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Autore: _apefrizzola_    16/09/2018    3 recensioni
I Malandrini alle prese con la prima tappa del ‘rituale’ per diventare Animagus: Tenere in bocca per un mese intero una foglia di Mandragora senza mai sputarla.
Saranno quattro brevi capitoli, ciascuno dedicato ad un fallimento.
*
Il nostro alito è schifoso. Se Robert Spinnet ha vomitato nel cestino della carta in Sala Comune è di sicuro perchè Sirius l’ha salutato passandogli affianco.
*
«’Atto! Aiamo a omie ubito. I inoia a oia è u Erpeerde»
Sarà un mese particolarmente silenzioso visto che saremo costretti a zittire James tutte le volte che vorrà farfugliare cose con questa sua nuova lingua.
*
James è talmente arrabbiato che credo si sia dimenticato che ha la Mandragola pronta ad aggrapparsi su quella striscia enorme di pancetta che si sta infilando in bocca.
*
«No, Madama Chips! Non siamo 'fatti’» la ferma Sirius, ridendo piegato in due, sembrandolo eccome.
*
Sirius che corteggia una ragazza è “niente di strano”. Ma Sirius che finisce in punizione con la McGranitt perchè sorpreso a rincorrerle tutte qualcosa di strano ce l’ha.
*
«Hai le pupille dilatate, Sirius»
«Tu sei una dannata stufa ambulante, Peter»
«E James è più schizzato del solito»
*
«Signor Black, sputi la gomma da masticare»
«Quale gomma, professor Vitious?»
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Malandrini'
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Rispunto dopo più di un anno e mi dispiace tantissimo ma tra gli alti e i bassi della vita quotidiana e un’impegnativa long sui Malandrini da portare avanti ho avuto parecchie difficoltà ad immedesimarmi in James Potter il Pazzo con la prima persona.
Spero sia rimasto ancora qualcuno interessato a queste foglie di mandragora :)
 
 

A James tutta la scena, come piace a lui.
 
 
 

 
 
TERZA LUNA


Terza Foglia
 
 






 
 
Non per vantarmi ma...
Primo: Abbiamo dormito come degli angioletti, Peter non è morto e non ha condiviso il cuscino con qualcosa.
Secondo: Ci siamo lavati i denti senza dita di sostegno ma Sirius non mi parla perchè non mi ha potuto mordere l’indice. Per vendetta, dice lui. Per istinto canino, dico io, perchè la vendetta l’ha già avuta il mese scorso e perchè, insomma: bava, latrati, placcaggi con successiva lotta a terra, gambe inchiodate al pavimento dalle sue braccia, quei capelli che gli nascondono le orecchie... Sono tre anni che affermo di avere un cane come migliore amico e nessuno sembra sorprendersi, almeno fino a quando non gli presento l’umano che hanno imparato a chiamare Tartufo.
Terzo: Remus ha smesso di sospettare su di noi anche se ha cominciato a farlo per il mio letto che puzza (troverò un nascondiglio sottovuoto per quel libro, giuro).
Quarto: Della colazione degna di questo nome e non riversata sul pavimento, ne vogliamo parlare? Fantastica, per Godric! Evans che da sopra la caraffa del succo di zucca mi ha tirato sciroppo d’acero con pancake  dopo averle innocentemente chiesto di donarmi  la sua dolcezza, un po’ meno.

Ergo, sono il migliore.
 
«Levati quel sorriso da quella cosa che chiami faccia, James. Il merito è mio».
 
Sirius non sa quel che dice, ovviamente, a parte essersi dimenticato che non mi parla. Tipico.
 
«Non ti sto parlando. É la Giustizia che lo fa tramite la mia voce».
 
