meritare il tuo amore, cosa ho fatto per essere così fortunato in questa vita» disse ancora «Ma sono così immensamente grato per avere te al mio fianco, io non avrei potuto immaginare la mia vita senza di te, e pensare che ti ho rifiutato all’inizio…» sospirò abbassando lievemente lo sguardo, poi lo rialzò e guardò il compagno negli occhi «Cazzo, adesso ti voglio tutto per me, e non desidero condividerti con nessuno» Dean sorrise alle sue parole «Quello che voglio dire è che ti amo, Dean Winchester, e farò di tutto per renderti felice, per farti sentire come tu fai sentire me. Vorrei urlare forte quanto ti amo, ma cercherò di contenermi» ridacchiò agitato, mentre il biondo lo guardava con gli occhi carichi di commozione «Ti prometto che sarò la tua spalla su cui appoggiarti nei momenti di debolezza, sarò la tua forza quando ti sentirai debole, ti terrò sempre stretto a me quando avrai freddo e ti stringerò anche con il caldo, qualsiasi clima ci sarà, io ti amerò, perché sono tuo, lo sono sempre stato» promise, guardandolo negli occhi «Quindi sì, te lo giuro, ti amerò fino a che avrò respiro, fino a che camminerò su questa terra, sarò al tuo fianco. Ti amerò come meriti e non ti farò mai soffrire» affermò con decisione, guardando il suo quasi marito con amore e: «Ti prometto che sarò il tuo tutto» terminò, infilandogli l’anello al dito. Adesso sei mio, mimò Dean con le labbra, fissandosi la mano ornata con quella semplice fede, che per loro voleva dire tutto. Voleva dire che ci sarebbero sempre stati, che avrebbero sempre fatto il tutto per tutto, che non avrebbero mai dato per scontato niente, che avrebbero sempre cercato di essere migliori per poter amare più completamente il proprio partner. Di qualunque cosa avesse avuto bisogno uno dei due, l’altro avrebbe smosso mari e monti per averla. Nel tutto rientrava qualunque cosa.
Sam Winchester, nei panni di testimone dello sposo, piangeva silenziosamente, sentendosi in parte complice di quell’amore che finalmente davanti agli occhi di tutti si stava concretizzando. Del resto lui lo aveva sempre detto…
«Se qualcuno ha qualcosa da dire, sul perché questi due uomini non debbano sposarsi, parli ora o taccia per sempre». Tutti tacquero, tutti avevano tifato affinché quei due ragazzi potessero trovare la felicità.
«Vuoi tu, Dean Winchester, prendere il qui presente Castiel Novak come tuo sposo e amarlo per il resto della tua vita?»
«Lo voglio» disse Dean, sorridendo dolcemente al quasi marito.
«Vuoi tu, Castiel Novak, prendere il qui presente Dean Winchester come tuo sposo e amarlo per il resto della tua vita?»
«Lo voglio» affermò Cas, senza staccare lo sguardo dall’altro.
«Per i poteri conferitimi dallo stato, vi dichiaro marito e marito, potete baciarvi». Dean non se lo fece ripetere due volte, afferrò suo marito per il colletto della giacca e lo avvicinò a sé, premendo le proprie labbra su quelle del moro con decisione, mentre alle loro spalle il sole tramontava, rendendo l’atmosfera calda, accogliente e romantica.
Tutti i presenti, accorsi al matrimonio, esplosero in un enorme applauso senza fine, esultando per quell’amore che era stato nascosto per troppo tempo, che era stato vissuto in maniera sbagliata, fino a che non era esploso violentemente tra di loro e che finalmente veniva alla luce. Non importava cosa avrebbero fatto adesso, perché entrambi sarebbero stati lì, l’uno per l’altro, pronti a supportarsi in ogni occasione, per darsi un aiuto concreto ogni qualvolta ne avessero avuto bisogno, presenti l’uno per l’altro; sarebbero stati per sempre l’uno il tutto dell’altro.



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Hola people! Vi sono mancata, vero? 
Lo so, lo so. E' solo una piccola OS, ma ci tenevo con questa a ringraziarvi per tutto il supporto dimostratomi in quest'ultimo anno. Avrei voluto pubblicare la long (giuro che è pronta e aspetta solo di essere corretta e pubblicata) ma sono in pieno trasloco e mi staccheranno la linea presto. Quindi con questa piccola OS vi saluto per qualche tempo, appena le cose si sistemeranno, tornerò con una bella long. Non vi libererete di me facilmente, promesso! Spero che questa vi sia piaciuta! E non maltrattatemi troppo Cas, è scemo ma alla fine ama Dean (:
Non so perché ma adoro maltrattare Dean e farlo soffrire come un cane. LOL ma poi gli do sempre l'happy ending con il suo Cas. Ho adorato cimentarmi in questa cosa e probabilmente potrei rifarlo in futuro, non so. Ci penserò ahah. Ma mi sono divertita da morire, perché le canzoni venivano fuori da sole così come le parole. Ho avuto fortuna che il mio telefono, nella riproduzione casuale, mi abbia fatto uscire le canzoni così. Spero con tutto il cuore che vi sia piaciuta, e prossimamente tornerò per deliziarvi con una long super angst! Intanto, fatemi sapere cosa ne pensate di questa piccina qui!
A presto, people!

Piccolo update: ho cambiato il titolo perché questa canzone ci stava troppo bene come titolo di questa storia! Sorry not sorry. Quel "10 songs challenge" era troppo sterile e triste per i miei gusti... anyway spero che le canzoni usate vi siano piaciute!

 
   
 
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