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Autore: cin75    12/09/2018    6 recensioni
Questa storia farà parte di una serie che raccoglierà la mia personale visione di come andranno i primi episodi della tanto attesa 14ma stagione. Saranno 4 shot ( forse l'ultima divisa in due parti).
L'ansia di Sam, la sofferenza di Dean, l'apprensione di chi gira intorno ai due fratelli.
Spero tanto che vi piaccia e naturalmente: WARNING!!!!! per chi non sa niente ancora ne' della 13 ne' della 14.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ancora. Rabbia. Ritorno. Paura.'
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THE ROAD SO FAR

Il Diavolo mi ha reso libero….

Io ho rotto ossa e ho guardato il Diavolo negli occhi.

Ho visto la mia chance e sono saltato in lui che non dirà più una parola e

non avrà più nessun luogo da chiamare casa”

(Broken Bones, by Kaleo)

 

Ce l’hai fatta!!” esclamò entusiasta Sam guardando il maggiore che ancora incredulo fissava l’ormai sconfitto Lucifero.

Dean alzò lo sguardo verso il minore e con una sorta di presa di coscienza lo corresse. “No, ce l’abbiamo fatta. Noi ce l’abbiamo fatta!” affermò con decisione.

 

Poi accadde l’impensabile.

Quando Dean si piegò su sé stesso, il sorriso che fino a poco prima illuminava il viso di Sam , divenne una smorfia di apprensione e preoccupazione.

E quando il maggiore, che a stento , sembrava trattenere e resistere a spasmi di dolore, gridò un sofferente e rabbioso “Avevamo un patto!!”, Sam capì tutto.

Michael!” sussurrò Sam, quando vide il volto di Dean quasi trasfigurato. Il volto fraterno era impassibile, gelido. Si guardava intorno e su lui e un malfermo Jack, posò solo un fugace sguardo.

 

Grazie per il vestito nuovo!” e poi più nulla di Dean.

 

Sam si ritrovò svuotato di ogni entusiasmo in quel momento.

Era successo ancora. Di nuovo!

Quando pensavano di aver vinto, il prezzo per quella vittoria appariva con la sua lunga falce e si impegnava a riscuotere il premio. E questa volta , il premio, era Dean.

Avrebbe voluto gridare in quel momento.

Avrebbe voluto infierire senza pietà o rimorso sul corpo già morto di Lucifero, che di certo, era stata la causa di tutto quello che era appena successo.

Avrebbe voluto fare….avrebbe voluto dire…Avrebbe voluto...

Avrebbe voluto solo che in quel momento, Dean, gli apparisse di fronte, soddisfatto e tranquillo e che gli dicesse: “Tranquillo, fratellino. E’ tutto sotto controllo. Andiamo a casa! Il ragazzino ha bisogno di cure!”

 

A quel pensiero, si girò istintivamente verso il giovane Jack. Il ragazzo sanguinava ancora dalla ferita che si era procurato nel tentativo di salvarlo e barcollava sfinito.

“Sam...” sussurrò flebilmente. “Dean è….Dean….”

“Lo so. Lo so, Jack. Lo ritroveremo. Risolveremo tutto e lo riporteremo a casa. Da noi!” cercò di rassicurarlo. O forse di rassicurare sé stesso. “Andiamo al bunker. Devi curarti. Stai perdendo troppo sangue.” e così dicendo aiutò il ragazzo, uscirono da quella chiesa in cui Lucifero li aveva trasportati e per un attimo, solo uno, con lo sguardo cercò l’Impala. Ma la loro macchina non c’era.

Dean, con l’aiuto di Micheal, non ne aveva avuto bisogno.

“Ok!” sospirò. “Dobbiamo trovare un passaggio!” si levò la camicia che usò per ripulire il viso del ragazzo e gli chiuse per bene il giacchetto per evitare che la maglietta sporca di sangue attirasse l’attenzione. “Se ti vedono conciato così, non si fermerà mai nessuno.” spiegò mentre Jack guardava stranito quei gesti, gentili e premurosi. Anche se non poteva negare di aver visto le mani di Sam tremare mentre si prendeva cura di lui.

“Sam...” fece stringendogli appena il polso della mano che lo stava ripulendo sotto il naso sporco di sangue.

“Andrà bene!” fece Sam senza guardarlo.

“Sam...” lo richiamò ancora, certo che quell’andrà bene era rivolto ad altro.

“Sì! Andrà bene!” lo sguardo ancora basso.

“Sam...”

Gli occhi di Sam, a quell’ennesimo richiamo, si fermarono in quelli del nephilim e per un attimo tremarono di paura e Jack sentì, che per una volta, doveva essere lui a consolare.

In quei mesi passati con Sam e Dean, aveva imparato e visto più e più volte quanto fosse forte il legame tra i due fratelli. E lui si era affezionato a loro e a quel legame che, ora, sentiva, anche rivolto verso sé stesso.