Dopo questa perla che mi premunirò di usare quando meno se lo aspetterà, oltrepassa la porta dell’aula di Pozioni come se stesse facendo il suo ingresso in quella per i processi del Wizengamot con tutta l’aria di chi è certo di non finire ad Azkaban. Il che è ridicolo perchè la sua idea di usare l’Incantesimo di Adesione Permanente sulle foglie, come se le nostre bocche fossero un plastico in miniatura della sua camera a Grimmauld Place, non sarebbe mai spuntata senza la mia frase geniale:“Ci vorrebbe della colla commestibile”.
Sento lo sguardo insistente di Peter al mio fianco, come se la Giustizia avesse davvero usato Sirius per parlare e le mie obiezioni mentali risultassero oltraggianti ed illegali.
Ha comunque un sorrisino a trecentoventicinque denti, tutti trecentoventicinque soddisfatti dopo aver lavorato sopra e sotto muffin, uova, pancetta e lo sciroppo d’acero con pancake di Evans quindi non è come se fosse capace di intendere e di volere in questo momento.
Lui, in realtà, non ha ascoltato la Giustizia impossessarsi di Sirius, lui sta piacevolmente dialogando con il suo stomaco pieno che gli fa le moine.
Quello sguardo, però, rimane. Perchè, a quanto pare, il suo stomaco a parte fargli le moine gli sta dicendo che se è così felice è merito dell’Incantesimo di Adesione Permanente uscito dalla bacchetta della Giustizia.
Spingerlo oltre la porta del Wizengamot come un criminale che sta per raggiungere Sirius Black ad Azkaban, comunque, non è nel mio volere, giuro. Sono le mani di un Auror queste, non le mie.
«Hey, Johnson! Stasera allenam...?».
Anche far svenire il mio Capitano appena sopravvissuto eroicamente ad una lezione con Lumacorno non era nel mio volere, giuro sulla mia Nimbus. É l’alito di un Troll questo, non il mio.
E dando la colpa all’“Enorme e mostruoso Troll appena passato qui davanti! Come avete fatto a non vederlo?!” mi fiondo dentro l’aula di Pozioni lasciando quattro ragazzini Serpeverde del primo anno nel terrore e nel panico più totali.

Tzè, serpenti medi.
 
 
 

 
*
 
 
 

«JAMES, É ORA DI PRANZO! SCENDI DA QUELLA SCOPA E ANDIAMO IN SALA GRANDE, TI PREGO!»
«ANCORA CINQUE MINUTI, PETE!»
«HAI DETTO LA STESSA COSA UN QUARTO D’ORA FA!»
«ABBIAMO TUTTO IL TEMPO!»
«MA É IL TEMPO CHE CI LASCIANO PER MANGIARE! CI RESTANO DIECI MINUTI PRIMA DELLE LEZIONI DEL POMERIGGIO!».
Peter dovrebbe curare questa malsana relazione ossessiva che ha con il cibo e, ora che lo guardo meglio da quassù, penso dovrebbe farsi vedere da un Guaritore anche per le caldane che gli stanno facendo andare a fuoco la faccia.
Uscire dal castello con le maniche della camicia arrotolate fin sopra il gomito, ad aprile dopo la pioggia, non è di certo normale.
«NON SEI NORMALE, JAMES!»
«IO?! MA TI SEI VISTO!? SEMBRI UNO CHE ASSISTE ALL’ULTIMA PARTITA DEL CAMPIONATO, A GIUGNO!»
Peter boccheggia, sconvolto oppure evidentemente accaldato.
Il fatto che si sia appena allentato la cravatta e sbottonato anche i primi bottoni gettando sul prato bagnato borsa e mantello rende perfettamente legittima la mia accusa.
«GUARDATI TU! SONO VENTI MINUTI CHE FAI FINTE WRONSKY E GIRI DELLA MORTE CENTRANDO GLI ANELLI DOZZINE DI VOLTE, GRIDANDO COME UN PAZZO ESALTATO! VEDI?! NON STAI FERMO NEMMENO ADESSO CHE TI STO PARLANDO!»
Io!? Pazzo esaltato?! Sentire la voglia irrefrenabile di sfogare la mia eccezionale bravura sul campo di Quidditch sarebbe essere un pazzo esaltato?! La fame gli fa dire e fare cose che mai si sognerebbe neanche di pensare con lo stomaco pieno.
«DOV’É LA GIUSTIZIA?!»
«STA FLIRTANDO CON UNA RAGAZZA NEL CORTILE DI TRASFIGURAZIONE!»
Beh, niente di strano.
«IO VADO A PRANZO DA SOLO! CIAO
«CIAO
 
