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Autore: Elgul1    15/09/2018    1 recensioni
Questa storia è un What if di cosa sarebbe potuto accadere, secondo me, se invece di Shouyou, Gintoki avesse avuto come maestro Utsuro diventando il più temibile assassino a disposizione dei Naraku.
Gintoki ha sempre vissuto per servire e aiutare il suo maestro Utsuro che lo ha cresciuto come un figlio. Da anni commette crimini di ogni genere uccide coloro che infangano il buon nome dei Narakue chi rappresenta una minaccia per l'ordine imposto. La sua strada però, durante la sua missione più pericolosa, sarà costellata di numerosi incontri che riusciranno a portarlo verso la dritta via che sembra irragiungibile?
Genere: Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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     Hasegawa sfogliava pigramente le pagine del giornale. Ultimamente la cronaca dava poco spazio ai Joi e a quello che era successo solo qualche giorno fa e, dell'accaduto, erano stati accusati questi come responsabili principali.         
 
 " Questa nazione è sempre più marcia..." Borbottò chiudendolo e rimettendolo sul tavolo. 
" Nha, è sempre stata così, solo te ne accorgi adesso." Rispose Otose fumando una sigaretta e servendo una birra al Madao.
 " Secondo te lui adesso cosa starà facendo?" Chiese a bassa voce per non farsi sentire dagli altri occupanti del locale che continuavano a cantare al karaoke. 
Lei smosse le spalle e disse:" Non lo so... starà sicuramente cercando di rimediare ai suoi errori. Solo spero che torni presto visto che quella tipetta la è da tre giorni che fa la spola qua." 
Hasegawa si girò vedendo, in fondo alla stanza del locale, una ragazza con un vestito cinese intenta a fissare il vuoto. 
 
" Che ci fa qua?" Domandò confuso il vecchio. 
La vecchia sospirò e rispose:" Aspetta che lui torni. Le ho già detto che non so quando tornerà e che l'avrei mandata subito a chiamare ma niente, vuole restare qua e non si sposta di un centimetro.                  
" E scusa nessuno ha cercato di portarla via?" Domandò di nuovo lui bevendo un sorso dal boccale.
Otose guardò stranamente l'orologio e, buttando la sigaretta, rispose:" Tra cinque secondi vedrai..." Prima che il vecchio potesse chiedere cosa volesse dire la porta del locale si spalancò, la musica e gli stessi avventori si voltarono verso l'uscio spalancato. 
 
Una ragazza bionda e con una lunga cicatrice entrò nel locale e, con sguardo severo e con un sospiro rassegnato, seguita dallo sguardo di tutti, si diresse a passo deciso verso la ragazzina rossa prendendo posto proprio di fronte a lei che, di rimando, non spostò minimamente lo sguardo dal punto che fissava. 
" Allora, ti vuoi muovere a tornare, Kagura?" Chiese con una voce stranamente dolce. Lei non rispose.
  " Capisco che sia dura per te, cosa credi? Anche per me lo è e lo sai benissimo." Anche stavolta non ricevette risposta.
 Tsuky appoggiò la mano sul tavolo d'impeto e, con voce più alterata, disse:" Ascolta, non puoi stare qua senza fare niente, mi hai capito si o no? Lui sbaglio oppure ti aveva chiesto una cosa da fare?" Questa volta lo sguardo di Kagura si spostò verso la bionda, ma senza rispondere.
" Ti ha detto di proteggere Yoshiwara e quello che ha fatto. Secondo te stai rispettando la sua volontà così?" Chiese di nuovo lei sempre con tono duro. 
" Sta zitta!" Urlo Kagura alzandosi in piedi e spezzando in due il tavolo con un pugno. 
" Dovrei stare zitta? Solo perché dico la verità..." Replicò la bionda con voce dura.
" Io non sono come te Tsuky, io non riesco ad andare avanti come stai facendo tu. Ogni giorno ti vedo che esci di casa, pattugli le strade, catturi i malfattori del quartiere e torni a casa... ogni singolo giorno sembra quasi che per te lui non sia nient'altro che un semplice gioco, sei solo un..." Prima che finisse di parlare una manata della bionda la prese in pieno sulla guancia destra facendole girare la faccia.
Kagura, sbalordita, si toccò il punto colpito. " Come ti permetti di dirmi certe cose, Kagura? Come puoi pensare che per me sia facile questa lontananza e il non sapere cosa gli sta succedendo?!?" Gridò lei a sua volta quasi con le lacrime agli occhi. " Anche io ci penso a lui e cerco ogni dannato giorno di andare avanti facendo la mia routine proprio per non pensare a cosa potrebbe succederli, credi sia facile? Ti sbagli di grosso e non immagini nemmeno quanto..." Il volto della ragazzina si riempì di lacrime che iniziarono a cadere a terra e, tenendosi ancora la guancia, uscì dal locale di corsa. 
 
