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Autore: kodocha98    11/09/2018    2 recensioni
“Gli uomini più anziani dichiarano la guerra. Ma sono i giovani che devono combattere e morire.”
Herbert Clark Hoover
[...La battaglia si stava svolgendo imperterrita mentre agli occhi del giovane corvonero tutto si stava dilatando, rallentava inesorabilmente. Tutto era fermo in quel momento, nulla stava acquistando senso. Tutto quello che stava vedendo era lo stemma verde diventare di un rosso vermiglio.
La pelle di lei diafana, le sue guance rosee avevano perso il suo colore, gli occhi erano vitrei e fermi. Era quello che temeva, il suo cuore tremò. La sua paura era diventata reale e di sicuro, quello non poteva trattarsi di un molliccio...]
Hogwarts!au
Genere: Generale, Guerra, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Innocente è la vita, colpevole è l’uomo

“Gli uomini più anziani dichiarano la guerra. Ma sono i giovani che devono combattere e morire.”
Herbert Clark Hoover

 
L’urlo gli si spezzò in gola, le lacrime bollenti gli solcavano il viso. È finita così, la sua vita è finita ancor di cominciare; perché adesso? Perché così?
Era realmente accaduto.
La paura più grande di Hiccup era lì davanti a lui, il corpo della ragazza che amava era riverso a terra in una pozza di sangue.
Sangue vermiglio.
Sangue innocente, quello di Astrid.
La battaglia si stava svolgendo imperterrita mentre agli occhi del giovane corvonero tutto si stava dilatando, rallentava inesorabilmente. Tutto era fermo in quel momento, nulla stava acquistando senso. Tutto quello che stava vedendo era lo stemma verde diventare di un rosso vermiglio.
La pelle di lei diafana, le sue guance rosee avevano perso il suo colore, gli occhi erano vitrei e fermi. Era quello che temeva, il suo cuore tremò. La sua paura era diventata reale e di sicuro, quello non poteva trattarsi di un molliccio.
Un boato riecheggiò nella sala grande: Pitch era morto, Jack era riuscito a distruggere l’uomo nero.
Tutti rimasero immobili d’ambedue le parti, chi fuggiva tra la polvere e chi s’inginocchiava ringraziando qualsiasi Dio esistente e non; era finita.
La guerra era sul serio finita ma non le lacrime del castano. Gli studenti di Hogwarts erano stremati: tassi, grifoni, serpi e corvi erano allo stremo; il castello era allo stremo delle sue forze.
“Astrid!”
Hiccup si allentò il nodo della cravatta, il funerale di stato era troppo per il giovane. Tutti erano lì per compiangere qualcuno: Anna aveva perso sua sorella, Aurora aveva perso il padre e la madre, Peter cercava di consolare Jane dalla perdita della cugina Wendy mentre Guy cercava di consolare Eep dalla perdita del fratello. Tutti stavano piangendo, tutti si disperavano: la guerra non aveva risparmiato nessuno, neppure la sorellina di Jack, Amelie. La piccola Amelie, aveva solo undici anni. Undici.


“Dovresti rientrare dentro, il ministro Hua sta per fare un discorso sui caduti”
“Non credo di riuscire a sopportare oltre” il castano si sbottonava, senza alzare lo sguardo verso l’altra persona, anche i primi due bottoni della camicia; “mi sento in gabbia, mi manca l’aria lì dentro”.
Merida guardò il ragazzo, i graffi erano ancora persistenti sul suo viso mentre gli ematomi perdevano del loro violaceo colore, era distrutto ma come tutti lì dentro; “dovresti lo stesso” rispose lei incolore.
Hiccup si girò a guardala, la chioma rosso fuoco al vento e abiti neri: pantaloni e maglione sdrucito. Figlia di puro sangue, figlia di grifoni, lei era nata nel coraggio e lei era sul serio tutto ciò che la sua casata rappresentava: coraggio, audacia, senso della giustizia e nobiltà d’animo.
“Merida, lasciami qui” si guardò le nocche vedendole ancora rotte a sangue “smettila e lasciami qui” continuò; la scozzese si girò guardando uno, dei pochi, amici a lei più cari e vide quello che più temeva in questa guerra: il senso di vuoto che una perdita può lasciare. Logorante e silenziosa, la peggior cosa che può succedere a qualcuno: essere lasciato indietro dalle persone a te care.
“Non la riporterà indietro quello che stai facendo” disse per l’ultima volta, alzandosi, e andando verso il ministro Hua per il discorso ai caduti.
Non sei l’unico ad aver perso qualcuno e quello che stai facendo non la riporterà indietro; Merida ascoltava le parole del ministro mentre stringeva tra le mani i pochi resti della bacchetta di suo padre.
Hiccup non era l’unico in quella stanza e, di sicuro, non era l’unico a provare quel dolore al petto.
“Merida, dov’è papà?”


