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Autore: Danmel_Faust_Machieri    14/09/2018    0 recensioni
Sword Art Online e i Souls Game: questa serie vuole provare a coniugare queste due componenti.
Io e il mio coinquilino abbiamo seguito Sword Art Online affascinati dall'idea su cui è stato costruito: l'essere intrappolati in un gioco. Purtroppo siamo rimasti delusi dalle potenzialità inespresse di questo anime. Essendo anche due Souls Player recentemente ci è venuta un'idea: un mondo simile a quello di SAO con un universo narrativo come un Souls. Ci è sembrato qualcosa di interessante: abbiamo creato i personaggi, studiato le meccaniche di gioco e la lore. Naturalmente ci saranno citazionismi più o meno espliciti e ci auguriamo che possa essere un'idea di vostro gradimento.
Naturalmente ci teniamo alla vostra opinione quindi non fate i timidi e fate sentire la vostra voce :)
Siamo Danmel_Faust_Machieri e Djanni e vi auguriamo buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La neve altro non è che un'oscurità bianca; sembra un'assurdità da dire ma in realtà queste due non sono tanto diverse: l'oscurità arriva ad occultare il mondo lasciandoti indosso la sola consapevolezza di esserci; la neve cela, appiattisce i volumi, nasconde i lineamenti di quello stesso mondo, dall'alto osservi una piana completamente bianca e non ti è dato capire cosa si cela lì sotto, osservi un mondo piatto e allora comprendi che sei tu a cercare, che sei tu ad essere; forse era questo il motivo per cui Niccolò era tanto attratto da quelle due realtà, due realtà che valorizzavano il singolo e lo rendevano conscio del proprio essere. Difatti, non appena i ragazzi furono usciti dal Castello Dimenticato, tramite una scorciatoia mostratagli da Melliw, il bardo si fermò sull'orlo della parete rocciosa su cui sorgeva la grande e complessa struttura e, sedendosi con i piedi a penzoloni sul baratro, aveva perso lo sguardo nella piana bianca che gli era offerta davanti agli occhi; in lontananza delle case si immergevano in quel candido mare anche se, a causa dell'occhio umano, i loro tratti erano invisibili in quell'immensità come mosche che stagliandosi contro l'alto cielo svaniscono alla vista.
-Nico togliti da di lì!- iniziò a gridare Roberto con un tono stranamente preoccupato -Se un nemico dove respawnare andresti in contro a morte certa-
-Non fare l'allarmista- sbuffò allora Lorenzo alzando le spalle e affiancando l'amico già seduto -I nemici in questo castello si rigenerano ogni mattina e al momento sono solo le…- lasciando sospeso il discorso il monaco si voltò in direzione del barbaro che era l'unico, nella gilda, ad essere munito di un orologio da taschino, oggetto tanto elegante che stonava con la possanza del possessore.
-Ventitrè e trentasette circa…- rispose Alessandro dopo aver fatto scattare l'orologio per rivelarne il quadrante lucido su cui due piccole lancette nere si muovevano circondate da numeri romani mentre una ancora più piccola girava all'interno di un piccolo cerchio collocato tra il centro dell'orologio e il numero "VII" sul quale sessanta segmenti individuavano i secondi.
-Quindi tra meno di mezz'ora sarà Natale…- disse con un sospiro Riccardo che nel mentre proseguiva verso gli altri accanto a Camilla -E io anche questuano ho dimenticato di farvi i regali…-
-Ammettilo che non ti aspettavi questa esplorazione e saresti andato oggi a prendere due cianfrusaglie al mercato- sorrise Camilla cercando lo sguardo dell'altro che divenne da subito paonazzo.
