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Autore: Symphonia    11/09/2018    5 recensioni
Azzurro era il colore del loro primo incontro. In quel triste giorno delle elementari, al primo giorno delle medie... e quando tornò, alle superiori.
| Genere: Angst, Romantico | Avvertimenti: Slice of Life, Missing Moment | Universo: Captain Tsubasa J | Coppia: Het | Pairing: Matsuyama/Fujisawa | Personaggi: Hikaru Matsuyama, Yoshiko Fujisawa, Machiko Machida | Parole: 1266
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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neve d'aprile

Neve d’Aprile






    Azzurro. Il cielo era tinto di una tonalità fredda, come il clima di quella mattinata. I rami pungevano come aghi di ghiaccio, i bulbi troppo pigri per schiudersi ancora. Erano in ritardo. In ritardo come quella calca, che passava con la forza di un fiume in piena, proprio sotto di loro.
    Orde di mocciosi, gente impaziente, teste saltellanti di pulcini in un nido. Tutti raggruppati davanti un cartellone, grande tre volte loro. Occhi curiosi; che schizzavano a destra e manca. Frugavano il loro nome, tra le scritte minuscole.
    Restò in fondo, in pace. Se ne sarebbero andati — prima o poi. Non aveva fretta di scoprire in che classe fosse finito, non gli importava molto. Era un altro il risultato che occupava la sua mente.
    Continuò a palleggiare imperterrito.
    “Cinquantadue, cinquantatré, cinquantaquattro…” — poff!
    Guardò pigramente la palla sprofondare nel manto bianco, a pochi centimetri da lui. Sospirò.
    “Questo è veramente l’unico posto al mondo in cui ti ritrovi con i cumuli di neve ad apri-”
    Neanche il tempo di chinarsi per prenderlo, che si ritrovò il pallone davanti, tra due mani guantate. Alzò gli occhi e incontrò uno sguardo timido, incorniciato da ciocche castane. Un viso avvolto in una sciarpa rosa, il naso a patata che sbucava timidamente.
    “Prego.” sussurrò la ragazza.
    Era una voce famigliare — delicata, armoniosa. Calda.
    Quella voce spezzata, gli ricordava un passato non così lontano. Avrebbe voluto dimenticarlo, quel ricordo estivo...

    Azzurro. Il colore del cielo, del mare. È il colore che i bambini scelgono per disegnare le persone tristi.

    Lacrime.
    L’aria era intrisa di singhiozzi. Discorsi tristi recitati dagli studenti, tra cui – se la memoria non lo ingannava – c’era anche lei. In piedi sul palco, vicina alla foto; un foglio - che si era rifiutata di leggere - tra le dita tremanti. Esprimeva sentimenti sinceri. Le parole avvolte in una bolla di nebbia. Era un discorso gentile, ma sentiva che mancava qualcosa — un ultimo ringraziamento.
    Erano vicini, quando anche lui decise di pronunciare qualche parola. Gli doveva tutto. Negli anni, ciò che il preside della Furano aveva fatto per la squadra di calcio rappresentava tutto per Hikaru.
    Si era avvicinato al microfono. Aprì la bocca; ma le parole lo abbandonarono. La voce tradì un gemito. Le corde vocali si spezzarono. Doveva resistere. Non doveva arrendersi al pianto.
    Non poteva.
    Chiuse gli occhi, fece un respiro profondo.
   “Il preside era... una brava persona.” Il petto si gonfiò d’orgoglio e un sorriso gli illuminò il volto.“Ci ha insegnato a combattere a testa alta, a restare uniti nei momenti di maggiore difficoltà. Ci ha sempre spronato a inseguire i nostri sogni con passione. Per noi della squadra di calcio è stato tutto. È stat-” scosse la testa “Continuerà ad essere la nostra guida. Per sempre.”
    Forse aveva mormorato anche un ringraziamento alla fine, non ricordava.
    Si mise da parte, ad ascoltare il resto dei discorsi. Restò accanto alla bambina, per tutto il tempo. Non si rivolsero mai la parola, neanche si presentarono.
    Scesero dal palco, in silenzio. E quando lui, per quell’attimo di lontananza dalla folla, cedette all’istinto di affogare nella manica della giacca blu, lei gli prestò un fazzoletto.
    Una lacrima. Solo una lacrima da asciugare il giovane capitano poteva permettersela, no?

    “Grazie” - un attimo, per ricordare vagamente il nome pronunciato dal vicepreside quel giorno - “… Fu-Fujisawa, giusto?”
    La ragazza sorrise e annuì leggermente.
    “Io invece sono Matsu-”
    “YOSHIKO!!”
   
