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Autore: SwanShine    13/09/2018    1 recensioni
Una donna, conosciuta come "Il Dottore", precipita (letteralmente) nella vita di Rooney Smith, un'apparentemente normale ragazzina di Londra. Le due insieme vivranno tante avventure a spasso per il tempo e per lo spazio, Rooney farà conoscenza di cose di cui non sapeva l'esistenza, aprendo i suoi orizzonti, trovando così indispensabile la presenza del Dottore.
(Aggiornamento una volta a settimana)
Genere: Avventura, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Doctor - Altro, TARDIS
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Il Dottore scese al piano inferiore dell'abitazione come se già sapesse dove andare.

Rooney cercò di starle dietro e la raggiunse solamente quando quella si fermò di fronte ad uno specchio ad osservare la sua immagine come se fosse la prima volta che lo facesse.

Si sfiorò gli zigomi, la punta del naso, la fronte e le orecchie, infine mise le mani fra i capelli.

Rooney aggrottò le sopracciglia e le chiese:

 

«Ehm... Tutto bene?»

 

Il Dottore fece un'espressione rassegnata e poi si voltò verso di lei inarcando le sopracciglia.

 

«Neanche questa volta capelli rossi!  Ho cambiato un sacco di volte faccia e ancora i miei capelli non sono diventati neanche una volta rossi! Non è assolutamente giusto, sai?»

 

Rooney spalancò gli occhi cercando di realizzare ciò che aveva appena sentito, stava per dire qualcosa ma il Dottore era partito a passo spedito verso la cucina e lei si era ritrovata di nuovo a rincorrerla. 

 

«Scusa, non credo di aver capito, tu... cos'è che hai cambiato un sacco di volte

 

«La faccia!» esclamò il Dottore spalancando il frigorifero «Credo sia... la dodi... tredi... la qualcosicesima volta. Ho ancora le idee confuse, sai, rigenerazione.»

 

Il Dottore prese una bottiglia di latte e si voltò per poggiarla sul piano della cucina, ma si ritrovò la giovane Rooney davanti che le puntava un matterello contro.

 

«...Immagino di aver fatto qualcosa, giusto?»

 

«Tanto per cominciare, hai sfondato il tetto della mia soffitta e dovrò sorbirmi la ramanzina di mia madre perché non mi crederà mai quando le dirò che una tizia è piovuta dal cielo combinando tutto quel caos. E seconda cosa... È Auguri di Buon Natale la canzone di sottofondo alla nostra discussione?» 

 

Rooney e il Dottore si guardarono negli occhi per un paio di secondi, e poi, lentamente, si voltarono a guardare verso la finestra della cucina. 

Entrambe videro un gruppo formato da quattro individui con mantelli rossi e maschere da Babbo Natale che suonavano con tromboni e corni francesi, appostati oltre al muretto che divideva l'abitazione degli Smith dalla strada.

 

«Oh, era tanto che non si facevano vedere.»

 

Disse il Dottore, catturando l'attenzione di Rooney.

 

«Tu sai chi sono quelli là!?»

 

«Più o meno. Non li vedo da... qualche secolo?»

 

La banda di quattro smise di suonare, ognuno dei suoi componenti mise il proprio strumento sotto braccio.

 

«E cosa vogliono?»

 

«Credo che ora sia il momento di correre.»

 

«Perc-AH!»

 

Non ebbe neanche il tempo di rispondere che il Dottore le afferrò una mano e cominciò a correre via, andando verso la porta d'ingresso che si trovava dalla parte opposta alla cucina dalla quale si sentì un gran frastuono. 

 

«OH MIO DIO!»

 

Fece Rooney continuando a correre senza sosta insieme al Dottore.

Le due lasciarono casa Smith e corsero per tutto il quartiere alla ricerca di un nascondiglio. Rooney pensò che, per quanto veloci erano andate, quei loschi individui armati, non le avrebbero mai trovate dato che li avevano seminati da un bel pezzo.

Girarono intorno ad una casa e saltarono dietro le aiuole del giardino, fra dei cespugli dove probabilmente cresceva qualche specie di fiore in primavera.