Probabilmente quel quadretto così leggero serviva ai ragazzi per riprendersi dalla pesantezza dell'incontro appena conclusasi con Melliw; tante altre informazioni, tante altre cose da fare eppure ora sapevano come si sarebbero dovuti muovere: raggiungere il piano 75, recuperare il mondo dell'Arconte dell'Aria e infine sconfiggere il Boss del piano; non sembrava un'impresa complicata ascoltata lì per lì ma poi i dubbi, le incertezze e soprattutto la consapevolezza che il tempo che avrebbero impiegato a vincere altri 25 piani non sarebbe stato indifferente. Niccolò frugò un attimo all'interno della sua borsa pratica che pendeva sul fianco sinistro e attualmente era poggiata a terra, tra scartoffie di vario genere, pergamene finemente arrotolate e pennini ancora sporchi d'inchiostro, afferrò una piccola custodia di legno che una volta aperta rivelò un paio di toscanelli; se ne mise uno fra i denti per reggerlo e poi iniziò a tastare le tasche della giacca di Lamel che aveva indosso alla ricerca dei suoi fiammiferi pensando che, anche qualora li avesse trovati, avrebbe dovuto chiedere aiuto a qualcuno visto che con gli Artigli equipaggiati era per lui difficile utilizzare oggetti tanto piccoli; provvidenza volle che, prima ancora che i fiammiferi venissero ritrovati, una fiamma comparve davanti al volto di Niccolò offerta dallo zippo munito dei fori per accendere la pipa che Lorenzo teneva teso verso l'amico; un sorriso si dipinse sul volto del bardo e, dopo aver dato un paio di aspirate attraverso il piccolo sigaro tirando così verso lo stesso la tremula fiamma, iniziò a fumare qualche boccata e interruppe la perlustrazione delle tasche. Lorenzo del canto suo, una volta acceso il toscanello altrui, estrasse dalla propria sacca una lunga pipa di radica e una custodia di legno grande quanto un pugno chiuso all'interno della quale si trovava il tabacco del monaco -Hai abbandonato così la pipa che ti ho regalato?- scherzò rivolgendosi all'amico mentre a pizzichi poneva il tabacco all'interno del camino della propria pipa.
Dopo aver tirato una boccata di fumo Niccolò rispose con tono pacato -Preferisco fumare la pipa con più calma; non ho la tua pazienza di mettermi lì, quando sono fuori, a preparare il tutto… I toscanelli sono un'ottima alternativa credo- e una nuova nuvoletta di fumo uscita dalla bocca del bardo andò a mischiarsi con quella della pipa appena accesa dall'amico.
-Pipe, toscanelli… Dovreste smettere di fumare qualsiasi cosa fumiate- commentò Luna che si stava avvicinando alle spalle dei due insieme a Teresa. Non appena Niccolò sentì quella voce si voltò e vedendo accanto alla ladra la fidanzata si tolse il sigaro e l'alto verso di lei tenendolo tra le dita così offrendoglielo. Teresa non ci pensò due volte, lo afferrò e prese qualche boccata dallo stesso.
-Ma… Teresa!- esclamò Luna sconcertata dal vedere l'altra fumare come se niente fosse.
-Cosa c'è?- domandò lei mentre ripassava il toscanello al fidanzato -Mica danneggia i miei veri polmoni questa cosa- uno scherzo che tuttavia dimostrava anche come la ragazza avesse accettato la sua presenza in quel mondo in cui era viva e la sua condizione nel vero mondo.
Il fumo iniziava a mischiarsi poco distante dal crepaccio creando veli dalla parvenza eterea che, traversati dalla rada neve che il cielo stava offrendo alla terra, la scioglievano appena -Allora…- disse d'un tratto Lorenzo interrompendo così la parvenza di pace che offriva quel momento -Come ti pare la situazione?-
Ormai era consuetudine di Niccolò prendere una boccata prima di rispondere alle domande dell'altro e, mentre parlava, offriva sempre il piccolo sigaro a Teresa e fece così anche questa volta -Non negherò che la situazione non è delle migliori… Insomma… Arrivare al piano 75 richiederà non poco tempo e per di più dovremo confrontarci con dei giocatori anomali una volta individuato il regno dell'Arconte dell'Aria… Gli Scorticamente che abbiamo incontrato quella notte saranno là ad aspettarci… Probabilmente sono gli informatici che lavoravano a questo gioco…-
-Ho avuto lo stesso sospetto dopo aver ascoltato le parole di Melliw…- confermò l'altro mentre dalla pipa il fumo saliva lento al cielo -Certo se le cose andassero come la sera di quell'aggiornamento non potremo ucciderli ma che se le cose fossero diverse… Dovremo ucciderli…-
Niccolò fu lì lì per dire qualcosa all'amico ma si interruppe e preferì sorvolare l'argomento per proseguire nell'analisi della situazione -Nonostante tutto questo adesso abbiamo uno scopo… un obiettivo e una meta da raggiungere… ciò può darci un grande aiuto-
-Credo voi abbiate fatto i conti senza l'oste- iniziò a dire Riccardo che si avvicinò al quartetto affiancato da Camilla e con al seguito il resto della gilda. Sulla spalla della maga era poggiato un piccolo draghetto il cui corpo azzurro era ricoperto da cristalli del medesimo colore.