Con Castiel, erano diventati padri, fratelli, amici.

Dean stesso gli aveva detto: “Non importa gli errori commessi, capiremo come rimediare. Insieme. Sei della famiglia, ragazzino. E ti guarderemo sempre le spalle!

“Sarà come dici tu, vedrai... lo troveremo, risolveremo e lo riporteremo a casa da noi. Dalla sua famiglia.” fece mostrando più decisione possibile.

Sam non rispose, ma capì ciò che stava cercando di fare Jack, quindi si limitò ad annuire grato , cercando di mostrarsi forte.

Ancora. Di nuovo.

 

Il passaggio che trovarono, li lasciò ad un centinaio di metri dall’ingresso del bunker e quando Sam, oltrepassò la porta ancora scardinata come l’aveva ridotta Micheal, chiamò a gran voce Bobby e sua madre. Scese le scale facendo attenzione al ragazzo sempre più stanco e una volta raggiunto il salone principale, fece sedere Jack sulla prima poltrona che trovò.

“Mamma!!!!….Bobby!!” chiamò ancora.

“Siamo qui!” fece la voce del nuovo vecchio amico ritrovato e subito dietro di lui, anche Mary.

Bobby andò immediatamente dal nephilim per accertarsi delle condizioni in cui versava. Mary, istintivamente, abbracciò il figlio.

“Che è successo?” gli chiese mentre Sam si guardava in giro. Come se cercasse qualcosa o qualcuno.

“Qui c’è bisogno di un bel ricamo, ragazzino!!” si intromise la voce di Bobby , alludendo alla ferita al centro del petto di Jack.

“Dov’è Castiel?!” domandò Sam

“Sam, che è successo?!” ripetè Mary dopo non aver avuto risposta.

“E’ di là!” gli rispose Bobby.

Sam pensò che l’angelo fosse ferito, che Micheal, prima di scendere a patti con Dean, avesse tentato un altro disperato attacco.

E nel mentre di quei pensieri, Castiel li raggiunse.

Il suo viso era contrito ma senza alcuna ferita, i suoi abiti intonsi. Non sembrava nemmeno stanco o sfiancato da un qualche combattimento.

“Sam??” fece l’angelo quando lo vide. “Sei salvo.” disse sollevato e poi appena dietro l’amico cacciatore, scorse un Jack decisamente messo male.

“Che gli è successo?! Come siete arrivati fin qui?” fece allarmato mentre provò ad avvicinarlo, ma appena fece un passo verso il ragazzo, Sam, in preda ad un’improvvisa rabbia, lo afferrò per il bavero del trench e lo spinse con forza contro una colonna del bunker.

“Sam!!!” fu il richiamo di tutti quelli presenti.

“Che stai facendo??!” intervenne Mary, allarmata dal comportamento del figlio minore.

Castiel gemette, forse più per il gesto a sorpresa che per il dolore, all’impatto violento contro la colonna di pietra.

“Dove sono le tue ferite?!” chiese stranamente Sam, all’angelo che lo guardava stranito e confuso.

“Cosa...”

“I tuoi vestiti sono immacolati.” asserì il giovane osservandolo. Gli occhi furiosi, la voce intrisa di rabbia.

“Sam...io non….” e a quell’indecisione , Sam rinsaldò con più veemenza la presa sull’angelo contro la colonna.

Ancora. Di nuovo.

“Sam, no!!” lo richiamò Jack e lo stesso fecero anche Mary e Bobby. Tutti inutilmente. Sam era irremovibile.

“Dimmi che hai cercato di fermarlo! Dimmi che hai provato a non fargli dire di Sì a Micheal! Dimmi che ti ha preso a pugni fino a stordirti pur di fare quello che aveva deciso e quando hai ripreso i sensi , tutto era già finito. Dimmi che hai guarito le tue ferito e ripulito i tuoi vestiti mentre mio fratello si faceva un giro sulla linea aerea di Micheal!!” lo aggredì irato.

“No!” sussurrò l’angelo.

“No...cosa, Castiel!!?” spingendolo ancora.

“Non mi ha toccato, non mi ha picchiato. Lui….”

“ALLORA PERCHE’ GLI HAI FATTO DIRE DI SI’!!!!” gli gridò in pieno viso.

“Perchè Lucifer ti aveva preso e aveva preso Jack!” rispose con una pacata rabbia.

“Nooo!!” sibilò tra i denti, scuotendo il capo.

“Credi che non ci abbia provato? Credi che non gli abbia detto e ridetto che dire di Sì a Micheal era uno sbaglio, una cattiva idea, una pessima idea?” cercò di spiegarsi, Castiel.

“Ma lui...”

“Ma lui non mi ha ascoltato. Lui non ascolta mai quando si tratta di te!” disse , forse nemmeno , senza rendersene conto.

