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Autore: Juuzou    10/09/2018    2 recensioni
Si ambienta tempo dopo l'ultimo capitolo di Tokyo Ghoul.
Ovvero quando Mutsuki fa di tutto per provarci con Urie ma lui è così ottuso che non ci arriva.
Dal testo:
"Il giovedì sera si sedettero insieme a tavola e cominciarono a cercare su internet dove andare per chiudere quella faccenda. Trovarono un ristorante piuttosto caro e ordinarono un tavolo per quel sabato sera.
Quando Mutsuki propose quel ristorante, Urie rischiò di soffocare con la sua saliva. Aveva in mente di offrire lui ma quando si accorse di quanto fosse caro, Mutsuki rispose con un "Me ne prendo la responsabilità" e un sorriso.
Non riusciva a capire se avrebbe offerto lei oppure si sarebbe fatta perdonare, ma lei ci teneva tanto e li dispiaceva deluderla.
"(Chissà perchè ha scelto proprio questo)" pensò il moro, per poi dare attenzione a Mutsuki, davanti a lui, che diceva alla cameriera della prenotazione".
Ho cercato di rendere i personaggi più simili possibili all'originale, per cui spero di non essere caduta nell'oc.
Non mi resta altro che augurarvi buona lettura e buon appetito!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mutsuki Tōru, Urie Kuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In questa storia Mutsuki è una donna. Ci tengo a specificarlo perché so che molti sono contrari. Vorrei solo che non ci siano discussioni, io amo letteralmente il personaggio di Tooru  ma io la interpreto come donna (ovviamente per motivi che non sto qui a spiegare). Non ho nientre contro le persone che la vedono transgender, credo che l'importante sia amare il personaggio indipendentemente dalla sua identità di genere, ma mi riferirò a Mutsuki come donna. 
E non ho assolutamente nulla contro i transgender (io stessa non sono cis) ma la vedo così. Detto questo, buona lettura! 

 

La ragazza dai capelli bianchi camminava davanti ad Urie di qualche passo. 
Era da quando erano usciti di casa che non spiaccicavano parola, entrambi nel loro mondo. 
Probabilmente riflettevano già sul profumo di fritto che avrebbero sentito appena dentro il ristorante che avevano prenotato. 

Qualche mese prima erano andati a bere una birra e prima di andare a dormire Urie incalzò, dicendo "La prossima volta andiamo a mangiare fuori" seguito dal "Mi sembra un'ottima idea" di lei che lo aveva in seguito fatto uscire per cambiarsi. 
Quella proposta uscì sopratutto grazie all'alcol, che aveva alleggerito l'atmosfera tra i due. 

Eppure ora sembrava piuttosto strano. 
La domenica prima, dopo aver pranzato, ne riparlarono per caso e decisero di andarci il fine settimana.
Ci avevano messo quasi una settimana per scegliere dove andare. 
Ogni volta che si incontravano  finivano la conversazione con "Ricordati di cercare qualche posto dove mangiare" quasi meccanicamente. 

Il giovedì sera si sedettero insieme a tavola e cominciarono a cercare su internet dove andare per chiudere quella faccenda. Trovarono un ristorante piuttosto caro e ordinarono un tavolo per quel sabato sera. 
Quando Mutsuki propose quel ristorante, Urie rischiò di soffocare con la sua saliva. Aveva in mente di offrire lui ma quando si accorse di quanto fosse caro, Mutsuki rispose con un "Me ne prendo la responsabilità" e un sorriso. 
Non riusciva a capire se avrebbe offerto lei oppure si sarebbe fatta perdonare, ma lei ci teneva tanto e li dispiaceva deluderla. 

"(Chissà perchè ha scelto proprio questo)" pensò il moro, per poi dare attenzione a Mutsuki, davanti a lui, che diceva alla cameriera della prenotazione. 
"Seguitemi" rispose, portandoli verso un tavolo posto al muro. 

E prima che potesse fiatare, Mutsuki si fiondò sul lato col divano, sedendosi in fretta, e sospirando. Urie la guardò perplesso e mise a sedere. 
La cameriera li diede un paio di menù per poi prendere la stilografica dal taschino e posizionarlo sul block notes.
"Da bere?" 
Mutsuki aveva già cominciato a leggere il menù, così Urie ordinò due bicchieri di vino rosso e una bottiglia d'acqua (aveva l'abitudine di ordinare sempre l'acqua assieme alle altre bevande). La ragazza ringraziò e si allontanò, andando ad ospitare una famiglia all'entrata.

Urie aveva cominciato a leggere le varie pietanze per cui aveva un debole ma costavano veramente tanto e per quel periodo aveva già speso abbastanza in serate e regali a causa di quella famiglia di idioti che si ritrovava. 
Con quella cena si giocava lo stipendio, ma ormai si trovava lì. Avrebbe ordinato quello che poteva. 