 
 
*
 
 
 
 
Niente di strano, certo. Sirius che corteggia una ragazza è “niente di strano”. Ma Sirius che finisce in punizione con la McGranitt perchè sorpreso a rincorrerle tutte qualcosa di strano ce l’ha eccome.
«Maledetta foglia di Salazar» sibila uscendo dall’ufficio trascinando a terra la tracolla come una palla di ferro da carcerato.
«Questa sera alle otto in punto, Black! E si faccia eliminare la fattura da Madama Chips!» gli grida dietro la voce della professoressa. Essendo ancora impossessato dalla Giustizia, il mio migliore amico mi ignora bellamente superandomi con la tipica faccia di bronzo di chi ha spudoratamente mentito riguardo quella “fattura”.
«Che fattura? Ti hanno affatturato?» chiede ingenuamente Peter sventolandosi con furia gli appunti di Divinazione davanti alla faccia sudata. Più guardo questi due e più qualcosa mi dice che non stanno bene.
«Ho dovuto far finta di essere muto per non parlare davanti a lei facendole sentire il mio meraviglioso alito invitante quanto i capelli di Mocciosus» spiega la Giustizia con il suo solito ringhio scontroso che mi ha sempre facilitato la storia del cane come migliore amico.
«E sappiamo tutti che i capelli di Mocciosus piacciono a tutte» aggiunge tra i denti con micidiale sarcasmo e una stizza che raramente fa bella mostra di sè quando si parla di ragazze con lui.
Ghigno ammicante, sopracciglio inarcato, labbra protese in un bacio volante, questo ti aspetti da Sirius Black quando è in vena di rimorchiare e  non la stizza da due di picche schiaffeggiato in fronte.
Ha davvero rincorso le ragazze alla ricerca di un bacio che tutte gli hanno negato per non svenire subito dopo non di certo per cotanta bellezza di ragazzo ma per uno schifo di alito? Ha davvero fatto questo?
Sì, glielo leggo nello sguardo frustrato, assassino... eccitato?
«Hai le pupille dilatate, Sirius, sembra che hai gli occhi neri»
«Tu sei una dannata stufa ambulante, Peter»
«E James è più schizzato del solito».
Fulmino Peter ficcando una mano in borsa per recuperare una Cioccorana e lanciargliela perchè se ha ancora il coraggio di insultarmi è perchè in Sala Grande deve aver trovato i vassoi vuoti.
Ma qui la situazione è grave.
O Sirius è diventato un maniaco sessuale e Peter è in realtà una donna in menopausa oppure sono entrambi sotto diversi effetti collaterali delle foglie.
Mi correggo, siamo: Peter l’Anziana e la Giustizia Maniaca Sessuale, dopo mezza giornata passata a guardarmi dall’alto del Wizengamot, mi stanno fissando le gambe e le mani, quelle che soltanto adesso mi rendo conto di non saper tenere ferme.

«Non possiamo farci vedere in questo stato da Madama Chips e da Remus»
«Io non voglio sudare così fino alla prossima luna piena»
«Finirò per essere considerato il Maniaco di Hogwarts».
 
 


 
*
 
 



«... del 1403 che diede il via alla blabla, estesa poi in tutta la bla, bla e bla comprese... ».
 
Quanto sarà buona la Piuma di Zucchero che per non accasciarsi addormentato sul banco Bertram Aubrey sta mangiando spudoratamente in faccia a Rüf mentre forse parla?
Non riesco a sentirlo perchè è da quando mi sono seduto qui che percepisco un ronzio insistente e noioso quanto Sirius quando non sa cosa fare anche dopo avergli sbattuto la testa al muro.
Un ronzio che potrebbe essere la voce stessa di Rüf , mi suggerisce la piuma d’oca del Corvonero mentre si muove sul banco davanti al mio con lo stesso ritmo del ronzio che mi riempie le orecchie.
Bah.
Peter- seduto alla mia sinistra facendo da perfetta e solida barricata di fiamme quasi vere tra me e la Giustizia che si nasconde dietro- mi passa un pezzo di pergamena tra una folata di vento e l’altra creata dal suo ventaglio improvvisato con una busta vuota di gelatine. Mi basta adocchiare la prima lettera apparentemente elegante ma volutamente disordinata e storta per capire il mittente di quel foglietto.
 
