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Autore: Mari Lace    08/09/2018    5 recensioni
SPOILER. Parte ispirandosi al capitolo 1011.
«Sei vivo!» esclama lei felice, vedendoti sveglio. «Lo sapevo, naturalmente, perché respiravi; ma non ti sei mosso per un po’, e hai tanto sangue… Stai bene?»
#2: «Ho alzato la temperatura», ti spiega. «Così finiamo prima».
Annuisci convinto; è un’idea geniale.

#3: Le prendi le mani. «Fidati di me, ci riusciremo».
Il suo sguardo si accende un po’. «Me lo prometti, Rei?»
Sorridi. «Solo se ti togli quest’espressione brutta dalla faccia».
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Akemi Miyano, Elena Miyano, Rei Furuya
Note: Kidfic, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Missione




«Possiamo andare lì, mamma? Ti preeego!»

Vedi Elena pensarci un po’, per poi scuotere la testa. Sorride alla figlia. «Lo sai che non è possibile, Akemi. Non sei abbastanza alta per le montagne russe».

La tua amica protesta rumorosamente. «Ci dev’essere qualcosa che possiamo fare!» urla.

Era così entusiasta quanto ti ha proposto di andare al parco divertimenti insieme a lei; la maggior parte delle giostre che vorrebbe provare, però, le sono precluse. La vostra giornata speciale rischia di trasformarsi in un’enorme delusione.

Non puoi permetterlo. Ti guardi intorno, alla disperata ricerca di un’idea.

Le tocchi la spalla, lei si gira verso di te, ancora imbronciata. «Sì?»

Senza una parola, le indichi un punto alla vostra destra.

Segue il tuo sguardo, capisce e si riaccende subito, la vedi illuminarsi; e sei contento, Rei, in fondo non chiedi altro per esserlo. Ti basta il suo sorriso, è l’unica luce di cui hai bisogno, da quando l’hai conosciuta.

«Andiamo lì!» esclama Akemi raggiante. Si volta verso sua madre piena di speranza: «lì possiamo, vero?» chiede, supplicandola con lo sguardo.

«La ruota panoramica? Certo, dovrebbe andar bene» annuisce lei, facendovi segno di incamminarvi. Vi segue a pochi passi di distanza, spingendo il passeggino con la piccola Shiho.

Prima di entrare, Elena chiede qualcosa al responsabile dell’attrazione, che annuisce. Lo noti con la coda dell’occhio e ti senti sollevato; temevi ci fosse qualche problema all’ultimo.

Akemi, invece, non si è accorta di nulla: non è più in sé dalla gioia, già pregusta il vostro giro.

La capsula in cui entrate ti sembra enorme; Elena vi accede con il passeggino, fermandosi dal lato opposto al vostro. Le porte si chiudono, siete sigillati; lentamente, la giostra si avvia.

Vi perdete entrambi a guardare il panorama, all’inizio. Poi, gradualmente, la tua attenzione viene calamitata dalla tua amica. Sorride felice, quando nota qualcosa di particolare si lascia sfuggire un’esclamazione; senti caldo, ma non capisci perché. Torni a rivolgerti verso l’esterno.

 

Stringi i pugni; perché quel ricordo è tornato proprio ora?

Non puoi permetterti di distrarti, lo sai benissimo. Devi concentrarti sulla missione, solo questo conta. Solo questo.

Respiri profondamente, nascondendoti dietro l’angolo.

Per un solo secondo, hai colto uno scorcio della sua espressione.

La stessa che aveva quel giorno.

 

«Eh? Tutto qui?»

La fissi stupito. «Siamo solo a metà» mormori, confuso.

Lei si stringe nelle spalle, alza lo sguardo. «Volevo arrivare moolto più in alto!» annuncia.

Temi che si rattristi di nuovo, ma non è così: ti rivolge un altro dei suoi bellissimi sorrisi.