"Okey" Mutsuki chiuse di scatto il suo menù, posando la mano sinistra sotto la guancia, aspettando la cameriera. 
"Allora, come va?" chiese ad Urie che aveva appena chiuso il libro con un sospiro. 
"Tutto bene, insomma..." "Saiko mi ha detto che sei rimasto a digiuno tutto il giorno"
Il ragazzo arrossì un poco "Beh non proprio a digiuno... (Saiko deve sempre esagerare, accidenti)". "Non hai mangiato perchè sapevi che saremo usciti, davvero?" chiese con la voce un po' bassa. Urie abbassò lo sguardo "No!" "Urie" "Solo ho cercato di non mangiare troppo, ecco tutto".

Mutsuki ridacchiò e la sua risata distolse Urie dal disagio. 
"Okey non dico nulla" rispose, portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 
Le stavano ricrescendo e quella sera li aveva legati in una coda. 
"Comunque è dolce da parte tua" Urie arrossì. 
Non riuscì a rispondere che la cameriera tornò al loro tavolo per ricevere le ordinazioni.

Non si aspettava che uscisse con una frase simile. E non era la prima volta.
Nell'ultimo periodo capitava che Mutsuki li facesse dei complimenti. Non che non li facesse, ma erano aumentati e questo lo metteva a disagio. 
Si sentiva come se non sapesse come reagire, come se un "Ottimo lavoro" da parte sua fosse molto più inaspettato di un attacco dagli umanoidi. 
Si sentiva su di giri e quando poteva, cercava di rilassarsi per non cadere nell'imbarazzo. 

E in questo caso, afferrò la bottiglia di vino e cominciò a versarne nel bicchiere, bevendolo tutto d'un sorso. 
L'alcol gli bruciava la gola. Beveva piuttosto raramente e in questo caso era da un sacco che non prendeva un vino, forse un anno, ma era piuttosto buono per quanto ne sapesse. 

Vedeva Mutsuki gesticolare e prendere più di una volta il menù per mostrare il piatto alla donna. 
In quel momento sembrava... carina? 
Se ne accorse quando, sedendosi, si tolse la giacca. Portava un tubino nero che arrivava fino alle cosce, con uno scollo tondo che mostrava le clavicole. 
Aveva raccolto i capelli con un fermaglio di plastica in una specie di coda e spostato la frangia a lato. Eppure continuava a finirle davanti agli occhi e ogni volta cercava di spostarla. 

Sembrava completamente diversa, non immaginava avrebbe indossato questi vestiti per uscire. 
Li portava solo durante le serate importanti o quando andava a ballare con gli altri dei Quinx, lasciando Urie a casa, a leggere qualcosa o ad allenarsi. 
Una sera tornò a casa ubriaca fradicia e rimase a dormire sul divano fino alla mattina dopo, non riuscendo a fare le scale per andare in camera, svegliandosi con un tremendo torcicollo. 

Quando la cameriera se ne andò si accorse di aver passato tanto tempo perso nei suoi pensieri, dimenticandosi completamente di ordinare. 
Aprì bocca cercando di richiamare la ragazza, ma Mutsuki lo riprese dicendo "Va tutto bene, ho ordinato diversi piatti". 
Il ragazzo rimase immobile finché non si rese conto del significato delle sue parole. 
"(Cavolo, cavolo... okey tranquillo, niente paura, Mutsuki è ragionevole e non è rimasta a digiuno come me, sicuramente avrà ordinato un antipasto e i piatti principali. Nel peggiore dei casi con diecimila yen dovrei farcela)" ma non sembrava affatto sicuro di ciò. 

"Tranquillo, ehi, guarda che posso pagare" disse di nuovo notando l'espressione preoccupata di Urie. Afferrò la bottiglia, versando il vino nel bicchiere per poi bere. 
"E poi sono io che sono voluta venire, no?" sorrise. 
"Non abbiamo mai detto che avresti pagato tu e abbiamo scelto insieme di venire qui!" sussurrò, cercando di non alzare la voce. 
"Perché non lasciamo questa faccenda a dopo? E poi scommetto che stai morendo di fame".

Bevve un altro bicchiere "Tranquillo" ridacchiò "Ti prometto che non usciremo più fino a dicembre e poi andremo ad Osaka a mangiare gli Okonomiyaki, dicono che gli fanno divinamente" Urie la guardò titubante.
Quindi stava già pianificando di mandarlo al lastrico?
Sorrise, rilassandosi "D'accordo e poi?" domandò, finendo il suo bicchiere. "E poi a Marzo andiamo in Persia e mangiamo il Kebab con il Sabzi Lhordan e il Tahdig" 

Il ragazzo cominciò a ridere. Finalmente cominciava a sentirsi a suo agio. 
"E a luglio ti porto in Italia e ci abbuffiamo di risotto, spaghetti e fritture miste se andiamo al mare!" "Fritture miste?" "Sì, una volta sono andata in Croazia con Ayumu per un piccolo viaggio e ho scoperto che al mare fanno le fritture più buone che tu possa mangiare!"
Sembrava parecchio elettrizzata. 
Come al solito, l'alcol stava alleggerendo la tensione e riuscivano a parlare molto più tranquillamente di come avrebbero fatto senza. 