Rooney era seduta sul prato con gli occhi leggermente spalancati e le mani che stringevano fili d'erba. 

Non aveva mai corso a quel modo, normalmente si sarebbe stancata dopo pochissimo, ma col Dottore le era sembrata la corsa più leggera della sua vita, forse per via dello spavento dato da quei tizi o forse perché il Dottore l'aveva guidata per tutto il tempo tirandola per farla andare velocemente.

La ragazza notò che il Dottore teneva ancora la bottiglia contenente il latte in mano e aggrottò la fronte, stranita.

 

«Chi erano quelli là? O cos'erano... non lo so!»

 

«Erano pesci pilota.»

 

Rispose il Dottore aprendo la bottiglia del latte, bevendone poi un sorso.

Fece la stessa faccia che farebbe qualcuno se si ritrovasse a mangiare un cactus e sputò quel po' di latte che aveva bevuto dentro ad un cespuglio  che si trovava di lato.

 

«Oh cielo! Era... peggio delle pere... BLEAH!»

 

Rooney era davvero confusa.

Come potevano dei pesci fare cose simili? Ma probabilmente erano molto di più di quel che pensava, magari erano... 

 

«Sono alieni? E... passami quel latte, come può fare così schifo?»

 

Il Dottore passò la bottiglia del latte a Rooney che la esaminò e vide che non era ancora scaduto, dunque aprì il tappo della bottiglia per essere ancora più sicura.

 

«...Comunque non sembra andato a male.»

 

La bottiglia venne strappata via dalle mani di Rooney dal Dottore che cominciò a spiegare, riaprendo la bottiglia del latte nel frattempo.

 

«Era disgustoso comunque. E sì, i pesci pilota sono alieni. Sì sì, so che voi umani andate subito a pensare ai pesciolini che nuotano insieme agli squali, e magari ad una risposta come la mia passereste all'immaginare un droide che contiene un pesce col volante che guida, e ci starebbe, dato che si chiama pesce pilota... Ma no! Non sono questo! Appunto vengono dallo spazio e... per essere qui devono aver fiutato un'energia molto forte che intendono utilizzare per caricare qualcosa come un'astronave o chissà. L'ultima volta mi hanno portato un messaggio, forse volevano solo parlare! È colpa di quei corni francesi, non lo si prende mai sul serio.»

 

La povera Rooney cercò di stare al passo con il suo discorso, seguendo anche i suoi movimenti che facevano versare pericolosamente il latte qua e là sul prato dove le due erano sedute. 

 

«Volevano ucciderci! Stavamo per venire uccise da dei corni francesi! E poi perché "voi umani"? Mi vorresti dire che vieni da un altro pianeta pure tu? E credo che la cosa non mi stupirebbe, sei così...»

 

Il Dottore frugò dentro le tasche della sua giacca sgualcita mentre la ragazza parlava, uscendo poi uno strano strumento che parve rallegrarla.

 

«Stramba?»

 

Chiese poi.

 

«Non lo so.»

 

Fece Rooney, davvero poco convinta di ciò che diceva. Che aggettivo poteva adattare ad una donna così?

Il Dottore storse il naso annusando ancora il latte in bottiglia, mettendovi nuovamente il tappo.

 

«Comunque è vero che vengo dallo spazio. È un problema per te?»

 

Rooney inarcò le sopracciglia e fece spallucce.

 

«Immagino di no.»

 

«Oh, brillante!»

 

Il Dottore sorrise radiosamente e lanciò la bottiglia oltre la siepe con un gesto noncurante, colpendo qualcuno.

Un paio di secondi dopo uno di quei tizi-droidi cadde sulla siepe e immediatamente il Dottore gli puntò quello strano aggeggio che aveva uscito dalla tasca, facendo uno strano rumorino e provocando delle scintille nella testa del povero droide al quale era pure scivolata la maschera da babbo Natale, rivelando così la sua testa metallica che Rooney pensò avesse il tradizionale aspetto fantascientifico dei droidi che si vedevano in televisione.

Poi il Dottore fece un cenno verso la bottiglia di latte a terra.

 

«Vedi? Quel latte era cattivo.»

   
 
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