«Non fa niente; da grande volerò e andrò molto più in alto di così, ne sono sicura!»

Dopo un attimo di esitazione, scoppi a ridere. «Volerai?» ripeti.

«Certo! Ti porterò con me» dichiara. «Se te lo meriterai» aggiunge, tirando fuori la lingua.

La ruota inizia a scendere, tra pochi minuti sarete di nuovo a terra.

«Promettilo» le dici. Promettimi che mi porterai con te anche quando saremo grandi.

«Che c’è, non ti fidi?» ribatte, prima di porgerti il mignolo.

È deciso.

 

Porti una mano alla fronte. Ti verrebbe quasi da ridere.

Avevi dimenticato quella promessa. Non che abbia importanza: proprio come quella che le hai fatto tu, era destinata a venire infranta.

Volevi proteggere Shiho, vero? Com’eri ingenuo.

Non solo non avevi potuto evitare che la portassero via, no, non era stato così semplice.

Pochi giorni dopo aver preso quell’impegno impossibile da mantenere, l’intera famiglia Miyano era sparita, così, da un momento all’altro.

Senza che nessuno ti avvertisse.

L’unica spiegazione ti era venuta dal maestro, che un giovedì aveva annunciato, come fosse la cosa più naturale del mondo, che Akemi non sarebbe più venuta a lezione. La sua famiglia si era dovuta trasferire per motivi personali.

Non ci avevi potuto, voluto credere. Eri corso alla clinica il prima possibile, ma l’avevi trovata deserta. Sulla porta un cartello recitava “Chiuso”.

Precipitarti in quella che avevi imparato a considerare come una seconda casa non era stata un’impresa più fortunata.

Avevi urlato, e pianto, per giornate, settimane intere, allora. Ma alla fine avevi dovuto accettarlo.

Akemi non c’era, non ci sarebbe stata più.

Faceva male, vero? Non solo aver perso un’amica, non aver mantenuto una promessa.

Una così importante.

Non avrei dovuto sottovalutare la cosa, ti sei ripetuto allo sfinimento.

Adesso lo sai, che non avresti potuto fare nulla comunque.

Adesso sei un poliziotto, le persone come gli uomini che ti hanno sottratto l’infanzia le combatti. Ti sei infiltrato in un’organizzazione criminale, una delle peggiori. Ma non pensavi si trattasse proprio di quella.

Può essere diversamente, tuttavia?

Ardisci dare un altro, rapido sguardo oltre l’angolo che ti sottrae a due paia d’occhi che mai avresti voluto vedere vicine.

Se prima avevi sperato si trattasse di uno scherzo della mente, un’allucinazione creata dalla mancanza di sonno, magari, ora lo sai con certezza. In fondo alla strada c’è Akemi, senza alcun dubbio.

Non è più una bambina.

Come te, è cresciuta; è una donna, ormai. Ti ha dimenticato, forse; di certo, c’è qualcun altro nella sua vita, l’uomo con cui sta ridendo.

E non può essere una coincidenza, che il ragazzo di Akemi sia uno di loro, uno degli assassini su cui stai indagando. È anche lei nel giro, quindi?

Non sai che daresti per chiederglielo, per farti raccontare tutto quel che è successo in quella fatidica giornata, in quelle misere ventiquattro ore che sono bastate a stravolgerti la vita.

Non puoi.

Non puoi far saltare la tua copertura. Puoi solo guardarla in silenzio, da lontano, mentre scherza con Rye.

E allora lanci un ultimo sguardo, spii il suo sorriso per quella che decidi essere l’ultima volta.

Poi volti le spalle e ti allontani con cupa determinazione.

Non puoi riavere la tua amica d’infanzia, è semplicemente impossibile.

Puoi prendere chi te l’ha tolta, e lo farai, qualunque sia il costo che ti verrà richiesto.

 

Manterrò la mia promessa questa volta, Akemi.


  
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