Anche se in quel momento, Urie non era sicuro che fosse l'unica causa.

"Vuoi andare così lontano solo per mangiare?" Urie cominciava a morire di fame. "Mi aiuterai tu a finire il cibo, e poi ho voglia di viaggiare. Così sarà più divertente, no?"
Forse non si rendeva conto dell'insensatezza delle sue parole ma non era nulla che non potesse fare. Urie non riusciva a capire se parlasse sul serio e se fosse semplicemente su di giri, ma gli piaceva quella conversazione. 
"Okey allora, se ti fa piacere, andremo dove vuoi" sorrise. 
"Sì! Sei fantastico!" esultò l'altra. 

E questo fece traboccare il vaso. Urie si strozzò con l'acqua che aveva appena bevuto, tossendo ininterrottamente. "Stai bene?! Urie bevi dell'acqua!" cercò di aiutarlo porgendoli il bicchiere pieno. "N-no" tentò di fermarsi ma senza successo. 
Si alzò dalla sedia, dirigendosi verso il bagno il prima possibile sotto gli occhi di Mutsuki che si stava preoccupando sempre di più. 

Urie si aggrappò al lavandino cercando di trattenere la tosse sotto gli occhi di chi era dentro con lui. Aprì il rubinetto, lavandosi la faccia e ingoiando l'acqua senza sosta, finché non si sentì meglio. "(Che diavolo era, perché ho reagito così?!)" pensò, asciugandosi le mani. 
"(Devo scusarmi, chissà quanto avrò sputato, cavolo...)". 
Uscì dal bagno, tornando verso il tavolo. 

Si sedette, di nuovo. "(Non capisco, da quando è tornata allo Chateu sembra sempre loquace e così piena di energie... lo era anche prima ma ora sembra così dolce...)". 
"Tutto bene?" chiese, dispiaciuta senza ben sapere il motivo "Sì, sto bene grazie". 
Cadde il silenzio. 
"(Piuttosto tu sei sicura di stare bene?)". 

"Allora... bene, non vorrei morissi prima di mangiare altrimenti non so proprio come farei a finire tutto" i due risero, un po' per la battuta, un po' per l'imbarazzo. 
"Tranquilla, al massimo morirò di fame, vorrei tanto sapere perché ci mettono tanto" l'impazienza del moro fece sorridere Mutsuki. 

"Ingordo" "C-cosa?!" ora sì che non riusciva più a contenersi "E poi ti lamenti se ho ordinato io, se l'avessi fatto tu avresti ordinato un piatto di Ramen per tutti e due e ti saresti abbuffato di panini a casa!" "Oh! Questo non è assolutamente vero!" cominciava ad offendersi. 
"Che tirchio, non succede niente se spendi qualche yen in più, lo sai?". 
Tutta la gentilezza di prima stava completamente andando. 
"N-non!" cercò di ribattere, ma in quel momento arrivò la cameriera. 

Urie rimase a bocca aperta quando vide la quantità di cibo che Mutsuki aveva ordinato. Tempure, Yakitori, Sushi, Yukisoba, Udon e Zaru Soba, per non parlare delle salse e della seconda bottiglia, stavolta di Saké, che aveva appena ordinato. 
Stava cominciando a sbavare dalla fame ma non poteva fare a meno di guardare Mutsuki male. 

"Tutto questo potevamo prenderlo in un ristorante meno cost-" "Tirchio" "Ma io-" "Il cibo è più buono quando si sta zitti!" "Mutsu-" "Logorroico!" "Ma-" "Na na na non ti sento, sto mangiando, na na na!" 
E Mutsuki prese a mangiare, ignorando completamente il moro. 
"Mnm!" squittì, gustandosi gli spiedini di pollo. 
Sembrava volesse mostrargli che erano soldi ben spesi. Eppure lui rimaneva poco convinto nonostante avrebbe cominciato a sbavare da un momento all'altro.

C'era un odore che gli stava dando la testa, stava letteralmente morendo di fame, e vedere Mutsuki mangiare come se quello fosse il cibo più buono del mondo lo faceva rosicare. 
Ma rimaneva fermo. Come se avesse potuto riportare indietro quello che non toccava. 
E ci stava pure credendo finché Mutsuki non cominciò a prendere cibo da tutti i piatti.
A quel punto avrebbe solo voluto tornare a casa.

"Non hai ancora cominciato? Sei davvero incorreggibile" sospirò, afferrando un gambero fritto con le bacchette e allungandolo verso la bocca di Urie. 
"Dai su, mangia!" lo incalzò. "Guarda che non serve..." "Se non mangi butto tutto nella borsa" il ragazzo arrossì. 
Non sapeva come reagire, aveva paura che qualcuno gli stesse guardando, e in effetti era così, e doveva sembrare veramente ridicolo. 
Guardandola notò un leggero rossore sulle sue guance. "(Ha bevuto troppo, accidenti)" pensò. 