-Quella è l'Anima di Cristallo di Salazar!- commentò sorpresa Luna osservando la piccola creatura e riconoscendola -Come mai Salazar l'ha mandata qui?-
Di tutta risposta Camilla alzò la mano sinistra mostrando che in essa stringeva una lettera aperta ma fu ancora una volta Riccardo a rendere manifesto a tutti il contenuto della stessa -Salazar e i suoi hanno l'intenzione di processare noi e tutta la Seconda Linea a furor di popolo-
Espressioni tinte di una sorpresa sconvolta si accamparono sui volti di tutti eccezion fatta per Riccardo e Camilla, già a conoscenza del contenuto della missiva, e per Lorenzo e Niccolò, i primo dei quali si voltò verso il gruppo pronto a parlare mentre l'altro continuava a fumare e a osservare il panorama piatto offertogli dalla neve.
-Immagino che le Guardie Notturne abbiano anche presidiato l'ingrasso al prossimo piano vero?- commentò allora rivolgendosi a Riccardo il quale stupito offrì una risposta positiva. Voltatosi nuovamente verso Niccolò Lorenzo sorrise per un secondo e disse -Avevo ragione io! Mi devi una birra adesso- ma fu un attimo, tornò subito serio e si rivolse al resto dei compagni -Io, Camilla e Niccolò sapevamo che questo sarebbe potuto accadere… Mentre Mecho raccoglieva informazioni su quanti giocatori volessero tornare a casa e affini ha scoperto che anche le Guardie Notturne lo stavano facendo… Ha informato noi tre e Salazar affinché escogitassimo una manovra difensiva proprio per questa eventualità ma… Pensavamo di avere più tempo…-
-Non importa- disse allora Niccolò rimettendosi in piedi e infilando le mani nelle tasche della giacca, un'altra boccata presa dal sigaro e poi si rivolse ai suoi amici -Torniamo alla biblioteca-mausoleo e discutiamo di questa faccenda con gli altri…- Si interruppe poi per un attimo e andò a cercare il volto di Alessandro -Ale… Tu sai cosa fare- disse semplicemente prima di tornare in direzione del carro utilizzato per raggiungere quella meta su cui i ragazzi avevano anche trasportato lo Specchio dell'Occhio per rendere più agevole il ritorno.

-Quindi dovremmo arrivare al piano 75… Capisco…- Iniziò a dire Salazar non appena ebbe ascoltato i discorsi riportati dalla Vitriol.
-Certo ma non mi sembra il problema più impellente!- osservò a sua volta Riccardo -Domani saremo messi a processo…-
-Oggi saremo messi a processo… è passata la mezzanotte- commentò Lorenzo cercando di sdrammatizzare con delle parole che fecero solo scaldare ulteriormente il chierico -Ti sembra il momento di fare il pignolo?!-
Ancora una volta la biblioteca-mausoleo era divenuta il teatro della riunione della Seconda Linea questa volta aperta a tutti dal fugace Mecho al piccolo Exodius; solo due persone parevano mancare alla conta: Kubasa e Alessandro. 
-Dove è il vostro barbaro?! Dobbiamo fare in fretta!- iniziò a urlare Tempesta che non riusciva proprio a stare seduto.