Tsuky stava per andarle dietro ma Otose disse:" Sta ferma qua..." La bionda si girò in direzione della vecchia. 
" Starle addosso come stai facendo è sbagliato, e lo sai bene anche tu." Mormorò con fare severo la vecchia. 
" E allora cosa dovrei fare? Lasciare che si tormenti così? Io non sono sua madre né un parente, mi considera a malapena sua maestra." Rispose lei di rimando afflitta. 
" Dalle un altro po' di tempo, dai retta a me, può stare quanto vuole, non ho alcun problema e sai anche che per te quell'invito è valido se vuoi." Rispose la vecchia dandole un fazzoletto per asciugarsi le lacrime che, silenziose, scendevano dal suo volto.
 
 
Kagura si fermo dalla sua folle corsa in un vicolo lontano dal locale. Odiava farsi vedere in lacrime, odiava sentirsi così triste. Era dai tempi della morte di sua madre che non si sentiva così male. 
" Riprendi il controllo." Ripeté a sé stessa ad alta voce cercando di calmarsi: doveva tornare lucida. Quei giorni per lei erano stati un abbandono come a suo tempo fu la partenza di suo fratello e poi di suo padre. 
Si sentiva sempre più abbandonata. 
" Qualcosa non va signorina?" Chiese la voce di un uomo sotto un grande cappello di paglia e un grande mantello nero come la pece. 
La ragazza alzò la testa e, voltandosi verso lo sconosciuto, con un sorriso disse:" Sto benissimo, si figuri! Grazie di averlo chiesto."  
Lo sconosciuto cominciò ad avvicinarsi a lei. " Mi sembra il minimo per te, Kagura..." Bisbigliò quello con uno strano tono di voce. 
Kagura, a sentire quelle parole, le si accapponò la pelle: quella voce sembrava quasi familiare.           " Ci conosciamo per caso?" Chiese timidamente lei arretrando di qualche passo.                        
 " Certo che ci conosciamo... Da tutta la tua misera vita, frignona che non sei altro." Continuò lui con un tono più duro e freddo di prima. Kagura si arrestò, ferma all'ingresso del vicolo. 
" Kamui..." Sussurrò prima che un pesantissimo destro la colpisse e la facesse volare in mezzo alla strada trafficata.                                                                                                           

“ Sei sempre la solita sorellina, non cambi proprio mai.” Disse lui togliendosi il cappello e mostrando una lunga chioma rossa intrecciata che svolazzava di qua e di la. Kagura, rimesassi in piedi, portò il braccio destro avanti cercando di mettersi in posizione. Intorno a loro alcuni civili si erano arrestati curiosi altri invece se ne andavano veloci. 
“ Che ci fai qua sulla Terra tu?” Chiese lei senza perderlo di vista un’istante.                   
“ Semplice turismo.” Rispose lui vago fermandosi a debita distanza. Lei fece una smorfia. 
” Non sei mai stato tipo da cose simili. Cosa sei venuto a fare qui?” Domandò lei ancora più irritata di prima. 
“ Hai ragione, da una parte sono qua come turista ma, dall'altra, sono qui per vedere come stava la mia sorellina!” Esclamò lui gettandosi su di lei con un sinistro che lei evitò per un soffio; provò a contraccare ma il fratello, più veloce, la colpì con un destro al fianco facendola piegare dal dolore.
 “ Sei riuscita a scansare il primo, non male. Qualcosa hai imparato.” Annunciò lui mentre evitava un calcio basso di Kagura che, stringendo i denti, cercava di prendere in pieno il fratello. “Però sei ancora troppo lenta…” Rispose seccato lui evitando il suo attacco spostandosi sulla sinistra, fermandole il braccio in una morsa e poi gettandola a terra con una facilità disarmante.
“ Sta zitto!” Grido lei cercando di divincolarsi e beccandosi di rimando un pugno in pieno volto. 
“ Sei veramente patetica…” Borbottò lui distanziandosi da lei di qualche passo. “ Forse dovrei ucciderti vista la tua totale inutilità.” Mormorò tra sé e sé mentre la giovane si metteva di nuovo in piedi.
“ Ma no, sei ancora in possibile miglioramento.” Disse evitando con semplicità una serie di pugni della sorella e rispondendo all'attacco con un calcio dritto al fegato della ragazza che andò a sbattere contro il muro di una casa.
" Si ho deciso, ti spezzerò le braccia così che tu possa imparare bene la lezione." Annunciò con un ghigno sul volto e dirigendosi verso di lei con calma. Stava per afferarla quando un kunai cadde proprio vicino alla sua gamba destra.
 Alzò lo sguardo trovando, sopra un edificio, una giovane donna dai lunghi capelli biondi e armata di kunai. 
" Tu chi saresti, se posso chiedere?" Chiese lui confuso. 
" Sono la sua insegnante sostitutiva e ti consiglio di allontanarti subito da lei..." Disse con tono freddo e carica di istinto omicida. Aveva sentito quei boati e era corsa più in fretta che poteva. Sapeva che, contro uno yato del genere, non aveva speranze ma non gli avrebbe permesso di far del male a quella ragazza. Un sorriso maligno si formò sul volto del ragazzo. 
" Sarebbe divertente giocare con te, ma..." Un rumore di sirene in avvicinamento lo riscosse dai suoi pensieri. " Sarà per la prossima volta. Credo che ci rivedremo molto presto, biondina." Annunciò facendo un inchino e poi sparendo in un vicolo buio mentre Tsuky scendeva ad aiutare la sua protetta.
 