E adesso? 
Non gli rimase molta scelta, sapeva per esperienza che quando esagerava bisognava assecondarla altrimenti avrebbe cominciato a fare i capricci fino alla fine della serata. 
E, no, non sarebbe crollata dal sonno ma lo avrebbe fissato per tutto il tempo con le mani incrociate facendo leva sui sensi di colpa fino al giorno dopo. 
Era abbastanza sobria per potersi ricordare che stava esagerando con la storia dei soldi e che gli stava facendo passare una serata noiosa. 

Acconsentì mentalmente e si avvicinò, afferrando il gambero con i denti per poi masticarlo e mandarlo giù cercando di rimanere disinvolto.
Era veramente buono. Il migliore che avesse mai mangiato. 
"Allora? Ne vale la pena?" chiese la ragazza, pulendo le bacchette con un fazzoletto. 
Urie annuì cercando di non guardarla: "È buono, sì..." "Te l'avevo detto" sorrise, ricominciando a mangiare. 

Appena arrivò la seconda bottiglia, versò il Saké in entrambi i bicchieri, afferrando il suo e alzandolo: "Al cibo più buono che potrai mai mangiare" disse. Dopo un attimo di esitazione, anche Urie alzò il suo bicchiere, colpendo con quello di Mutsuki.
"Alla persona più spendacciona che abbia mai incontrato" disse, guadagnandosi un'occhiata infastidita. 
E cominciò ad abbuffarsi senza sosta. 

 

 

Circa un paio d'ore più tardi, stavano bevendo dalle loro tazze di Houjicha e sospirando nell'essere riusciti a mangiare tutto. 
In verità alla fine Mutsuki aveva dovuto mangiare anche la parte del moro che non riusciva più a continuare. 
E rimase stupito da quanto potesse mangiare. Forse perché masticava molto più di lui (e forse perché lei non era stata così idiota da non mangiare niente per tutto il giorno per poi tuffarsi sul cibo) ma era anche più veloce, quindi immaginava dovesse avere dei denti in più che non voleva mostrare. 
Ad un certo punto chiese se poteva avere una fetta di limone che infilò nel bicchiere versandoci sopra l'acqua. L'avrà aiutata a digerire.

In ogni caso, la cameriera arrivò, portando il foglio per il conto. 
"A voi" disse, prendendo le tazze di tè ormai vuote e portandole via. 
Urie prese il foglio e, per la seconda volta in quella giornata, si strozzò con la saliva, cominciando a tossire di nuovo. 
Prese il bicchiere riempito d'acqua da Mutsuki e lo bevve in un sorso. 
"Ma che hai oggi?" chiese Mutsuki un po' preoccupata e un po' divertita. 
"Che cosa diavolo hai ordinato?!" "Quello che hai visto a tavola" stava degenerando, aveva fatto bene a smetterla di bere. 

"Sono venticinquemila yen, Mutsuki!" "Oh davvero?" "Sì!" rispose. 
La ragazza sembrava tranquilla: "Perché sei così tranquilla?" "Pensavo di dover spendere molto di più, è una cosa buona" sorrise. "No! Non ho tutti questi soldi, lo sai!" sussurrava cercando di contenersi. 
Normalmente non l'avrebbe mai sgridata, anzi, avrebbe cercato di calmarsi e trovare una soluzione. Ma nemmeno lui reggeva l'alcol, anzi era peggio di lei e stava dando foga ai suoi pensieri. 
"Tranquillo, ho tutto sotto controllo. Rilassati" sorrise. 
E Urie calmò i nervi, poco convinto. 

Mutsuki si alzò, mise la giacca per poi andare verso Urie. 
"Dai su, andiamo" e vedendo che stava per ribattere, lo prese per un braccio alzandolo di peso e trascinandolo verso la cassa. 
Il cameriere che si trovava lì chiese lo scontrino, per poi ribadire la somma che dovevano pagare. 
Mutsuki prese il portafogli, estraendo i contanti e pagando al ragazzo. 

"Okey andiamo" rispose, riprendendo lo scontrino e trascinando Urie verso l'uscita. 
"Aspetta, non avevamo detto che avresti pagato tu!" "Come sei pesante" sospirò. 
"Io ti ho detto di venire qui perché io volevo spendere tremila yen per un piatto di sushi. Me ne sono presa la responsabilità, quindi ho pagato". 
Ma Urie rimaneva poco convinto. 
Mentre camminavano per tornare a casa, Mutsuki si voltò verso il moro che era qualche passo indietro.