  La scuola sembrava tornata quella di un tempo, le mura ricostruite come altrettanto si le statue all’ingresso. Gli studenti si accalcavano in sala grande per lo smistamento mentre i superstiti si guardavano attorno.
Molti speravano nell’entrata in scena di un qualche amico caduto, di un famigliare o semplicemente del preside Nord ma nulla di questo accadde. I morti rimangono morti. Rapunzel si aggiustò la cravatta giallo nera, guardando Eugene mentre sbocconcellava, al tavolo dei serpeverde, il suo purè di zucca dolce.
Tutto era così familiare quanto nuova, nulla sarebbe più stata la stessa e tutti ne erano coscienti.
“Come sono andate le vacanze?”
“Bene Penny” rispose mentre i primini facevano il loro ingresso spaesati cercando di capire chi avesse combattuto nella guerra contro Pitch e, chissà, vedere anche Jack Frost, il salvatore del mondo magico.
Corvonero!
Grifondoro!
Tassorosso!
Serpeverde!
“Ricordate bene ragazzi: Hogwarts è la vostra casa e voi sarete sempre i benvenuti a casa”.
Merida correva sulla scopa, il boccino era lì. Lì in quel punto, un ultimo sforzo e sarebbe riuscita a far vincere la sua casata.
Rapunzel urlava dagli spalti, Jack cercava di sorpassare la rossa mentre Hiccup guardava il tutto con occhio vitreo.
Il ragazzo non era più lo stesso, nessuno di loro era più lo stesso. La partita si stava per volgere al termine, ancora un ultimo sforzo e- Jack prese il boccino. Neanche un battito d’occhi che le era sfuggito fra le mani.
“Serpeverde vince!” urlò Miguel dall’altoparlante “grifondoro sconfitto, non preoccuparti Merida son cose che capitan-” “Miguel, il microfono!” “mi scusi professoressa Tooth”.
La rossa scese a terra mentre gli altri festeggiavano in volo, il viso rosso dalla cocente sconfitta alzando poi lo sguardo verso Hiccup che la guardava con un sorriso benevolo.
Il solito sorriso che Hiccup gli regalava sempre.  


    È di nuovo quel giorno.
Merida si sistemò i capelli in una crocchia mentre si avviava verso l’edificio, Hogwarts era sempre imponente. E, nel suo cuore, si sentiva sempre a casa.
Si aggiustò lo zaino in spalla mentre una mano le si posò sul fianco, si voltò ammirando quegli occhi. Gli occhi di chi conosce e gli occhi di un dolore acuto che non potranno mai essere colmati e leniti.
“Andiamo Mer” disse Hiccup mentre con gli altri andavano a rendere omaggio a chi, da tempo, non c’era più.
Se quel giorno fosse stato differente, se Pitch non fosse mai esistito, tutto sarebbe diverso. Soprattutto quel giorno, sarebbe diverso.
Erano ragazzi, tutti loro. Erano bambini che combattevano la guerra di un adulto, erano innocenti fin quando non hanno visto la morte. Erano bambini che hanno visto altri bambini andar via.
Hiccup avrebbe ancora metà gamba, Anna avrebbe sua sorella, Mulan avrebbe ancora i suoi amici, Wendy, Aurora, Shiro, Moonie…Astrid, tutti sarebbero ancora vivi.  
Mulan, nel suo carico di ministro, si alzò guardando ogni superstite di quella guerra, ammirando chi aveva perso chi amava e, voltandosi, guardò la parete: vedendo chi, invece, aveva perso la vita. Iniziò a parlare, mentre Hiccup stringeva la mano tremante di Merida. Sua moglie.
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.

Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.

Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra
Gianni Rodari
Angolo autrice.
Ebbene, ecco la mia piccola short. È un’opera che scrissi tempo fa e, non so come, oggi ho voluto postare. Questa storia, segue il filone Harry Potter, ovviamente; ci ritroviamo nel quinto anno dei big four e ho voluto inserire solamente degli stralci e non l’opera completa.
Qui, si passa dalla guerra al funerale, per poi all’anno dopo e infine alla commemorazione dei caduti. Ho inserito due citazioni che, alle medie, mi colpirono molto: adesso ho vent’anni e ho pensato di postarla anche per amor dei miei stessi personaggi.
La guerra non è facile. Non lo sarà mai, i soldati danno la loro vita per il paese/ideale/la loro famiglia; e, non è facile neppure per chi rimane indietro. Ho cercato di rimanere fedele al mio credo che la vita debba andare avanti anche se non lo si supererà mai al 100%.
Vorrei fare una piccola nota:
- Ministro Hua: il padre di Mulan, il loro cognome nella versione originale è Hua quindi ho voluto rimanere questo invece di quello della trasposizione italiana.
- Penny: personaggio di “Taron e la pentola magica” del 1985
- Amelie: ovviamente, non conosciamo il nome della sorella di Jack quindi lasciatemi una piccola licenza poetica.
Spero che la mia opera vi sia piaciuta!

Ogni personaggio all’interno della storia non mi appartiene bensì alle loro case the Walt disney company & Dreamworks animation
 
  
 
  
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