Ogni volta che devo dormire, è un gran tormento, preferirei mille volte cacciare via tale sgomento. Dopo che la mamma ha chiuso la porta, sbuca un mostro di terracotta e il mostro del cartone animato che ho visto stamani e che ha perso le mani. Rumori improvvisi riempiono la stanza, così mi copro il viso senza tanta noncuranza. La notte mi spaventa e l'armadio con i vestiti è il portale per mondi indefiniti. Mondi infernali e paurosi, con piccoli mostri spaventosi che ne escon vittoriosi. L'improvviso picchiettare della pioggia sulle finestre mi fa sobbalzare e alzare delle proteste. Un tuono squarcia il cielo e un salto mi fa fare per d'avvero. La mamma vorrei chiamare, ma so già che mi andrà male. Non un movimento posso fare e lei non può far altro che starmi a guardare, insicura di come trattarmi e impossibilitata a calmarmi. Ormai sono grande devo capire, ma è inutile ho paura da morire. Guardo il soffitto scuro e ho paura che qualcosa attraversi il muro. Mi copro con la coperta fino alle orecchie e chiudo gli occhi, chissà magari va via quel mostro quattrocchi. Respiro a stento lì sotto, ma almeno non me la faccio sotto. Le finestre di colpo prendon vita e da esse appaglion lunghe dita. Il vento sedicente e un po' presuntuoso, ha mosso i rami del pino nodoso. Io l'ho compreso, ma non realizzarlo posso, perché in me qualcosa ha smosso. Mi volto nel letto e abbraccio il cuscino, mi vorrei fare piccolo piccolo e calmarmi un pochino. Non so quanto tempo rimango così, so solo che di colpo è un nuovo dì. La paura è passata da quando dalla finestra l'aurora è entrata e un nuovo giorno mi aspetta con tutti i miei giochi, però sapevo che mai più avrei dormito,senza mamma che mi accarezzasse il viso.