 
Quando si risvegliò, riconobbe il soffitto della casa di Hinawa: era di nuovo a Yoshiwara. Un'po barcollante e con mille dolori si alzò dal giaciglio. 
" Ti sei alzata finalmente." Mormorò la voce di Tsuky accanto a lei. " Come ti senti?" Chiese toccandole la guancia destra dove prima Kamui l'aveva colpita. " Mi sento piuttosto frastornata..." Borbottò lei. Non si aspettava il suo attacco e nemmeno che lui fosse li.
Un moto di tristezza la riscosse di nuovo dai suoi pensieri: nella mente rivide il suo combattimento, ogni fotogramma. Era stata completamente abbattuta come fosse una nullita. Ripensò alle parole di Gin, alla promessa che le aveva chiesto di fare e si sentì ancora più colpevole.
" Non fare così." Sussurrò con una voce dolce Tsuky abbracciandola e stringendola a se. 
" Hai tempo per migliorare, non ti buttare giù. Le sconfitte e le lotte improvvise servono a questo. Diventerai più forte, ne sono sicura." Mormorò ancora mentre la giovane piangeva sulla sua spalla. 
 
 
 
 
Kamui si fermò sulla cima dell'edificio che aveva scelto come base operativa. Avrebbe preferito anche una stamberga ma, da lassu, poteva controllare l'intero territorio di Edo; la sua terra di caccia.
" Allora, che ne pensi di quelle due?" Chiese una voca di donna dietro di lui. 
" Ti ho già detto che ti devi presentare quando vieni da me... Mi metti i brividi." Mormorò seccato voltandosi d'impeto.
 " Hai ragione, scusami. Comunque allora che ne pensi? Sono prede adatte a te?" Chiese nuovamente e con un sorriso speranzoso sul viso. Kamui sogghignò: da un lato aveva come preda sua sorella e, dall altro lato, anche quella specie di ninja non era affatto male come antipasto. Potevano andare più che bene.
" Si, direi che ci siamo come prede iniziali di caccia, ma non subito, ci vuole tempo..." Annunciò lui sicuro.
 La donna annui e rispose:" Capisco, per ora mi ritirerò, altri affari mi chiamano. Mandami un corvo quando sei pronto." 
" Toglimi una curiosità:  perché vuoi darmi come preda mia sorella? è una Yato, e tu non saresti capace di ucciderla, ma perché quella ninja?" Domandò lui prima che lei si buttasse nel vuoto.
 " Diciamo che io e lei abbiamo un conto in sospeso... Mi ha tolto qualcosa che sarebbe dovuto essere mio e adesso io voglio fargliela pagare ad ogni costo." Spiegò lei con uno strano tono di voce che suscitò goduria in Kamui: vendetta rivalsa quelle erano le cose che cercava oltre a lotte colme di sangue " Si questo posto mi piacerà da matti!" Gridò mentre la donna, con un balzo, si allontano.
 
 
-
 
 
" Direi che per oggi ci possiamo fermare qua." Annunciò Takasugi buttandosi a terra esausto. " Stai invecchiando, un tempo un allenamento del genere non ti avrebbe fatto nemmeno il solletico." Rispose seccato Katsura continuando a mulinare la spada in aria e continuando coi kata come niente fosse. " Sono ore che ci alleniamo direi che una pausa me la posso permettere." Replicò l altro.
 " Umf sei sempre il solito scansafatiche..." Lo ribeccò il moro dai capelli lunghi riponendo il bokken nella postazione. Takasugi stava per replicare quando la porta si aprì con un sibilo mostrando un uomo con un inconfondibile capigliatura argentata.
" Cosa ci fai tu qui?" Domandò stupito Katsura pulendosi dal sudore sulla fronte e fissando il bianco all'ingresso. 
Gintoki stette in silenzio per alcuni attimi che sembravano infiniti poi disse:" Un tizio prima mi ha detto che un lupo solitario a volte ha bisogno di unirsi a un branco per riuscire a cacciare meglio una preda, soprattutto se questa è pericolosa..." Takasugi fermò Katsura che stava per parlare e lo fece stare in silenzio. " Pertanto, aiutatemi. Ho bisogno del vostro aiuto per rafforzarmi. Per come sono adesso non riuscirei mai a sconfiggere ne Utsuro ne la prima spada, perciò..." Mostrò a loro il bokken che aveva nella mano destra e concluse. " Aiutatemi ad aumentare la mia forza."
   
 
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