Non può fare altro che piangere mentre tiene fra le braccia suo Figlio.
No, il corpo di suo Figlio.

Quel corpo martoriato, ferito in tutto ed insultato come se avesse causato del male al mondo intero. Ma…perché?

Già perché?

Lei Gli è stata vicina durante quel duro cammino: l’ha visto cadere e rialzarsi, l’ha visto mentre quei chiodi gli penetravano nelle carni facendolo urlare di dolore, l’ha visto spirare lentamente sul quel legno zuppo del Suo Sangue.

Ha visto tutto la Madre, nel silenzio suo e del mondo intero.

Ora si stringe a sé il suo bambino. Già, non suo Figlio, non il figlio del falegname, non il predicatore, ma il suo bambino.

Il suo bambino meraviglioso al quale cantava ninnananne e raccontava storielle, così piccolo, innocente, perfetto.
Suo.

Ora come in quei momenti è solo suo.

E la Madre lo stringe ancora di più, quasi a cullarlo un ultima volta, quasi a volerselo tenere con sé per sempre e non abbandonarlo in un buio sepolcro.
Una cascata di lacrime sulle gote ed il cuore colpito nel profondo.

Alza lo sguardo un attimo e vede Giovanni accanto a lei, il viso da adolescente bagnato di lacrime e nello sguardo qualcosa di lontano.
Il ragazzo è l’unico dei seguaci di suo Figlio ad essere lì. Neanche un uomo maturo come Pietro o Giacomo, ma un ragazzino è l’unico di loro lì presente

A seguire vi sono solo donne che piangono.
Come lei.

Anzi no, lei di più.

Perché quel giorno una parte di lei è morta con il suo bambino.
Perché quei chiodi nel Suo corpo penetravano anche in lei.
Perché l’anima le è stata trapassata da qualcosa ed il suo cuore colpito e pronto ad andare in mille pezzi. 

L’uomo sulla croce le ha dato ogni essere come figlio, eppure il suo Figlio carnale se ne è andato.

E la Madre non ha null’altro da dire.