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Autore: meggie681    12/09/2018    3 recensioni
Il principe e il pescatore. Un’immagine, incerta nei contorni, ma vivida nelle sue sfumature essenziali
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ONCEUPONATIME
One shot – Once upon a time



Los Angeles, in September 2018

Pov Jared Leto




Esito, nel girare la chiave del cancelletto sul retro.
Los Feliz è semi deserta a quest’ora.
La gente è già corsa a casa, a vedersi la partita, a cambiarsi per cena, a trovare pace, dopo una giornata frenetica, in questa città di pazzi.

Sorrido, ma non abbasso il cappuccio della mia felpa.
Fa ancora così caldo, ma io non lo percepisco, come gli altri.

E forse potrebbe esserci qualche paparazzo, chissà.
Ancora me ne preoccupo.

La porta della cucina cigola; un’altra serratura, chiusa per poco.

Inspiro, concentrandomi sui suoni della casa.
Un’abitazione immensa, per un’unica persona.

Anche se non sei da solo, me ne rendo conto, salendo le scale, facendo meno rumore possibile.
Volevo sorprenderti, ma tu mi anticipi.

Henry poggia la testolina sul tuo petto; siete distesi su di un quilt, regalo di qualche Natale passato.

In Irlanda, ne sono quasi sicuro.

“Allora la mia favola, papi?” – sorride.

Lo tieni stretto, fissi un libro, colorato e logoro.

Quante volte, gliel’avrai raccontata?

Ridi piano, scompigliando i suoi capelli, accidenti quanto è cresciuto, ma tu non smetterai mai di raccontargli favole.

O bugie?
Mi pento di averlo pensato.
Ti voglio così bene, che ho imparato a capirti, non tanto a perdonarti Colin.

“Dunque … C’era una volta un”

Ti fermi, guardi in giro, poi spii il sonno improvviso di tuo figlio.

Io lo amo, così James, perché sono parte di te.
Sono il tuo cuore, che ha deciso di vivere oltre i tuoi giorni, attraverso il loro cammino, anche se non sarà semplice, vero Cole?

Ti sollevi lento, fai attenzione, poi resti seduto sul bordo del letto, ancora un attimo.

Scruti il tramonto, nascosto dalle tende chiuse.

Ci arrivi, le apri, metti le mani in tasca e respiri più forte.

“Sei lì da tanto, Jay?”
Lo chiedi, improvviso, quanto i sogni di Henry, che lo hanno rapito, prima che ascoltasse il tuo racconto.

Avanzo, sentendomi anche un po’ stupido.

Ti volti.
Sorridi.

“Le medicine, sai, ho il fiuto di un segugio ormai”

Scrollo le spalle – “Succede, sì”

Io, io non so cosa dirti.

Mi tendi la mano destra – “Vieni, andiamo di là”
Ti seguo, senza prendere le tue dita, che hanno un lieve tremore.

Entriamo in un salotto, ti accomodi, posi l’album di fiabe e prendi una sigaretta; poi la rimetti nel pacchetto.

Io sono ancora in piedi.

Mi fai posto e con i tuoi occhi, così belli, mi inviti a non avere paura delle mie stesse emozioni.

“Com’era Toronto?” – domando, tormentandomi leggermente le mani.
“Caotica”
“Il TIFF?”
“Noioso”

“Jared”
“Come sarebbe stata la tua storia, questa sera, per Henry?”

Ti fisso.
Sono di nuovo qui, riesco ad esserci e non so neppure io come.

Ridi, senza enfasi.
Apri le pagine, ne scegli una a caso.

Ci sono principesse disegnate ovunque.

Tossisci, inforcando gli occhialini, tenuti sino a quel momento nella tasca della camicia celeste.

“C’era una volta, un principe triste. Una strega malvagia, con un sortilegio, lo aveva condannato a non potere più stare alla luce del sole. In principio, il principe visse male la cosa, ma poi, girovagando fuori il suo castello, nel bosco, iniziò a conoscerne gli abitanti: animali fedeli, al suo passaggio, folletti dispettosi, ma così divertenti, fate, che gli avevano promesso di trovare un antidoto, prima o poi e infine un pescatore, che solo di notte, provava a catturare una trota dalle squame d’argento … Era giovane quanto lui e il pescatore, cominciò ad aspettarlo, puntuale, in riva all’unico fiume, che bagnava le terre del reame; non c’era pioggia, temporale, che gli facesse cambiare idea, neppure il gelo, dell’inverno seguente …”

Chiudi il libro.

“E poi?” – ti esorto, infantile, lo ammetto.

Mi guardi, sembri compiaciuto – “Tu non cambierai mai, Jay”

Deglutisco.
Sai uccidermi come nessuno, Colin, con questa tua dannata tenerezza.

Prosegui, ma senza leggere.

“Una fata, innamorata del principe, lo libera dalla sua maledizione, alla prima nevicata della stagione; il pescatore lo attende invano, quella notte, ma l’altro, così felice di essere tornato ad essere come gli altri, si dimentica di lui, ma solo fino all’alba, poi corre a cercarlo: troppo tardi … Cristallizzato e immobile, il suo ormai più caro amico, giace senza vita, sulla riva, dove avevano trascorso lunghe ore a parlare e a innamorarsi, senza neppure saperlo. Il principe disperato, invoca la strega, che accorre, soddisfatta di vederlo piangere e disperarsi; lo diventa ancora di più, quando lui le chiede di accendere il sole, su quel grigio mattino, il sole più caldo di sempre, per salvare il suo adorato pescatore, condannando lui, di nuovo, ad una notte senza stelle e lei lo accontenta, ridendo sarcastica.”

Silenzio.

Tu riapri la copertina, sul fondo, estrai un disegno e me lo mostri.
Il principe e il pescatore.

Si tengono per mano.

Un’immagine, incerta nei contorni, ma vivida nelle sue sfumature essenziali.

Il manto celeste, del primo, i calzoni rossi, al ginocchio, del secondo.
Le tenebre sullo sfondo ed unicamente la luna, generosa di un bagliore rassicurante.

“E’ di James e questa, la sua storia preferita” – dici a mezza voce.

“E’ … E’ stato bravissimo, il tuo campione” – il mio respiro, fatica a farsi largo tra le parole.

Annuisci.

“Il principe, ogni notte, vincendo l’oscurità più assoluta, guidato dagli abitanti del bosco e dai folletti, riusciva a ritrovare il suo pescatore, accendendo la luna, nell’unico modo, che, insieme a lui, aveva scoperto per caso …”

Inarco un sopracciglio, senza avere mai smesso di fissarti, esigente.

Mi baci, prima con un’innata timidezza, poi con foga.

“Neppure tu, Colin, cambierai mai” – provo a dirti, prima di un secondo bacio, più profondo e caldo.

E, nonostante il tuo stringermi a te, non ho mai lasciato cadere tra i cuscini, l’immagine del nostro destino.

The end





   
 
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