Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Bloodred Ridin Hood    14/09/2018    2 recensioni
Quando ero piccola non c’era mai tanto da mangiare.
Ogni singola carota o fettina di pane era per noi un dono dal valore inestimabile.
Le patate dolci cotte alla brace poi, erano qualcosa per cui sarei stata disposta anche a mettermi nei guai.
Quando poi, dopo una battuta di caccia abbastanza fortunata eravamo in grado di poter mettere da parte qualcosa anche per noi, era veramente il massimo.
[Spoiler se non siete al passo con il manga!]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sasha Braus
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Niku

(Sostantivo giapponese per "carne")

 

Quando mi sono arruolata nell’esercito,
ho promesso che non sarei tornata a casa prima di diventare una persona rispettabile.
Prima di diventare una persona normale.

 

“Sta già bollendo l’acqua?!” chiede ad alta voce Sasha.
Urla per farsi sentire dall’altro lato della cucina affollata e rumorosa.
“Connieee!!” riprende, cercando di sovrastare il chiasso di chiacchiere e risate.
“Ah?!” risponde lui con una smorfia di confusione.
Almeno l’ha sentita!
“Se l’acqua sta bollendo, non dimenticare di aggiungerci il sale!”
“CHE COSA?!” chiede Connie ad alta voce increspando le sopracciglia.
“IL SALE!” ripete allora Sasha a pieni polmoni sopra i vari schiamazzi “E poi la pasta! Ma non dimenticare il sale prima della pasta!”
Nicolo è stato molto preciso sulle modalità di cottura della pasta.
Acqua, ebollizione, sale, pasta, aspettare.
Cinque passaggi, tanto semplici quanto delicati, per preparare quel piatto paradisiaco.
Connie sembra capire e punta un pollice in sù,
muovendosi freneticamente in cerca del sale lì intorno.
“JEAN?!” si volta poi Sasha “Tutto ok?”
“Sì…” risponde annoiato, intento nel suo compito.
“Ricorda di tagliare le patate tutte alla stessa misura! Voglio delle fettine sottili!” lo avvisa Sasha.
“Sì, me l’hai già detto almeno cinque volte!” si lamenta imbronciato “Ragazza patata!” 

 

Quando ero piccola non c’era mai tanto da mangiare.
Ogni singola carota o fettina di pane era per noi un dono dal valore inestimabile.
Le patate dolci cotte alla brace poi,
erano qualcosa per cui sarei stata disposta anche a mettermi nei guai.



Sasha gli risponde con una la linguaccia.
Non ha ancora dimenticato quello stupido nomignolo!
Ma ormai ha smesso di arrabbiarsi da tempo per quell'appellativo idiota.
Anzi, in una giornata come oggi ha addirittura un nonsoché di nostalgico.

Dà uno sguardo intorno agli altri ragazzi.
Armin e Mikasa sono alla postazione verdure. Armin lava e Mikasa taglia.
Mikasa è un fulmine come sempre quando si tratta di coltelli.
Sasha l’ha sempre pensato, il suo talento naturale è molto utile anche in cucina.
Avrebbero potuto cucinare insieme molto più spesso, se solo lei non avesse avuto quel carattere così difficile!
Ymir e Historia si occupano del dolce. Ymir ha appena rubato la ciotola ad Historia.
“Di questo passo non finiremo neanche domani!” la sente dire,
mentre abbracciando la ciotola inizia ad agitare energicamente il mestolo dentro all’impasto.
Un po’ troppo energeticamente.
“Hey! Stai facendo un pasticcio!” si lamenta Historia, notando schizzi di preparato che scappano un po’ ovunque.
Se ne becca uno anche in fronte.
Sasha sospira osservando gocce di composto che finiscono sul pavimento.
Il capitano non ne sarà contento, proprio per niente!
Ma pazienza, almeno avranno una torta ben amalgamata.
Dovranno solo ricordarsi di riuscire a ripulire tutto prima che lui arrivi.
Tutto deve essere perfetto stasera.
Sasha sorride.