"L’idea dell’incantesimo di Adesione Permanente era già nata, la stavo soltanto preparando per farla vedere al mondo.
L’unica cosa che mi ha fatto pensare la tua frase sul bisogno di avere della colla commestibile è: “Come se ti fossi messo problemi sulla non commestibilità di queste fottute foglie".

 
Afferro la piuma e la intingo nel calamaio.
Non ho idea di chi siano questi oggetti, a proposito. Non i miei di certo.Voglio dire: perchè mai avrei dovuto averne bisogno prima di adesso?
Per prendere appunti, mi risponde di nuovo la schizzata piuma d’oca del Corvonero che ignoro perchè è così che si fa con i Corvonero, soprattutto quelli che sostituiscono la voce di Remus dentro la mia coscienza.
Mi sistemo gli occhiali sul naso e mi bagno le labbra che sento stirarsi inevitabilmente verso l’alto perchè quando ho detto che gli avrei restituito la perla quando meno se lo sarebbe apettato sapevo che era soltanto questione di ore.
 
La Giustizia sa anche scrivere?
 
Peter oltre che muro di fuoco perfetto sa essere anche un ottimo gufo, arrosto, ma un ottimo gufo.
Non ho bisogno di sbirciare dietro, so perfettamente che faccia ha Sirius in questo momento.

«Potresti smetterla di fare l’iperattivo con questa gamba per una misera ora della tua altrettanto misera vita, Potter? Il banco non è ancorato al pavimento, sai?».

La penna d’oca del Corvonero non ha questa voce, ho imparato a riconoscerla contro la mia volontà e non ha questa voce.

«E rivoglio piuma e calamaio, ora. Non siamo tutti teste di Troll come te».

La Giustizia sa anche ridere sottovoce, a quanto pare. Bene.
Le mie labbra invece non sanno più muoversi, al contrario della mia mano destra già tuffata tra i capelli e della mia gamba che continua a muoversi da sola. Non ho bisogno di girarmi nemmeno adesso, ma lo faccio.
Un’alta coda di cavallo rosso fuoco, due enormi occhi verdi a mandorla, un naso piccolo in mezzo al mare di lentiggini: Evans è più fastidiosa della sua cravatta rossa e oro ben annodata al collo.
«Sei più fastidiosa della tua cravatta, Evans. Perchè non ti rilassi? Potremmo scappare da questo covo di ronzii e andare fuori, al parco, per la prossima mezz’ora»
«Hai di nuovo l’alito che ti puzza, Potter. Perchè non ti lavi i denti? Potresti andare a parlarne con il tuo spazzolino, in bagno, e restarci per la prossima mezz’ora»
«Sei sicura che la puzza ti arrivi da sinistra, Evans, e non da destra?».
Il fatto che alla sua destra abbia una tendina di neri capelli unti è del tutto casuale. Infierire non è nella mia natura.
Gli occhi verdi si socchiudono così tanto da sparire, quasi, e il mio sorriso si allarga tanto da accecarla, quasi.

«Bla, bla

Potrei stare così tutto il giorno. Ad accecare Evans che socchiude gli occhi verdi.

«Signor bla, bla

Accecare Evans che socchiude gli occhi verdi è soddisfacente, appagante quanto velocizzare la tremarella della gamba che fa vibrare il banco e le gomitatine sudate di Peter non possono osare disturabre un simile momento.