-Ha bisogno di tempo… Questa cosa è più urgente- sentenziò lapidario Niccolò fulminando il guerriero con lo sguardo che dovette subito distoglierlo tanto era il timore che provava a guardare quegli occhi che parevano celare un'ira latente, probabilmente emersa per le sue recenti parole. Ci vollero pochi secondi dopo quello scambio di parole e di sguardi a far comparire Alessandro; questi stava uscendo da una delle stanze della biblioteca-mausoleo e subito corse con gli occhi al bardo -Gliel'ho consegnata… al momento la sta leggendo…-
-Di cosa state parlando?- domandò Orias che era poggiato allo schienale delle propria sedia con le braccia conserte.
-Alla fine del nostro incontro con Melliw- iniziò a spiegare Lorenzo -Questi ci ha consegnato una lettera per suo figlio… Gabèl gliel'ha appena consegnata- a quella rivelazione calò per un istante il silenzio sul tavolo; tutti si resero conto che Kubasa si doveva trovare nella sala da cui il barbaro era appena emerso e che di là dalla porta era in atto una rivelazione struggente a cui avrebbe fatto seguito chissà cosa.
La prima a rompere quel silenzio per muovere verso il discorso del processo ormai prossimo fu Camilla la quale iniziò a dire -Allora… il problema più gravoso in questo caso è capire cosa vogliamo fare… Ci presentiamo domani mattina o no?-
-Per me non dovremmo presentarci!- esclamò Tempesta che ancora rimaneva in piedi dietro alla sua sedia e tamburellava il piede destro a terra con fare nervoso.
-Mmm… Non mi sembra una scelta molto intelligente…- commentò Lorenzo osservando il guerriero -Non presentarci al processo ci preclude la possibilità di dire la nostra su quanto è accaduto e sulla nostra intenzione di finire il gioco…-
-E quindi pur di far valere la tua opinione finiresti in galera nella totale impossibilità di fare qualcosa?!- la risposta di Tempesta fu inevitabile; d'altronde era anche ovvia come contraddizione il voler dire siamo pronti ad agire per il bene e affini e poi farsi sbattere in cella alla larga dalla possibilità di adempiere a tale scopo.
-Chi ha detto che ci faremo arrestare?- domandò il monaco di rimbalzo -Io ho detto solo che dovremo presentarci al processo... poi ci limiteremo a fuggire-
L'espressione di Tempesta divenne allora il tripudio della confusione mentre quella di altri, come Salazar e Camilla, rispecchiava perfettamente l'adesione alla linea guida appena offerta.
-Mmm… E come potremo fuggire? Saremo circondati probabilmente da tutta la gilda delle Guardie Notturne perciò potrà essere problematico…- iniziò a borbottare Noah mentre rifletteva sulle difficoltà dell'attuare quel piano.
-Potremo pur sempre combattere- propose Orias animato dal suo eterno spirito combattente.
-Ci sono almeno due problemi in questa idea…- sospirò Roberto a sentire quella proposta che per lui suonava tanto assurda.