È felice che siano tutti qua.
Persino quello stupido di Eren.
Anche se non aiuta e se ne sta seduto in disparte a guardare chissà cosa oltre la finestra.
Sasha è felice che sia venuto anche lui,
nonostante in questo ultimo periodo sia diventato così strano.
Sasha si volta e torna a concentrarsi sul suo compito. Quello più delicato, quello più importante.
La carne sta iniziando a dorarsi sopra la brace e si sta sollevando quel profumo delizioso, che è la fine del mondo.
Pregusta la cena con l’acquolina in bocca. Ci vorrà poco.
Tra non molto anche Hanji-san e il capitano saranno qui.
E poi Nicolo e tutti gli altri.

 

Quando poi, dopo una battuta di caccia abbastanza fortunata
eravamo in grado di poter mettere da parte qualcosa anche per noi,
era veramente il massimo.

Un arrosto di carne con una bella compagnia è qualcosa di così bello
che un suo ricordo potrebbe alleggerire persino...
il peso della morte.

 

“SASHA!” urla Connie sovrastando il caos intorno a loro. Non è una cucina quella, e quel fracasso non sono né chiacchiere né risate. 
Lei apre gli occhi e incontra il suo sguardo, poi quello di Jean accanto a lui.
“TIENI GLI OCCHI APERTI! STA’ CON NOI!”
Quel chiasso è insopportabile, e rimbomba nelle sue orecchie come un frastuono assordante.
Cerca di dirlo, ma dalla sua bocca non esce che un debole soffio e qualcosa come un rivolo caldo dal sapore metallico.
Voleva solo sapere se era pronto da mangiare. Perché c’è tutto questo casino?
Connie ha le lacrime agli occhi, è disperato. Jean ha le mani sui capelli e uno sguardo come se avesse davanti un fantasma.
La girano su un lato e le premono qualcosa contro la pancia. Non sente dolore, ma nonostante i loro sforzi la vita continua a sgorgarle via dal buco in mezzo all’addome. Si allarga copiosa come un lago nero sul pavimento sotto di lei.
Diventa sempre più difficile tenere gli occhi aperti e la sua coscienza si ritrae lentamente dalle estremità del corpo. Persino i suoni si fanno più lontani, ovattati, le immagini davanti a lei sono offuscate e scure. Come un’incomprensibile danza di fantasmi.

 

Forse non ho fatto in tempo a diventare "una persona rispettabile".
Probabilmente una come me non sarebbe mai potuta essere "una persona normale".
Ma fatemi lasciare questo mondo a modo mio.
Lasciatemi rifugiare nei miei sogni, nella mia fantasia.
Volevo solo passare un po’ di tempo con voi, divertendoci, stando bene
davanti ad una bella grigliata di…

 

“... carne." mormora con l’ultimo soffio di fiato che le rimane nei polmoni.
Gli occhi si sono fatti troppo pesanti, si chiudono schiacciando la sua volontà.
Mentre lei scivola lentamente nell’oscurità con l’ombra di un sorriso sulle labbra.

 









NOTE:
Salve! Piccola cosuccia che avevo abbozzato un po' di tempo fa e ieri ho trovato finalmente l'ispirazione per concluderla. Spero sia stata di vostro gradimento.
La morte di Sasha è stata probabilmente quella che mi ha colpito di più da quando ho iniziato a seguire la storia. Forse perché Sasha, per quanto fosse strana, era uno dei personaggi tra i più "normali" nel cast. Insomma, pur avendo le sue capacità da buon soldato e un indubbio talento come tiratrice, non aveva cose come Ackerpower, genialità strategica, capacità di leadership o altre qualità un po' fuori dalla norma.
Sasha era una persona normale, una buona forchetta, che prende le cose un po' alla leggera e con uno strano senso dell'umorismo.  
Sasha in pratica era tutti noi! 
Ci mancherai, ragazza patata!


 

  
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