«Signor Blake»

Signor Blake. Il ronzio ha inaspettatamente preso forma assomigliando in modo inquietante al cognome della Giustizia.
Non vedo perchè dovrebbe interessarmi se non fosse che in quest’aula i cognomi di tutti assomigliano in modo inquietante a quelli originali e la Giustizia sta quindi facendo qualcosa di assolutamente epico tanto da trasformare il ronzio in suoni distinguibili, tanto da risvegliare dal regno dei morti Rüf.
Era questo che volevano dirmi le gomitate dello Scirocco, qui.
Ed è sempre questo che gli occhi non più socchiusi di Evans stanno dicendo, spalancati, puntati oltre le mie spalle.
Cosa starà mai facendo il signor Giustizia Blake?

«Si stacchi immediatamente dalla sua compagna».

Rüf non poteva trovare verbo più adatto dimostrando di riuscire a vedere il mondo che lo circonda.
La Giustizia è seriamente attaccata alle labbra della sua compagna di banco.
La Giustizia ha finalmente trovato una bocca temeraria oppure ha usato l’Adesione Permanente, l’effetto visibile è identico.
In quel caso la Giustizia tornerebbe ad essere Maniaca ma la tizia sotto, sopra, di lato a lui non sembra affatto dispiaciuta della cosa. I colori di Corvonero sugli orli delle maniche della divisa- le uniche cose che riesco a distinguere in quel marasma di capelli e stoffa- non spiegano il suo coraggio nell’affrontare l’alito e il sapore della Giustizia.
Ed è quando l’avvinghiamento reciproco di corpi si sposta sopra il banco facendo cadere libri, piume e gli occhi di tutti che mi rendo conto che se non fermo tutto questo la Giustizia ad Azkaban ci finirà davvero.
«Signor Porter!»
«Non è la mia bacchetta quella che ha visto, professore»- e non è la testa di Bertram Aubrey quella , è una Pluffa per Giganti- «Era la bacchetta del signor Pearson. Qui, a destra della signorina Edwards» specifico alzandomi in piedi ed indicando con gesti piuttosto plateali Evans e la tendina unta che mi fissa con uno sguardo Bombarda Maxima e l’assoluta convinzione che due minuscoli scarafaggi neri possano farmi esplodere.
Rüf sembra vederci per la prima volta dopo tre anni di lezioni e intanto il diversivo è scattato.
Scappare dopo aver creato il diversivo è un’istinto intrinseco in ogni Malandrino.
Non ho bisogno nemmeno di guardarli ma so che lo stanno facendo anche loro, scappare mentre metà classe ride per la testa gigante di Aubrey beccata in pieno dal mio Incantesimo Gonfiante e l’altra metà ulula disgustata per il pranzo della mancata Grifondoro riversato a terra insieme all’anima, morta per asfissia ed avvelenamento causata da alito di Mandragora.
Scappare sotto gli occhi socchiusi di Lily Evans, accecandola un’ultima volta prima di chiudere la porta.
«Una figata pazzesca!» grido nel corridoio deserto che mi ispira così tanto da mettermi a correre dando finalmente libertà alle mie gambe.
Ma quanto è bello correre?! Ma quanto è bella l’adrenalina che scorre nelle vene?!
Torno indietro, ripercorrendolo tutto più velocemente di prima perchè le mie gambe hanno risposto ad entrambe le domande con un altro:“Una figata pazzesca!”.
Torno indietro dalla faccia appagata della Giustizia che si esplora la bocca con la lingua per accertarsi di avere ancora la foglia dopo il bacio focoso; Torno dalla torcia umana accasciata a terra con la camicia totalmente aperta.
Le gambe rallentano un poco a quell’ultima vista perchè c’è un limite alla bellezza dell’adrenalina e quel limite è la pancia sudata di Peter come meta da raggiungere.
«Potter»
«‘Sera, prof!».
Vitious ha la simpatica capacità di apparire all’improvviso per quel suo essere praticamente basso quasi quanto Mrs.Purr.
«Cosa sta facendo?»
«Corro!».
Non ribatte ma so benissimo cosa i suoi occhi sopra gli occhialetti stanno dicendo.
So a quale legge si sta appellando:“Non correre nei corridoi”.
Pazzesco, non è vero? Imparare il regolamento disertando le regole è piuttosto educativo.