"Se ti fa dormire la notte sappi che quando andremo ad Osaka pagherai tutto tu, okey?" sorrise, indietreggiando. "Va bene..." rispose il ragazzo.
Invece non andava bene per niente. 
Però doveva ammettere che ne valeva la pena, o l'avrebbe fatto se lei gli avesse permesso di pagare in parte. 
La ragazza lo prese per il braccio, posando la testa sulla sua spalla. 
Urie arrossì, non aspettandoselo. 

"Almeno dimmi che ti è piaciuto" quasi sussurrava. 
Aveva chiuso gli occhi e camminava alla cieca. Stava crollando dal sonno e non vedeva l'ora di andare a casa a dormire. 
"Sì, grazie Mutsuki" rispose, sorridendo. 
La ragazza sfregò la testa sulla sua spalla, facendolo arrossire ancora di più. 
"C-che c'è?" domandò imbarazzato. 
"Niente" abbassava la voce sempre di più, non riusciva quasi a sentirla: "Sei caldo, tutto qui". 
Per un attimo rischiò di inciampare su una piastrella sollevata.

La variazione di contatto fece rabbrividire il ragazzo che non sapeva come reagire. 
Era veramente solo l'alcol oppure si stava comportando così di proposito?
Se non la conoscesse direbbe che ha passato tutta la sera a provarci con lui.

Il pensiero gli fece perdere l'equilibrio, rischiando di cadere, di nuovo.
La ragazza si destò, guardandolo: "Tutto bene?". 
Urie annuì, cercando di coprirsi la faccia con i capelli. 
"(Ma a che diavolo sto pensando)" eppure sembrava proprio così. 
Non era bravo in queste cose, anzi, si poteva dire ignorante, ma aveva visto abbastanza film e serie tv per poter captare i flirt. 
No, non era possibile, si stava immaginando tutto: "(Sarà colpa dell'alcol, sì è sicuramente così)".
Ma non sembrava per nulla convinto. 

Comunque lei si era staccata e stava camminando di fianco a lui, che continuava a tenere la testa bassa. Ringraziava il cielo che fosse mezzanotte passata e non poteva vederlo. 
Erano quasi arrivati allo Chateu, mancava poco e sarebbe potuto fiondarsi nella sua stanza, farsi una doccia ghiacciata e addormentarsi.
Sperava di riuscirci visto che non pensava ad altro che a Mutsuki mentre cercava di camminare senza chiudere gli occhi. 

Appena arrivati, la ragazza estrasse le chiavi dalla borsa e le infilò nella serratura, aprendo la porta. 
Ma appena varcò la soglia rischiò di cadere dalla stanchezza e dovette aggrapparsi al comodino di fianco. 
"Mutsuki!" si allarmò il ragazzo. "Tranquillo" sospirò, rialzandosi: "Sto bene" rispose, ricominciando a cercare di tenere le palpebre aperte almeno per arrivare in camera senza cadere dalle scale. 
"Aspetta ti aiuto" le prese un braccio, mettendolo dietro il suo collo e aiutandola a salire per andare in camera. 

Appena arrivati, Urie la lasciò ricadere sul suo letto. 
Fece per andarsene quando la ragazza lo richiamò: "Aspetta" disse in un sussurro.
"P-puoi restare ancora un po'?" domandò, sedendosi.
Urie la guardava senza sapere cosa fare. Annuì, avvicinandosi e sedendosi accanto a lei. 
La ragazza posò la testa sulla sua spalla, chiudendo gli occhi. 

"Mutsu-" voleva richiamarla, non poteva lasciare che si addormentasse in quel modo. 
"Urie... Kuki, Kuki è un bel nome...". Il ragazzo aveva definitivamente perso il controllo, arrossendo nel sentire il suo nome pronunciato da lei. 
Era la prima volta che lo chiamava per nome. 
"Mi piace, ricordano i biscotti" sorrise. A quella battuta, non poté fare a meno di sorridere anche Urie. In effetti si era sempre chiesto che scherzo della natura fosse dato che non amava i dolci.
"Scusa se ti sto infastidendo" aggiunse poco dopo. Urie non capiva a cosa si riferiva, non lo stava infastidendo, doveva saperlo. 

Il ragazzo stava per aprire bocca quando Mutsuki si mosse.
Alzò la testa, aprendo di poco gli occhi, e avvicinandosi al viso del ragazzo, stampandoli un bacio sulla guancia. 
Guancia che andò a fuoco appena sentito il contatto. 
"(C-cosa, cosa sta facendo, è successo davvero? Cioè... oh cavolo, non capisco cosa abbia, forse sono io quello pazzo. Sì sicuramente è così, non posso credere che abbia appena... Dio santo l'ha fatto! Ma non era innamorata di Sasaki?! No aspetta, questo non significa che sia innamorata di... No no, assolutamente no, non è vero. Ha bevuto troppo, non sa cosa sta facendo, sì sarà per questo. Ma quando beve non è piena di energie? Ora sembra parecchio assonnata, sarà perché oggi abbiamo lavorato tanto. Sì, è la stanchezza, entro domani avrà già dimenticato tutto e... ma io non voglio che dimentichi. Che diamine Urie! È un bacio, non mi ha chiesto di sposarla! Ma a cosa sto pensando?! Zitto Urie!)" 