Sam strabuzzò gli occhi a quell’affermazione.

“Era terrorizzato, Sam. Di un terrore che gli ho visto solo quando credeva che tu fossi morto a causa di quei vampiri dell’altro universo.” iniziò a spiegargli , Castiel.

“No, no….” sussurrò Sam, perché già sapeva cosa poteva essere successo.

Ancora. Di nuovo.

“Ma lì , anche se dolorosamente, sapeva di non poter fare più niente per te. Qui , invece, ha visto una possibilità di salvezza. Gli ho detto che potevamo trovare un’altra strada...L’ho supplicato di non essere avventato.”

“Dio, no...” lamentò Sam.

“Gli ho detto che Lucifer , anche se vi avesse fatto del male, non vi avrebbe uccisi subito. Troppo sadico, troppo amante della sofferenza. E per quanto crudele, la sua malvagità ci avrebbe dato del tempo per trovarvi. Ma lui...lui...”

“Non ha voluto aspettare!” sembrò constatare per lui, Sam.

“Ho provato a fermarlo, Sam. C’ho provato, te lo giuro, ma lui continuava a dirmi che non aveva scelta. Che non poteva rischiare che Lucifer facesse del male a Jack. Che non voleva o poteva rischiare di perderti ancora. Di nuovo.”

“Dean...” chiamò il nome del fratello, con aria afflitta.

La presa , sul corpo dell’angelo, ormai solo come appoggio e non più come attacco.

“Sam….tuo fratello ha negato il suo Sì a Micheal quando si trattava di salvare il mondo. Ma ora, era della tua vita che si trattava. Davvero credi che non...”

“...avrebbe fatto di tutto pur di salvarmi.” concluse al posto dell’angelo, mentre nella sua mente, dolorose e malinconiche le parole di Dean tornavano imperiose: “Non mi importa di me. Non mi è mai importato. Ma mi importa che non succeda niente a mio fratello.

“Sam...” fece mentre il cacciatore lo liberava definitivamente dalla sua presa. “..per quanto azzardata sia stata la scelta di Dean, ora , lui , ha una possibilità di sconfiggere Lucifer. Una volta per tutte. Ha fatto un patto con l’arcangelo: Micheal gli dà la forza ma Dean mantiene il controllo.”

 

E fu quell’affermazione che Sam, anche se sfinito nel corpo e nell’anima, si drizzò e guardò l’angelo negli occhi.

Sulle sue labbra un sorriso amaro.

 

Il cacciatore guardò per un attimo il giovane nephilim che, affranto quanto lui, abbassò lo sguardo, addolorato.

“Sam, tesoro...dov’è Dean?!” si fece avanti Mary, quando vide suo figlio di nuovo calmo. Sam le carezzò piano il viso. “Sta inseguendo Lucifer?” chiese ancora lei.

Sam, poi, tornò a guardare l’angelo.

“Dean ha già combattuto contro Lucifer. E ha vinto.” fece triste ma comunque con aria orgogliosa.

“Cosa??” esclamarono Mary e Bobby.

“Lucifer è sconfitto? E’ morto?!” domandò sbalordito, Castiel, avanzando piano verso il giovane cacciatore.

“Sì. Lucifer è morto. Dean ha sconfitto il Diavolo!”.

“Ma allora dov’è? Perché non è tornato con voi?!” chiese ancora, l’angelo.

Sam respirò a fondo e guardò Mary.

 

Castiel comprese. E un dispiacere mai provato gli soffocò il petto.

Rivide nel minore dei fratelli la stessa mancanza di coraggio che vide in Dean quando in quel mondo alternativo , l’amico non riuscì a dire a Mary che Sam era morto. Vide scendere le stesse lacrime. Lo stesso smarrimento.

Ancora. Di nuovo.

 

“Sammy...” lo richiamò la madre.

“Micheal non ha rispettato l’accordo e ha preso il sopravvento su di lui.” disse atono. “Lo ha portato via.” disse ancora mentre, Mary, confusa , si abbracciava a lui, in cerca, comunque, di conforto.

 

“Ma noi lo troveremo, risolveremo e lo riporteremo a casa. Dalla sua famiglia!” fece Jack.

“Dalla sua famiglia.” concordò Castiel.

“Lo riporterò a casa, mamma!” promise alla donna abbracciata a lui. “Fosse l’ultima cosa che faccio.”

“Sammy...”

“Gli ho fatto una promessa: Che qualsiasi cosa fosse successa, l’avremmo affrontata insieme. E se fossimo morti. Avremmo affrontato anche la morte insieme!

Mary lo guardò. In apprensione. Più che una promessa , sembrava una missione suicida.

“E ho intenzione di onorare quella promessa.”

Ancora. Di nuovo.

 

 

 

 

 

   
 
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