-E sarebbero?-
-Innanzitutto, sebbene siamo più forti di molti di loro, ci troveremmo in svantaggio numerico… Seconda cosa: all'interno delle città non si può combattere se non tramite richiesta perciò, anche se volessimo, non potremmo farlo…-
Un pensieroso assenso rispose a quelle osservazioni incredibilmente veritiere mosse dal guerriero della Vitriol tuttavia questa volta sopravvenne la voce di Antigone a porre un nuovo dubbio -A mio avviso ci stiamo dimenticando di un altro aspetto… Anche qualora riuscissimo a fuggire, l'unico luogo sicuro sarebbe questo tuttavia è anche vero che nel momento nel quale noi fuggissimo le Guardie Notturne metteranno sottosopra ogni piano per trovarci e quindi anche qui non potremo nasconderci troppo a lungo…-
-È per questo che hanno presidiato l'ingresso al prossimo piano- osservò lapidario Lorenzo prima di offrire spiegazione per le sue parole -L'unica nostra via di fuga era di muoverci al piano successivo e cercare così una fuga per luoghi ancora sconosciuti a loro… Ci hanno anticipato con quella mossa…-
Dovevano ammetterlo: quella volta Zarathustra e i suoi avevano giocato tremendamente bene mettendoli in un vicolo apparentemente cieco… Trovare una soluzione in una situazione così labirintica di scelte soprattutto obbligate pareva impossibile finché, dopo un breve parlottare da parte di tutti dove vennero accampate le soluzioni più assurde, Niccolò ebbe modo di esprimersi -Forse una soluzione c'è… Ma potrebbe essere veramente difficile da attuare…-

Come ci si poteva aspettare per un evento di tale importanza il vasto anfiteatro della città di Argicca al piano 26 era affollato come mai prima di allora nonostante il clima freddo e il giorno di Natale tutti erano lì; un'immensità di giocatori erano accorsi da ogni lato di quello pseudo-mondo pur di presenziare al grande processo che avrebbe deciso le sorti di quella che si faceva chiamare Seconda Linea. L'anfiteatro era stato realizzato a immagine e somiglianza del Colosseo romano durante il suo periodo di massimo splendore: gli spalti erano gremiti di giocatori mentre al centro dell'arena, ricoperto totalmente di candida neve, erano disposti i principali componenti della gilda delle Guardie Notturne i quali parlavano alla folla tramite dei dispositivi magici che avevano allestito in quel luogo per l'occasione e che fungevano da altoparlante. L'ora d'avvio del processo era stata decretata per le 10:30 di mattina tuttavia, alle 10:43 non si era ancora fatto vivo nessuno della Seconda Linea.
-Perché non possiamo condannarli subito, senza il bisogno di averli davanti?- iniziò a domandare spazientito Kratos mentre si faceva scrocchiare le dita della mano destra.
-Perché altrimenti lo avremmo fatto direttamente negli scorsi giorni- si limitò a rispondere Artù che stava in piedi con le mani poggiate sul pomo della spada che poggiava al terreno con la punta.
-Eppure l'avremmo potuto fare…- si lamentò Juliette mentre scostava dal suo viso una ciocca di biondi capelli.
-Credo esista una terminologia tecnica per condannare una persona mentre si trova altrove- osservò Ezio che tra tutti era quello forse più tranquillo al momento.
-Si dovrebbe dire columancia- asserì Godric sicuro nella sua solita fierezza.
Ma fu solo in quel momento che la voce di Salazar annunciò l'ingresso in scena della Seconda Linea -Si dice contumacia somaro- queste parole risuonarono per l'anfiteatro e ogni singolo giocatore lì presente dovette rivolgersi verso uno degli ingressi che dava sull'arena dal quale stavano entrando, praticamente sfilando, i membri di quell'alleanza: ad aprire la fila c'erano Salazar e Camilla seguiti dai loro compagni disposti a coppie: Sakura-Riccardo, Tempesta-Roberto, Feril-Arcoas, Exodius-Pikeru, Lesen-Antigone, Noah-Orias, Luna-Lorenzo ed infine Alessandro affiancava la sagoma di Niccolò il quale recava in volto la Maschera dell'Intuizione ritirata quella stessa mattina.
-Siete in ritardo di ben quindici minuti- li fulminò sull'istante Zarathustra non appena tutti varcarono la soglia e si disposero in linea, uno accanto all'altro, davanti all'elite delle Guardie Notturne.