"Grazie" rispose lei, riponendo la testa sulla sua spalla e stringendo il petto contro il suo braccio facendolo terrorizzare. "Ehm sì... di nulla!" rispose con una voce più acuta del normale. 
Il cuore stava per uscirgli dalla cassa toracica, pompando il sangue che gli stava arrivando al cervello, ribollendo nelle vene. 
Si alzò di scatto, facendo svegliare Mutsuki, e uscì di corsa, chiudendo la porta e sussurrando un "Buona notte" correndo verso la sua stanza. 

Appena dentro, chiuse la porta e si tuffò sul letto, affondando la testa sul cuscino. 
"Ora stai esagerando Urie, non è successo niente, calmati accidenti!" cercò di tranquillizzarsi, ma senza successo. 
Non riusciva a calmarsi ed era sicuro di aver svegliato qualcuno. 
Oltretutto il cibo che aveva mangiato da poco non lo stava aiutando, facendolo sentire sempre più su di giri. 
Passarono vari minuti, forse mezz'ora.

Sentì la porta aprirsi, ma rimase con la testa sul cuscino senza voltarsi. 
"Urie" era di nuovo lei. Si era addormentata per poco per poi svegliarsi quando rischiò di cadere sul pavimento e dopo essersi stropicciata gli occhi era riuscita ad alzarsi e andare nella stanza del ragazzo. 
"Stai bene? Sei scappato, avevo paura fosse successo qualcosa" continuò. 
"Sto bene, grazie" rispose l'altro. Ma Mutsuki non lo sentì e si avvicinò verso di lui. 
"Qualcosa non va?" chiese, sedendosi sul letto. 

Sentendola, Urie s'irrigidì, ma alzò il viso e si sedette anche lui. "No, davvero" rispose. 
La ragazza si voltò, guardandolo: "È colpa mia? Perché volevo pagare io?" domandò. 
Ma il moro non rispose, guardava le piastrelle del pavimento. 
"...Oppure perché sono così loquace ultimamente" "(Allora lo sa...)" pensò, senza aprire bocca. Non sapeva cosa dire, credeva che lei dovesse finire di parlare.
"Scusa se ti ha dato fastidio, non volevo".

"È che..." ricominciava, ma sta volta fece una lunga pausa. "Niente, solo mi mancavate, tu e Saiko. Ho pensato che avrei potuto guadagnare il tempo perso ma mi sbagliavo".
Urie stava per parlare ma lei lo precedette: "E poi, volevo vedere la tua reazione" sorrise. 
Un sorriso un po' malinconico, come se si sentisse una stupida. 
"Perché?" riuscì solo a chiedere. "Beh è divertente vederti arrossire e balbettare" ridacchiò un poco, facendo comparire il rossore sulle guance di Urie.
"Sei carino quando fai così..." aggiunse, abbassando lo sguardo. E l'altro non ci mise poco a sentirsi a disagio.

"D-dici davvero?" chiese la prima cosa che gli venne in mente. "Scusa, avrai sonno, adesso vado" fece per alzarsi. Urie la seguiva con gli occhi, quasi titubante. 
Non voleva se ne andasse.
"N-no" sussurrò. Mutsuki lo sentì appena. "Che c'è?" domandò, sedendosi di nuovo. 
Non sapeva cosa dire, quella situazione sembrava sempre più surreale. 
"B-beh..." abbassò lo sguardo non sapendo cosa dire. 
Lei gli sorrise, cercando di tranquillizzarlo, ma riuscì solo a farlo confondere di più.
"Anche tu... sei carina" improvvisò.
Ma solo in seguito si rese conto di ciò che aveva appena detto e desiderò solo sprofondare.

Dopo un tempo che sembrava infinito, Mutsuki si mosse, avvicinandosi verso Urie. 
Protese il viso verso Urie, avvicinandosi sempre di più, sotto lo sguardo di Urie che, senza accorgersene si stava avvicinando anche lui. 
In quel momento, l'unica cosa che riusciva a vedere erano le labbra di lei che si avvicinavano. 
E poi... contatto. 

Mutsuki posò le labbra su quelle di Urie, rimanendo ferma, sperando che ricambiasse. 
Il ragazzo mise la sua mano sulla guancia della ragazza, aumentando la pressione. 
E presto cominciarono a baciarsi con più passione, entrambi completamente su di giri.
Mutsuki si staccò per poter respirare. 
Tolse il copri spalle, a causa del caldo estivo (e non solo) che si respirava e si spostò, mettendo entrambe le ginocchia sul letto e posando le mani sulla nuca di Urie, avvicinandosi ancora e ricominciando a baciarlo. 