Non è così che dicono tutti qui, da dietro la cattedra?
“La pratica è importante tanto quanto la teoria. Con l’esperienza si impara più in fretta”.
Hanno ragione, per Godric, so a memoria l’intero regolameto scolastico come nemmeno il Corvonero più secchione potrà mai vantarsi di conoscere.
«Signor Black, sputi la gomma da masticare»
«Quale gomma, professor Vitious?».
É sempre bello vedere Sirius aprire il sipario e negare l’evidenza. Con la McGranitt, il primo anno, ha negato di avere due mani (infilate nel cassetto della scrivania del suo ufficio alla ricerca delle domande del compito in classe del giorno dopo).
«Cosa succede qui?».
Ed eccola, la McGranitt, in tutto il suo tempismo.
Lo sguardo sotto quel cappello a punta, con noi, non è mai indagatore ma direttamente accusatore.
Nei due occhi azzurri sopra le lenti squadrate non c’è compassione per il piccolo Peter Minus che sta andando in autocombustione perchè potrebbe avere la febbre, no, c’è il rimprovero per quello che il piccolo Peter Minus ha sicuramente fatto per finire in questo stato. Non c’è nemmeno preoccupazione per me che le sono appena arrivato affianco con una piccola scivolata per frenare all’ultimo ed evitare di finirle addosso magari perchè sono in fuga da un Troll di montagna o un assassino, no, c’è soltanto lo sprezzo per il mio sprezzo della regola “Non correre nei corridoi”.
Così come non c’è alcun beneficio del dubbio riguardo la presunta gomma da masticare in bocca all’innocente Sirius Black che non sta più masticando, no, c’è soltanto la cieca convinzione che se il suo collega ha detto che Sirius Black ha una gomma da masticare tra i denti allora Sirius Black ha una gomma da masticare tra i denti.
«Black, sputa immediatamente la gomma»
«Quale gomma, professoressa?»
«Quella che il professor Vitious ti ha chiesto di sputare un istante fa. E non povare a negare di avere una bocca»
«Come potrei negare una cosa che lei vede?».
Negare di aver mai negato l’evidenza. É un colpo di scena bello e buono nello spettacolo Non ho una Faccia di Bronzo e la mia espressione seriamente colpita e compiaciuta rivolta alla Giustizia viene immediatamente fulminata dalla McGranitt che non è mai stata un pubblico facilmente impressionabile.
«Quindi stai palesemente dicendo che potresti benissimo negare l’esistenza di una cosa che non posso vedere come la gomma da masticare, Black?».
I diversivi con la McGranitt non funzionano. L’abbiamo appurato dal primo giorno del primo anno.
E lo sappiamo che siamo finiti, che anche questa luna è finita.
Ed è come se a varcare le porte di Azkaban, adesso, ci fossimo tutti e tre.
Credo di capire come ci si deve sentire al cospetto dei Dissennatori e fa decisamente schifo, fa male.
E lo vedo nella faccia di Peter, sudata e rossa il doppio di un secondo fa.
Lo vedo nell’occhiata furtiva che Sirius mi lancia mentre la McGranitt si avvicina imperiosamente a lui. L’unico bacio che Sirius potrebbe ricevere senza far vomitare  è quello di un Dissennatore e sono sicuro che ricambierebbe con trasporto soltanto perchè sente di meritarselo.
Agguanto la bacchetta nella tunica senza farmi notare e faccio quello che gli occhi grigi mi hanno chiesto di fare.
Lo faccio anche se preferirei Schiantare la McGranitt e Vitious in un colpo solo per non perdere anche questa luna, per non far pensare a Sirius di meritare un bacio di un Dissennatore.
Elimino l’Incantesimo di Adesione Permanente che ho usato per attaccare la foglia nella guancia della Giustizia stamattina e l’unica cosa che vorrei adesso, mentre Sirius la ingoia facendola sparire insieme alla felicità di Remus, è sfogare l’adrenalina nelle braccia con un forte pugno sul muro.
 
 















 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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