Una voce stridula lo troncò.
    Saltellava. Un groviglio di rame sbucava tra le capocchie delle altre matricole. Si faceva largo tra la folla, senza troppi complimenti. Una corsa lenta, affossata dalla neve. Sbucavano i calzettoni di lana spessa, il cappotto marroncino e la sciarpa, che aiutava la produzione di nuvolette. Nuvolette che le peggioravano ancora di più la vista. Sbuffava ritmicamente. Li raggiunse, nonostante fosse controcorrente. Fu un miracolo che non inciampò nel tragitto.
    “Abbiamo avuto fortuna!” ansimò “Siamo in classe insieme: prima B!”
    “Ottimo!”
    L’atteggiamento di Fujisawa si rivoltò come un calzino. Era più aperta, più allegra, più tranquilla.
    “Uh?” La nuova arrivata non poté far a meno di notare il ragazzo con cui l’amica conversava.“Sei quello che si è presentato ai provini stamane?” - ottenne solo un cenno in risposta - “Tranquillo, ti hanno preso di sicuro!”
    “Eh?” Matsuyama sbatté le palpebre più di una volta “Beh, non che ci volesse tanto... Da che ne so, anche nella squadra delle medie mancano membri...”
    La quattrocchi lo squadrò per bene, da sinistra a destra, dalla testa ai piedi. Aveva uno sguardo dubbioso e, a forza di avvicinarsi, stava per farlo cadere all’indietro.
    “La prima cosa che faccio agli allenamenti di oggi è rimetterti a posto quel monociglio che ti ritrovi…”
    “Scusami?!”
    Che confusione. Chi diavolo era quella ragazza? Come sapeva che aveva passato la selezione? E perché aveva tirato fuori un discorso sull’estetica come se fosse sua madre?
    “Scusa, la franchezza, ma non ti conosco.”
    “Eh? Hai davanti Machiko Machida, manager della squadra di calcio!”
    Aveva un portamento orgoglioso, mentre ripuliva le lenti.
    Matsuyama alzò un sopracciglio.“Hanno posto per una manager?”
    “E lei è Yoshiko Fujisawa, l’altra manager.” Ripresentò l’amica, con un sorriso soddisfatto.
    Ora il ragazzo era decisamente esterrefatto.“Hanno il posto per ben due manager??”
    Non ebbe il tempo di riprendersi. Machiko prese Yoshiko per il polso, trascinandola via.
    “Sarà meglio sbrigarsi o faremo tardi!”
    L’altra zompettò titubante. Timida. Non se la sentiva di lasciare il ragazzo così, di punto in bianco. Accennò giusto un saluto: “C-ciao!”
    “Ci... vediamo...” mormorò Hiakru.
    Sparirono nel bianco. Rimasero solo le impronte nella neve. Fece vagare lo sguardo tra le nuvole, i rami scoperti, i foglietti volanti. Sbatté le palpebre. Non era sicuro di cosa fosse appena successo; ma doveva andare avanti.
    Trascinò a fatica il pallone. Lo calciò con pesantezza.
    Buttò un occhio sul cartellone: “Prima B…”

    Sfortuna volle che finisse nella sezione C. Avrebbe pian piano scoperto com’era passare dall’inverno alla primavera.


***


    Azzurro. Il cielo era tinto di una tonalità calda, come il clima di quella mattinata. I rami carezzavano come un vento estivo, i fiori troppo giovani per appassire ancora. Erano in anticipo; come la calca, che passava con la forza di un fiume in piena sotto di loro.
    Orde di ragazzi, gente ribelle, teste assonnate di animali in letargo. Tutti raggruppati davanti un cartellone grande tre volte loro, cercavano scritte minuscole.
    “Cinquantadue, cinquantatré, cinquantaquattro…” — poff!
    Guardò pigramente la palla sprofondare nel manto rosato, a pochi centimetri da lui. Alzò gli occhi al cielo.
    “Preferivo quando Furano era l’unico posto al mondo con cumuli di neve ad apri-”
    Neanche il tempo di chinarsi per prenderlo, che si ritrovò il pallone davanti. Tra due mani delicate, sottili — femminili. Alzò lo sguardo per incontrarne un altro 
—  timido, incorniciato da ciocche castane.
    “Sorpresa...” sussurrò la ragazza.
    Trattenne il respiro per un istante. Solo per accertarsi che non stesse sognando.
    Sfilò il pallone dalle sue mani. Lentamente. Percepiva la pelle liscia; quelle dita, gli erano fin troppo famigliari.
    “Yoshiko!”





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    N.A.: Ho semplicemente scoperto d’aver finito questa oneshot qualche tempo fa. E per me non c’è mai abbastanza Matsu/Yoshiko ♥
Spero vi sia piaciuta, ci si rilegge in giro!


   
 
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