E continuarono per un tempo che sembrava infinito, in silenzio, da soli e sperando che nessuno entrasse e rovinasse quel momento. 
Ma non successe. 
Continuarono così finché non si sdraiarono entrambi. 
Urie cominciò a sfiorarle la guancia, baciandola, e continuando, spostandosi, fino al collo che sembrava solleticarle. 

Prima di continuare alzò lo sguardo per guardarla e vedere che teneva la testa a lato come se stesse acconsentendo. Il ragazzo sorrise, continuando a baciarla sulle clavicole, cominciando ad abbassare le spalline del vestito. 
Mutsuki lo bloccò, alzandogli la testa. 
Il ragazzo non capiva e credeva che non fosse pronta, che avesse cambiato idea, ma mise il braccio sotto la schiena e si abbassò la cerniera, lasciando il corpo più libero. 
Improvvisamente Urie si ritrovò terribilmente imbarazzato e cercò di non guardarla, spostando lo sguardo sul materasso. 

La ragazza sorrise. Urie si avvicinò di nuovo, titubante, ricominciando a baciarle il petto. 
Continuò sentendo il cuore palpitare e pompare il sangue al cervello sempre di più, e quel silenzio faceva rimbombare il suono. Come se fosse lui l'unico a disagio. 
Continuava ad arrossire violentemente, ogni volta che il petto di lei si gonfiava nel respirare cominciava a prendere più consapevolezza di ciò che stava facendo. 
Stava andando in tilt, come se quello fosse stato l'ultimo momento della sua vita. 
E probabilmente lo sarebbe stato visto che il battito cardiaco stava raggiungendo una velocità preoccupante. 
Eppure si sentiva la persona più felice del mondo. 

Perso nei suoi pensieri, non si rese conto che Mutsuki stava tentando di rimanere composta.
Credeva di poter resistere, invece cominciava a soffocare sempre di più i suoni involontari che tentavano di uscirle dalla bocca. 
Non voleva sembrare inopportuna. Anzi. Aveva paura di mettere entrambi in una situazione di disagio molto più palpabile di quella attuale. Non voleva rovinare nulla. 
La concentrazione era esclusivamente dedicata al suo continuo "(Non aprire la bocca, non farlo, ti prego)". 
Eppure appena Urie inclinò la testa, le uscì un gemito. 
La faccia si colorò di un rosso scarlatto, così forte da essere visibile nonostante la pelle scura. 

Urie si ritrasse per poterla guardare in faccia. 
Anche la sua faccia era in fiamme, e con lei, l'intero corpo stava arrossendo. 
"S-scusa" sussurrò lentamente, coprendosi gli occhi con la frangia che ora le ricadeva completamente in faccia. 
Allora non era l'unico che stava morendo dall'interno per l'imbarazzo. 
Sembrava strano, si era sempre sentito come se solo lui cadesse in imbarazzo. Lei è sempre sembrata così sicura delle sue decisioni. 
Ora lo sentiva chiaramente, il cuore di Mutsuki combattere per poter uscire dal corpo. 

"Ti amo" disse. 
Due parole. 
Semplici. 
Le scandì in modo così sincero. Un po' trascinato. 
Non ci aveva pensato. Parlò e basta. 
E quando si rese conto di cosa disse, cadde completamente nel terrore. La guardò negli occhi quando lo disse e l'unica cosa che riusciva a fare era perdersi nel contemplare un lembo di lenzuolo per staccare il contatto visivo.

"C-cioè... io intendevo... sì insomma, va bene, credo. Non lo so..." strizzò gli occhi fra di loro. Si stava maledicendo per essere stato così diretto. 
Perché non poteva essere come Kuroiwa? Nulla sembrava metterlo a disagio. Dal racconto di Saiko, Takeomi sembrava davvero sicuro e composto quando fece la proposta a Kosaka. 
Invece lui si stava mettendo in ridicolo da solo. "(Che idiota)". 
Sentì la ragazza sorridere. Aprì gli occhi di poco per poter vedere che gli occhi di Mutsuki si intravedevano tra i capelli. 
"Mh" riuscì solo a miagolare, insicuro. 

La ragazza poggiò i gomiti sul materasso, per poter avvicinare il viso a quello di Urie. 
Allungò il viso, cominciando a tenersi con i polsi, e gli stampò un bacio in guancia. 
Il secondo. Sta volta alla guancia sinistra, esattamente sui nei. 
Continuò a baciarlo seguendo la mandibola, per poi posargli le labbra sulle sue. 
Rimase così per un po', continuando a baciarlo sulle labbra, seguita titubante da lui che la assecondava anche se insicuro. 
Mutsuki li posò una mano sulla guancia, attirandolo sempre di più. 
Ciò era scandito solo dai respiri di lei, che sembravano decisamente pesanti e stanchi. 