-Lo so ma Orpheus ha insistito tanto per rispettare il quarto d'ora accademico- sorrise Salazar fissando negli occhi il generale che, di suo conto, si voltò subito in direzione del bardo il quale lo salutò con un profondo inchino. Zarathustra allora si voltò sdegnato verso la folla quasi non volesse assecondare quel teatrino che tanto lo irritava -Signori!- iniziò a dire a voce alta mentre gli altoparlanti replicavano quella stessa voce in modo che chiunque, all'interno dello stadio, potesse sentire le sue parole -Siamo oggi qui riuniti per processare l'associazione nota come Seconda Linea; il capo d'accusa è il seguente: attentato alla comunità abitante di LSO-
-Attentato alla comunità abitante di LSO…- ripeté scandendo con attenzione le parole Noah a cui suonavano tanto male -Mmm…Credo che una terminologia diversa sarebbe migliore…-
-Eppure…- iniziò a bofonchiare Lorenzo -Parlano di "Comunità abitante"… È una cosa di cui tenere conto…-
-Come sempre accaduto nel corso dei processi prima di emettere la nostra sentenza lasciamo che la parte accusata possa difendersi- così dicendo Zarathustra si voltò in direzione della sagoma di Niccolò e aggiunse poi -Volete affidarvi anche questa volta al vostro caro professorino?-
-No- esclamò Camilla facendo un passo avanti -Sarò io quest'oggi a difendere la seconda linea dalle accuse mosseci- la sua voce iniziò a risuonare per tutto l'anfiteatro e, mosso qualche passo verso il centro dello stesso, accanto a Zarathustra, si rivolse alla folla adunata sugli spalti senza degnare di uno sguardo il generale -Giocatori… Posso comprendere che ormai tutti noi abbiamo una vita all'interno di questo mondo, ci siamo cresciuti e molti di noi hanno lasciato alle loro spalle quello che erano e si sono dedicati a quello che sono ora tuttavia… tuttavia questo mondo non è il vero mondo; è una realtà virtuale non la reale; nel corso degli anni abbiamo visto come gli uomini si sono affannati in guerre ingiuste, come hanno condonato la giustizia sottomettendola ai propri interessi e la domanda che noi ci ponevamo, che i sommersi si sono sempre domandati, era "perché l'uomo sembra portato a fare la scelta ingiusta tra tutte?"… È una domanda che ha assillato molti e alla quale sono state date una molteplicità di risposte: "l'uomo è malvagio per natura", "l'uomo era buona ma poi è stato corrotto"… Non credo che nessuna di queste risposte sia valida… Io credo che tutto ciò accada per una ragione molto semplice: la via giusta è impervia, richiede sforzi e fatica, oggigiorno l'uomo vuole avere tutto subito e senza fare il minimo sforzo… per questo cediamo a non percorrere quella via, per questo siamo portati a percorrere strade che non sono giuste, perché la loro via procede in discesa, la percorriamo senza alcun problema poiché è facile e ci da tutto subito… Ma rimane una via non giusta; così sarebbe la scelta di rimanere in questo mondo virtuale quando il vero mondo è di là che ci attende, forse si è dimenticato da noi ma la via giusta è quella-
-Basta così- esclamò Zarathustra accanto a lei -Il tempo per la difesa è concluso… Ora, cari abitanti di LSO, è il momento per voi di votare, alzino la mano tutti coloro che crede colpevole la seconda linea-
Ovvia la domanda di come sarebbe stato effettuato il conteggio dei voti ma questo problema non si pose nemmeno dal momento che la stragrande maggioranza alzò le mani per votare contro la Seconda Linea. Appoggiati da quella assoluta maggioranza l'elite delle Guardie Notturne si volse in direzione dei processati e fu allora che il generale si limitò ad asserire -Seconda Linea siete condannati a rimanere in prigione finché non ritratterete le vostre idee- i sei si mossero allora in direzione della seconda linea ma in quell'istante stesso un muro di cristallo s'alzò tra i due schieramenti facendo indietreggiare Zarathustra e i suoi e seminando anche il panico sui spalti.
-Come diavolo è possibile?!- esclamò a gran voce Godric -Non si può combattere o usare la magia nelle città e nei luoghi pubblici fuori da duelli!- Ma subito dopo quelle parole il muro di cristallo si infranse e la seconda linea si rivelò armati fino ai denti e quasi sul punto dello scontro.
-Come vi permettete?!- esclamò Kratos cercando di attivare le sue abilità di combattimento per gettarsi nella mischia ma non riusciva a farcela e perciò indietreggiò spaventato notando che invece gli avversari difronte a loro riuscivano a farcela.