La ragazza si staccò per poterlo guardare negli occhi. 
"Ti amo anch'io" sussurrò pacata. Dolce. 
In tutta risposta Urie buttò la testa nell'incavo del collo, affondando la testa sulla spalla della ragazza, per poter morire d'imbarazzo senza farsi vedere. 
Dopo poco, Mutsuki gli posò una mano sulla schiena, picchiettandola e scandendo un "Ehi, Urie?" come per assicurarsi di non averlo ucciso. 
Il problema era che Mutsuki, per poter arrivare alla stanza di Urie e sopratutto perché credeva di metterci poco, accese le luci del corridoio e si dimenticò di spegnerle. Ciò illuminava di poco la stanza, abbastanza perché potessero vedersi. 

"Ehi tutto bene?" continuò, cominciando a preoccuparsi. 
Lo sentiva tentare di rallentare il respiro per poterlo rendere regolare, quindi non era morto. 
Urie annuì leggermente. Intanto però il calore del suo corpo stava arrivando anche a Mutsuki. 
Il ragazzo scandì un sussurro che però non arrivò fino all'orecchio di Mutsuki. 
"Scusa, cosa hai detto?" Urie affondò la testa sempre di più.
 La ragazza lo avvertì e subito si corresse "Mi dispiace davvero, ma non capisco cos'hai detto". 
Urie continuava ad affondare la testa. 
Prese un enorme sospiro e si spostò di poco. 

"Grazie" disse. 
Mutsuki sorrise involontariamente. 
Urie affondò nuovamente la testa. 
"Sono io che dovrei ringraziarti, Urie" La voce le usciva roca, malinconica. 
Il ragazzo si spostò per poterla guardare. Lei teneva lo sguardo basso. 
"Insomma... grazie, davvero" sussurrava. 
Urie capì subito a cosa si riferiva e le accarezzo la guancia con una mano. 
"Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata. Grazie Mutsuki" concluse. 

Entrambi si accasciarono sul materasso. 
Mutsuki avvicinò il viso verso Urie, e quando lui sporse le labbra aspettandosi un altro bacio, la ragazza si ritrasse, lasciando il moro confuso. 
"Tocca a te" rispose. In effetti lui non aveva ancora preso l'iniziativa. 
Il ragazzo riprese ad arrossire violentemente.
Mutsuki era in assoluto il suo primo bacio. Ed essendo lei colei che fece la prima mossa, non ci pensò. Non sapeva come comportarsi. 
Rifletté sui movimenti di Mutsuki, imitandoli. 
Si avvicinò a lei, che per incoraggiarlo chiuse gli occhi, e le sfiorò le labbra. 
La ragazza sorrise. Era il tocco più delicato che avesse mai ricevuto. 

"Ti amo" sussurrò il ragazzo, accomodando la testa sul cuscino. 

Appena Mutsuki aprì gli occhi poterlo guardare si rese conto di una cosa. 
"Ehm Urie" chiese, picchiettando con la mano la spalla del ragazzo. 
"Ma..." rimase interdetta quando il ragazzo cominciò a lasciare sospiri leggeri. 
"Urie, mica ti sei addormentato" sussurrava più a se stessa che a lui. 
Ma lui teneva gli occhi chiusi e sembrava ormai già addormentato. 
La ragazza sospirò, sorridendo. 
Era sempre carino. 

Posò il mento sopra la testa del ragazzo, stampandogli un bacio sulla fronte. 
E mentre continuava ad accarezzargliela con una mano, chiuse gli occhi, addormentandosi. 
"Sì, ti amo anch'io Urie" concluse un po' esasperata e un po' stanca. 

"E grazie"

 

 

Angolo autrice: 
Ciao a tutti! Sono nuova su efp e volevo cominciare con una fanfiction di uno dei manga più ansiogeni della storia! 
Sono felice di averla scritta, era da un po' che avevo in mente una cosa del genere. Spero solo di non essere caduta nell'oc, ma nella mia mente Urie è un totale incapace con i rapporti sociali e secondo me Mutsuki l'ha capito ad un certo punto della cotta di Urie per lei, e immaginavo che sei anni dopo, si comportasse come sempre (ovvero dolce e gentile) ma fosse più consapevole di sè per cui avrebbe potuto prendere ogni occasione per stare con Urie. E nella mia testa flirtare vuol dire anche prendersi in giro, sopratutto perchè in questo caso sono amici di lunga data. 
Inizialmente non sapevo dove andare a parare con la scena più romantica e ho preferito chiuderla così. Se dovessi fare una scena più intima vorrei avere una circostanza migliore per entrambi e così e più divertente XD
Visto che ho intenzione di scrivere altre one-shot di questo genere, pensavo di farne una raccolta ma ho paura di renderlo ripetitivo. Quindi boh, cosa ne pensate? 
Inoltre più avanti potrei scrivere anche qualche fanfiction di pochi capitoli, non lo so. Per ora mi interessa il vostro parere, se esiste ancora qualcuno che crede in questa coppia dopo quel finale a mio parere veramente orribile.  
Grazie mille per essere arrivati fino a qui, se c'è qualche errore vi prego di dirmelo, e grazie per aver letto. 
Alla prossima! 

 

   
 
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