-Vi consigliamo di lasciarci andare adesso- iniziò a dire Camilla mentre sulla cima del suo scettro iniziava a formarsi una sfera d'energia -Altrimenti andrete incontro all'inevitabile-
-Questo è un affronto!- esclamò Zarathustra il cui tono di voce serio nascondeva tutta la sua paura -E poi dove credete di nascondervi?!-
-Oh un posto lo abbiamo!- fu solo allora che la sagoma di Niccolò parlò e, dopo aver fatto un passo avanti, si levò la Maschera dell'intuizione rivelando il volto di Mecho.
-Mecho?!- lo stupore ora si impadronì della faccia del generale -Tu… ma… Dove diavolo è Niccolò?!-
-Provate a indovinarlo- sorrise il locandiere mentre lui e la Seconda Linea uscivano dall'anfiteatro con la stessa calma con cui erano entrati.

Dieci guardie notturne giacevano addormentate nella zona che si poteva raggiungere non appena varcata la porta per il piano 51; un'altra invece correva via cercando di raggiungere il piano precedente terrorizzato -Perché… Perché Artù e Juliette ci hanno lasciati da soli?!- iniziò ad urlare mentre una freccia lo colpiva esattamente al collo facendolo poi cadere addormentato al suolo.
-Qui sono a posto! Tu come sei messo?- urlò Teresa uscendo dai boschi armata d'arco mentre riponeva una freccia soporifera nella sua faretra -Questa non dovrebbe più servirmi-
Dopo qualche secondo varcò l'ingresso per il piano Niccolò che portandosi verso la fidanzata si limitò a dire -I quattro di là hanno smesso di avere gli incubi e ora sono storditi a terra- 
-Sai gli altri come sono messi col piano?- domandò la render allora mentre si sedeva a terra.
-Non ne ho idea…- disse vagamente preoccupato il bardo mentre volgeva lo sguardo all'ingresso nella speranza che gli altri sarebbero sbucati di lì da un momento all'altro.
-Non devi preoccuparti; il tuo piano andrà bene… Insomma nessuno penserà che i ragazzi si sono sfidati a duello tra loro in modo da poter utilizzare incantesimi e abilità per spaventare gli altri-
-Sì ma se si fossero accorti del bluff loro sarebbero rimasti scoperti visto che non potevano ferire alcuno-
-Fidati, il bluff ha retto!- urlò dall'oscurità dell'ingresso la voce di Alessandro. Niccolò scattò sull'attenti mentre Teresa si rimetteva in piedi; in quell'istante cinque carri varcarono l'ingresso uno guidato dal barbaro, uno da Tempesta, uno da Antigone, uno da Mecho e uno da Orias.
-Ragazzi! È…- iniziò a dire Niccolò.
-È andato tutto bene non temere- gli rispose subito il barbaro -Ah abbiamo già ricaricato lo Specchio dell'Occhio che avevi lasciato nella sala del boss qua dietro perciò possiamo partire subito-
-Ma gli altri?- domandò Teresa vedendo solo i cinque ragazzi alla guida.
-Siamo qui!- esclamò Luna affacciandosi dal carro guidato dal membro della Vitriol mentre tutti gli altri componenti della Seconda Linea si affacciavano dai rispettivi carri.
Niccolò tirò un sospiro di sollievo e si voltò verso Teresa -Ce l'abbiamo fatta-
-Io non avevo dubbi- rispose lei baciando teneramente il ragazzo. Allora la render si distaccò e si mosse verso il carro della propria gilda montando sul retro del carro e Niccolò si sedette accanto ad Alessandro.
-Ehy Orpheus questa è tua!- urlò poi Mecho lanciando verso di lui la maschera dell'intuizione. Lui la prese al volo e guardando il locandiere lo ringraziò prima di indossarla -Bene; direi che ora possiamo andare!- e così dicendo i cinque piloti scossero con vigore le briglie dei cavalli che muovevano i carri e così insieme partirono alla volta dell'ignoto.
-Ah ragazzi una cosa!- urlò Alessandro mentre i carri si lanciavano nella bianca piana coperta dalla neve -Buon Natale!-
   
 
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